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martedì 10 febbraio 2015

Fee

Titolo: Fee
Regia: Fiona Gordon
Anno: 2011
Paese: Belgio
Giudizio: 3/5

Dom è il portiere notturno di uno scalcinato hotel di Le Havre. Una notte, una donna scalza e senza bagaglio di nome Fiona si presenta al suo bancone dicendo di essere una fata e di poter esaudire per lui fino a tre desideri. Dom chiede e ottiene una Vespa blu e una provvigione di benzina a vita, recuperate in modo tanto facile quanto imprevedibile, e si riserva di pensare alla terza richiesta. Nel mentre, i due s'innamorano, fanno un bambino, e incrociano la loro stralunata esistenza con quella di un solitario turista inglese e del suo cane, di un trio di ragazzini immigrati clandestinamente e di un barista cieco. 

La regia a sei mani che porta la firma in particolare di Fiona Gordon è la stessa che ha contribuito ai due film precedenti del singolare terzetto che sembra sempre di più comporre deliziose fiabe moderne e surreali, con un ritorno alla slap-stick scegliendo il clownesco come humus per creare una coinvolgente commedia burlesque che parla d’amore.
D’altronde Abel e Gordon hanno studiato teatro a Parigi con Lecoq e conservato una concezione del mestiere di attore fortemente legata alle figure del mimo e del clown. Ma d’altro canto è stata anche un’impresa ardua soprattutto nella quasi totale assenza di dialoghi e in cui il corpo è la fonte da cui dare voce alla vicenda.

Ci sono dei momenti di grande poesia nel film, avallati ad altri quadri raffazzonati per la velocità della messa in scena, che certo non possono risparmiare alcune critiche così come qualcuno diceva che il rischio era alto per cui ciò che è troppo stroppia, ma il duo, lei canadese e lui belga, dimostrano, facendo incontrare la piccola fiammiferaia con una sparuta fata incompiuta che questo piccolo e artigianale risultato se non altro è degno di nota.