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domenica 20 marzo 2011

Complici del silenzio

Titolo: Complici del silenzio
Regia: Stefano Incerti
Anno: 2008
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Argentina, 1978. Maurizio Gallo, giornalista sportivo italiano, viene inviato a Buenos Aires per seguire i Campionati mondiali di calcio. Accompagnato dal collega fotoreporter, Maurizio farà visita ai parenti argentini, integrati e ‘collusi' con uno dei bracci del regime di Videla, Pablo Pere, marito altero della cugina. Partito dall'Italia col cuore infranto e deciso a dimenticare il perduto amore tra una punizione e un calcio di rigore, il giornalista finisce per innamorarsi di Ana, ex moglie di un amico e membro clandestino di una formazione guerrigliera, che si oppone al regime militare. Sospettato suo malgrado di propaganda rivoluzionaria, rimane vittima della dittatura, patendo detenzione e tortura e condividendo il destino della donna amata.

Raccontare la dittatura del regime di Videla non è facile soprattutto per un regista italiano. In questo caso il film di Incerti si può dire un esperimento riuscito in parte, sicuramente cattura l’attenzione del pubblico sugli occhi di un giornalista che inconsapevolmente si ritrova a dover fronteggiare un clima di dittatura e torture molto imponente. Gallo arriva per parlare di calcio eppure in tutto il film non assistiamo a nulla che riguardi il mondiale citato, serve come spettro o come falsa pista per deviare l’attenzione della gente circa i soprusi, gli orrori e insabbiare i massacri che vengono commessi dal regime.
Lontano dai film di denuncia di Bechis, Complici del Silenzio a dal canto suo delle buone musiche, un reparto attoriale funzionalissimo. I punti deboli sono invece alcuni difetti di sceneggiatura, alle volte troppo frettolosa e in alcune parti decisamente pedante che mostra le sue incertezze sembrando quasi di assistere ad una fiction con scene d’amore leggermente pacchiane e troppa tortura per tappare buchi che andavano sicuramente arginati con più mestiere.
Sicuramente il tentativo è stato coraggioso ma è differente il risultato che invece è stato ottenuto da un film del calibro di GARAGE OLIMPO.