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martedì 2 luglio 2019

Non ci resta che il crimine


Titolo: Non ci resta che il crimine
Regia: Massimiliano Bruno
Anno: 2019
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Moreno e Sebastiano sono due sfaccendati, anzi, come li definisce l'amico Gianfranco che invece è diventato un uomo di successo, due "poracci". Ma i tre sono cresciuti insieme, e Moreno e Sebastiano da bambini bullizzavano il piccolo Gianfranco, soprannominandolo "il Ventosa". Con loro c'era anche Giuseppe, che ora fa il commercialista precario e subisce le angherie del suocero, che lo paga solo quando gli pare. Sebastiano peraltro è intrappolato in un matrimonio infelice e Moreno, pur cercando da sempre il modo di "fare i soldi con la pala", non riesce neppure a pagare gli alimenti arretrati alla ex moglie. Nel tentativo di sfuggire a Gianfranco, Moreno, Sebastiano e Giuseppe si infilano in un cunicolo spaziotemporale che li catapulta all'epoca in cui erano bambini: il giugno 1982, per la precisione.

Ultimamente nel cinema italiano le più grandi soddisfazioni stanno arrivando dalle produzioni indipendenti a parte alcune serie tv con importanti nomi alle spalle (SUBURRA, MIRACOLO)
Al di là del titolo fessacchiotto che strizza l'occhio quando invece dovrebbe chiuderlo e basta, questa evidente operazione commerciale che dovrebbe omaggiare i polizieschi e le commedie del passato, risulta una delle ignominie a livello di scrittura più brutte che mi sia capitato ultimamente di vedere. Ci sono dei buchi di sceneggiatura grandi come bruciature di sigarette
Se poi contiamo che ormai gli attori sono sempre loro, che il romanaccio è diventato l'unico gergo italico, che la Pastorelli non dovrebbe recitare e che l'ironia qui cede il passo a qualcosa di grottesco che irrita anzichè far ridere, il risultato è un evidente fallimento confezionato e colorato il meglio possibile con una locandina farlocca che cerca di attirare i gonzi un po dappertutto
Inserire troppe mani nel reparto della sceneggiatura a conti fatti non produce nulla di buono (in questo caso otto mani); Bruno dovrebbe cambiare lavoro o mettersi al soldo delle serie tv italiane più becere televisive facendo invece lavorare gente come Soavi o i Manetti o altri ancora...
Sì è voluto fare qualcosa di insolito omaggiando cose a caso con il risultato che il film è l'ennesima commedia banale e senza profondità che esaurisce tutto il suo repertorio con dialoghi che sembrano persino improvvisati. Un nulla di fatto che ho paura che in fondo sia pure piaciuto per un pubblico sempre più paralizzato e in grado di non saper fare nessunissima critica.