Visualizzazione post con etichetta Grottesco. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Grottesco. Mostra tutti i post

sabato 17 febbraio 2024

Fargo-Season 5


Titolo: Fargo-Season 5
Regia: AA,VV
Anno: 2023
Paese: Usa
Stagione: 5
Episodi: 10
Giudizio: 5/5

I nuovi episodi sono ambientati in Minnesota e North Dakota, nel 2019. Dopo che una serie inaspettata di eventi ha messo Dorothy “Dot” Lyon nei guai con le autorità, questa casalinga del Midwest, apparentemente tipica, si ritrova improvvisamente catapultata in una vita che pensava di essersi lasciata alle spalle.Lo sceriffo del North Dakota, Roy Tillman, è alla ricerca di Dot da molto tempo. Allevatore, predicatore e costituzionalista, Roy crede di rappresentare la legge e quindi di esserne al di sopra. Al suo fianco c’è il suo fedele ma inetto figlio, Gator. Che cerca disperatamente di dimostrare il suo valore al padre. Peccato che sia senza speranza. Così, quando si tratta di dare la caccia a Dot, Roy arruola Ole Munch, un oscuro vagabondo di origine misteriosa.Con i suoi segreti più profondi che iniziano a svelarsi, Dot tenta di proteggere la sua famiglia dal suo passato. Ma il suo affettuoso e ben intenzionato marito Wayne continua a correre da sua madre, Lorraine Lyon, per chiedere aiuto. CEO della più grande agenzia di recupero crediti del paese, la “Regina del debito” non è stata particolarmente impressionata dalla scelta del figlio di scegliere moglie e non perde occasione per esprimere la sua disapprovazione. Tuttavia, quando l’insolito comportamento di Dot attira l’attenzione del vice della polizia del Minnesota, Indira Olmstead, e del vice del North Dakota, Witt Farr, Lorraine nomina il suo consulente interno e consigliere principale, Danish Graves, per aiutare sua nuora. Dopotutto, la famiglia è la famiglia. Ma Dot ha un talento inquietante per la sopravvivenza. E con le spalle al muro, sta per dimostrare perché non si dovrebbe mai provocare una madre Lyon.

Fargo è una delle serie tv più belle di sempre. Ammetto di non aver visto la quarta stagione che a detta di molti è indubbiamente la peggiore scimmiottando su alcuni stereotipi mafiosi e portando Gomorra in America. In quest'ultima vengono ripresi alcuni punti forti della serie ovvero il tema del grottesco come risposta disperata ad alcune scelte scriteriate, dove si alternano crudeltà e ingenuità senza parlare mai di un totale predominio ma lasciando sempre quel dubbio su come verranno disegnati e caratterizzati alcuni personaggi. Come sempre emerge una critica sociale su tutto ciò che concerne la moralità dubbia della società e di alcuni personaggi e fin dove possa spingersi la legge. Ci sono tanti bei personaggi, c'è il revenge movie, la final girl, torture, rapimenti, omicidi, esoterismo, rituali, perdono e sacrificio. Nel finale c'è una di quelle sparatorie che non si vedevano da tempo con uno scontro che si rifà molto ad alcuni fatti accaduti alla Casa Bianca per quella che concerne la dipartita di Trump in questo caso tra bifolchi cowboy conservatori e una fetta di quella democrazia e l'Fbi in un vero e proprio bagno di sangue.
Alla fine ciò che conta è rimanere umani come nella scena finale con Munch. «Con questa stagione volevo davvero affrontare il tema del debito», ha detto il tuttofare. «Qualcosa come i due terzi degli americani hanno un debito non trascurabile, ma nessuno ne parla mai perché si prova vergogna, c’è molta moralità in questo. C’è anche qualcosa di molto “coeniano” nell’idea che se hai un prestito studentesco e ci vogliono 20 anni per ripagarlo, se lo ripaghi, sei una brava persona. E se non lo ripaghi, sei una persona cattiva, ma non lo saprai per 20 anni. Quindi, per quei 20 anni, sei sia una brava che una cattiva persona. C’è una dualità che trovo davvero interessante».


domenica 19 novembre 2023

All my friends hate me


Titolo: All my friends hate me
Regia: Andrew Gaynord
Anno: 2021
Paese: Gran Breatagna
Giudizio: 4/5

Pete non è molto entusiasta di riunirsi con la sua squadra del college per un weekend di compleanno. Uno dopo l'altro, i suoi amici si rivoltano contro di lui. Si tratta di una vera punizione o è paranoico? Fa parte di uno scherzo malato?

Il talento comico dei Totally Tom riesce a mantenere quell'atmosfera classica dei film grotteschi britannici girati con due lire e con alla base del materiale, delle situazioni tra l'eccessivo e l'imbarazzante (in senso buono nel far delirare gli eventi) e un ritmo fresco condito da recitazioni all'altezza. Sembra di assaggiare qualcosa che strizza l'occhio alla commedia nera senza però mai virare nell'horror sebbene alcune situazioni sembrino evocarlo.
Pete è il classico giovanetto che sembra aver avuto tutto, sicuro di se e anche abbastanza antipatico per certi aspetti. Harry è la sua nemesi. Una commedia di continui ribaltamenti, dove tutto ciò che può sembrare ovvio viene sovvertito, dove non è mai chiaro l'obbiettivo di alcuni personaggi e dove gli assurdi cominciano a succedersi in maniera irrefrenabile. Ci sono alcune scene davvero comiche con i giusti tempi senza forzare mai o rendere eccessiva la vicenda. Avviene tutti ai limiti del bizzarro, dove forse con il tempo non si accetta più lo scherzo e si diventa troppo rigidi con se stessi rischiando in un momento di follia di perdere tutto ciò che si è costruito

Doggy Style


Titolo: Doggy Style
Regia: Josh Greenbaum
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Reggie, minuscolo border terrier ingenuo e ottimista, è convinto di aver il miglior padrone del mondo, Doug, uno scansafatiche erotomane che in realtà lo odia perché all'origine della rottura con la fidanzata. Dopo innumerevoli e inutili tentativi di abbandonare Reggie portandolo il più lontano possibile da casa, Doug riesce infine a lasciare Reggie in una grande città e far perdere le sue tracce: per il cagnolino, ancora convinto di giocare con il suo padrone, è l'inizio della vita da randagio, ma anche del viaggio che lo riporterà al suo mondo, finalmente cambiato e deciso a vendicarsi. Con lui, a insegnargli una nuova vita all'insegna della libertà e del piacere, il folle Bug, un boston terrier logorroico e sboccato, e altri compagni di strada.

Doggy Style è una cazzatona col botto però mi ha molto divertito e non succedeva da tanto.
E' sboccato, trash, stupido, maleducato, volgare, bizzarro, esplicito e molto altro ancora ma d'altronde parla di cani e per questo può prendersi tutte le libertà che gli pare senza stare a seguire inutili dogmi del politicamente corretto. Parla di emarginati, di abbandono, ci sono tante riflessioni e i temi sociali vengono analizzati senza essere melensi ma buttandola spesso in risate e azzuffate.
Parlando di cani e di Reggie la cosa sicuramente riuscita meglio è il ribaltamento del punto di vista tra mondo animale e mondo umano, con tutti i pensieri che attanagliano un cane e che tendono sempre a giustificare il proprio padrone anche quando vengono abbandonati.

domenica 3 settembre 2023

Corner Office






Titolo: Corner Office
Regia: Joachim Back
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Orson, un burocrate compulsivo scopre l'esistenza di una stanza segreta. Ma i colleghi negano.

Corner Office passato in sordina un po dappertutto. Altro non è che quel film assurdo per gli amanti del non sense. Un'opera prima di un regista (A)nonimo con un cast anonimo e un risultato più che soddisfacente e inaspettato. E' un film che parla di alienazione soprattutto in alcuni (A)nonimi uffici in luoghi (A)nonimi d'America, con grattacieli (A)nonimi che superano in altezza le nuvole e in (A)nonime mansioni dove non è mai chiaro cosa stiano facendo questi burocrati.
Orson arriva in una nuova azienda con tutte le sue ansie e patologie che verranno subito messe alla prova da alcuni colleghi che sicuramente tanto meglio di lui non stanno. Ed è allora che entra l'elemento distopico nella quotidianità sfiorando vari assurdi e creando delle linee narrative interponendole tra di loro per arrivare a dei veri e propri paradossi. Eh sì perchè una stanza immaginaria che vede solo Olson, dove all'interno il tempo sembra fermarsi, dove si da vita ai propri sogni e dove si riesce a dare il meglio di se lavorativamente come può essere gestita e fino a che punto metterà a dura prova la sanità mentale del protagonista?

30 Coins


Titolo: 30 Coins
Regia: AA,VV
Anno: 2020
Paese: Spagna
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 3/5

Padre Vergara è un esorcista che, dopo la morte di un ragazzo, si è esiliato in una curia remota, quella di Pedraza, borgo medievale spagnolo, arroccato su una collina e con una esigua popolazione. Il sindaco Paco cerca di rilanciare le sorti della città puntando sul turismo, ma una incredibile sequela di fatti di sangue e sovrannaturali si abbatte sul borgo. Qui infatti Padre Vergara ha portato con sé una misteriosa moneta, una delle 30 ricevute da Giuda per il tradimento di Gesù, che finisce in possesso della veterinaria Elena. Forze oscure e mostruose, che hanno corrotto la Santa Sede, faranno di tutto per entrarne in possesso...
 
Alex de la Iglesia è uno dei miei registi di genere preferiti. Un autore prolifico che ha saputo esplorare e danzare nel cinema come pochi eletti sanno fare. Sempre con budget misurati, ha confezionato film straordinari che non verranno mai dimenticati. Anche lui ha avuto la possibilità di avvicinarsi ad un progetto seriale tredici anni dopo la comedy-sci-fi e in questo caso ha scelto di partire da un tema religioso per creare un rete di complotti e temi soprannaturali con mostri e sette senza farsi mancare tutti i suoi ingredienti preferiti qui portati al paradosso come l'esoterismo, l'occulto, la città misteriosa che ricorda Dagon e il finale della nebbia carpenteriana.
La materia narrativa alla base è il vangelo di Giuda, l'ultimo scoperto e il più nuovo per certi aspetti. Mantiene ancora ad oggi un'aura di mistero, non è facilissimo da trovare e diventa lo spunto per alcune sotto storie cristiane davvero particolari. Così come la setta dei Cainiti i quali vogliono distruggere il Cristianesimo.
30 Coins ha tantissimi pregi e come tutti i lavori del maestro non è esente da difetti. I meriti superano i difetti questo è certo ma importanti limiti di budget in un'idea da approfondire e da condire con elementi soprannaturali rischia come spesso accade di diventare quasi un b-movie trash come nella scena finale quando la colossale creatura emerge e prende vita. Il bambino nato da un vitello che cresce diventando una creatura quasi lovecraftiana funziona anche se con dovuti limiti.
La storia d'amore, il triangolo, alle volte è stucchevole, manicheo e ripetitivo ma riesce a rafforzarsi grazie al merito di un buon battaglione di attori dove secondo me è stata però poco sfruttata Macarena Gomez. Funziona la parte della setta, non convince il personaggio di Vergara (troppo stereotipato), utili alcuni dei soliti innesti ironici e soprattutto grotteschi, i bifolchi dove Antonio interpretato da Javier Bodalo diventa a dir poco iconico.
La fallibilità dei personaggi, l'orrore che trasuda senza esondare mai mi ha veramente lasciando sul palato un divertissement pieno di idee e travolgimenti ma spesso poco sfruttate e alcuni colpi di scena e qualche scena memorabile.

Signore e signori...buonanotte


Titolo: Signore e signori...buonanotte
Regia: AA,VV
Anno: 1976
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Un ordinario giorno di follia quotidiana in un emittente televisiva pubblica. Si alternano sullo schermo il telegiornale, condotto da Paolo T. Fiume, e una serie di programmi che riempiono il palinsesto della rete.
 
Un fiume che con la sua corrente trascina l'Italia nel baratro in cui sembra essere sprofondata.
La Cooperativa 15 Maggio è formata da vari autori, cinque registi e dieci sceneggiatori che disegnano l'Italia di allora, purtroppo anche di oggi, con una satira pungente sulla politica.
Un film fatto di episodi molto divertenti ma anche drammatici e diversi tra loro per intuizioni, generi, messe in scena, potendo godere di alcuni tra i migliori attori italiani di sempre.
Quando si hanno a disposizione Tognazzi, Manfredi, Mastroianni, Gassman, Celi e Villaggio è impossibile sbagliare. Le malefatte del nostro paese, la corruzione, la povertà, la sete di potere, l'alto tradimento, passando dalla politica alla religione, al razzismo e alla solitudine
DA MALATA A CONVALESCENTE in cui un gruppo di amministratori imparentati tra loro obesi e squallidi intervistati dallo stesso Fiume sull'amministrazione e la corruzione di Napoli guardando la cartina finiscono per mangiarsela e rubare l'orologio al giornalista.
SINITE PARVULUS in cui viene mostrato un bambino e la sua vita nei bassifondi di Napoli in una famiglia numerosa con madre malata e padre disoccupato in cui nel tentativo di ritirare la roba stesa in balcone cadrà giù
MANGIAMO I BAMBINI in cui Villaggio interpreta un sociologo tedesco che citando Swift parlerà della teoria di disfarsi dei bambini poveri mangiandoli e creando un campo apposito per loro.
GENERALE IN RITIRATA dove il generale Tognazzi comincerà a perdere dei pezzi della sua divisa in un cesso pieno di merda. Come sentenza per la sua condotta finirà per fare una brutta fine.
DISGRAZIOMETRO dove sempre Villaggio come presentatore televisivo ci porta a visionare tre disgraziati in cui vince quello messo peggio. Il concorrente vincente finirà per esplodere.
SANTO SOGLIO in cui nella lotta per incoronare il nuovo papa, tra sotterfugi dei cardinali Piazza-Colonna e Canareggio per essere eletti nel ‘500, entrambi chiedono quel voto mancante a Manfredi caduto in disgrazia e proprio quest'ultimo con scaltrezza finirà per essere eletto e far tagliare la testa ai due usurpatori
BOMBA è insolito e ahimè anche una metafora niente affatto distante dalla realtà dove dopo un falso allarme bomba in una centrale di polizia per aumentare l'audience delle forze dell'ordine contro attentati terroristici e anarchici sovversivi, viene messa dalle stesse forze dell'ordine un vero ordigno
VESTIVAMO ALLA METALMECCANICA dove all'interno di una fabbrica un giornalista scopre che in mezzo al lavoro minorile si nasconde un nano che non riuscendo a trovare lavoro perchè adulto viene scambiato per un bambino.
ISPETTORE TUTTUNPEZZO dove Gassman e Celi, ispettore e imprenditore corrotto conducono le danze in un episodio tutto in rima con la voce narrante dello stesso ispettore
POCO PER VIVERE, TROPPO PER MORIRE dove viene intervistato un pensionato interpretato da Tognazzi che porta il giornalista nella sua vita quotidiana tra stenti e difficoltà ma tutte con il sorriso in faccia. Uno degli episodi più toccanti e meglio studiati, un reportage autentico e commovente
CERIMONIA DELLE CARIATIDI dove vediamo istituzioni sempre più vecchie e decrepite chi con il girello, chi con la bombola d'ossigeno e soprattutto comizi impronunciabili in una sorta di Parlamento rielaborato


venerdì 11 agosto 2023

Strange Thing About The Johnsons


Titolo: Strange Thing About The Johnsons
Regia: Ari Aster
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Lo scrittore Sidney Johnson coglie per sbaglio suo figlio di dodici anni, Isaiah, nell'atto di masturbarsi. Imbarazzato, si scusa e lo rassicura che si tratta di qualcosa di perfettamente naturale, senza avere idea che il figlio si stesse masturbando su una sua fotografia.
 
Ari Aster è un buon regista. A detta di molti uno dei maggiori nel campo dell'horror moderno.
Per me non lo è mai stato ma questo cortometraggio finora è il suo pezzo forte contando che è stato il primo lavoro per la tesi di laurea. Famiglia afroamericana, omosessualità, pedofilia inversa e gerontofilia. Crudo, amaro, minimale. Pochi dialoghi, spazio alle esressioni, ad un padre che si presta, che vorrebbe spezzare questo circolo vizioso senza riuscirci. Qualcosa di mai visto e di originale. Un tema perverso portato agli estremi senza però mai mostrare ma facendo solo intuire facendoci immaginare le previsioni più nefaste e gli effetti imprevisti oltre conseguenze inattese.
Un'opera di mezz'ora che solamente nel finale mostra qualche pecca di presunzione esagerando con la violenza a dispetto di quanto con una precisione millimetrica è riuscito a lesinare precedentemente creando una tensione costante.

Matar a Dios


Titolo: Matar a Dios
Regia: Caye Casas, Albert Pintó
Anno: 2017
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Una famiglia si prepara a festeggiare il Capodanno in una isolata casa in mezzo ai boschi quando alla loro porta si presenta un misterioso senzatetto. Si tratta di un nano che sostiene di essere Dio e minaccia di sterminare la razza umana all'alba, salvando solo due persone appartenenti alla famiglia. Da quel momento in poi il destino dell'umanità poggia sui quattro ingenui componenti del nucleo familiare, che vogliono tutti salvarsi.
 
Quando le idee non mancano e la settima arte dimostra di avere ancora freschezza e originalità.
La coppia di registi con un film low budget, prendono una casa, quattro attori e un nano che dice di essere Dio. Dramma, commedia, horror, comicità, splatter, thriller, echi di un'apocalisse che sta per imperversare e infine un sacrificio. Ci sono riusciti e alla grande giocando su un elemento abusato quanto in realtà sempre utile se usato con maestria e coraggio. Far crescere nello spettatore e negli stessi protagonisti il seme del dubbio con chi hanno davanti se un essere soprannaturale (Dio o anche Gesù come qualcuno prova a dire) oppure un semplice barbone che si infila nelle case per scroccare e scardinare l'ordine sociale. Tutto questo con un ritmo e dei dialoghi sempre sul pezzo e in grado di regalare un mix di emozioni. Sono questi assieme ad altri i pezzi forti di questa commedia grottesca davvero sensazionale nell'essere moderna, ben strutturata, anarchica ed eretica ma allo stesso tempo semplice e scoppiettante dove in mezzo a questa sfida lanciata dal presunto Dio ogni membro della casa è alle prese con un grattacapo da risolvere.

mercoledì 7 giugno 2023

Copenaghen Cowboy-Season 1


Titolo: Copenaghen Cowboy-Season 1
Regia: Nicolas Winding Refn
Anno: 2022
Paese: Danimarca
Episodi: 6
Stagione: 1
Giudizio: 4/5

Dopo una vita trascorsa a servire gli altri, Miu, un'enigmatica ragazza, si imbatte nel cupo paesaggio della malavita criminale di Copenaghen. In cerca di giustizia e vendetta, intraprende un'odissea attraverso il naturale e il soprannaturale.
 
Refn confonde sempre. Il suo cinema silenzioso è letale come il taglio di una lama e incisivo come una pugnalata profonda e ipnotico come un sedativo allucinogeno. Luci e neon, un uso esagerato dei colori, una fotografia sontuosa, personaggi e movimenti minimali. Mafia albanese, torture, vendetta, amore, sotterranei terribili, prostitute, spacciatori, killer ed eroine.
La serie sviluppa un’attrazione simile alla trance che sa agire in modo impressionante su corpo, luce e suono, con i dialoghi come sempre ai minimi storici per dare solo qualche informazione che non riesce a veicolare con le immagini.
Tutto sembra quasi una sorta di sinfonia sempre con la morte dietro l'angolo e una forte ambiguità dove non sembra mai esserci una salvezza vera e propria ma solo una necessità salvifica di scappare dalla realtà. Ogni episodio della serie sembra poi svilupparsi in diversi stadi e stati di coscienza dove lo score di Cliff Martinez è godurioso come non mai, libero di serpeggiare tra sintetizzatori e note mortuarie.

martedì 6 giugno 2023

Fumer Fait Tousser


Titolo: Fumer Fait Tousser
Regia: Quentin Dupieux
Anno: 2022
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

In un futuro imprecisato la Tobacco Force è una squadra di supereroi che affronta mostri da kaiju eiga a colpi di nicotina e catrame. Di fronte alla minaccia apocalittica di Lezardin, il capo della squadra ritiene che serva un momento di raccoglimento per ritrovare lo spirito di gruppo necessario. Durante la temporanea vacanza, gli eroi cominciano a raccontarsi storie spaventose.
 
Ormai non so più trovare le parole per questo regista. Da quando vidi il suo primo film al TFF rimasi sorpreso intuendo che questo qui arrivando come dj dalla musica aveva delle idee e gli piaceva sperimentarsi con la settima arte analizzando il politicamente scorretto e il grottesco.
Dopo essersi intrufolato in ogni tipo di genere, Dupieux compie un salto ancora più in là dissacrando super eroi, mostri, pupazzi a forma di topo che sbavano un liquido verdastro e attorniati da modelle e storie in un modello alla Boccaccio molto più sporco e ruvido dotato di un non sense incredibile come la storia del ragazzo che finisce triturato dal macchinario e dove la zia decide di conservarne le labbra che continuano a parlare in una pozza piena di sangue. Dupieux stupisce ancora una volta per la sua scioltezza dove nel suo mondo tutto sembra muoversi con molta tranquillità che siano matti, mostri, esseri inanimati, poliziotti corrotti, ladri incapaci, killer anomali, personaggi folli o animali.
La ludica ingenuità e superficialità dell'autore riesce a bilanciare molto bene la materia visiva senza mai darle rimandi troppo seri ma conservando toni da commedia in uno spassoso gioco contro il politicamente corretto

Idiocracy


Titolo: Idiocracy
Regia: Mike Judge
Anno: 2006
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Joe Bowers è un militare che fa il suo dovere senza infamia e senza lode in attesa della pensione. Non sa che l'Esercito statunitense ha messo gli occhi su di lui perché, proprio in quanto perfetto rappresentante dell'uomo medio americano, può essere l'individuo giusto. Per cosa? Per un esperimento di criogenetica. Verrà ibernato (e insieme a lui, ma in un altro contenitore, una prostituta desiderosa di sfuggire al proprio protettore) e riportato in vita a tempo debito. Peccato che la realtà non rispetti i piani e che il degrado a cui gli States vanno incontro faccia sì che i due si risveglino nel 2505
 
Mike Judge come Trey Parker, Matt Stone e altri sono tra i più temuti dalle major o come in questo caso dalla Fox, perchè pur avendo idee geniali e controcorrenti e politicamente scorrette ragionano assimilando un mondo fatto in lsd come i padri di South Park hanno fatto agli Oscar.
Un mondo che più andiamo avanti e più sarà popolato da stupidi. Dove vince l'amoralità, la legge del più forte, dove un linguaggio appropriato viene definito da frocio e stanato sul nascere, dove si vive di schermi enormi, cibo spazzatura e immondizia. Idiocracy è un inferno apocalittico molto meno irreale di quello che si possa pensare. Basta solamente l'incipit nei primi due minuti per scandire e sottolineare le peculiarità di una società entropica e sempre più dipendente dalle sciocchezze, dove la trasmissione con più successo è un real dove uomini vengono presi a calci nelle palle e dove il presidente è un muscoloso attore porno di colore.
Satira, commedia del futuro, scifi (esperimenti criogenici) e toni post apocalittici se si pensa che tutto ormai è sommerso e sguazza nell'immondizia. Ci sono conseguenze inattese ed effetti nefasti che fanno riflettere come la coppia intelligente e ben istruita che decide di non avere figli mentre un’altra coppia, con una qualità di vita inferiore, decide di mettere al mondo un figlio dietro l’altro, decretando così il futuro genetico del paese. Insomma in questa commedia satirica e grottesca gli elementi per far riflettere e divertire non mancano di certo..

Chainsaw Man-Season 1


Titolo: Chainsaw Man-Season 1
Regia: Ryū Nakayama
Anno: 2022
Paese: Giappone
Stagione: 1
Episodi: 12
Giudizio: 4/5

Chainsaw Man narra della vita di Denji, un giovane disperato che cerca in tutti i modi di sopravvivere cacciando demoni. È un ragazzo solo e disagiato che si porta appresso Pochita, un piccolo demone-motosega con il quale ha stretto un forte legame. La vita di Denji cambia quando la yakuza lo trae in inganno e lo sacrifica ad un demone, in quel momento Pochita prende il posto del suo cuore e lo fa resuscitare donandogli i poteri del diavolo Motosega.
 
Era ora finalmente di vedersi una serie come si deve piena zeppa di violenza a profusione, splatter, torture, combattimenti di ogni tipo, inseguimenti, scene ironiche e trash, demenzialità, weird, orrore puro, atmosfere da incubo e molto altro ancora.
Con una storia che ricalca molto il folklore e la mitologia nipponica, gli episodi di Nakayama instillano ritmo ed energia dando una narrazione sempre fluida e mai così macchinosa o complessa come altri anime hanno fatto. Stupisce per la sua resa, per il perfetto bilanciamento dei suoi personaggi sempre a tratti molto folli. Per il disegno governativo nascosto dietro le azioni della nostra squadra caccia demoni e poi dei nemici che oltre ai combattimenti sanno creare delle trame angoscianti e bizzarre come nell'episodio dell'hotel.
I personaggi poi come spesso capita in prodotti come questo a differenza di alcuni soliti noti occidentali sono per lo più dei reietti, persone con alle spalle un mucchio di traumi, comportamenti al limite del disturbo mentale, qui come Denji costretto per la povertà a vendersi parti del corpo per poter sopravvivere. Sempre più spesso costretti a comportamenti sadici e poco dignitosi.

Predatori


Titolo: Predatori
Regia: Pietro Castellitto
Anno: 2020
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Pierpaolo è un medico sposato con Ludovica, affermata regista. Il loro figlio Federico è un laureando in filosofia tiranneggiato da un barone universitario che gli preferisce qualunque altro studente. Le loro vicende si incrociano con quelle di Bruno, primario amico di Pierpaolo, e di sua moglie Gaia, nonché con quelle di Claudio e Carlo, due fratelli che gestiscono un'armeria e fanno parte di un gruppo neofascista. Completano il quadro le moglie i figli di Carlo e Claudio, e un sulfureo personaggio che resterà (di fatto) innominato e che compare solo all'inizio e alla fine.
 
Predatori è una di quelle commedie sporche e cattive di degna caratura grottesca e spregiudicata.
Un esordio quello di Castellitto jr che seppur con troppa carne al fuoco e diverse storie da seguire anche se spesso si ricollegano, mostra l'amarezza degli animi umani, i rapporti fluidi, genitori che riescono a fare peggio dei figli, famiglie criminali che ancora inneggiano al fascismo.
Nessuno sembra degnare di rispetto i propri simili e consanguinei e così anche una cena con i parenti serpenti diventa l'arma per insultare e umiliare il prossimo senza nessuna vergogna e dove la dignità di alcuni sembra ormai affondata. Azioni paradossali e comportamenti eccentrici come il voler comprare una bomba per fare il botto e stanare tutti coloro che sembrano perseguitare il protagonista. Faide familiari che raggiungono un climax di violenza senza pari e dove ancora una volta il ruolo dei bambini appare mai così deviato e senza colpa. Come pochi altri cineasti nostrani,
il figlio d'arte ha coraggio senza dubbio nel dare voce ancora una volta a quel sottobosco romano piccolo-medio borghese da far accapponare la pelle per quanto si passi da un estremo all'altro con inusitata facilità.

venerdì 3 marzo 2023

Venus


Titolo: Venus
Regia: Jaume Balaguero
Anno: 2022
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Lucía è la ballerina di un nightclub che una notte decide di rubare un grosso carico di droga ai proprietari mafiosi del locale dove lavora. Tuttavia viene scoperta e, dopo una violenta collutazione – dove viene accoltellata a una gamba-, riesce a scappare. Non sapendo dove nascondersi, Lucía decide di rifugiarsi dalla sorella Rocío con cui non ha rapporti da anni e dove non è sicura di non essere cercata. Così approda al Venus, grattacielo popolare circondato da sinistre leggende metropolitane che si erige nei sobborghi di Madrid.
 
Venere è un mix di generi pazzesco che ancora una volta sottolinea il peso specifico di alcuni autori spagnoli davvero in grado di sorprendere con pillole sul cinema di genere originali e piene di forza.
Gangster movie, dramma, esoterismo, maledizioni, splatter, gore, torture, freaks e mostri, creature dell'orrore cosmico, Barker e quella sotto traccia che sembra riportare ai Cenobiti, lo stesso racconto di Lovecraft attualizzato e molto altro ancora.
Lucia è un'altra importantissima final girl forse tra le più affascinanti e cazzute con un dono che non sa di avere in una location che ricorda REC per certi aspetti dove cominciano a succedere cose pazzesche, dove le vecchie sembrano di nuovo come in diversi film dello stesso Iglesia, un mix tra streghe ed Erinni, dove ciò che entra nel palazzo quasi sempre è destinato a non uscire più e dove il ritmo è forsennato senza lasciare buchi o far sì che la struttura del film, più complessa di quello che si creda, possa avere sbilanciamenti o passaggi macchinosi. Il cast poi è stupendo riuscendo a dare quel tocco in più come sempre con l'aggiunta di alcuni personaggi vedi Magui Mira devastante, la stessa Ester Exposito e infine la ragazzina davvero sorprendente.
Uno dei migliori horror del 2022 senza alcun dubbio.

lunedì 20 febbraio 2023

Banshees of Inisherin


Titolo: Banshees of Inisherin
Regia: Martin McDonagh
Anno: 2022
Paese: Irlanda
Giudizio: 4/5

Un’isola irlandese in mezzo all’Oceano. Non c’è luce elettrica né mezzi di trasporto che non siano carri trainati da animali. Un uomo cammina lungo un sentiero per andare a prendere un amico e scendere al pub del paese per una birra. L’amico non gli risponde, non vuole più vederlo. L’uomo rimane perplesso, non se ne fa una ragione. Insiste per vedere l’altro, che invece è concentrato nella sua musica. Colm sta infatti finendo di comporre una canzone con il suo violino e dice di non aver tempo da perdere per amici che lui definisce noiosi come Patraic. È il 1923 e dall’altra parte della costa c’è una guerra civile di cui gli abitanti dell’isola sembrano interessarsi poco. Qualche lampo in lontananza. Qualche colpo di cannone. Ma se una guerra “fratricida” iniziasse anche in quell’isola? Così per un nonnulla?
 
L'ultimo film di McDonagh è qualcosa di assurdo. Un film grottesco, tragicomico, un continuo susseguirsi di provocazioni da una parte all'altra dove giovani adulti sembrano prendere le distanze e farsi torti a vicenda sulla base di un apatia e una noia generale. Tutto questo fino a quando non partono le minacce e i tentativi per dare un messaggio all'altro di prendersi le dovute distanze arrivando ad amputarsi parti del corpo rinunciando alla musica e minando le proprie scelte di vita.
La vicenda trasuda semplicità e allo stesso tempo impiega una scenografia e degli elementi che sembrano collocarlo in un luogo dimenticato in mezzo alle scogliere dove il tempo attraversa le vite dei personaggi sottolineandone il malessere più profondo.
C'è il figlio al prodigo che ritorna nel suo villaggio, quasi medievale, dalla sorella in cui il tempo è fermo. C’è il pub, la pettegola della drogheria, c’è il matto, la strega, l’orgoglio ferito e i rimpianti del passato e a parte questo a farla da padrona una depressione generale: tutti elementi tragici shakespeariani. Eppure nel suo ripetersi, nel suo rincorrere le stesse azioni e gli stessi momenti sarà anche per il lato geografico, ma il film è splendido e sembra non avere mai una dimensione spazio tempo precisa come se procedessimo sempre in un limbo.

Junji Ito Maniac


Titolo: Junji Ito Maniac
Regia: Shinobu Tagashira
Anno: 2023
Paese: Giappone
Stagione: 1
Episodi: 12
Giudizio: 4/5

The Strange Hikizuri Siblings segue una coppia che studia i fantasmi e partecipa alle sedute spiritiche di una famiglia disfunzionale di sei fratelli.
The Story of the Mysterious Tunnel e Ice-Cream Bus sono incentrati su un laboratorio che indaga presenza fantasmagoriche radioattive e su un camioncino dei gelati che fa letteralmente squagliare di passione
Hanging Balloon è la cronaca dell’invasione di palloncini giganti assassini
Four x Four Walls e The Sandman’s Lair registrano i dispetti del diabolico Soichi nei confronti del fratello che cerca di studiare e la discesa nella follia di un uomo perseguitato dal suo alter ego di un’altra realtà
Intruder e Long Hair in the Attic sono ambientati in case dove Oshikiri sente misteriosi passi e Chiemi si trasforma in uno spirito di vendetta
Mold e Library Vision parlano di luoghi portatori di morte – la prima è divorata dalla muffa e la seconda è arredata con una libreria i cui libri ossessionano il proprietario.
Tomb Town segue Tsuyoshi e Kaoru raggiungere una cittadina dove le tombe sono erette nel punto esatto in cui si ritrovavano i morti al momento del decesso.
Layers of Terror e The Thing that Drifted Ashore narrano di Reimi, una donna fatta di strati di sé stessa come gli anelli di un albero e di una creatura marina con strani ospiti dentro di sé
Tomie indaga l’esistenza di una studentessa con un segreto spaventoso
Unendurable Labyrinth e The Bully sono incentrati su tre ragazze ospiti di un monastero buddista e di una ragazzina che bullizza un bimbo più piccolo
Alley e Headless Statue hanno per protagonisti un giovane che va a vivere accanto a un vicolo dove si è consumato un delitto e un artista che costruisce manichini senza testa
Whispering Woman e Soichi's Beloved Pet narrano di una donna incaricata di istruire una ragazzina su ogni singola azione e sul ritrovato Soichi alla prese con un adorabile gatto maledetto.

Per chi non conoscesse le opere di Ito, questa serie antologica potrebbe essere un primo valido approccio. Nonostante si sia detto peste e corna di questa ennesima serie targata Netflix, il risultato non è affatto male. Certo alterna cose molto buone con altre meno, ma rimane una carrellata generale sulla politica d'autore e sulle suggestioni che passano nella mente dell'outsider nipponico.
Abbiamo di tutto in quella che appare spesso con un'atmosfera grottesca, macabra e disturbante.
Maledizioni con tanto di evocazioni grazie a sedute spiritiche, spettri, fenomeni paranormali, vecchi personaggi che tornano come Tomie la femme fatale immortale e Soichi che a causa della sua carenza di ferro ama tenere in bocca dei chiodi e non ultimo Uzumaki. C'è tanto body horror, orrore cosmico, case infestate, j-horror, la muffa che corrode la casa, entità mostruose, teste a palloncino che terrorizzano e impiccano la gente, la famiglia di personaggi inquietanti, in tutto questo facendo un exursus che oscilla tra il grottesco, l'horror e il folclore giapponese.
Pur avendo una gestione diversa rispetto all'impatto della storia, alle vicende narrate, ad uno sbilanciamento di ritmo per quanto concerne la narrazione e la sensazione di un cliffhanger finale non proprio ben riuscito, la serie si dimostra più che valida. Una visione onirica, un incubo di qualcuno dei protagonisti, se non dell'autore stesso che propone spessissimo narrazioni in cui l'inquietudine sale col procedere delle vicende e dove violenza e orrore seguono spesso un'escalation folle e sanguinosa in grado di tenerci con gli occhi fissi sullo schermo fino all'ultimo secondo.

sabato 28 gennaio 2023

Bones and all


Titolo: Bones and all
Regia: Luca Guadagnino
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Verso la metà degli anni 80, Maren vive con il padre in Virginia ed è un'adolescente come tante. La sua vera natura costringe però il padre ad abbandonarla e a lasciarla al suo destino. Rimasta sola, Maren parte alla ricerca della madre che non ha mai conosciuto e lungo il tragitto conosce persone come lei, vagabondi ed emarginati nella società americana dell'era Reagan, tra cui Lee, di poco più grande, sbandato e affascinante, con il quale Maren prosegue il suo viaggio. Stato dopo stato, dal Maryland al Nebraska, incontro dopo incontro, Maren e Lee trovano la propria strada, incerti e spaventati di fronte all'irrompere del desiderio che li guida.
 
Siamo di fronte ad un mezzo capolavoro. Se SUSPIRIA già ci aveva deliziato con un lavoro unico che si staccava nettamente dal cult di Argento, qui siamo su un livello ancora più alto, uno dei cannibal movie più emozionanti di sempre. Perchè il film in questione è un mix variopinto di generi, teen drama, coming of age, horror, grottesco, onirico.
Un film sulla diversità, sull'accettazione, sulla comunità dei propri simili, sul come poter provare a cambiare la propria natura, sul desiderio, la sperimentazione. La scena iniziale di Maren a casa dell'amica vale da sola tutto il film senza bisogno di aggiungere la fuga dall'orrore, una scena macabra, splatter e allo stesso tempo poetica e drammatica. E poi la ricostruzione, i costumi, questi personaggi che sembrano vivere di stenti al pari di altri mostri e outsider che non avranno mai una terra promessa ma sono per natura costretti a spostarsi come nomadi e vivere di stenti.
Un film enormemente poetico con tanti dialoghi interessanti e profondi in grado di dare carattere alla pellicola, di caratterizzare al meglio alcuni personaggi e di diventare un road movie in un America che sembra quasi post apocalittica.

domenica 20 novembre 2022

Triangle of Sadness


Titolo: Triangle of Sadness
Regia: Robert Ostlund
Anno: 2022
Paese: Svezia
Giudizio: 4/5

Carl e Yaya, una coppia di modelli e influencer, sono invitati su uno yacht per una crociera di lusso. Gli eventi prendono una svolta inaspettata quando si abbatte una tempesta e mette a rischio il comfort dei passeggeri.
 
Triangle of Sadness è la dimostrazione del talento e soprattutto della furbizia di Ostlund che con FORZA MAGGIORE e SQUARE aveva già fatto capire la sua politica d'autore con opere ambiziose e complesse.
Quello che per fortuna non ha mai abbandonato la sua poetica e visione d'intenti è una certa ironia drammatica, giocando con quel senso del grottesco che in questo film, la sua opera più complessa e sontuosa, raggiunge il punto più alto.
Il film può tranquillamente dividersi in due capitoli quello sulla nave e quello sull'isola prima del climax finale così come della parte introduttiva per mostrarci il casting e questa giovane coppia di modelli ad inseguire un conceto estetico e una filosofia dove i soldi e la bellezza regolano i rapporti di potere, dove si discute di soldi ad un tavolo del ristorante e dove il concetto di bellezza e fedeltà è sempre discutibile arrivando a squalificare dalla nave un bagnino semplicemente perchè gira a petto nudo e incappa nello sguardo della disinibita Yaya.
Un film per certi aspetti meno complesso dei precedenti, più goliardico forse, più esasperato e prolisso che continua a proporre una galleria di gag alcune d'impatto ed estremamente incisive mentre altre tendono a ripetersi senza misura. Una riflessione sulla ricchezza e sul denaro, sul vendersi, svendersi e concedersi per frivolezze e infine la rivincita degli oppressi. Una metafora sul condizionamento sociale determinato dal denaro che in alcuni casi cerca e vuole essere ammutinato come nel caso del capitano alcolista, un raro americano socialista in mezzo agli europei, che lascia affondare la barca mentre farfuglia di socialismo, capitale, mezzi di produzione.

Squeal


Titolo: Squeal
Regia: Aik Karapetian
Anno: 2021
Paese: Lettonia
Giudizio: 3/5

Samuel è un uomo lontano da casa, in cerca del padre. Perso nell'Europa dell'Est più remota, ai margini di una mitica foresta, ha un piccolo incidente stradale che porta ad un incontro fortuito con Kirke, figlia di un allevatore di maiali. Sam presto capisce che le sue priorità devono cambiare se vuole sopravvivere. L'iniziale ospitalità di lei è uno stratagemma per catturarlo e costringerlo a lavorare nella fattoria. Solo, senza conoscere la lingua e incatenato ogni giorno della settimana insieme ai maiali, impara ad adattarsi. Fortunatamente, un maialino in apparenza magico conquista la fiducia di Sam e gli mostra la strada per la libertà e il vero amore.
 
Squeal aka Samuel's Travels è un horror atipico, una fiaba sconfortante, di quelle che trattano il tema dei redneck, dei bifolchi in salsa slava senza prendersi mai sul serio ma regalando una storia interessante con diversi valori aggiunti a partire dalla scelta della musica classica, dei toni fiabeschi e di una voce narrante funzionale. Un uomo che vaga senza una meta, cercando suo padre, le sue origini e trovandosi per assurdo a cercare di assumerne delle altre in un luogo sconosciuto con altri valori e modalità di crescita. Un film che si divincola presto da alcune etichette come quello per cui ci si poteva aspettare puntasse sul torture in cui il protagonista viene sodomizzato da una famiglia di bifolchi tenuto al guinzaglio come un maiale. In realtà e per fortuna è molto diverso, in un crescendo dove non mancano alcune stonature, lungaggini e ingenuità (Samuel troppo presto perde il suo obbiettivo e non è chiaro come riesca ad affezionarsi così velocemente alla famiglia di Kirke) ma dove c'è anche una stranissima storia d'amore, dove i personaggi (i bifolchi intendo) seppur sembrino tagliati con l'accetta vengono caratterizzati a dovere, dove viene inscenato il grande incendio dei maiali e dove uno di questi diventa l'aiutante magico del protagonista come nelle fiabe. A metà tra la storia fantastica, i viaggi di Gulliver, Calvaire e tante altre cose, Squeal è un film atipico, strano, bizzarro, per certi versi contro corrente ma che mi auguro piaccia a tutti gli amanti del genere che cercano nel panorama indie e autoriale prodotti di questo tipo

giovedì 29 settembre 2022

Barbaque (2021)


Titolo: Barbaque (2021)
Regia: Fabrice Eboué
Anno: 2021
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Pascal e sua moglie Sophie gestiscono da circa vent'anni una piccola macelleria locale. Sophie riversa il suo affetto per i clienti alla cassa e Vincent taglia la carne accuratamente selezionata con altrettanto amore.

Barbaque aka Some like it rare è una commedia grottesca sul cannibalismo, il veganismo e tutte le connotazioni che può prendere una crisi di coppia quando la propria macelleria viene attaccata da attivisti e da colleghi/amici che fatturano milioni con allevamenti intensivi dando antibiotici agli animali. E allora arriva il maiale iraniano..
La commedia Di Ebouè è intrisa di humor nero, gag, slapstick favolose, condita da toni grotteschi e scene torture e splatter convincendo per la sua incredibile ironia e freschezza nella messa in scena e nella recitazione.
Ebouè riesce a imprimere nella sua opera tantissimi temi, destrutturando non pochi stereotipi sull'estremismo alimentare e riuscendo a regalare delle scene infallibili per quanto concerne l'originalità, il ritmo, l'adrenalina e la violenza. Tutto questo però mescolato ad una politica mai bigotta o melensa ma sempre pungente e contemporanea. Un film davvero delizioso dove da anni non vedevo il tema del cannibalismo trattato con tale ingegno e satira salvo pochissime eccezioni.