Titolo: Comune
Regia: Thomas Vinterberg
Anno: 2016
Paese: Danimarca
Giudizio: 2/5
Copenaghen 1975. Erik ed Anna,
architetto e insegnante lui e conduttrice di TG lei, hanno una figlia
adolescente e si trovano ad ereditare una casa molto grande. Anna ha
un'idea e spinge il marito ad accettarla: invitare alcuni amici a
vivere con loro dando origine a una comune. Ben presto il gruppo si
forma e si dà delle regole non sempre rispettate da tutti ma fra
riunioni, pranzi e feste di Natale le cose sembrano funzionare. Fino
a quando una nuova persona entra nella vita di Erik mutandone le
prospettive.
Vinterberg pur essendo un regista
danese tra i più famosi e i più interessanti (andatevi a vedere
quasi tutti i suoi film) rievoca in forma nostalgica ma anche dura e
impietosa, una parte della sua vita vissuta dai 7 ai 19 anni
all'interno di una comune.
Era un'altra generazione e ora questa
formula di convivenza in tempi moderni sembra essere tornata di moda,
più negli altri paesi che nella nostra penisola.
Il regista decide di rievocare quel
tempo proprio negli anni della sua esperienza, provando a trarre
ispirazione da uno spaccato di verità che però alla fine dei conti
è tutto tranne che naturale. Artificiale direi.
Risulta a tratti eccessivamente e
singolarmente noioso, prendendo i vari personaggi nonostante alcune
ottime performance, e spostandosi su monologhi noiosi e troppo
intimisti che però a differenza di altri registi, non riescono a
scavare a fondo.
Poi il regista si sofferma solo su
alcune coppie e non da spazio a tutti.
I problemi e i dissidi più che interni
alla Comune sono esterni, momenti e concatenazioni troppo irritanti e
un climax finale che suona quasi ridicolo.