Visualizzazione post con etichetta Grottesco. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Grottesco. Mostra tutti i post

lunedì 24 marzo 2025

Mr Pinkle-Season 1


Titolo: Mr Pinkle-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2016
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 4/5

Nella piccola e antiquata comunità di Old Town, la famiglia Goodman e il loro innocente figlio di sei anni Tommy hanno un border collie satanico di nome Mr. Pickles. I due trascorrono le loro giornate divertendosi in giro mentre all'insaputa di Tommy, della famiglia o di chiunque altro tolleri Mr. Pickles, eccetto il nonno di Tommy che cerca di farlo scoprire, il cane sgattaiola segretamente via per uccidere e mutilare le sue innumerevoli vittime. Il cane spesso ricompone e resuscita le sue vittime che poi risiedono nella sua tana sotterranea e eseguono i suoi ordini. Attraverso la sua furia malvagia e omicida contro coloro che minacciano Tommy, Mr. Pickles sembrerebbe portare ordine a Old Town, che altrimenti sarebbe piena di crimini di fronte ad uno sceriffo incapace.
 
Mr. Pinkle mi è stata presentata come una delle opere d'animazione più violente degli ultimi anni e manco a farlo apposta posso dire che si avvicina molto a quell'idea di violenza senza senso e raccapricciante come se SOUTH PARK avesse deviato in chiave satanista sotto molti aspetti.
Ora uno degli aspetti è la durata degli episodi di undici minuti che scorrono molto velocemente e aprono e chiudono siparietti con personaggi agghiaccianti che cercano di mostrare ogni nefandezza possibile e dove la stessa natura del protagonista Mr. Pickles è un servo di Satana ma al contempo un salvatore dai veri pericoli della società come a sottolineare la dicotomia onnipresente tra bene e male. L'asino uccello, il doc Walton che innesta delle protesi al seno al piccolo Tommy, il Bigfoot, l'Uomo Formaggio, Bello Kid, pedofili, criminali nani, cannibali, membri di società segreta, trash, fetish, fisting, bondage, sadomaso, la tana di Mr. Pinkle in cui avviene ogni tipo di orgia di sangue e mostruosità. Il tutto con uno stile che sembra quasi ironico quando invece è totalmente grottesco e libero da ogni tipo di critica e censura con un umorismo nero e cupo. Si ha proprio l'impressione di aver voluto creare qualcosa di anarchico dando un calcio in culo ad ogni tipo di perbenismo ma molto poco critico come invece succedeva per la saga di Trey Parker e Matt Stone. Qui sembra solo essere un divertissement accentuando gli aspetti violenti, grezzi, che prendono in giro tutto e tutti senza distinzione alcuna. Si fa beffe dei problemi e dei disagi, accentua problematiche che diventano punti di forza dei singoli personaggi ed è demenziale come pochi.

venerdì 28 febbraio 2025

Rumours


Titolo: Rumours
Regia: Evan Johnson, Galen Johnson, Guy Maddin
Anno: 2024
Paese: Canada
Giudizio: 3/5

Sette primi ministri si incontrano in Germania per il G7. Sono chiamati a stilare insieme un testo importante per affrontare una crisi mondiale, ma finiranno coinvolti in una serie di vicende misteriose e impreviste che complicheranno in modo inesorabile l'andamento delle cose, fino a stravolgerle del tutto.
 
Rumours è una dark comedy con un'idea ambiziosa e brillante che poteva regalare originalità e spunti di una satira politica avvincente mentre invece sembra perdere colpi con il passare della narrazione. Perchè c'è mistero, segreti tra capi di stato con tanto di flirt e amori nascosti, amicizie e alleanze come tra il presidente americano e quello italiano, elementi grotteschi che in parte sfociano nel fantasy e nell'horror soprattutto verso il terzo atto. La crisi mondiale diventa così la crisi dei sette leader che da una cena al gazebo in riva al mare sentendo dei rumori e poi il silenzio assoluto cominciano a trovarsi resti di popolazioni antiche, cervelli giganti, sparizioni. Sembra Bertrand Mandico che incontra Agatha Christie con tanto di scontro finale e l'arrivo di una sorta di legione straniera di esseri che mineranno le certezze dei capi di stato

giovedì 30 gennaio 2025

DanDaDan-Season 1


Titolo: DanDaDan-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2024
Paese: Giappone
Stagione: 1
Episodi: 12
Giudizio: 4/5

Momo Ayase è una liceale bizzarra: vive con la nonna medium che ha l’aspetto di una ventenne, adora gli uomini all’antica come il suo nume tutelare, ed è convinta che i fantasmi esistano ma gli extraterrestri no. L’esatto opposto di un suo compagno di scuola piuttosto nerd, timido e riservato, bullizzato da tutti e miniera inesauribile di informazioni sugli alieni. I due fanno amicizia e si mettono alla prova: lei andrà in un ospedale dove in passato sono stati avvistati degli UFO, lui in un tunnel abbandonato teatro di apparizioni ultraterrene. Entrambi proveranno sulla loro pelle che alieni e fantasmi esistono, e dovranno fare squadra per evitare possessioni demoniache e incontri ravvicinati… di un certo tipo. L’intesa tra i due non è così casuale: il timido compagno nerd all’antica di Momo si chiama… Ken Takakura.
 
DanDaDan di cui non sapevo nulla circa il manga e la trama mi ha stupito fortemente per tutta una serie di motivi dalla sboccataggine, al non avere assolutamente freni inibitori, ha mostrare quanto sanno essere delle merde gli studenti d'oggi, ha come può essere pericoloso sottovalutare il folklore culturale del proprio paese e ad aver saputo mischiare azione, horror, body horror, mostri, alieni, trasformazioni, magia nera, esoterismo e tanto altro ancora. In più con una padronanza e velocità di ritmo e con dialoghi frenetici e calzanti che rendono tutta la visione un trip lisergico come non capita spesso anzi sta diventando sempre più raro.
DanDaDan è un titolo perfetto, onomatopeico, per riassumere l’idea di frastuono, confusione, accumulazione visiva e narrativa che si infrange sullo spettatore. Un frastuono anarchico che accompagna Momo e Ken attraverso i generi, dall’horror alla fantascienza, passando per il demenziale e il romanzo di formazione sentimentale tanto caro ai lettori degli shonen manga.

Grotesquerie-Season 1


Titolo: Grotesquerie-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2024
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 3/5

La detective Lois Tryon deve indagare su una serie di omicidi ritualistici estremamente violenti e macabri che sconvolgono una piccola comunità. Ogni scena del crimine è caratterizzata da simbolismi religiosi e messaggi criptici, portando Lois a collaborare con Suor Megan, una giornalista e suora affascinata dai culti e dal true crime. Nel corso delle indagini, Lois deve anche affrontare i propri demoni personali, trovandosi in bilico tra ciò che è giusto e ciò che è inevitabilmente corrotto e oscuro.

Grotesquerie di Ryan Murphy che non conosco perchè non ho mai visto AMERICAN HORROR STORY aveva tutti gli elementi per farsi piacere, dalla religione, al poliziesco, all'indagine, al grottesco, a questo serial killer che imbastisce delle morti come fossero affreschi dimostrando un certo malsano talento nella tortura e tanto altro ancora anche se sui personaggi secondo me poteva risultare più incisiva. Intanto l'aspetto che mi è piaciuto è che tutti in un qualche modo diventano insopportabili nel giro di poco. Nessuno si salva e nessuno riesce mai a contenere i propri vizi, le proprie voglie, i propri eccessi, scegliendo sempre il proprio piacere personale e andando oltre taboo e superando i freni inibitori. Se da un lato l'aspetto della messa in scena, le location, la fotografia, sembra tutta far parte di una cornice interessante e poco squilibrata è forse l'aver voluto destrutturare l'intera vicenda dalla fine del settimo episodio, quando viene abbattuto il serial killer (purtroppo la sua identità diventa inesorabilmente scontata) e da lì per mezzo di plot twist discutibili viene stralciata tutta la precedente vicenda. Tutti diventano l'esatto opposto di quello che erano, diventa LOST in trip. Il consiglio è di vederla fino al settimo episodio e poi di lasciar perdere anche perchè se questo poi avesse avuto uno scopo e un senso ancora potevo accettarlo ma così non è stato.

Blue Rose


Titolo: Blue Rose
Regia: George Baron
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Due giovani detective cercano di risolvere un omicidio, finendo in una realtà alternativa popolata di strani personaggi.

A mio malgrado è un gran peccato dover dare un'insufficienza direi abbastanza piena ad un film che tuttavia ha provato a rendere deliziose e misteriose molte atmosfere e alcune scelte perlopiù visive. Però è di un tedio e di una noia clamorosa Blue Rose. Inizia pure volendo citare platealmente maestri che nemmeno dovrebbe nominare. La scena del vaso sul palco ma forse ancora peggio quella successiva della ragazza che fa le torte per il proprio marito in un susseguirsi temporale velenoso fino a quando da rose e fiori non finisce a colpi di lama e si scelgono altre strade. Ma che poi si cambia sempre percorso e galleria di personaggi. Alcuni sono caratterizzati malissimo. Nel lungo decorso della deriva narrativa sembra che per farci metabolizzare il nulla cosmico Baron, che aveva 16 anni per poi arrivare a dirigere questa baracca a 18, scelga sempre accessori kitch per cercare di distrarre lo spettatore. Una maschera, proiezioni oniriche, un colore diverso del paesaggio, un doppelganger, un'azione senza senso, jump scare a caso, una provocazione buttata là e un uomo mascherato che vuole fare qualcosa di brutto con un ascia in mano.

mercoledì 1 gennaio 2025

Dostoevskij-Season 1


Titolo: Dostoevskij-Season 1
Regia: Fratelli D'Innocenzo
Anno: 2024
Paese: Italia
Episodi: 6
Stagione: 1
Giudizio: 4/5

Enzo Vitello è un poliziotto che vive profondi tormenti causati soprattutto dal difficile rapporto con la figlia Ambra da lui abbandonata da tempo e pericolosamente avviata sulla via della tossicodipendenza. Il suo lavoro lo obbliga a confrontarsi con un serial killer, che lui e i suoi colleghi hanno soprannominato Dostoevskij perché dopo gli omicidi lascia messaggi con riflessioni sul senso della vita. Apparentemente non esistono moventi per le uccisioni e le vittime non offrono elementi per creare collegamenti tra di loro. Enzo assume su di sé la responsabilità di catturare Dostoevskij quasi come un'ossessione dettata forse da una inconfessabile vicinanza di pensiero.
 
TERRA DELL'ABBASTANZA, FAVOLACCE, AMERICA LATINA. Un trittico che ha saputo ritagliarsi un'anomalia nella filmografia italiana dimostrando talento, cinismo e un lato reale nostrano che spesso si decide di non voler osservare o filmare. Ero perplesso per questa mini serie perchè da noi non siamo molto abituati e ci si affida spesso a clichè di genere. In questo caso sapevo che sarebbe stato qualcosa di diverso e intenso. Qualcosa di atipico. Un'indagine, un polar, un poliziesco bizzarro e diverso. Una narrazione che rifugge ad una metodologia per come siamo abituati a vederla narrata. Uno stile tecnico che risalta i dettagli, i primi piani, le ambiguità, gli scorci che sembrano inutili e i particolari apparentemente privi di senso. Dostoevskij sembra protrarre una politica e una poetica nonchè visione d'intenti di un disagio che sembra allargarsi come una macchia d'olio nel nostro paese. Scelgono case diroccate, sentieri tortuosi in mezzo al fango, non sembra nemmeno esserci l'attenzione a doversi chiedere in quale anno siamo e come mai tutto sembra così antiquato e arretrato. I due fratelli scavano nell'abisso delle coscienze dove nessuno si salva, tutti hanno dei fantasmi nell'armadio e nessuno sembra esente dalle colpe e dove alla fine uno degli elementi più clamorosi è quello di non empatizzare davvero con nessuno dei personaggi. Ci sono alcune scene e momenti tra i più dolorosi dell'intera cinematografia italiana degli ultimi vent'anni e il ritmo così ipnotico e soporifero avrà sicuramente molti detrattori.

Vincent deve morire


Titolo: Vincent deve morire
Regia: Stephan Castang
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Vincent, grafico pubblicitario e uomo mite, è aggredito in ufficio da uno stagista. Quello che assomiglia a un regolamento di conti assume presto contorni perturbanti, perché il giorno successivo un altro collega lo pugnala con una biro. È l'alba di un incubo e di aggressioni insensate che proseguono sulla via di casa. Attaccato senza motivo da chiunque incroci il suo cammino e il suo sguardo, Vincent lascia la città e si isola progressivamente in campagna. Un esilio costellato di incontri inaspettati: un clochard affetto dallo stesso inspiegabile disturbo, che lo invita a unirsi a un'oscura comunità online, la solare cameriera di un fast-food, contrappunto luminoso all'orrore e alla depressione dell'eroe, una bambina, un vicino, un cane...Tutti vogliono uccidere Vincent.
 
Vincent dimostra quanto il cinema francese sia sempre in ottima forma. Un film distopico che preannuncia una pandemia, uno stato di emergenza generale dovuto a qualcosa di inspiegabile che sembra riportare a teorie complottiste dove fino all'esplosione tutto l'odio e la brutalità sembra concentrarsi solo su una vittima sacrificale e un caprio espiatorio. Vincent proprio lui.
Castang riesce a trovare alcune scene simboliche per mostrare il disagio che si allarga nella vita dell'individuo. Un processo kafkiano per alcuni aspetti. Adulti, donne folli, persino bambini.
Persino la donna che si crede di poter amare può cercare di ucciderti. Un film intenso, violento ma anche ironico e pieno di tantissime metafore e allegorie sulla nostra società

mercoledì 11 dicembre 2024

Greedy People


Titolo: Greedy People
Regia: Potsy Ponciroli
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il film segue gli abitanti di una piccola città isolana che devono affrontare un omicidio sensazionale e la scoperta di un milione di dollari, una serie di decisioni sempre più sbagliate sconvolgono la comunità un tempo pacifica.
 
Finalmente vedo Providence. Ma non con gli occhi del suo più famoso scrittore ma con quelli di un giallo poliziesco con sfumature grottesche, crime-movie, thriller, ironia e qualche scena di sangue.
Ponciroli è prima di tutto un produttore e qui sigla il suo secondo film dopo OLD HENRY.
Greedy People potrebbe avere alcuni riferimenti con i Coen per come prenda un contesto molto tranquillo e normale dove i poliziotti non fanno altro che bere caffè, avere relazioni extra coniugali ed annoiarsi a morte perchè nessuno prende nemmeno una multa e tutti si conoscono a vicenda.
Però basta un piccolo omicidio, un piccolo incidente scatenante per smussare ogni sicurezza facendo piombare tutti in un ragionevole dubbio. Il film segue proprio questo meccanismo, immettendo personaggi ambigui e stereotipati per farli giocare tutti nello stesso dramma divertendosi a tessere colpi di scena e climax.
Alla fine tocca puntare su chi rimarrà in vita e non è nemmeno così scontato

Mad Cats


Titolo: Mad Cats
Regia: Reiki Tsuno
Anno: 2023
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Taka, giovanotto senza arte né parte, parte alla ricerca del fratello Mune. Con l'aiuto di un nuovo amico stravagante e di una ragazza burbera e misteriosa incontrati lungo la strada, Taka si ritrova ad affrontare un branco di feroci gatti mostruosi determinati a giustiziare i proprietari di negozi di animali che hanno trattato male i loro simili.
 
Mad Cats è il tipico esempio di film weird wtf che se dato in altre mani, Sion Sono o Miike Takashi solo per fare due nomi a caso, avrebbe avuto un altro esito. Perchè nella sua stralunata follia essendo una sorta di favola nera, c'erano tutte le occasioni d'atmosfera e di intenti da renderlo un esempio che poteva quasi rifarsi alla tradizione dnotomista o un exploitaion di tutto rispetto.
Ci sono alcuni momenti molto interessanti, qualche combattimento vale la pena e la parte iniziale di Taka che vuole capire che fine abbia fatto suo fratello e su cosa stava facendo ricerche trovava una sua connotazione antropologica. Il problema è l'incapacità autoriale di Tsuno di sfruttare al meglio uno spunto tutto sommato interessante insistendo e sfinendo lo spettatore con toni da commedia demenziale ad alto tasso di azione che però non fa ridere per niente.

venerdì 13 settembre 2024

Kinds of Kindness


Titolo: Kinds of Kindness
Regia: Yorgos Lanthimos
Anno: 2024
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5

Tre episodi, legati tra loro dal cast (ma con personaggi differenti) e da situazioni ricorrenti. Nel primo episodio un impiegato viene incaricato dal suo capo di uccidere un uomo: fallisce nel tentativo ed è costretto ad adottare stratagemmi sempre più assurdi per riparare il danno. Nel secondo un poliziotto è convinto che la moglie, scomparsa per mesi e poi ritornata dopo un viaggio, sia stata sostituita da una sosia. Nel terzo due adepti di una setta sono alla ricerca di una donna che ha il potere di restituire la vita ai morti.
 
I film a episodi quasi sempre gli adoro. Danno la possibilità di trasformare e allungare alcune storie. Intersecare e riempire di collegamenti tra un episodio e l'altro. Tutto questo in mano a un Lanthimos ritornato meno romantico e più avvezzo al grottesco non poteva che partorire qualcosa di sofisticato e per nulla immediato. Sono tre mediometraggi complessi, per certi aspetti coheniani dove gli echi e i rimandi di esseri umani portati ormai al devasto, che cercano conforti in qualsiasi modo pur di non sopperire all'ansia e alla depressione. Qui alcune formule di rito sono davvero glaciali portando i personaggi ad essere cavie da laboratorio dove non ci si fa mancare nulla dal sesso molto spinto, orge, l'abiezione più totale dove ci si priva di arti, si passa al cannibalismo e si arriva a compiere omicidi efferati. Azzeccatissimo il cast dove Jesse Plemons riesce a dare quel piccolo contributo in più riuscendo a dare carattere e dimostrando di essere uno dei più grandi attori di questo periodo.


venerdì 6 settembre 2024

Freak Orlando


Titolo: Freak Orlando
Regia: Ulrike Ottinger
Anno: 1981
Paese: Germania
Giudizio: 4/5

La storia del mondo delle origini divisa in cinque capitoli e rivisitata in chiave artistica

Tra i film più strani, ambiziosi, weird, cult, potenti e con una narrazione al di fuori di ogni schema logico per come molti spettatori potrebbero comprenderlo risiede in prima fila Freak Orlando.
Un film maturo, assurdo, pieno di contaminazioni, di generi che si amalgamano, di riflessioni socio-politiche e di metafore sui valori della società. Un'opera surreale e sperimentale, un'orgia di immagini kitsch e bellissime allo stesso tempo, in una dimensione atemporale giocata molto sull'eccesso grottesco e surreale dove nel finale abbiamo anche una sorta di gara intesa a sostenere le pari opportunità e il genere queer e molto altro ancora.
Ulrike Ottinger è una prolifica pittrice e regista tedesca la quale, ispirandosi al romanzo di Virginia Wolf “Orlando”, ha prodotto il proprio progetto più ambizioso, ovvero mettere in scena una sorta di storia del mondo dalle origini ai nostri giorni, senza però tralasciare gli aspetti più cupi dell’evoluzione, cioè gli errori, l’incompetenza, la sete di potere, la paura, la follia, la crudeltà del genere umano. La storia è divisa in cinque capitoli e il cast è quasi interamente popolato da freaks autentici, a volte manipolati anche con protesi e trucco. Nani, donne-albero, profeti con due teste, gemelli siamesi si muovono tra boschi di ispirazione favolistica e moderni centri commerciali, presentando una visione della nostra realtà rappresentata come se fosse la messa in scena di un gigantesco baraccone.


Humane


Titolo: Humane
Regia: Caitlin Cronemberg
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Sulla scia di un collasso ambientale che costringe l'umanità a eliminare il 20% della sua popolazione, una cena di famiglia scoppia nel caos quando il piano di un padre di arruolarsi nel nuovo programma di eutanasia del governo va storto.
 
Humane è una commedia grottesca distopica giocata su elementi di fragilità sociale e molto altro ancora. Lei è la figlia del maestro, sembrano una famiglia di artisti molto affiatati e questo è il suo esordio. Complimenti davvero, il film parte da uno dei tanti temi della scifi legato ormai alla sovrapopolazione e come si debba in un qualche modo affrontare questo inghippo.
Però poi Caitlin gira praticamente tutto all'interno di quattro mura domestiche su chi debba realmente ergersi come capro espiatorio e da lì tutta la meschinità che può toccare la fratellanza in termini di sopravvivenza ed eredità. Humane si prende molto sul serio però sa regalare anche dei toni da commedia che seppur cupi lasciano intravedere sprazzi di umanità come capita ad esempio per il personaggio di Bob questa sorta di impiegato per la sua azienda privata e i dialoghi con i figli della casata York.

Barking dogs never bite


Titolo: Barking dogs never bite
Regia: Bong Joon-ho
Anno: 2000
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 4/5

Yun-ju è un nullafacente che non ha i soldi per corrompere il suo preside e diventare professore; frustrato, si sfoga con i cani del vicinato, cercando goffamente di eliminarli. Di contro Hyun-nam, giovane svampita ma di buon cuore, decide di indagare per scovare il rapitore di cani.
 
Bong Joon-ho ai suoi esordi prima di diventare un'icona del cinema di genere asiatico e internazionale. Qui abbiamo una commedia grottesca davvero squisita come poteva esserlo KEEP COOL di Zhang Yimou prima che facesse il salto anche lui. Abbiamo una sorta di indagine ma che di poliziesco sembra aver poco ma di dinamiche sociali e popolari molte. Vediamo come sempre questi edifici dove sembrano abitarci centinaia e centinaia di persone, alcuni nuclei, alcuni assolutamente assenti, altri che girovagano senza un vero e proprio scopo e poi un labirinto di scantinati dove si possono incontrare le persone più bizzarre. Il film nasce come una satira del racconto ottocentesco Il cane delle Fiandre della scrittrice inglese Ouida, molto popolare nel sud est asiatico, che Bong decompone e ricompone, trasferendolo nella periferia di Seoul. Come sempre in queste commedie nere il paradosso sembra essere sempre l'incidente scatenante che porta la gente ha interpretare male alcuni attegiamenti e da lì far partire altri incidenti che in un qualche modo impatterranno tra di loro nella maniera più assurda
La scala sociale, sembra dirci Bong, si è rotta e per risalirla ci sono solo due possibilità: la corruzione o il successo effimero che solo la tv può dare.
E alla fine, a pagare per tutti, sono davvero gli ultimi, quelli senza possibilità e dignità.

venerdì 9 agosto 2024

Mesita del comedor


Titolo: Mesita del comedor
Regia: Caye Casas
Anno: 2022
Paese: Spagna
Giudizio: 5/5

Un incidente domestico apparentemente banale si trasforma inspiegabilmente in un dramma che trascina un'intera famiglia in un allegorico inferno.
 
Uno dei più bei thriller degli ultimi tempi. Avvincente con un'idea semplice ma sviluppata nel migliore dei modi. Attori in stato di grazia. Un piccolo congegno dove tutto funziona alla perfezione. Tempi. Ritmo. Montaggio. Mdp. Scelta dei tempi. Dialoghi. Novanta minuti senza una minima battuta d'arresto. Un film che sfrutta così bene il suo unico incidente scatenante da farlo succedere assieme al colpo di scena e da lì e solo e soltanto suspance e atmosfera giocata all'interno di quattro mura domestiche. Uno dei film più violenti e dolorosi dell'anno sappiatelo ma con una forza e una politica d'autore così clamorosa da far svettare nell'olimpo dei registi di cinema di genere Casas dopo l'ottimo MATAR A DIOS. Uno dei film più belli e devastanti degli ultimi anni e uno dei film più belli di tutta la stagione. Si aggiunge un altro valido feudo ad una ricca schiera di importanti nomi spagnoli

Last stop in Yuma country


Titolo: Last stop in Yuma country
Regia: Francis Galluppi
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Un venditore ambulante e itinerante di coltelli è bloccato in un'area di sosta rurale e si ritrova improvvisamente coinvolto in una situazione violenta quando due ladri armati fino ai denti, in fuga dopo aver rapinato una banca, prendono in ostaggio tutti i presenti nel tentativo di salvarsi.

Galluppi, un nome che sentiremo senz'altro da qui in avanti, dirige un western noir condito con elementi grotteschi, qualche nota pulp e insomma il film perfetto che vorrebbe vedere ogni amante del cinema di genere. E' un film lento, tutto impostato sulle aspettative, sulla tempistica, sul metodo di decidere quale ritmo usare e soprattutto come giocare con questa piccola brillante galleria di attori. Tutto girato all'interno di una tavola calda ruota attorno ad un incidente scatenante che non vuole nascondere nulla ma rende il pubblico consapevole di quello che potrebbe succedere cercando di studiare e prevedere le mosse dei suoi protagonisti
Un film composto al 90% da una suspance avvincente che tiene banco per quasi tutto il film.
I personaggi sembrano sottolineare tutte le psicologie possibili e il finale è semplicemente una bomba dove da un'azione può verificarsi una reazione a catena che porta ad una strage vera e propria.

sabato 17 febbraio 2024

Fargo-Season 5


Titolo: Fargo-Season 5
Regia: AA,VV
Anno: 2023
Paese: Usa
Stagione: 5
Episodi: 10
Giudizio: 5/5

I nuovi episodi sono ambientati in Minnesota e North Dakota, nel 2019. Dopo che una serie inaspettata di eventi ha messo Dorothy “Dot” Lyon nei guai con le autorità, questa casalinga del Midwest, apparentemente tipica, si ritrova improvvisamente catapultata in una vita che pensava di essersi lasciata alle spalle.Lo sceriffo del North Dakota, Roy Tillman, è alla ricerca di Dot da molto tempo. Allevatore, predicatore e costituzionalista, Roy crede di rappresentare la legge e quindi di esserne al di sopra. Al suo fianco c’è il suo fedele ma inetto figlio, Gator. Che cerca disperatamente di dimostrare il suo valore al padre. Peccato che sia senza speranza. Così, quando si tratta di dare la caccia a Dot, Roy arruola Ole Munch, un oscuro vagabondo di origine misteriosa.Con i suoi segreti più profondi che iniziano a svelarsi, Dot tenta di proteggere la sua famiglia dal suo passato. Ma il suo affettuoso e ben intenzionato marito Wayne continua a correre da sua madre, Lorraine Lyon, per chiedere aiuto. CEO della più grande agenzia di recupero crediti del paese, la “Regina del debito” non è stata particolarmente impressionata dalla scelta del figlio di scegliere moglie e non perde occasione per esprimere la sua disapprovazione. Tuttavia, quando l’insolito comportamento di Dot attira l’attenzione del vice della polizia del Minnesota, Indira Olmstead, e del vice del North Dakota, Witt Farr, Lorraine nomina il suo consulente interno e consigliere principale, Danish Graves, per aiutare sua nuora. Dopotutto, la famiglia è la famiglia. Ma Dot ha un talento inquietante per la sopravvivenza. E con le spalle al muro, sta per dimostrare perché non si dovrebbe mai provocare una madre Lyon.

Fargo è una delle serie tv più belle di sempre. Ammetto di non aver visto la quarta stagione che a detta di molti è indubbiamente la peggiore scimmiottando su alcuni stereotipi mafiosi e portando Gomorra in America. In quest'ultima vengono ripresi alcuni punti forti della serie ovvero il tema del grottesco come risposta disperata ad alcune scelte scriteriate, dove si alternano crudeltà e ingenuità senza parlare mai di un totale predominio ma lasciando sempre quel dubbio su come verranno disegnati e caratterizzati alcuni personaggi. Come sempre emerge una critica sociale su tutto ciò che concerne la moralità dubbia della società e di alcuni personaggi e fin dove possa spingersi la legge. Ci sono tanti bei personaggi, c'è il revenge movie, la final girl, torture, rapimenti, omicidi, esoterismo, rituali, perdono e sacrificio. Nel finale c'è una di quelle sparatorie che non si vedevano da tempo con uno scontro che si rifà molto ad alcuni fatti accaduti alla Casa Bianca per quella che concerne la dipartita di Trump in questo caso tra bifolchi cowboy conservatori e una fetta di quella democrazia e l'Fbi in un vero e proprio bagno di sangue.
Alla fine ciò che conta è rimanere umani come nella scena finale con Munch. «Con questa stagione volevo davvero affrontare il tema del debito», ha detto il tuttofare. «Qualcosa come i due terzi degli americani hanno un debito non trascurabile, ma nessuno ne parla mai perché si prova vergogna, c’è molta moralità in questo. C’è anche qualcosa di molto “coeniano” nell’idea che se hai un prestito studentesco e ci vogliono 20 anni per ripagarlo, se lo ripaghi, sei una brava persona. E se non lo ripaghi, sei una persona cattiva, ma non lo saprai per 20 anni. Quindi, per quei 20 anni, sei sia una brava che una cattiva persona. C’è una dualità che trovo davvero interessante».


domenica 19 novembre 2023

All my friends hate me


Titolo: All my friends hate me
Regia: Andrew Gaynord
Anno: 2021
Paese: Gran Breatagna
Giudizio: 4/5

Pete non è molto entusiasta di riunirsi con la sua squadra del college per un weekend di compleanno. Uno dopo l'altro, i suoi amici si rivoltano contro di lui. Si tratta di una vera punizione o è paranoico? Fa parte di uno scherzo malato?

Il talento comico dei Totally Tom riesce a mantenere quell'atmosfera classica dei film grotteschi britannici girati con due lire e con alla base del materiale, delle situazioni tra l'eccessivo e l'imbarazzante (in senso buono nel far delirare gli eventi) e un ritmo fresco condito da recitazioni all'altezza. Sembra di assaggiare qualcosa che strizza l'occhio alla commedia nera senza però mai virare nell'horror sebbene alcune situazioni sembrino evocarlo.
Pete è il classico giovanetto che sembra aver avuto tutto, sicuro di se e anche abbastanza antipatico per certi aspetti. Harry è la sua nemesi. Una commedia di continui ribaltamenti, dove tutto ciò che può sembrare ovvio viene sovvertito, dove non è mai chiaro l'obbiettivo di alcuni personaggi e dove gli assurdi cominciano a succedersi in maniera irrefrenabile. Ci sono alcune scene davvero comiche con i giusti tempi senza forzare mai o rendere eccessiva la vicenda. Avviene tutti ai limiti del bizzarro, dove forse con il tempo non si accetta più lo scherzo e si diventa troppo rigidi con se stessi rischiando in un momento di follia di perdere tutto ciò che si è costruito

Doggy Style


Titolo: Doggy Style
Regia: Josh Greenbaum
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Reggie, minuscolo border terrier ingenuo e ottimista, è convinto di aver il miglior padrone del mondo, Doug, uno scansafatiche erotomane che in realtà lo odia perché all'origine della rottura con la fidanzata. Dopo innumerevoli e inutili tentativi di abbandonare Reggie portandolo il più lontano possibile da casa, Doug riesce infine a lasciare Reggie in una grande città e far perdere le sue tracce: per il cagnolino, ancora convinto di giocare con il suo padrone, è l'inizio della vita da randagio, ma anche del viaggio che lo riporterà al suo mondo, finalmente cambiato e deciso a vendicarsi. Con lui, a insegnargli una nuova vita all'insegna della libertà e del piacere, il folle Bug, un boston terrier logorroico e sboccato, e altri compagni di strada.

Doggy Style è una cazzatona col botto però mi ha molto divertito e non succedeva da tanto.
E' sboccato, trash, stupido, maleducato, volgare, bizzarro, esplicito e molto altro ancora ma d'altronde parla di cani e per questo può prendersi tutte le libertà che gli pare senza stare a seguire inutili dogmi del politicamente corretto. Parla di emarginati, di abbandono, ci sono tante riflessioni e i temi sociali vengono analizzati senza essere melensi ma buttandola spesso in risate e azzuffate.
Parlando di cani e di Reggie la cosa sicuramente riuscita meglio è il ribaltamento del punto di vista tra mondo animale e mondo umano, con tutti i pensieri che attanagliano un cane e che tendono sempre a giustificare il proprio padrone anche quando vengono abbandonati.

domenica 3 settembre 2023

Corner Office






Titolo: Corner Office
Regia: Joachim Back
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Orson, un burocrate compulsivo scopre l'esistenza di una stanza segreta. Ma i colleghi negano.

Corner Office passato in sordina un po dappertutto. Altro non è che quel film assurdo per gli amanti del non sense. Un'opera prima di un regista (A)nonimo con un cast anonimo e un risultato più che soddisfacente e inaspettato. E' un film che parla di alienazione soprattutto in alcuni (A)nonimi uffici in luoghi (A)nonimi d'America, con grattacieli (A)nonimi che superano in altezza le nuvole e in (A)nonime mansioni dove non è mai chiaro cosa stiano facendo questi burocrati.
Orson arriva in una nuova azienda con tutte le sue ansie e patologie che verranno subito messe alla prova da alcuni colleghi che sicuramente tanto meglio di lui non stanno. Ed è allora che entra l'elemento distopico nella quotidianità sfiorando vari assurdi e creando delle linee narrative interponendole tra di loro per arrivare a dei veri e propri paradossi. Eh sì perchè una stanza immaginaria che vede solo Olson, dove all'interno il tempo sembra fermarsi, dove si da vita ai propri sogni e dove si riesce a dare il meglio di se lavorativamente come può essere gestita e fino a che punto metterà a dura prova la sanità mentale del protagonista?

30 Coins


Titolo: 30 Coins
Regia: AA,VV
Anno: 2020
Paese: Spagna
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 3/5

Padre Vergara è un esorcista che, dopo la morte di un ragazzo, si è esiliato in una curia remota, quella di Pedraza, borgo medievale spagnolo, arroccato su una collina e con una esigua popolazione. Il sindaco Paco cerca di rilanciare le sorti della città puntando sul turismo, ma una incredibile sequela di fatti di sangue e sovrannaturali si abbatte sul borgo. Qui infatti Padre Vergara ha portato con sé una misteriosa moneta, una delle 30 ricevute da Giuda per il tradimento di Gesù, che finisce in possesso della veterinaria Elena. Forze oscure e mostruose, che hanno corrotto la Santa Sede, faranno di tutto per entrarne in possesso...
 
Alex de la Iglesia è uno dei miei registi di genere preferiti. Un autore prolifico che ha saputo esplorare e danzare nel cinema come pochi eletti sanno fare. Sempre con budget misurati, ha confezionato film straordinari che non verranno mai dimenticati. Anche lui ha avuto la possibilità di avvicinarsi ad un progetto seriale tredici anni dopo la comedy-sci-fi e in questo caso ha scelto di partire da un tema religioso per creare un rete di complotti e temi soprannaturali con mostri e sette senza farsi mancare tutti i suoi ingredienti preferiti qui portati al paradosso come l'esoterismo, l'occulto, la città misteriosa che ricorda Dagon e il finale della nebbia carpenteriana.
La materia narrativa alla base è il vangelo di Giuda, l'ultimo scoperto e il più nuovo per certi aspetti. Mantiene ancora ad oggi un'aura di mistero, non è facilissimo da trovare e diventa lo spunto per alcune sotto storie cristiane davvero particolari. Così come la setta dei Cainiti i quali vogliono distruggere il Cristianesimo.
30 Coins ha tantissimi pregi e come tutti i lavori del maestro non è esente da difetti. I meriti superano i difetti questo è certo ma importanti limiti di budget in un'idea da approfondire e da condire con elementi soprannaturali rischia come spesso accade di diventare quasi un b-movie trash come nella scena finale quando la colossale creatura emerge e prende vita. Il bambino nato da un vitello che cresce diventando una creatura quasi lovecraftiana funziona anche se con dovuti limiti.
La storia d'amore, il triangolo, alle volte è stucchevole, manicheo e ripetitivo ma riesce a rafforzarsi grazie al merito di un buon battaglione di attori dove secondo me è stata però poco sfruttata Macarena Gomez. Funziona la parte della setta, non convince il personaggio di Vergara (troppo stereotipato), utili alcuni dei soliti innesti ironici e soprattutto grotteschi, i bifolchi dove Antonio interpretato da Javier Bodalo diventa a dir poco iconico.
La fallibilità dei personaggi, l'orrore che trasuda senza esondare mai mi ha veramente lasciando sul palato un divertissement pieno di idee e travolgimenti ma spesso poco sfruttate e alcuni colpi di scena e qualche scena memorabile.