Titolo: Come un gatto in tangenziale
Regia: Riccardo Milani
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Giovanni lavora per una think tank che
si propone di riqualificare le periferie italiane. La sua ex moglie
Luce coltiva lavanda in Provenza, convinta di essere francese.
Giovanni e Luce hanno allevato la figlioletta tredicenne Agnese
secondo i principi dell'uguaglianza sociale, anche se vivono al caldo
nel loro privilegio. E quando Agnese rivela a Giovanni la sua cotta
per Alessio, un quattordicenne della borgata romana Bastogi
tristemente nota per il suo degrado, papà, terrorizzato, segue la
ragazzina fino alla casa dove Alessio abita insieme alla mamma Monica
e alle due zie Pamela e Sue Ellen (sì, come le protagoniste di
Dallas). Giovanni scoprirà che Monica è altrettanto atterrita
all'idea che suo figlio frequenti una ragazzina dei quartieri alti:
"Non siamo uguali", Monica avverte Alessio. "Inutile
farsi illusioni".
Milani è quel regista ormai assoldato
per la commedia all'italiana che non ha niente a che vedere con le
vecchie commedie all'italiana poichè il cinema di oggi ha perso
quella stoffa e quella voglia di prendersi sul serio come capitava
una volta. Un mestierante che gira filmetti furbetti che incassano,
con un buon tasso di ironia, dei dialoghi quasi sempre mediocri senza
mai nessun guizzo e cercando di sposare la post contemporaneità.
Tra i suoi ultimi film forse questa
commedia appare la meno sdolcinata, un film con alcuni buoni momenti,
che cerca di strizzare l'occhio alle differenze sociali e ai
quartieri dividendo poveracci e borghesi e uno scontro generazionale
tra adulti e bambini che non guasta mai come ingrediente.
Il risultato è un film di splapstick,
alcune riuscite altre meno, con la solita lezioncina morale nel
finale (Claudio Amendola mandatelo in pensione vi prego non si può
più vedere in questi ruoli dove sembra auto reciclarsi da solo) e
una coppia di attori che riesce a dare sempre ritmo anche in alcuni
momenti dove il film inciampa pesantemente.