Titolo: River of Death
Regia: Steve Carver
Anno: 1989
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Nel cuore della foresta Amazzonica, uno
scienziato tedesco, insieme ad un gruppo di irriducibili nazisti
sfuggiti alla cattura, sogna di restaurare la grandezza del Terzo
Reich tentando di creare un esercito di superuomini mediante crudeli
esperimenti biogenetici condotti su alcuni indios scelti come
inconsapevoli cavie. Ma sulle tracce dello scienziato sono un
avventuriero in cerca di una favolosa città perduta, un suo ex
collega passato dalla parte dell'Occidente, una donna che lo ha visto
uccidere il padre durante la guerra e un fisico al quale hanno rapito
la figlia giunta sul posto per studiare le cause di una misteriosa
epidemia che sta facendo strage tra le popolazioni indigene.
Diciamo che questo film mi stuzzicava
perchè all'interno c'era Donald Pleasance, attore che dopo WAKE IN
FRIGHT mi ha colpito particolarmente anche se in questo film non è
assolutamente sfruttato a dovere. Poi l'ambientazione, il taglio
antropologico e l'avventura che si prospettava mi avevano stuzzicato
pensando di trovarmi di fronte ad un piccolo film di genere che al
suo interno mischiava tanti sottogeneri come di fatto cerca di fare
senza i risultati sperati.
Purtroppo River of Death per colpa di
uno script prevedibile e pasticciato, dall'incipit troppo lungo nei
campi di sterminio fino alle scene nella foresta che in alcuni casi
sembrano quasi amatoriali, non riesce ad essere evocativo e un bel
film d'avventura come riescono invece altri contemporanei in quegli
anni, tra tutti Spielberg. Un peccato perchè anche dal punto di
vista delle comparse, delle tribù e di tutto quello che si poteva
commisurare, il film prende una strada in discesa che ne sancisce uno
svolgimento come dicevo prevedibile e un finale troppo scontato.
Il protagonista poi è troppo tamarro e
antipatico, non riesce nemmeno sforzandosi a creare un barlume di
empatia nello spettatore.