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giovedì 26 dicembre 2019

Art of self defence


Titolo: Art of self defence
Regia: Riley Stearns
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Un uomo viene aggredito per caso per strada. Decide allora di allenarsi in un dojo locale, allenato da un Sensei carismatico e misterioso, nel tentativo di imparare come difendersi.

Eisenberg sta proprio bene nel cinema indipendente. Ultimamente poi se escludiamo il cacciatore di zombie e il nemico di Superman, non ha praticamente sbagliato nulla, prendendosi anche dei bei rischi e dando vita a personaggi indimenticabili per la loro insicurezza e fragilità, un pò come accadeva per il defunto Anton Yelchin, in ruoli come American UltraDoubleCalamaro e la balenaNight MovesEnd of the tour.
Stearns è un regista da tenere occhio. Aveva esordito con un indie sconosciuto sui fanatismi religiosi di nome Faults, imperfetto quanto irresistibile. In questo caso dal momento che ci troviamo di fronte ad un amante dei percorsi disarticolati e apparentemente semplici, alza ancora di più l'asticella del grottesco, sua peculiarità e connotazione, per esasperare ancora di più il contesto che dal secondo atto del film, diventerà davvero assurdo e per certi versi brutale nel suo prendersi così sul serio e allo stesso tempo autodistruggendosi con tanta auto-ironia.
Un film per pochi da amare o odiare. Un film che prende a calci sui coglioni alcuni rituali delle arti marziali, una certa filosofia spiccia, buttando tutto alla malora e facendo della scorrettezza la sua pietra miliare, lasciando ai posteri il concetto di onore e obbedienza.
Un film disperato, divertente quanto violento, con una storia che solo nel finale puzza troppo di prevedibilità, ma dall'altra parte piazza dei clamorosi colpi di scena lasciandoci sempre col fiato sospeso su quale altra disgrazia possa succedere al protagonista o quale bizzarra idea si faccia venire in mente.