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martedì 13 dicembre 2016

Solengo

Titolo: Solengo
Regia: Alessio Rigo De Righi, Matteo Zoppis
Anno: 2015
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

In una località di campagna un gruppo di anziani evoca la vita di Mario de Marcella, un eremita che viveva nei boschi circostanti. Le vivaci discussioni che seguono sono spesso contrastanti. L’eremita, noto come “il solengo” il cinghiale solitario, ha deciso di vivere fuori dal branco.

Il solengo è da tutti paragonato al maschio del cinghiale che vive lontano dal gruppo in solitario.
Ed è proprio così. Mario è un uomo difficile, diffidente e scontroso che preferisce le bestie alle persone e non ama interagire con gli altri. Gli secca pure di salutare le persone e infatti non lo fa, attirando ire e sguardi diffidenti. E'interessante scoprire che esistono persone che decidono di vivere nella società e allo stesso tempo fuori dalla società. La coppia di registi italo-americana continua una ricerca grazie al documentario (tra l'altro vincitore come miglior documentario del TFF 32) in spazi e luoghi desolati come in questo caso la Tuscia, una zona un tempo popolata dagli Etruschi.
E proprio questa incantevole e ostica location, una terra senza tempo, arcaica e primitiva che sembra piano piano scomparire come coloro che la abitano, contadini e cacciatori sempre in gruppo e sempre a testimoniare la loro diffidenza con i forestieri pensando invece al Solengo come un tipo diverso e forse solo un po strambo.
Tutti dicono di aver visto e sentito storie come nella profetica battuta detta durante tutto il mockumentary da quasi tutte le comparse“così dicono, eh, io non lo so”
Figlio di fattucchiera che annunciava apocalissi, forse assassina forse no, la madre di Mario aveva ucciso il padre in un raptus perché questi era sempre ubriaco. Il bambino sembra forse nato in carcere dove la madre scontava la pena o comunque cresciuto in quell’ambiente nei suoi primi anni di vita, scorbutico e anche violento, asociale, ora folle ora incompreso, più a suo agio con la natura che con i suoi simili, sembra addirittura essere stato un figlio illegittimo.
La complessità dell'infanzia, dei traumi e dei ricordi, la gravidanza non voluta, la vita solitaria, l'amore per la natura e tanto altro ancora sono gli strumenti per cercare di comprendere la natura selvaggia e misteriosa di Mario de Marcella.