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giovedì 18 luglio 2019

Mule


Titolo: Mule
Regia: Clint Eastwood
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

L’anziano Earl Stone ha coltivato e venduto fiori tutta la vita. A questa attività ha perennemente dedicato le attenzioni e il tempo che alla sua famiglia, invece, non è riuscito a dare. Gli affetti progressivamente boccheggiano; l’occupazione di sempre, un giorno, scompare. E così, all’improvviso, inizialmente a sua insaputa, Earl si ritrova a lavorare per la criminalità messicana come corriere della droga…

Eastwood alla sua veneranda età e forse al suo ultimo film non ha bisogno di giustificarsi e di dover rispondere alle domande dei critici. Quando apostrofa gli afroamericani come "negri" lo fa perchè senza di fatto essere razzista gli vede in quel modo perchè appunto la sua storia e la sua esperienza apostrofano le cose nel modo in cui i veterani le vedono e le hanno conosciute nella loro vita (e qui riprende in parte la correlazione con il personaggio di Walt Kowalski in Gran Torino e della sua visione dei sudamericani)
Ancora una volta però il cinema d'autore di Clint non fa sconti, non cerca di brillare per grazia o per eleganza come poteva invece comunicare un personaggio, anch'esso veterano, di Forrest Tucker in Old man and the gun, qui spacca tutto di netto con l'accetta senza sconti e sensazionalismi ma raccontando una storia molto drammatica, di una persona che sceglie un viaggio nell'inferno senza fare rapine in banca ammiccando infine alle guardie.
The Mule è un dramma contemporaneo, una storia vera, un road movie dell'anima che ancora una volta brancola nel buio tra le strade che sembrano infinite in un'America sempre più sola e devastata dai suoi stessi demoni.
L'idea di un uomo comune e di come si pone con un cartello del narcotraffico è geniale senza mezzi termini e la mimica rocciosa dell'autore chiude forse una carriera e una filmografia da regista che ci ha raccontato tanto di quell'America con cui Clint ha sempre avuto un rapporto molto complesso, sposando spesso politiche conservatorie, quando invece è stato proprio il suo cinema a staccarsi completamente, dando prova di indagare appieno l'animo del suo paese inquadrandolo perfettamente