Titolo: Linea mortale
Regia: Joel Schumacher
Anno: 1990
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Cinque amici e studenti di medicina
dopo una lezione di anatomia sposano, anche se con qualche
tentennamento, un'idea di uno di loro. Si tratta di oltrepassare la
soglia della vita per poco più di un minuto, morendo, e ritornando
in vita da testimoni. Anche se le visioni non sono poi così
entusiasmanti si sviluppa una gara a chi resiste di più.
Linea Mortale per me è un cult come lo
era Ragazzi perduti sempre di Schumacher quando Sutherland figlio
poteva quasi vantarsi di essere il suo attore feticcio.
Un film che funzionava di brutto al
tempo perchè cercava delle risposte di fatto a dei quesiti che
rimarranno sempre delle incognite per il genere umano.
Cosa c'è oltre la morte? Se
riuscissimo a fare degli esperimenti e portare il corpo in uno stato
di trance e poi farlo ritornare in vita cosa potrebbe succedere?
Come sempre andando a varcare le
colonne d'Ercole si apriranno fantasmi nell'armadio, alcuni banalotti
e innocui mentre altri molto più pericolosi.
Quando lo vidi da adolescente come
tutti i ragazzini volevo cimentarmi anch'io in esperimenti simili,
per fortuna non lo feci.
Il film inizia con Kiefer Sutherland,
la mente del gruppo e anche il più stronzo, che guarda l'alba e
sentenzia una frase importantissima "Oggi è un bel giorno per
morire"
Il film per quanto concerne la
sceneggiatura vive per la maggior parte del tempo sulla sospensione
dell'incredulità, buono lo spunto ma poi bisogna avere gli strumenti
per andare avanti. Schumacher lascia perdere tutto e butta il film,
come è solito fare sull'atmosfera da brivido, sul thriller, sui
colpi di scena e il terrore di cosa si è andato a risvegliare per
allontanarsi dal discorso scientifico che avrebbe richiesto più
elementi.
Linea Mortale è un modesto thriller
con un'ambientazione molto tetra e tenebrosa sapendo però che
l'intento principale è l'intrattenimento allontanandosi come dicevo
da territori che sarebbero forse stati ostici per il film come
diramazioni religiose o scientifiche. Rispetto ad altri suoi film
sviluppa una crescente tensione narrativa articolandosi più sul
piano emotivo che descrittivo, lontano dalle trovate spettacolari del
sensazionalismo orrorifico anche se in alcuni momenti, come Billy
Mahoney che massacra Nelson, la suspance è alle stelle.