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lunedì 22 agosto 2011

Night Flier


Titolo Night Flier
Regia: Mark Pavia
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Un aviatore notturno semina il panico lasciando una scia di cadaveri nei piccoli aeroporti nei dintorni di Washington. Un giornalista di "Inside View" viene incaricato di seguirne le gesta e scrivere un articolo su di lui. Ben presto però si accorgerà che non si tratta di un serial killer ma di un essere che sembra essere uscito dagli inferi.

Ricordo di aver visto il volatore notturno quando uscì al cinema quindici anni fa e forse era stato uno di quei momenti in cui capii subito che l’horror mi trasmetteva delle sensazioni e delle paure di cui non potevo fare a meno. Tralasciando i ricordi, menziono questo tra i film più riusciti delle trasposizioni dei libri dell’immenso King. Il perché si potrebbe semplicemente tradurre con l’atmosfera molto dark e cupa, notturna e piovosa che trasmetteva una suspance che potevi tranquillamente affettare con un coltello e degli attori che ci credevano ingaggiando una sfida tra giornalisti inquietante quanto morbosa, mostrando come alcuni di loro siano assolutamente senza scrupoli e quindi sviluppando una critica feroce verso un certo tipo di giornalismo spietato.
Un film che partiva come una sorta di thriller-giallo per poi svilupparsi, certo con i suoi tempi, verso l’horror con alcune pregevoli scene macabre.
L’idea poi di scomodare un signor vampiro brutto e deforme capace come Proteo di cambiare aspetto potrebbe fare storcere il naso a parecchi amanti di questa leggendaria figura che da sempre ha appassionato letteratura e cinema ma in questo caso è caratterizzato in maniera alquanto atipica,diventando  l’elemento mancante che chiude un puzzle di inaspettata bellezza.
Pochi dialoghi, fotografia cupa, un vampiro anomalo per i comportamenti che siamo abituati a vedere da parte di registi più estrosi e Miguel Ferrer che con quella sua faccia da cazzo riesce a rendere verosimile il suo giornalista che per mettere mano su una notizia calda non disdegna di scendere nell’inferno che in questo caso è una continua lista di morti che non resuscitano per diventare altri succhiasangue.
Un film su cui andrebbe spezzata una lancia a favore soprattutto scandagliando le derive psicologiche su cui il film ruota e su cui alla fine si arriva ad un passo dalla sintesi perfetta della follia umana.
Per essere stato il ’97 il film è passato in sordina e quasi nessuno al tempo se l’era lontanamente inculato a parte la classica sfilza di fan e appassionati del genere.