Visualizzazione post con etichetta Prequel. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Prequel. Mostra tutti i post

domenica 19 novembre 2023

Esorcista-Credente


Titolo: Esorcista-Credente (2023)
Regia: David Gordon Green
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Angela nasce sotto una cattiva stella. Vittima di un terremoto ad Haiti quando è ancora nel grembo materno, il suo stesso concepimento è legato a una dolorosa scelta paterna. Tredici anni dopo sembra una ragazza serena e perfettamente integrata, ma in segreto coltiva la speranza di comunicare con lo spirito della madre e, insieme all'amica Katherine, compie un rito magico proibito. Anziché con la madre di Angela, le due ragazze entreranno in contatto con un'entità maligna che si impossesserà del loro corpo. Per comprendere quel che sta accadendo alle figlie, i genitori delle ragazzine si rivolgono a Chris McNeil, madre di Regan, oggetto 50 anni prima di un celebre caso di possessione demoniaca.
 
David Gordon Green mi sta simpatico. I suoi esordi prima di passare all'horror non erano davvero niente male. UndertowPrince AvalancheJoe avevano un'atmosfera e una direzione tecnica notevole e molto piacevole. Poi ha fatto come si dice il botto e allora sono arrivati i compiti più difficili e progetti che forse non ha potuto nemmeno scrivere o supervisionare.
Il Credente, prequel che non comprendo vista la natura dei temi che sciorina, è l'opera peggiore che abbia diretto nell'horror. Visto al cinema, mi aspettavo almeno qualcosa quando invece è un film che ci mette tantissimo a partire con un primo atto che poteva tranquillamente non esistere.
E poi questo calderone di religioni, preti e sciamani per condurre non uno ma ben due esorcismi assieme (non ci vuole un genio per capire che è una pessima idea e si da ancora più potere alle forze del male). Un film sbagliato negli intenti con un padre e il suo conflitto religioso interno, un'evocazione da parte delle due ragazzine con una catenina in mezzo al bosco davvero insignificante.

martedì 17 ottobre 2023

Grande e potente Oz


Titolo: Grande e potente Oz
Regia: Sam Raimi
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Oscar Diggs, detto Oz, è un mago da fiera e un seduttore, che illude spettatori e fanciulle con trucchetti da prestigiatore e promesse da marinaio. Balzato su una mongolfiera per sfuggire ad un rivale, si ritrova catapultato da un tornado nella fatata terra di Oz. Scopre così che il buon popolo di quel mondo lo crede il salvatore tanto atteso, che una profezia indica come un mago venuto dal cielo per sconfiggere la strega cattiva. Attratto dal tesoro reale in palio, Oz si mette in viaggio alla ricerca della strega, ma quello di mattoni gialli è soprattutto un sentiero morale, che lo allontanerà dall'egoismo di partenza e farà di lui una leggenda di magnanimità.
 
Un' altra marchetta. In questo caso un altro outsider come Sam Raimi. Il suo talento e la sua immaginazione frenati da una produzione che di fatto gli ha concesso molto poco e il risultato è uno di quei classici film alla Disney dove vincono senza convincere gli effetti in cg.
Oz, il grande e potente, aveva alcuni elementi interessanti come la goliardia del personaggio che si sposa perfettamente sull'egocentrismo di James Franco e la sua indole nel mordere e fuggire senza prendersi mai le responsabilità del caso. Il suo infatti sarà un viaggio dell'eroe immaginifico dove dovrà imparare a prendersi le responsabilità da uomo e non indietreggiare di fronte al problema o al nemico. Il finale con i fuochi d'artificio e il gioco di magia a palazzo, infatti pur essendo una delle scene meno fantasy del film, è una delle uniche davvero convincenti dove la scienza supera la magia e dove il regista celebra la grande illusione del cinema rispondendo alla domanda del perchè lui e perchè abbia accettato il progetto.

Pet Sematary-Origin


Titolo: Pet Sematary-Origin
Regia: Lindsey Beer
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Jud Crandall sogna di lasciarsi alle spalle la sua città natale di Ludlow, nel Maine, ma ben presto scopre degli inquietanti segreti sepolti al suo interno ed è costretto a confrontarsi con un'oscura storia familiare che lo terrà per sempre legato a Ludlow.
 
Il film dei wtf più grossi degli ultimi anni. Innanzitutto partiamo dall'incipit con David "cazzo c'entra" Duchovny in mezzo ad un bosco che porta a spasso il cane che ovviamente finirà male.
Da qui nascono i segreti sepolti, una vicenda che poteva tranquillamente spiaggiarsi su ottime e concrete possibilità di fare meglio vista la vasta gamma di contenuti del romanzo di King.
Invece tutto è puerile, c'è un villain tremendo che essendo stato sepolto dal padre David finisce per diventare una sorta di ghoul in cerca di vittime a metà tra l'essere cosciente e totalmente preda dei suoi impulsi. E' un film sbagliato nella sua evoluzione. Il padre pur sapendo che il figlio sta decimando Ludlow non sembra fare una piega avallando la sua causa come se fosse una sorta di vendetta dopo quanto subito in Vietnam. Se un minimo il film avesse attinto nella sceneggiatura dalle oscure leggende folkloristiche e mitologiche degli indiani o dai miti della frontiera ci saremmo trovati di fronte a un altro film di sicuro più suggestivo e con altri contenuti.

martedì 1 novembre 2022

Pearl


Titolo: Pearl
Regia: Ti West
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Texas, 1918. La giovane Pearl vive nella fattoria dei genitori, con il padre infermo e la madre autoritaria e intransigente. Il marito, Howard, è partito per l'Europa in guerra e non si sa se e quando farà ritorno. Sempre più insofferente alla vita nella fattoria, Pearl dà segni di squilibrio mentale e di un gusto perverso nell'uccidere animali. Un'audizione di ballo rappresenta la sua unica speranza di una nuova vita, ma la madre intende proibirle di partecipare.
 
Il sodalizio tra Ti West e Mia Goth (qui, oltre che protagonista, anche co-sceneggiatrice, produttrice esecutiva e, forse, anche co-regista) ha portato a questa trilogia dove X è stato l'apripista, PEARL, il prequel e MAXXXINE il sequel del primo. Dai risultati lascia ben sperare contando che X era già un ottimo lavoro e questo prequel addirittura riesce a fare di meglio con meno attori ma lasciando tutto alla protagonista che conferma di essere una delle attrici più talentuose della sua generazione già vista in diversi film ma quasi mai come protagonista assoluta. Diciamo che nel caratterizzare una ragazza squilibrata la Goth ha quella mimica facciale impressionante e atipica per cui sembra quasi non doversi nemmeno sforzare più di tanto. Vi invito caldamente a seguire i titoli di coda con quell'immagine che rimane sulla mimica dell'attrice fino a quando il cerchio si chiude, dimostrando quel pathos e quella follia unica che la rende così perfetta per il ruolo.
Tutto ciò che gravita attorno è un dramma familiare, un coming of age, un viaggio di nozze dell'anti eroina. Una sognatrice con una diabolica doppia identità che nasce prendendosela con gli animali più piccoli per poi passare agli umani quando si sente tradita e illusa. Fantastico come in fase di scrittura siano riusciti a creare tutti i nessi possibili con il sequel. L'amicizia tra Pearl e il coccodrillo ad esempio e nonostante tutto a parlare anche di dramma storico come è evidente dalla scelta di ambientare tutto, girato durante il covid, in un'epoca terrorizzata da un virus, la Spagnola, che invadendo l'intero pianeta, rimane quella paura manifesta che solo sognatrici come Pearl non riescono a vedere perseguendo la propria ambizione e perdendo ogni sorta di freno inibitore trasformandosi in una femme fatale con una violenta furia omicida.

domenica 9 ottobre 2022

Prey (2022)


Titolo: Prey (2022)
Regia: Dan Trachtenberg
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Nei territori Comanche del 1719, la giovane Naru cerca di dimostrarsi una cacciatrice al pari dei giovani maschi della comunità, guidati da suo fratello Taabe. Ha la sua occasione quando, seguendoli di soppiatto, si unisce a una spedizione di caccia al leone. Strada facendo incontra le tracce di un altro più pericoloso predatore, ma non riesce a convincere nessuno che non si tratti di un semplice orso. Giunto da un altro mondo, questo predatore invece è fin troppo reale, determinato a cercare sfide di caccia degne di sé e protetto da una tecnologia stealth che lo rende pressoché invisibile. La sua superiorità tecnologica sembra insuperabile non solo per i comanche, ma pure per un gruppo di spregevoli trapper francofoni...
 
Di Predator ne esiste solo uno. Il sequel lo salviamo e sorridiamo per il capitolo a parte con Adrien Brody & company..tutto il resto è monnezza senza poi parlare dei capitoli a parte con Alien.
Prey è un film furbetto che decontestualizza lo spazio tempo (si poteva scegliere qualsiasi location per qualsiasi anno) e lo fa prendendo gli indiani d'America a farli combattere contro il nostro alieno cacciatore di altri mondi. I motivi per cui Prey abbia fatto così breccia nel pubblico e nella critica sinceramente non li capisco. Sembra Pocahontas che incontra il lupo cattivo in un film di redenzione, avventura e alcuni momenti forse i più interessanti quando Naru si imbatte nei mercenari. Un film sicuramente ambizioso e nuovo nell'immaginario che abbiamo visto sempre ed esclusivamente urbano rispetto alle scelte adottate finora ( ed è per questo che mi era piaciuto il film di Antal, Predators, dove gli umani venivano mandati in territorio nemico a combatterli nel loro pianeta) mostrando quindi per caratteristiche, dinamiche e armi e stili di lotta delle peripezie completamente nuove per quanto concerne lo scontro con l'antagonista. Il combattimento finale con l'arrivo del fratello poteva davvero vantare qualcosa di epico se non fosse rovinato dallo sbilanciato scontro della final girl davvero poco credibile.

Obi-Wan Kenobi-First season


Titolo: Obi-Wan Kenobi-First season
Regia: Deborah Chow
Anno: 2022
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 6
Giudizio: 2/5

Dieci anni dopo il crollo della Repubblica e l'ascesa dell'Impero, Obi-Wan Kenobi vive in incognito sul pianeta Tatooine, sorvegliando a distanza la crescita del piccolo Luke Skywalker. Riceve però una richiesta d'aiuto dagli Organa, i genitori adottivi di Leia: la figlia di Anakin e Padmé è stata rapita. Obi-Wan, detto Ben, ne seguirà le tracce fino ad arrivare a confrontarsi con gli inquisitori, e in particolare con la "terza sorella" Reva. La caccia al celebre jedi arriva presto all'attenzione di Darth Vader, che decide di prenderne il comando in prima persona, desideroso di un nuovo confronto con il vecchio maestro.
 
Obi-Wan Kenobi è un'altra cocente delusione sul sodalizio del franchise Disney Lucas ormai una saga senza fine che ha saputo regalare lavori straordinari come Mandalorian e prodotti mediocri come questo e altri legati a esigenze produttive e a logiche di marketing che pur di vendere snaturano il potenziale narrativo per un fan service mai così sul pezzo.
Al di là di una storia già difficile di per sè da accettare e concepire Obi-Wan compie l'ennesimo archetipo narrativo sviluppando un loser che cerca per tutto il tempo di rintanarsi per non essere scoperto ma la Forza che alberga in lui lo vuole di nuovo come leader a sventare l'ennesima minaccia dell'Impero. Uno spin-off così allungato contando che doveva essere un film il quale dalla sua crea personaggi scomodi e antipatici nonchè inutili, scene confuse e inadatte alla funzionalità della storia, effetti pessimi in cg per rivedere alleanza, amicizia e odio tra allievo e maestro.
In tutto questo con l'espressività di McGregor che sembra sempre sul punto di piangere, che non ne azzecca una senza mai capire esattamente cosa stia succedendo.
Una mini serie con troppe incongruenze, con troppe sotto storie disfunzionali e con un Vader caratterizzato non male ma peggio che da un lato alza le astronavi con il suo potere e dall'altra viene sconfitto con qualche briciolo di sabbia sul viso..

sabato 5 marzo 2022

King's man- Le origini


Titolo: King's man- Le origini
Regia: Matthew Vaughn
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un nobiluomo inglese, che collabora insieme alla moglie con la Croce Rossa, si ritrova coinvolto in una tragica sparatoria in Africa, dove ha assistito agli orrori della colonizzazione inglese. Anni dopo, suo figlio è ormai quasi un uomo e vuole arruolarsi per partecipare alla Prima Guerra Mondiale. Il padre cerca invece di convincerlo a servire invece il Paese collaborando con la sua rete di spie internazionali, composta dalla servitù di varie casate nobiliari. Nel mentre però anche un'associazione di loschi figuri ha infiltrato le principali corti europee e ha piani assai sinistri, che si estendono oltre la Grande Guerra.
 
I cugini di serie b di James Bond arrivano al loro terzo capitolo anche se in questo caso è un prequel dei precedenti e non a caso è il migliore della saga. Il perchè è un cambio drastico di scelte attoriali rivelate in questo caso più funzionali delle precedenti dove Taron Egerton e Colin Firth vengono subissati per dare spazio all'ottimo Fiennes che si prende tutto il film sulle spalle.
Action, thriller, dramma storico, Vaughn ci va di nuovo pesante con un budget enorme in grado di ricreare qualsiasi set dalla guerra, ai campi di concentramento, alle ville lussuose e i balli in maschera. Tutto questo dando spazio a liti tra fratelli che si spartiscono regni, santi guaritori e profeti dell'apocalisse come Rasputin, tate letali e fatali, tutto questo muovendosi di continuo da un paese all'altro e cercando la diplomazia quando ormai tira solo aria di guerra. Pur non avendo mai amato questa saga, forse siamo finalmente giunti al collasso, avendo ormai tirato le redini di una storia antecedente i primi due capitoli. Per fortuna meno tediosa e con quell'ironia che non è mai riuscita a convincere dal principio dando solo modo ad alcuni attori di sfoggiare le loro discutibili prove recitative. Spiace solo vedere alcuni attori come Matthew Goode e Aaron Taylor-Johnson sprecatissimi per due ruoli decisamente non caratterizzati a dovere.


martedì 2 novembre 2021

Bright samurai soul


Titolo: Bright samurai soul
Regia: Kyohei Ishiguro
Anno: 2021
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Nel periodo tra la caduta dello shogunato e l’ascesa dell’era Meiji, una potente luce brillante emessa da una bacchetta mette fine al lungo periodo dello shogunato per evitare ulteriori spargimenti di sangue mentre il Giappone inizia a spostarsi verso una nuova era. In queste circostanze, un ronin errante con un occhio solo di nome Izou, che ha perso la sua ragione di vita, e Raiden, un orco che detesta l’omicidio e spera di lasciarsi alle spalle una vita da ladro, incontrano separatamente una giovane ragazza elfo di nome Sonya nello stesso periodo. Insieme, intraprendono un viaggio lungo la strada di Tokaido per portare lei e la bacchetta che tiene al sicuro nella terra degli elfi nel nord. Sul loro cammino c’è la misteriosa organizzazione Inferni, che mira a ottenere la bacchetta e a far rivivere il Signore Oscuro, che intende dominare tutto il creato. Inferni utilizza anche il nuovo governo Meiji nel suo tentativo di rubare la bacchetta a Izou, Raiden e Sonya. Viaggiando lungo la strada Tokaido da Kyoto a Yokohama, Izou e Raiden iniziano il loro viaggio per proteggere la bacchetta.
 
Bright era stato davvero un film insulso. Un world building con tante creature appena accennate venuto male con Smith a dare il peggio di sè e un drago che svolazzava sopra la città.
Un poliziesco, un buddy movie contaminato con il thriller e il fantasy. Peccato.
Bright samurai soul invece è un viaggio dell'eroe, un cammino di formazione, un'amicizia tra diverse razze il tutto ambientato nel Giappone feudale con mostri e clan annessi. Il prequel del film di Ayer sicuramente è meno ambizioso, più pacato e poetico, meno tamarro e di fatto realizzato come se fosse in tanti momenti un dipinto ad olio con un'atmosfera che riesce bene ad intrecciare diversi sotto generi. Umani, orchi ed elfi. Un triangolo tutto sommato riuscito dove i combattimenti riescono ad essere sanguinosi al punto giusto e la violenza e le discriminazioni verso alcune culture non mancano.
Con una musica che mischia contemporaneo ed elettronico, tra bacchette magiche in grado di cambiare le sorti di un paese, il film di Ishiguro non è da annoverare tra i capisaldi contemporanei dell'animazione nipponica ma si lascia guardare molto bene.

martedì 27 aprile 2021

Blade Runner 2049 - Nowhere to run


Titolo: Blade Runner 2049 - Nowhere to run
Regia: Luke Scott
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

La fuga del replicante Sapper Morton

Nowhere to run è il secondo cortometraggio dopo Blade Runner 2049 - 2036-Nexus Dawn in cui si dava spazio a Neander Wallace. Un replicante in fuga, passando dal procacciarsi il lavoro per sbarcare il lunario, continuare a credere in un futuro migliore consegnando un libro ad una ragazzina e incitandola a studiare e credere nell'umanità e infine difendere i più deboli in una rissa da manuale.
Bautista riprende il personaggio che conosceremo poi con il film successivo di Villeneuve, scostandosi dai soliti intenti dei replicanti, apparendo sì come un rivoluzionario ma in chiave pacifista.


domenica 18 aprile 2021

Blade Runner 2049 - 2036-Nexus Dawn


Titolo: Blade Runner 2049 - 2036-Nexus Dawn
Regia: Luke Scott
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Neander Wallace, il creatore dei nuovi androidi e leader dellla multinazionale che gli fabbrica alle prese con il tentativo di fronte alla commissione di avere l'appoggio per iniziare a produrre androidi in serie.

In una manciata di minuti con un cast di tutt'ordine, Scott continua nei suoi due corti realizzati al servizio di Villeneuve, per cercare di dare maggiori informazioni tra ciò che è successo dopo il film cult di Scott senior e quello recente di Villeneuve. Leto come sempre ci mette quel qualcosa in più nel dare enfasi e caratterizzare un burattinaio come il personaggio di Wallace, davvero controverso e malizioso, che sembra assurgere al ruolo di una sorta di divinità e procedere così facendo con la nuova linea di androidi. Un corto spaventoso dove la cavia di Wallace serve proprio per dare un segnale di svolta in un momento decisivo per la razza umana. Tutto nasce dunque dal cercare di nuovo credibilità con questi Nexus 9, i primi androidi costruiti dopo il divieto del 2023 contro i Nexus 8, colpevoli di un blackout globale che bloccò l’economia mondiale. Wallace rilevò la Tyrell Corporation nel 2028 e creò una nuova serie di meta umani più obbediente. Di fatto tutto il corto è impostato come un dialogo tra Wallace scortato dal suo Nexus 9 e la commissione che dovrà dare il permesso.


mercoledì 24 marzo 2021

Blade Runner - Black Out 2022


Titolo: Blade Runner - Black Out 2022
Regia: Shin'ichirō Watanabe
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Nel 2022 la Tyrell Corp. ha distribuito la nuova linea di replicanti Nexus 8, privi di limitazioni biologiche nella durata della vita, in sostituzione dei Nexus 6 ritirati dal mercato.
Il senso di rivalità nei confronti di una specie artificiale dotata di maggiore forza e capacità fisiche causa lo scoppio di una rivolta da parte degli umani contro i replicanti, che vengono perseguitati, rintracciati attraverso l’anagrafica delle registrazioni e sterminati.
In questo scenario caotico ed incerto si muovono Iggy, un replicante soldato fuggito dalla colonia oltremondo di Kalanthia, e Trixie, una replicante destinata a donare piacere nelle Doll House.
Iggy e Trixie, in combutta con altre cellule di replicanti, cercano di sovvertire l’ordine con un attentato terroristico su vasta scala mirato a cancellare qualsiasi informazione sulla registrazione dei replicanti e a restituire loro la libertà, in quanto per Iggy “essere in vita non significa vivere”.
I due scatenano così un imponente attacco elettromagnetico, provocando un disastroso black out energetico su Los Angeles.

Blade Runner: Black Out 2022 è un cortometraggio animato giapponese del 2017, diretto da Shin'ichirō Watanabe e prodotto da CygamesPictures. All'inizio vediamo Villeneuve congratularsi con Watanabe stimando molto i suoi lavori e dando il suo pieno consenso per questi 15' di massima resa dell'immagine.
Uno stile unico e visionario in un lavoro che ancora una volta vede gli orientali come stilisti d'avanguardia. Pur non puntando su una storia incredibile, sfrutta bene i topoi di genere confezionando una sorta di ribellione dei replicanti che assurgono ad essere una razza da estinguere vista male dagli umani e presi di mira con pogrom che non insegnano nulla sulle nefandezze riconducibili al passato. Così una coppia di replicanti con la R maiuscola penseranno ad una resa dei conti attaccando proprio la multinazionale responsabile del genocidio.
Dal regista di COWBOY BEBOP non si potevano avere smentite, tutto appare realizzato in maniera minimale, calibrando ogni aspetto dall'atmosfera, ai dialoghi, all'azione e alla caratterizzazione dei personaggi. Una costola di uno dei film capolavoro della sci-fi che assieme ai due corti realizzati dal figlio di Ridley Scott merita di continuare un discorso che apre sempre più orizzonti e scenari di quel futuro certo distante ma non così distopico.


venerdì 8 febbraio 2019

Bumblebee


Titolo: Bumblebee
Regia: Travis Knight
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Infuria la guerra sul pianeta Cybertron tra Decepticons e Autobots e le cose si mettono male per questi ultimi, tanto che il loro leader Optimus Prime organizza una missione di fuga verso la Terra, dove manda in avanscoperta Bumblebee. Questi atterra sul nostro pianeta nel 1987, sfugge ai militari americani e si batte con un Decepticon, su cui riesce ad avere la meglio però non prima di perdere la voce. Ferito si trasforma in un maggiolino Volkswagen giallo e in questo stato finisce in un'officina, dove Charlie passa parecchio tempo in cerca dei pezzi di ricambio per riparare la macchina di suo padre. La ragazzina non ha ancora superato il lutto del genitore e, visto che la madre ha trovato un nuovo compagno, non vede l'ora di andarsene di casa. I suoi piani saranno stravolti quando riceverà in dono una certa Volkswagen gialla...

Ci mancava solo uno spin-off ad una delle saghe più brutte e inutili di sempre.
La saga dei Tranformers ha di nuovo un suo piccolo paladino, un gregario del bene, il braccio destro del capo dei robot buoni.
Con un incidente scatenante come sempre imbarazzante (vai a nasconderti sul pianeta Terra e fai la guardia), il protagonista obbedisce agli ordini per essere poi portato in vita da una ragazzina orfana di padre che pensa solo ai motori.
Bumblebee è ottimo per un target che non superi i 14 anni. Un film elementare, per fortuna montato meglio dei film fracassoni di Bay, con un regista che come per Wan, ha dovuto rilanciare questi giocattoloni (vedi Acquaman) con il preciso compito di far innamorare di nuovo il pubblico.
Intrattiene, richiama la lacrimuccia per i nostalgici della musica fine anni'80, mostra qualche robot segato a metà, crea dei rapporti con il governo interpretato dal militarone Cena e poi basta.
Tutta la parte di amicizia tra la ragazzina e il maggiolino è fondamentale. Magari un giorno le macchine prenderanno il sopravvento e allora non suonerà così strano vederci parlare con la nostra automobile.

domenica 14 ottobre 2018

Solo-A star wars story



Titolo: Solo-A star wars story
Regia: Ron Howard
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Tempi duri per la Galassia, forze oscure tramano nell'ombra e minacciano la Repubblica. Ma Ian è ancora troppo giovane per occuparsi delle cause dei grandi. L'unica cosa che desidera davvero è pilotare una nave spaziale per sfuggire l'oppressione con Qi'ra, la ragazza che ama. Intrepido e sfrontato, ha carattere da vendere e il coraggio di provarci ma nella fuga qualcosa va storto e il destino lo separa da Qi'ra. Ian si arruola come pilota, guadagna il cognome e promette di tornare a prenderla. Perché ha carattere da vendere e un amico wookiee che lo aiuta nell'impresa. Disertore per amore e poi ladro, imbroglione e contrabbandiere, vince a carte il Millennium Falcon e impara sul campo le regole del gioco.

Solo ho aspettato un po prima di vederlo. Non avevo nessuna voglia, non mi entusiasmava, non sono mai stato un fan di Star Wars e trovo che la Disney da quando ha comprato la società abbia fatto più danni che altro.
Ormai siamo ad un numero alto e notevole di sequel, prequel, reboot, capitoli originali, etc.
Solo però, forse perchè un mezzo cinefumetto venuto stranamente bene, con un taglio ironico funzionale, un ritmo esagerato che non sembra fermarsi mai e una storia tutto sommato piacevole mi è parso uno dei prodotti più validi di tutti questi ultimi capitoli a dispetto della critica e del pubblico che ne parlano invece come del peggiore.
Almeno facciamo luce su un elemento fondamentale: come per i film della Marvel questo è un segmento a parte che non prevede la conoscenza di tutti i fatti successi prima e quindi lo spettatore può piacevolmente goderselo come episodio a sè.
E poi c'è una scena pessima che però omaggia Armata delle tenebre e sancisce tra le altre cose l'incontro tra Solo e lo wookiee.
E'vero che Ron Howard sta al cinema come qualcosa di ordinario e privo di personalità, tanto suo cinema lo ha dimostrato, ma forse non avere un super nerdone che inserisse personaggi troppo complessi e strane sotto storie eviscerate poi in altri capitoli della saga credo abbia fatto bene.
Ovviamente dopo questo flop la Disney ha deciso di ridurre le produzioni della saga, "è il momento di rallentare le produzioni dei film legati all'universo Star Wars" ha commentato Bob Iger il presidente della Disney Company.
Errori di strategia? Sicuro non è chiaro cosa succederà agli altri due spin-off dell'antologia quelli su Boba Fett e Obi Wan Kenobi. Ma chi li voleva poi? E Chi diavolo è Boba Fett?

domenica 15 ottobre 2017

Pan

Titolo: Pan
Regia: Joe Wright
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Nella II Guerra Mondiale, il piccolo Peter è un orfano a Londra, impegnato a scontrarsi con la mefistofelica suora direttrice, che in segreto vende bambini al pirata Barbanera. Prevelevato da una nave volante di quest'ultimo e portato sull'Isola che Non C'è, capirà di essere l'elemento fondante di una profezia che riguarda la sua stessa identità: imparerà a volare e affronterà Barbanera, in compagnia dell'avventuriero Uncino e della dinamica Giglio Tigrato .

Alla fine per essere un prequel è abbastanza onesto l'ultimo film del poliedrico Wright Joe (visto che i Wright cominciano ad essere diversi ormai). Un film d'avventura recitato bene, con stile, movimenti di camera azzeccati, un cast che svolge bene il suo ruolo (in questo il regista ha una particolare verve nel lavoro con gli attori) e forse un po troppa c.g che in più momenti stona o diventa facilmente trash (la battaglia in cielo tra aerei e galeoni volanti non si può vedere).
Ora Wright si trova ad avere un budget colossale e deve riproporre questo fenomeno dei fantasy moderni rivisitati che annientano ancora di più lo spirito della storia. MALEFICENT, BIANCANEVE E IL CACCIATORE, non facente parte delle fiabe ma simile nello svolgimento e anche IL SETTIMO FIGLIO e rischiava di arrivarci anche ALICE IN WONDERLAND di Burton che all'ultimo ha scansato questo terribile destino pur girando di fatto due semi schifezze.
Qui ci troviamo nell'universo Disney dentro un altro universo che appartiene ai classici.
Troviamo la Londra cupa e fumosa di Dickens, il mare dei caraibi di JACK SPARROW, HUNGER GAMES e una storia d'amore che poteva essere interessante ma è devastata da dei dialoghi banali e telefonati e infine le bellissime sirene. Se contiamo la flemma di Jackman che sembra uscito da ONE PIECE e Delevigne, il resto fa in fretta a scomparire lasciando dietro il sipario proprio Peter e non Pan e la sua straorduinaria storia che nulla c'entra con questo film ucciso inesorabilmente dai suoi sceneggiatori.

Il mito di Berrie è lì nascosto dietro le pagine dolorose di un autore eccezionale che ha una biografia ancora più spaventosa del destino di Peter Pan e che non è stato sufficientemente caratterizzato nel film NEVERLAND.

mercoledì 11 ottobre 2017

Leatherface


Titolo: Leatherface
Regia: Alexandre Bustillo, Julien Maury
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Texas, 1955: la famiglia Sawyer, dedita a omicidi e atti di cannibalismo, uccide la figlia del poliziotto Hal Hartman. Non avendo prove contro la matriarca Verna e i suoi complici, Hartman si vendica facendo internare il più giovane della famiglia, Jedediah detto Jed, da poco iniziato alle tradizioni ancestrali. Dieci anni dopo, quattro giovani mentalmente instabili - tre ragazzi e una ragazza - evadono dopo aver preso in ostaggio un'infermiera, e Hartman li insegue. Ma chi dei tre ragazzi, i cui nomi sono stati cambiati per proteggerli dalle famiglie violente a cui furono sottratti, è quello destinato a divenire il temibile Leatherface?

La coppia di registi francesi ultimamente sembrava aver perso qualche cartuccia per strada. Sinceramente ho amato anche i loro ultimi film in particolare Aux Yeux des Vivants seppur aveva quel qualcosa in meno nella trama e nella consistenza. Tuttavia rimangono tra gli outsider dell'horror post contemporaneo senza eccezioni.
Leatherface ne è una prova tangibile. Non amo i prequel e i sequel soprattutto negli ultimi anni quando sembrano baluardi disperati per una totale assenza di idee quando invece circolano abbondantemente in giro e basta saperle trovare, le idee.
In questo caso pur avendo un budget smisurato per i loro canoni, una produzione dietro tra cui figura anche Hooper e un cast internazionale dove spicca Lili Taylor. Per quanto concerne invece la messa in scena e i leitmotiv dell'azione questa volta la coppia di registi strizza l'occhio apertamente al buon Zombie riuscendo in tutta l'opera a passare da uno scenario all'altro senza mai abbassare il ritmo e l'atmosfera. Una missione difficile in cui la sceneggiatura è attenta e monta una buona impalcatura soprattutto per quanto concerne la mistery di chi sarà il serial killer (a metà film diventa comunque abbastanza chiaro).
Viaggio di formazione, tradizioni ancestrali, rednek a profusione, manicomio ed evasione, sceriffi e direttori istituzionali ancora più crudeli degli stessi bifolchi e più di una scelta non convenzionale fanno del prequel di NON APRITE QUELLA PORTA un tassello interessante e significativo pur facendo parte e aderendo alle regole di una saga.
Tra l'altro Leatherface è arrivato nelle sale poco dopo la morte dello stesso Hooper autore del primo cult e finora uno dei massimi esempi del cinema horror americano.
Una saga sfortunata che tra sequel e capitoli in 3d sembrava aver trovato la propria rovina ma che ora almeno è stata data in mano a gente seria che ama il cinema di genere e crea tanto materiale da raccontare e da sviluppare che diventa il mordente principale del film. Tra l'altro si tratta dell'ottavo film della saga.

domenica 28 maggio 2017

Alien-Covenant


Titolo: Alien:Covenant
Regia: Ridley Scott
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Diretti verso un pianeta remoto in un angolo lontano della galassia, i membri dell'equipaggio della nave-colonia Covenant scoprono quello che pensano essere un paradiso fuori dalle cartine geografiche. Il luogo, in realtà, si rivelerà un mondo dark e pericoloso il cui solo abitante è il "synthetic" David, rimasto in vita dopo la spedizione Prometheus.

Alien:Covenant è una vera sorpresa che poteva trasformarsi in un capolavoro se non fosse per la massa di argomentazioni da trattare.
Come qualcuno diceva ormai l'alieno ha fatto la sua parte e in questo film come per il precedente Prometheus il vero protagonista è l'androide interpretato dal vero "alieno" Michael Fassbender.
Un film allucinante che scoperchia vasi di Pandora della fantascienza e riesce a restituire dei duri colpi sul futuro dell'umanità e lo scontro tra uomo e macchina.
E'veramente un film che disorienta poichè sconvolge la psiche dello spettatore cambiando traiettorie e pianeti nel giro di poco, regalando scenari di struggente bellezza ponendo l'accento sulla questione di come la ragione, o meglio il sonno della ragione genera mostri per citare Goya ma allo stesso tempo la solitudine di David e tutto ciò che ne deriva con le sue scelte di condividere o cancellare il piano degli ingegneri. Dicevo appunto che la filosofia, l'accento distopico, la natura grottesca della vicenda che non risparmia nessuno, insieme al bisogno di trovare risposte con l'incipit iniziale che conferma il limite dell'uomo a prevalere sull'intelligenza virtuale, diventano icone che in questo film trovano risposte e disperazione lasciando solo conferme su come il pessimismo cosmico ci invade sempre più e l'essere umano è destinato a scomparire.
E allora perchè non puntare su una nuova razza? Perchè come il sintetico David cerca di far capire al resto della civiltà, le specie vadano estinte per crearne una nuova, appunto gli Alien, che siano in grado di rispettare l'ordine naturale delle cose?
In questo mese al cinema si può fare una scelta: andare a vedere il sequel dei Guardiani della galassia 2
trovando divertimento e risate oltre una nota amara sul personaggio inquietante di Ego, e dall'altra la mente cinica e attenta di un master della fantascienza che forse dopo Prometheus si è stufato della critica e ha messo i paletti su quale potrebbe essere uno scenario futuristico. Nel film David/Walter l'androide diventa il perno centrale attorno a cui gravitano i fatti e da cui nascono direttive e scelte in grado di modificare interi pianeti.
A differenza del film precedente, sono passati dieci anni dai fatti raccontati, qui gli ingeneri hanno un ruolo marginale dividendosi lo schermo con le altre razze e diventando presto vittime sacrificali per aberranti piani di conquista o proliferazione di virus che sterminino la specie per generare una nuova razza più potente.
Covenant è anche un survival horror suggestivo e calamitante, il risultato dell'ibridazione di due distinti organismi, dove la prima è il parassita che infetta e rigenera il secondo.
Una nota ironica. L'unica. All'inizio del film all'interno dell'astronave il vero giallo è capire chi sta con chi all'interno dell'equipaggio e chi tradisce e con chi in un sottile gioco di sguardi. Sembra un gioco di parole ma d'altronde passare anni e anni tutti assieme nella stessa astronave può generare anche problemi di coppia.

martedì 15 novembre 2016

Oujia-L'origine del male

Titolo: Oujia-L'origine del male
Regia: Mike Flanagan
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Nella Los Angeles del 1965, una madre vedova e le sue due figlie introducono un nuovo trucco alle loro consuete frodi spiritiche per ravvivare l'attività di famiglia, finendo per attirare senza volerlo un autentico spirito maligno nella propria casa. Quando la figlia più giovane viene posseduta dall'implacabile entità, questa piccola famiglia dovrà fare i conti con paure inimmaginabili per poterla salvare e rispedire il suo possessore nell'aldilà.

Ouija all'apparenza sembra solo un gioco rivelando invece una componente spiritica che diventa in questo caso l'espediente su cui ingranare l'elemento di forza e cercando di spaventare con tecniche e strumenti ormai ampiamente abusati.
L'origine del male in realtà crea un enorme sbadiglio in chi cerca anche solo lontanamente uno spiraglio per poter vedere qualcosa che riesca a creare tensione e generare seppur in modo limitato un'atmosfera soddisfacente.
Nulla di tutto ciò. Oujia entra nel filone degli horror moderni e commerciali che non vanno mai a fondo, creando una storia banalotta e prevedibile anche se in questo caso almeno il finale sembra dare qualche piccola soddisfazione.
Il nucleo familiare senza padre in cui le due figlie per sbarcare il lunario ed aiutare la gente al lutto fingono di evocare gli spiriti dei loro cari defunti seppur non originale può rivelare spiragli coinvolgenti.
Se non è l'originalità la nota di questo film, non lo sono nemmeno i jump scares e alcune trovate che sembrano macchinose per far confluire la storia verso una drammaticità più che telefonata (e parlo ovviamente delle ossa umane trovate come sempre nella cantina).
Flanagan è un regista che ci sa fare, ha dimostrato talento dirigendo film che all'apparenza potevano sembrare banali ma che hanno dimostrato di avere spessore e coraggio. Purtroppo Oujia forse perchè una sorta di merchandasing e perchè doveva mantenere una certa struttura senza la possibilità di metterci nulla di nuovo, paga un duro prezzo che viene, come dicevo prima, salvato dall'essere un disastro totale per il colpo di scena finale.


giovedì 7 marzo 2013

X-Men-Le origini: Wolverine

Titolo: X-Men-Le origini: Wolverine
Regia: Gavin Hood
Anno: 2009
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Atteso spin-off della saga di X-Men, il film vedrà protagonista il più amato del gruppo di supereroi mutanti, James Howlett detto Logan, alias Wolverine. Nel film Wolverine andrà alla ricerca delle radici del suo potere, cercando verità e vendetta da chi lo ha reso quello che è. Il film trarrà ispirazione dallo sterminato universo Marvel, compresa la recente serie di graphic novels Weapon X firmate da Frank Miller.

All’inizio pensavo che questo capitolo che inizia la saga di Logan fosse a tutti gli effetti un’americanata tanta azione e poca coerenza con il personaggio ripreso da vari scrittori nel polverone Marvel.
In parte è così nel senso che il film è costellato di scene d’azione abbastanza esagerate anche in alcuni punti. Però ogni tanto si ferma ragionando un attimo sulla stesura di una storia affidata a David Benioff (la 25 ORA) e Skip Woods (gran tamarro ma che si sposa bene con le trovate del collega).
Jackman si è così trovato bene nei panni di Logan da voler avuto a tutti i costi questo film diventandone il principale produttore e aggiustando alcune caratteristiche del personaggio facendole sue e cercando di non variarne troppo obbiettivi e quant’altro.
Senza contare l’intamarrimento di Gambit e i doverosi errori circa Deadpool, elemento che per gli afecionados crea odio e disgusto a dispetto di amore e passione per poter finalmente vedere i propri beniamini su pellicola, diventa quindi un prodotto capace certo di intrattenere schiacciando il pedale dell’azione, eppure quando si ferma un attimo sembra stranito quasi come se non sapesse da quale parte andare.

sabato 2 febbraio 2013

Prometheus

Titolo: Prometheus
Regia: Ridley Scott
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Nell'anno 2089 due scienziati portano a compimento le ricerche di una vita scoprendo che alcuni artefatti, ritrovati in diversi punti della Terra e tutti risalenti a migliaia di anni prima, riportano la medesima immagine di creature giganti che indicano un determinato pianeta. Ricostruito quale sia il pianeta in questione e trovati i fondi da un miliardario morente, i due s’imbarcano assieme a un equipaggio misto di scienziati e piloti verso quel pianeta per andare a scoprire quel che ritengono essere l'origine della vita sulla Terra. Lì troveranno i resti di una civiltà aliena assieme a ciò che l'ha quasi estinta.

Ed eccoci qui. Come tutte le cose, alcune spesso e volentieri, aspettano solo di essere portate alla luce per essere sputtanate. Ed è il caso del tanto acclamato Scott e di un film che aveva fatto così tanto discutere e che ovviamente aveva generato così tanta attesa da poter facilmente far capire come mai l’idea (davvero geniale a mio avviso) non sia assolutamente stata sfruttata a dovere.
Il concetto di fondo – un viaggio se vogliamo filosofico alla ricerca degli ingegneri che avrebbero creato l’uomo – è interessantissimo, eticamente valido e originale e visivamente impeccabile. E’l’ultima caratteristica a essere stata pienamente sfruttata, anche se ancora una volta si evince come il 3d non sia assolutamente necessario, con gli ingegneri e la civiltà aliena davvero interessante da ammirare e per l’attenzione con cui sono state create, ma che non possono da sole e con l’aiuto di qualche buona interpretazione, riuscire a dare quel senso di riuscita del film.
Mancano gli elementi e quel vago senso di profondità e inquietudine che il film, trattando appunto una materia come questa, dovrebbe per lo meno, e per il rispetto della sua precedente impronta in questo genere, cercare di rendere al meglio.
Sembra ancora una volta l’occasione giocata con troppa fretta senza lasciarsi trainare dal soggetto in sé con una resa troppo superficiale e un vago senso di nonsense generale soprattutto quando come prequel di ALIEN deve comunque rispettare alcune regole per non creare troppo scompiglio con i successivi lavori.
Lasciare poi il reparto narrativo a Damon Lindelof di LOST significa aprire il soggetto a infinite possibilità di sequel e altro soprattutto contando che alla stessa base del famoso telefilm americano a ogni risposta si aprivano nuove strade e nuovi orizzonti.
Il film non è quindi sorprendente dal punto di visto del fascino della fantascienza ma ancora una volta di quella che è la sfida dell’essere umano di portarsi ai limiti, quindi soprattutto il terzo atto, capace di coinvolgere grazie alle immagini, alcune zone dell’ignoto grazie anche all’enorme lavoro di de saturazione della fotografia.

martedì 14 giugno 2011

X-Men-L’inizio


Titolo: X-Men-L’inizio
Regia: Mattew Vaughn
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Tratto dall'omonimo fumetto della Marvel, il film racconta della giovinezza di due amici che scoprono di avere poteri speciali, Charles Xavier e Erik Lensherr; del loro lavorare assieme, con altri mutanti, contro la più grande minaccia che il mondo abbia affrontato; del loro allontanarsi causa un dissidio che li vedrà diventare arcirivali con i nomi di Professor X e di Magneto. Il film è ambientato negli anni '60, all'alba dell'era spaziale, l'epoca di JFK. Un periodo storico all'insegna della Guerra Fredda, in cui l'intero pianeta era minacciato dalle crescenti tensioni fra Stati Uniti e Russia. L'era in cui il mondo scoprì l'esistenza dei mutanti.

Preciso non sono un amante degli X-MEN come non lo sono di Wolverine e meno che mai di Hugh Jackman.
Però bisogna dare a Cesare ciò che è di Cesare e questo capitolo sull’inizio non è affatto male.
Al di là degli effetti c.g che rasentano sempre più la perfezione, il dato interessante è dato invece dal soggetto(Singer) e dalla sceneggiatura che seppur alle volte e di una banalità sconcertante per buoni sentimenti e quant’altro riesce a vendersi bene.
Ci troviamo di fronte all’ennesimo block-buster che avrà un successo di massa e con un merchandising impressionante alle spalle e una buona promozione pubblicitaria prima dell’uscita.
Il produttore è sempre Singer ma la firma della regia è del talentuoso Vaughn che ha diretto l’anno prima il geniale KICK-ASS e aveva dato altri buoni risultati con THE PUSHER e una storiella che non diceva molto STARDUST.
Con X-MEN Vaughn ha la possibilità di avere un buon plot, un cast notevole e una troupe tecnica che riesce ad essere in sintonia con gli intenti del film.
Senza stare a dire quanto il film ingrana con la performance di Kevin Bacon è poca cosa dal momento che gli viene dato un personaggio così suo come quello di Sebastian Shaw assolutamente perfetto e crudele.
Rispetto ai precendenti Vaughn non disdegna di riprendere vecchi tasselli e incrociarli bene per avere un puzzle definitivo sull’universo dei mutanti, la pressante paura degli umani che arriveranno a decretare la minaccia da parte dui questa specie e un’amicizia che nasce e che si perde(Xavier e Magneto).
Usando bene le carte in possesso Vaughn è riuscito ad ambientare la storia negli anni ’60 regalando comunque uno stile interessante che riesce ad essere contemporaneo grazie alla fotografia e alle sofisticate tecnologie create da Hank McCoy in arte Bestia.
Il conflitto nucleare tra le grandi potenze, le responsabilità dei governi, la scissione tra i bianchi(americani?) e i neri(russi ma anche proprio Shaw) con i grigi che sono proprio i mutanti perennemente sul piatto come vittime o cernefici di una società che cerca di trarne beneficio fino a quando riesce ad esercitarne il controllo.
Ancora un buon risultato nell’universo Marvel in cui trala numerosissima filmografia finalmente ogni tanto fa capolino qualcosa di guardabile.