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martedì 17 gennaio 2017

White Girl

Titolo: White Girl
Regia: Elizabeth Wood
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

La storia è ispirata a una vicenda realmente accaduta che racconta di una ragazza del college che insieme al fidanzato rimane coinvolta in un pericoloso giro. I due cercano di comprare dell’erba da un loro vicino ma le cose vanno male è lui viene arrestato davanti agli ochci di lei. In seguito lei cercherà nello spaccio di cocaina i soldi necessari per la cauzione.

White Girl è una piccola finestra sul degrado metropolitano newyorchese e le fasce deboli.
Per l'ennesima volta il tema è quello della rivisitazione della tematica sulla droga ad opera di teenager e giovani improvvisati spacciatori che sperano di diventare futuri Escobar.
La trama dunque è sempre quella. In questi casi nonostante l'idea sfruttata particolarmente nel cinema soprattutto negli ultimi anni, autori e registi provano a dire la loro cercando di focalizzarsi su una realtà e un problema in particolare, quello del disagio giovanile, cercando di sorprendere il pubblico mostrando una galleria di scene originali e funzionali a renderne l'idea.
White Girl da questo punto di vista seppur girato molto bene e con un cast che tutto sommato funziona, gioca sulle solite trame e il risultato alla fine mostra una parziale assenza di idee e di motivazioni forti in questo viaggio di redenzione della sua giovane protagonista che sembra urlare al mondo il suo voler emanciparsi il prima possibile. Materiale, questo, che dato in mano a Spike Lee, Van Sant, Clark o Dito Montiel, giusto per fare qualche nome, avrebbe dato risalto e risvolti ancor più drammatici o complessi alla pellicola.
Il film di Wood per inciso non è male, eppure sembra di guardare l'ennesima classica rivisitazione sul tema con qualche scena apprezzabile ma nel contesto tanti stereotipi rivisitati senza neppure dimostrare di voler andare oltre come l'amica timida che appena Leah porta gli spacciatori in casa si scatena (ricorda tanto TRAFFIC). Un film con tante piccole cose che alla fine non bastano a decretarne un successo. E'il tipico indie da Sundance sui giovani e la loro ricerca a tutti i costi di emozioni forti, diventare grandi prima del dovuto, avere più ragazze possibili e diventare gangster. Il fatto che sia tratto da una storia vera non aiuta di certo anzi poteva dare ancora più elementi oppure quella spinta in più a cercare di caratterizzare i personaggi che qui sono davvero di una banalità stupefacente.

L'America di oggi quindi vista con una lente che non ne ha saputo analizzare le componenti o meglio si accontenta della mediocrità.