Visualizzazione post con etichetta Cannes. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cannes. Mostra tutti i post

venerdì 26 aprile 2024

Poor Things


Titolo: Poor Things
Regia: Yorgos Lanthimos
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 5/5

Oltre alle cicatrici che lo sfigurano e alle terribili menomazioni del suo fisico, Godwin Baxter deve a suo padre anche una sincera passione per il metodo scientifico e le pratiche chirurgiche. L'esperimento che più lo inorgoglisce è Bella, che tratta come una figlia. L'ha trovata cadavere, incinta di un feto ancora vivo, e le ha ridato il respiro e trapiantato il cervello del neonato. Ora Bella, già cresciuta e splendida nel corpo, cresce rapidamente anche nelle facoltà mentali, imparando a camminare, parlare e, soprattutto, desiderare. A nulla vale, a questo punto, il tentativo del suo creatore di fermarla: God(win) le ha dato la vita e, con essa, il libero arbitrio.
 
Le povere creature siamo noi umani troppo fragili e sempre eterni indecisi. Povere creature sono gli uomini ancora più fragili delle donne, i quali sembrano dividersi tra egocentrici, maniaci del controllo, cinici e timidi. L'ultima creazione di Lanthimos è un film incredibile in grado di elevarsi e allargarsi trattando una serie numerosa di tematiche e facendolo attraverso una galleria d'immagini artistiche ed estetiche semplicemente perfette nel loro elevarsi a diventare pittoresche e organiche. Frankenstein, Metropolis, pittori, quadri, letteratura, filosofia ma anche religione con quel bel riferimento a Costantinopoli quando il cinico mostra a Bella la crudeltà umana ricordando la scena del deserto della Bibbia in cui Satana cerca di persuadere il Cristo. Una donna che apprende velocemente il significato della vita con un processo di apprendimento graduale, partendo dalla scoperta del suo corpo, della sessualità, della libido in generale per approdare ad una coscienza di sé e della propria libertà sia come essere in quanto tale che come donna. Il piacere della scoperta che passa sotto ogni punto di vista, visivo, celebrale, estetico. Scenografie che rasentano la perfezione e recitazione al top danno quel motore in più che riesce a traghettare l'opera in un limbo estatico di emozioni.

Zona d'interesse


Titolo: Zona d'interesse
Regia: Jonathan Glazer
Anno: 2023
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 5/5

Rudolf Höss e famiglia vivono la loro quiete borghese in una tenuta fuori città, tra gioie e problemi quotidiani: lui va al lavoro, lei cura il giardino e i figli giocano tra loro o combinano qualche marachella. C'è un dettaglio però. Accanto a loro, separato solo da un muro, c'è il campo di concentramento di Auschwitz, di cui Rudolf è il direttore.
 
Il presupposto è l'elemento più drammatico possibile. Vivere in una villa affianco ad un campo di concentramento sentendo urla, massacri, l'odore dei corpi bruciati, vedere il fumo che esce dai crematori. E' forse un altro dato che ha dell'incredibile per capire l'alienazione a cui si è giunti sentendo Hedwig, la moglie di Rudolf, che quando sente che dovranno spostarsi perchè suo marito è salito di grado, con testardaggine e inamovibilità decide di rimanere ad abitare lì perchè ormai i figli stanno crescendo e non vuole cambiare casa e neppure paese.
Sentire senza vedere cosa succede oltre il muro è stata una scelta astuta con il risultato di fare ancor più male perchè il non vedere significa immaginare e sprofondare nell'abisso.
La tragedia di non voler vedere è un tema che rimane attuale e Glazer, regista che lavora purtroppo troppo poco, riesce in maniera equilibrata, minimale e senza retorica a creare l'orrore più inimmaginabile in mezzo ad una famiglia aristocratica


domenica 19 novembre 2023

Rodeo


Titolo: Rodeo
Regia: Lola Quivoron
Anno: 2022
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Julia va di corsa e ci va con le moto che ruba a sprovveduti venditori. La sua passione divorante è il cross su asfalto, il suo sogno fare acrobazie sollevando il mondo e la ruota anteriore. Aliena alla sua famiglia, ne trova un'altra in un milieu clandestino, saturo di testosterone, adrenalina e benzina.
A colpi di 'funambulismo', Julia ha la meglio sul cameratismo dei compagni e guadagna la loro fiducia. Ma per qualcuno, il più vigliacco e subdolo tra loro, la libertà totale di Julia rappresenta una minaccia da 'battere'.
 
Julia è veramente una tipa cazzuta. Sempre a testa alta, senza mai nascondersi, anche quando rischia di prendersi sane mazzate. Ruba, svincola dagli impegni familiari costringendo il fratello ad aiutarla sapendo bene che a costo di prendersi qualche insulto lui ci sarà sempre e poi questo muoversi continuamente senza mai fermarsi come se lo scorrere delle lancette la ponesse di fronte ad un obbiettivo che deve per forza raggiungere nel più breve tempo possibile. Articolazione di un corto del 2015 (Au loin, Baltimore) il film scopre un microcosmo poco battuto dal cinema, acrobati straordinari e l'essere sempre sul filo del rasoio per quanto concerne raduni e gare clandestine dovendo scappare dalla polizia e rimettendoci arti e le stesse moto. Julia sa bene che entrare nel mondo maschile senza esserne preda o vittima sacrificale non è facile ma merito della sua ostinazione e di essere brava a farla franca dimostra i suoi numeri e correndo fino ad un finale che si eleva lasciando il pubblico in silenzio con un climax avvincente.

Strange way of life


Titolo: Strange way of life
Regia: Pedro Almodovar
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Silva attraversa il deserto per raggiungere colui che è stato suo compagno di avventure e amante Jake. I due non si incontrano da venticinque anni e ora il secondo è diventato sceriffo. La passione tra loro non si è mai davvero estinta ma Jake sospetta che il vero motivo di questo incontro sia un altro.
 
Una storia gay ambientata nel western. Un mediometraggio dove Silva per salvare la vita di suo figlio dall'arresto imminente del suo amante ricorrerà a tutto.
Una storia già vista e rivista attraversata da quel pathos inestinguibile dell'autore spagnolo dove dal cowboy che suona la chitarra ad alcune confessioni d'amore viene siglato il suo marchio di fabbrica. Grazie a due attori che non hanno bisogno di presentazioni, Almodovar filma un esercizio di stile come a dire guardate cosa ancora non avevo fatto e presentando una storia di fatto banalissima diretta tecnicamente molto bene e quasi inverosimile per quanto sia così esageratamente patinata.

Deratizzatore


Titolo: Deratizzatore
Regia: Wes Anderson
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

In un paesino americano il proprietario di una pompa di benzina vive sotto l'assedio dei topi. Chiama perciò un derattizzatore della zona, noto per essere un vero esperto nel suo campo. L'uomo si presenta spiegando come sia fondamentale nel suo mestiere conoscere da vicino le sue prede; il suo studio dei ratti nel corso degli anni è stato talmente assiduo e approfondito da renderlo oramai simile fisicamente a essi. Ma questa non è certo la cosa più strana di questo bizzarro personaggio e lo si scopre non appena egli si mette all'opera.

Un altro Wes Anderson in un corto di venti minuti dopo HOTEL CHEVALIER del 2007.
In un anno è uscito un lungo, un medio e ben tre cortometraggi. Ralph Fiennes è un attore così posato e versatile che oltre offrire nei corti successivi il ruolo di Roald Dahl, si presta perfettamente ai meccanismi dell'autore e dell'opera in questione regalando piccoli gesti e una mimica facciale perfetta per connotare un personaggio ambiguo e fuori dal comune.
Un pifferaio magico post moderno che viene chiamato per risolvere questioni che solo lui, pensando come i ratti, riesce a sorprendere risolvendo i problemi in maniera assolutamente atipica.

Veleno


Titolo: Veleno
Regia: Wes Anderson
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Nell'India di epoca coloniale, l'inglese Harry Pope una sera viene scoperto nel suo bungalow, sdraiato assolutamente immobile sul suo letto, visibilmente stressato. A trovarlo è Timber Woods, al quale, con un sussurro urgente, Pope dice che un serpente si è addormentato a pancia in giù sotto le lenzuola e che non può muoversi per paura di svegliarlo e di essere morso. Il serpente, dice, è un krait, il cui veleno potrebbe uccidere un uomo in tre minuti netti a meno che non gli venga immediatamente somministrata una dose di antidoto. Harry ordina a Timber di convocare il dottor Ganderbai, che si precipita e inizia a formulare una missione di salvataggio. Il piano del dottor Ganderbai prevede di inzuppare le lenzuola di Harry con del cloroformio, sperando che metta fuori combattimento il serpente.
 
Ritorna Roald Dahl dopo uno dei capolavori del regista ovvero Fantastic Mr Fox.
Tornano i cortometraggi curati nello stesso anno con Deratizzatore e Cigno. Torna la solita forma qui con l'ausilio di una ciurma di attori che ha prestato enfasi, eleganza e grazia in tutti i lavori, cambiandosi i ruoli e i costumi ma mantenendo quella spensieratezza tipica di alcuni personaggi andersoniani.
Torna Roald Dahl scrittore venerato dal regista che decide di omaggiare in tre diverse formule lo stesso anno. Questo forse rimane il secondo migliore dopo Deratizzatore dove le vicissitudini infervorate e frementi non sembrano mai fermarsi o spegnersi quando invece trasportano il protagonista da una stanza e da un luogo ad un altro e con l'elemento di sottofondo, il serpente, ben costruito nel suo nascondersi senza essere quasi mai palesato. Una struttura e una prosa fitta che non concedono mai un respiro, entro cui poter dare sfogo ad un resoconto in prima persona in cui la scena si svolge ma soprattutto viene narrata, con chi racconta rivolto spesso a condividere lo sguardo dello spettatore.

mercoledì 18 ottobre 2023

Bargain-Season 1


Titolo: Bargain-Season 1
Regia: Woo-Sung Jeon
Anno: 2023
Paese: Corea del Sud
Stagione: 1
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

Alcuni uomini vengono coinvolti in un traffico di organi venduti all'asta al miglior offerente. Dopo un terremoto, le vittime, i trafficanti e gli acquirenti rimangono intrappolati nell'edificio e devono lottare per sopravvivere ad ogni costo.

“Bargain segue il modello dei videogame polizieschi, con livelli cooperativi e sfide da superare individualmente che richiedono di adattare la regia e la direzione degli attori al frenetico stile videoludico” ha spiegato il regista Jeon Woo-sung
Tutte le certezze crollano nel vero senso della parola alla fine del primo episodio trasformando la serie in tutt'altra cosa. Un inizio esplosivo dopo un primo episodio davvero incalzante, ricco di colpi di scena, di suggestioni e di assurdi. Su tutto aleggia una disperazione di fondo che coglie tutti i personaggi che siano buoni o cattivi anche se questa dicotomia spesso non è così chiara e tutta la serie spesso gioca sulle vere identità dei personaggi per arrivare a chiedere allo spettatore chi siano realmente.
Devo dire che si sviluppa una certa dipendenza da prodotti di questo tipo. Mi ritrovo dopo anni a dire le stesse cose sulla superiorità dei coreani in fase di sceneggiatura e messa in scena oltre ovviamente la recitazione. Se la disperazione, la sopravvivenza e la vendetta sono i trainanti della storia è pur vero che l'autore alla sua opera prima sigilla qualcosa che sembra un piano sequenza per la sua dinamicità. Un ritmo senza freni, intrigante ed enigmatico, riprese pensate con l'effetto di aumentare la tensione. Un'azione roboante finendo con l'esasperare ulteriormente lo stato di eccitazione e coinvolgimento. In tutto questo una perfezione nella scenografia ancora una volta encomiabile. Ma poi è il cambiare da stanza a stanza, nel cadere nel sottosuolo dove scopriamo come una sorta di struttura piramidale, gente alle prese con situazioni grottesche che macellano corpi umani per darli in pasto ai pesci.
E poi quel finale distopico che lascia presagire una nuova minaccia ci lascia tutti ben sperare che possa avverarsi un seguito. Thriller, survival-drama, denuncia sociale, horror videoludico da camera, action, giallo, splatter, combattimenti, colpi di scena.
Questa breve mini serie è veramente oro colato per gli amanti del genere weird grazie soprattutto alla scrittura ferocemente tragicomica di Choi Byeong-yun e Kwak Jae-min che riescono a manifestare diversi stati d'umore nello spettatore e tante, tante risate legate soprattutto all'obbiettivo di Go Geuk-Ryeol

Respiro


Titolo: Respiro
Regia: Emanuele Crialese
Anno: 2002
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Grazia è la moglie di uno dei tanti pescatori di Lampedusa, ma non si è mai adattata alla piccola, monotona vita dell'isola: fa il bagno nuda, canta a squarciagola le canzoni di Patty Pravo, e spesso si chiude nei suoi silenzi che solo uno dei figli, Pasquale, si sforza di capire. Gli "altri", quelli normali, vorrebbero convincere il marito a farla vedere da uno psichiatra, ma lei preferirebbe morire.
 
Respiro è un film complesso e interessante. Uno sguardo antropologico e folkloristico sulla Sicilia. Il concetto di Santa di come una donna possa essere santificata nelle acque in cui la popolazione pensa sia morta annegata. Una favola reale che sembra raccontare una sorta di leggenda isolana con tutti i suoi crismi, le sue contraddizioni, il concetto di libertà e di fuga da un'oppressione culturale che detta come doversi comportare. La diversità di una donna che vuole sentirsi libera in un contesto che vorrebbe farla curare nel settentrione. Una vicenda appassionante, viva e allo stesso tempo amara.
Con un cast di sconosciuti che prestano anima e corpo al film, Respiro è prima di tutto un'esperienza, un tuffo in un mare che può essere libertà e prigione con quella sensazione di non riuscire ad arrivare mai all'aria, alla salvezza

November- Cinque giorno dopo il Bataclan


Titolo: November- Cinque giorno dopo il Bataclan
Regia: Cedric Jimenez
Anno: 2022
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

13 novembre 2015. Una data che tutti nel mondo (non solo in Francia) ricordano per gli attentati che ebbero il loro epicentro nella strage del Bataclan. Il film ricostruisce l'intervento dei servizi segreti nei primi cinque giorni di indagini finalizzate alla ricerca degli attentatori.
 
Senza dubbio una vicenda che tutti ricordano e che speravamo di veder espressa in un film.
November seppur condotto molto bene sembra una sorta di reportage, dove purtroppo manca il pathos e l'anima del film. Tutti corrono come schegge impazzite, non ci si focalizza mai veramente su niente e anche parte del cast è così attento e preciso da sembrare allo stesso tempo spaesato.
Quasi non vengono ammesse le colpe di un paese sovrano con tante e doverose responsabilità di quello che ha fatto in passato e che sperava non ritornasse indietro con una furia esplosiva.
Jimenez è un regista molto strano. Parte dall'horror, poi passa alle arti marziali e infine finisce sui polizieschi action come Bac Nord. Sicuramente dotato di talento qui sembra al servizio di una confezione fatta e finita dove non conta il singolo quanto la scatola già premeditatamente sigillata per dare il proprio punto di vista sull'intera faccenda.
L'unica a mio avviso accurata ricostruzione che mostra quanto i collaboratori non contino niente è quello dell'informatrice Lyna Khoudri, una giovane donna musulmana che rivela alcuni elementi a proposito degli attentatori che coloro che indagano faticano ad accettare come veritieri. Proprio lei in un qualche modo finirà con il portare a deflagrarsi la sua migliore amica invischiata con alcuni autori dell'attentato


domenica 3 settembre 2023

Hunt (2022)


Titolo: Hunt (2022)
Regia: Lee Jung-Jae
Anno: 2022
Paese: Corea del sud
Giudizio: 3/5

Corea del Sud, 1983. Il capo della sicurezza Pyong Pyon-ho e quello dei servizi segreti Kim Jong-do ingaggiano un duello a distanza senza esclusione di colpi: dapprima per dare la caccia a Donglim, una possibile talpa nordcoreana annidata tra le file del Sud, quindi per dimostrare che dietro la talpa si nasconde proprio il rispettivo e acerrimo rivale. Il viaggio del dittatore Chun a Bangkok, in cui si ritiene possa avvenire un attentato, rappresenta un'ottima occasione per svelare l'identità di Donglim.
 
Hunt è un film incredibilmente complesso che richiama temi già noti nella cinematografia coreana e soprattutto resi in maniera originale e singolare come A TAXI DRIVER. Nonostante l'impiego di mezzi e di una produzione mastodontica, Jung-Jae (attore di fama mondiale grazie alla serie tv) ha cercato di contribuire a suo modo con un thriller di spionaggio politico interessante ma con una sceneggiatura troppo diversificata e stratificata. Numerosi sono gli elementi che rimandano al doppio gioco di alcuni protagonisti che sembrano sempre di più diventare antagonisti o complici e gregari per poi trasformarsi in qualcos'altro all'interno del governo. Da questo punto di vista la caratterizzazione dei personaggi è interessante e mai tagliata con l'accetta creando strade inattese, personaggi assurdi e spedizioni punitive che pur di mantenere il proprio credo politico arrivano a torturare in maniera spaventosa chi non la pensa come loro. Giappone, Corea del Sud e del Nord, un film di tradimenti e inseguimenti dove ognuno dei personaggi rivela sfumature e sfaccettature tali da renderli odiosi e allo stesso tempo immolarsi come capri espiatori per il proprio paese e per i propri ideali.

lunedì 10 luglio 2023

Enys Men


Titolo: Enys Men
Regia: Mark Jenkin
Anno: 2022
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5

Su un'isola disabitata della costa della Cornovaglia, nell'anno 1973, una donna che si occupa di studiare la fauna selvatica svolge le sue osservazioni di un fiore raro che cresce proprio in quella zona. Man mano che i suoi studi procedono finirà per mettersi in discussione, incapace di distinguere tra realtà e incubo e ossessionata da visioni del passato.
 
Enys Men fa parte di quel filone che viene definito folk horror in questo caso ambientato nella Cornovaglia con paesaggi mozzafiato e una fotografia che espande ancor di più colori e naturalezza. E' complesso il secondo film di Jenkin perchè quasi non ci sono dialoghi, la maggior parte delle parole arriva da una radio, il sound designer incide prepotentemente nei flash back e nelle sequenze in cui vediamo la pietra di Stonehenge o quel pozzo che sembra turbarla così . Giorno dopo giorno, in una quotidianità alienante passa la giornata a lanciarci qualcosa all'interno senza avere news dall'esterno e dando un feedback alla radio sul fiore raro. La natura degli effetti del menhir è l'elemento chiave che porta il film a dichiarare i suoi intenti e capire cosa abbia potuto portare nel passato alcuni marinai nella loro follia e nella tragicità delle conseguenze. Lento, psichedelico, liminale e minimale, con una protagonista che più che combattere con i fantasmi del passato approfondisce i suoi misteri in un viaggio più psicoanalitico coadiuvato dai contatti con una natura ostile e visioni di uomini e bambine che non vengono mai chiarite del tutto

giovedì 8 giugno 2023

Holy Spiders


Titolo: Holy Spiders
Regia: Ali Abbasi
Anno: 2022
Paese: Danimarca
Giudizio: 4/5

Siamo a Mashhad, seconda città più grande dell'Iran e importante sito religioso. Nel 2000, un serial killer locale inizia a prendere di mira le prostitute per strada, strangolandone diciassette dopo averle attirate una ad una a casa sua. La stampa lo chiama "il ragno", e tra i giornalisti che coprono il caso c'è Rahimi, una donna che viene da Teheran e si mette sulle tracce dell'assassino. L'uomo si rivelerà essere Saeed Hanaei, ex-militare convinto che Dio gli abbia affidato la missione di liberare la città dalle donne indegne che vendono il proprio corpo.
 
Dopo Shelley e Border, il regista iraniano naturalizzato danese se ne esce con il film più tosto e maturo della sua breve carriera che sicuramente non avrebbe potuto girare in altre circostanze.
Un film apertamente politico su una delle realtà più retrograde e maschiliste della politica iraniana, la donna ancora oggi perseguitata e presa a frustate nelle piazza principali.
Un film coraggioso che parla di un caso di cronaca ormai passato alla storia ma anche e soprattutto di prostituzione, tossicodipendenza e processi. Girato in Giordania per ovvi motivi e destinato a far parlare e discutere di sè, il film è uno spaccato reale diviso in due parti che racconta l'assurdo di come per un fanatismo religioso si possa arrivare a commettere dei crimini a danno di prostitute sole, malate e trattate come esseri inferiori dalla società. Abbasi sembra concentrarsi su tutte le contraddizioni che regnano nel paese mettendo in scena l'arretratezza culturale di un regime teocratico che tende a sminuire e reprimere la figura femminile tollerandola solo in mezzo alle strade per umiliarla maggiormente. Dall'altro senza intervenire su un problema grosso che arriva dall'Afghanistan che si chiama eroina in una città piena di sciiti e cosiddetta Santa che mitizza i discorsi di odio degli ayatollah dove il fanatismo religioso giustifica e sostiene il machismo istituzionalizzato nella società iraniana


mercoledì 7 giugno 2023

Five Devils


Titolo: Five Devils
Regia: Léa Mysius
Anno: 2022
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Vicky vive con sua madre Joanne e suo padre Jimmie, un uomo che ancora lotta per trovare il suo posto nel mondo. Quando la zia di Vicky, Julia, arriva dopo essere stata rilasciata dalla prigione, la sua presenza riporta a galla il passato in modo violento e magico.
 
Ritorna finalmente la regista che mi aveva deliziato con il bellissimo Ava. Ancora una volta si prova a sperimentarsi in qualcosa di nuovo, estremamente complesso per come dal secondo atto in avanti muove i tasselli spazio tempo, con flashback e sbalzi temporali disorientando completamente lo spettatore. Da un lato è palese il suo bisogno di rimuovere ogni sicurezza durante la visione, allo stesso tempo deraglia completamente sembrando quasi di aver dato la possibilità alo spettatore di aver capito per poi illuderlo nuovamente in un braccio di ferro che può piacere oppure no.
C'è tanta stregoneria scoperta da una piccola bambina che alle prese con un liquido non ben specificato cade in trance rivivendo il passato della sua famiglia inserendosi fisicamente nelle scene e rischiando a volte di impattare con il passato.
Un mix di generi e una trama forse troppo articolata e pungente con cambi di temperatura in tutti i sensi tra location e personaggi, vendette e perdoni, scene di sesso deliziose ma di certo non è la stessa Mysius di AVA una parabola anarchica molto attuale e post contemporanea. Qui non tutti gli ingredienti riescono a sottolineare una trama che diventa di per sè già molto difficile da analizzare e dipanare come pezzi di storia a volte incasellati in maniera disfunzionale.

martedì 6 giugno 2023

Fumer Fait Tousser


Titolo: Fumer Fait Tousser
Regia: Quentin Dupieux
Anno: 2022
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

In un futuro imprecisato la Tobacco Force è una squadra di supereroi che affronta mostri da kaiju eiga a colpi di nicotina e catrame. Di fronte alla minaccia apocalittica di Lezardin, il capo della squadra ritiene che serva un momento di raccoglimento per ritrovare lo spirito di gruppo necessario. Durante la temporanea vacanza, gli eroi cominciano a raccontarsi storie spaventose.
 
Ormai non so più trovare le parole per questo regista. Da quando vidi il suo primo film al TFF rimasi sorpreso intuendo che questo qui arrivando come dj dalla musica aveva delle idee e gli piaceva sperimentarsi con la settima arte analizzando il politicamente scorretto e il grottesco.
Dopo essersi intrufolato in ogni tipo di genere, Dupieux compie un salto ancora più in là dissacrando super eroi, mostri, pupazzi a forma di topo che sbavano un liquido verdastro e attorniati da modelle e storie in un modello alla Boccaccio molto più sporco e ruvido dotato di un non sense incredibile come la storia del ragazzo che finisce triturato dal macchinario e dove la zia decide di conservarne le labbra che continuano a parlare in una pozza piena di sangue. Dupieux stupisce ancora una volta per la sua scioltezza dove nel suo mondo tutto sembra muoversi con molta tranquillità che siano matti, mostri, esseri inanimati, poliziotti corrotti, ladri incapaci, killer anomali, personaggi folli o animali.
La ludica ingenuità e superficialità dell'autore riesce a bilanciare molto bene la materia visiva senza mai darle rimandi troppo seri ma conservando toni da commedia in uno spassoso gioco contro il politicamente corretto

sabato 13 maggio 2023

As Bestas


Titolo: As Bestas
Regia: Rodrigo Sorogoyen
Anno: 2022
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

In un villaggio rurale in Spagna una coppia di francesi decide di riattare dei ruderi con la prospettiva di realizzare un agriturismo. La popolazione locale però non vede di buon occhio la loro presenza. In particolare due fratelli, proprietari di una piccola fattoria confinante con la loro, non sopportano il fatto che i due non votino a favore dell'installazione di impianti eolici nell'area circostante. Le irrisioni prima e le minacce esplicite poi si fanno sempre più temibili.
 
Come per Vento fa il suo giro, anche qui si parla di nuovo di forestieri francesi.
Che finiscano in Italia o in Spagna il risultato è evidente, nel momento in cui si fanno delle scelte se queste non vengono viste bene dalla comunità locale o dai contadini, i risultati possono essere molto pericolosi. Anche qui si cerca di evitare il più possibile la violenza. Ci sono le differenze culturali, si affronta il tema del lutto, dell'attaccamento alla terra, dei valori della famiglia.
As Bestiae è un dramma forte e potente che riesce ad evitare alcuni facili sensazionalismi per promuovere una politica d'autore meno ovvia e più sofisticata. Viene escluso il revenge movie quando invece si lavora proprio, soprattutto nel secondo atto, sul concetto di convivenza assieme al proprio nemico vicino di casa, aspettando il momento giusto e continuando a credere in un'ideale di giustizia.

Eo


Titolo: Eo
Regia: Jerzy Skolimowski
Anno: 2022
Paese: Polonia
Giudizio: 3/5

Eo ("ih-oh") è il nome di un asino che fa coppia con l'acrobata Kasandra in un circo polacco. Con la ragazza, Eo ha un rapporto speciale, una comunicazione intima, che passa attraverso le carezze, il tono della voce, un accoppiamento delle teste e dello spirito. Ma il circo viene smantellato, piegato dai debiti e dalle proteste, e i due vengono separati. Eo inizia così un viaggio che lo porta in paesi e contesti diversi, fino in Italia, sempre secondo ai cavalli, belli e capricciosi, caricato di pesi, per lo più ignorato, a volte pestato, per cieca furia umana, in un'occasione salvato e in un'altra no.   

Eo è un film furbetto. Interessante e girato benissimo ma se avessero messo qualsiasi cosa al posto dell'asino sarebbe stato un flop. E' così seguiamo il viaggio dell'eroe o il cammino di formazione di questo animale. Una fiaba nera per certi aspetti che alterna scorci fantastici e altri quasi gratuiti passando da atmosfere con una fotografia da brivido che ritrae questo pellegrinaggio di Eo trasfigurando quasi la natura e trasformandone i colori. Dalla caccia coi laser, alla rissa tra gli ultras, finendo in mano agli animalisti e in camion con criminali diretti ai Mattatoi, finendo nelle mani di chiunque si trovi di mezzo, a salvare altri animali. L'occhio della madre, anzi l'occhio dell'asino ci fa vivere dei momenti magici e tragici allo stesso tempo a tratti montati con un'emblematica freddezza soprattutto se pensiamo al finale. Eppure in tutto questo sembrano esserci dei situazionismi per certi versi imbarazzanti come madre e figlio (la Huppert e il figlio Vito interpretato da Zurzolo) e il loro disagio dove nel campo ci finisce quasi per caso il nostro Eo.
Dal punto di vista della politica d'autore di Skolimowski, un veterano del cinema, qui si riflette dall'inizio alla fine e soprattutto nei vari passaggi di consegna ad una cattiveria post pandemica sempre più assetata di prevaricazione che usa il regno animale come strumento e come nutrimento di una fame e brama di conquista da cui l’individuo singolarmente non riesce mai ad uscirne sazio.

sabato 28 gennaio 2023

Otto montagne


Titolo: Otto montagne
Regia: Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch
Anno: 2022
Paese: Belgio
Giudizio: 4/5

Pietro e Bruno, amici d’infanzia e ora uomini, cercano di cancellare le impronte dei loro padri. Attraverso le difficoltà della vita, i due finiscono sempre per ritornare a casa, sulle montagne.

Le otto montagne della coppia di ALABAMA MONROE potrebbe non avere un inizio e una fine. Sembra un lungo flusso di coscienza. Un Ulisse di Joyce. Un film sull'amicizia, sulla scoperta, sulla testardaggine, sull'abbandono, sulla solitudine, sul superamento di un certo confine (Alpi e Nepal), di amore (la storia d’amore tra Bruno e Lara ma anche quella di Pietro e la ragazza in Nepal) e di memoria (gli insegnamenti dei propri padri). In una notte di bevute e risate, Pietro disegna su un taccuino un cerchio che simboleggia il mondo. Al centro c’è la montagna più alta, il Sumeru, circondata da otto mari e otto montagne. La domanda è: chi ha imparato di più? Chi ha visitato “le otto montagne”,Pietro, o chi ha raggiunto la vetta del Sumeru, Bruno?
Bruno rimane forse il personaggio più iconico, perchè è un outsider, un anti eroe che vive di sbagli, di scelte emotivamente molto sofferte, un immortale eremita delle montagne che riflette sui tempi e le tradizioni della montagna scardinati e spazzati via da regole che impongono macchinari o procedimenti lontani da quelli tramandati di padre in figlio distruggendo, di fatto, un intero mondo e portandolo a isolarsi sempre di più fino all'alienazione più totale.
Un film ipnotico, lento, minimale, fatto di sguardi, di piccoli movimenti, dove i dialoghi vengono ridotti all'osso, le bevute e lo stare attorno al fuoco spesso comunicano più del resto e dove in questa malinconia si resta attoniti di fronte a due modi di essere a confronto.

martedì 20 dicembre 2022

Pleasure


Titolo: Pleasure
Regia: Ninja Thyberg
Anno: 2021
Paese: Svezia
Giudizio: 5/5

Quando la 19enne svedese Linnéa arriva a Los Angeles è convinta di avere le idee chiare: diventerà una star del cinema porno, con il nome d'arte Bella Cherry, e avrà fama e ricchezza. Ma la carriera che le si para davanti non è quella che si era immaginata: non basta essere bella, pragmatica e disinibita, bisogna anche pagare il prezzo ad un'industria dominata e gestita da uomini che non solo impongono il loro sguardo alle "attrici", ma riservano anche un trattamento comprensivo di umiliazioni e violenze che a poco a poco smettono di essere giustificatbili come "recitazione", o peggio ancora come "arte". Dunque a Linnéa toccherà decidere del proprio futuro alla luce delle nuove conoscenze apprese sul campo, e con dolore.
 
Corpi, corpi e ancora corpi. L'esordio di Thyberg senza usare mezzi termini è un capolavoro.
"Il film" sul mondo della pornografia contando che una tematica simile non è quasi mai stata affrontata nel cinema se non attraverso i documentari di AFTER PORN ENDS o brevi intromissioni come il film su John Holmes o la commedia di Paul Thomas Anderson.
Qui c'è quella che inizialmente vorrebbe essere per Linnèa una salita ma diventa giorno dopo giorno una discesa disperata all'inferno dell'industria pornografica vista come una realtà fredda e anonima. Il film testimonia come il voler diventare una ragazza "Spiegler" richieda lo smembramento emozionale di se stessi dalla rinuncia all'identità di genere, riflettendo un sociale privo di illusioni, alla sottomissione ad una gerarchia maschile e quanto è più che mai può diventare sofferto l'accesso alla fama, dove bisogna aumentare il volume dei follower acconsentendo alla mercificazione del proprio corpo abbandonandosi a scene degradanti pur di essere presi in considerazione.
Un film anticonformista che non lesina su nulla senza diventare mai gratuito o cercando di essere stucchevole ma rimanendo un'indagine intelligentemente originale e innovativa.
Alla fine nell'epilogo finale (una scena importantissima dentro la limousine) arrivata al culmine Linnèa fa la scoperta forse più semplice è scontata della sua carriera per cui sa benissimo che non avrà mai nessun potere, nemmeno su se stessa, diventando niente più che un corpo da sacrificare all'industria e allora prende la sua decisione


Intregalde


Titolo: Intregalde
Regia: Radu Muntean
Anno: 2021
Paese: Romania
Giudizio: 4/5

Come ogni fine anno, Maria, Dan e Ilinca partecipano a un viaggio umanitario in SUV. Lungo i polverosi sentieri di montagna del villaggio rumeno di Întregalde, incontrano un vecchio che decidono di aiutare. Mentre lo accompagnano alla segheria dove dice di lavorare, la loro auto rimane bloccata in un fosso e la segheria risulta essere abbandonata. Costretti a passare la notte con il vecchio in piena demenza senile, i tre vedono le loro idee di empatia e altruismo messe a dura prova

Il cinema rumeno acquista sempre di più maggior chiarezza su dove voglia andare a gettare la sua rete impattando su un cinema di denuncia sociale e apertamente politico che ha saputo dare robustezza e complessità a situazioni spesso sminuite e un'ideologia ormai superata e contestata dalle nuove generazioni e i nuovi cineasti. In questo caso la vicenda in questione fa luce sugli aiuti umanitari, sul fatto che non agiscano per interessi personali ma senza nemmeno donarli una corona per glorificarli ma mostrandoli nella loro quotidianità, complessità ma soprattutto fragilità.
Praticamente tutto girato in un luogo incastonato tra due fiumi dove la strada percorribile sembra prendersi gioco di chi l'attraversa dove fango, lupi, orsi, gente locale (a detta di Dan più pericolosi degli stessi animali) attraversano quella zona senza nemmeno chiedersi cosa ci faccia un anziano signore ogni giorno a percorrere la stessa strada per raggiungere una segheria abandonata.
Da quando la macchina rimane bloccata, Muntean, sviluppa, tessendo delle linee narrative intense e realistiche di cui nessuna mai banale il dramma che consuma interiormente ed esteriormente i protagonisti.
Un film sulla speranza di dover a tutti i costi aiutare il prossimo, sulla scarsa fiducia e diffidenza per la gente locale quando possono rivelarsi meno pericolosi del previsto. Nel film quasi tutte le scelte e i colpi di scena avvengono nello stupore aspettandosi la mossa più crudele quando invece l'autore incalza una sua logica fatta di scelte molto misurate e dotate di logica senza mai esagerare.

domenica 20 novembre 2022

Three thousand years of longing


Titolo: Three thousand years of longing
Regia: George Miller
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Alithea Binn è un'accademica che vive da sola e ha dedicato gran parte della sua vita agli studi di storia e mitologia. Mentre si trova a Istanbul per una conferenza, compra un'ampolla in un negozio di oggetti antichi. E, quando si trova nel bagno dell'hotel dove alloggia, esce improvvisamente un djinn ("genio"), chiuso lì dentro da oltre 2500 anni che le dice: "non abbiate paura di me, ma trattatemi con rispetto". Ma, soprattutto, le offre la possibilità di esaudire tre desideri in cambio della sua libertà. La donna inizialmente è scettica ma poi si fa gradualmente conquistare dalle sue fantastiche storie del passato.

"La mia storia è vera anche se raccontata come una favola"
Sicuramente aldilà dei siparietti tra Saba e Salomone, Gulten Mustafa Hurrem Solimano II, il Magnifico, Murad IV Ibrahim e Kosem e infine Zefir che descrivono con una messa in scena sontuosa, magica e sopraffina alcuni racconti e fatti storici che sembrano uscire dalle Mille e una notte, l'ultimo film di George Miller è sicuramente un'opera straordinaria e originale sotto tutti i punti di vista. Ma come dicevo una delle parti più belle e post contemporanee dell'opera è il monologo della dottoressa Binnie, Tilda Swinton la dea, durante un congresso a Instanbul dove narra di come le figure magiche a cui l’umanità ha affidato lungo i millenni la spiegazione mitologica della dimensione soprannaturale e irrazionale dell’universo, non sono oggi scomparse, ma reincarnate nelle storie fantastiche di supereroi e simili come ci capita di vedere soprattutto nell'universo Marvel. Questa e altre riflessioni portano Binnie ad avere una sorta di percezione che altri non hanno vedendo creature mitologiche attorno a lei e djinn in grado di cambiarle la vita.
Miller ha dimostrato e continua a farlo di essere un innovatore nei topoi di genere configurando la sua politica d'autore con le inclinazioni e tecniche cinematografiche d'avanguardia, modellando il fantasy restituendogli una sua componente non solo ludica ma complessa riuscendo ad alternare e mescolare il cinema del passato con quello del futuro in un movimento continuo popolato da visioni, allucinazioni, magie, trasformando le storie del passato come se fosse un cantastorie venuto dal multi universo.