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mercoledì 19 febbraio 2014

Assault on Wall Street

Titolo: Assault on Wall Street
Regia: Uwe Boll
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Milioni di persone hanno perso ogni cosa - lavoro, case, risparmi di una vita - a causa della crisi finanziaria. Il piano di salvataggio messo a punto dai governi si è rivelato un boomerang e ha avuto un terribile impatto sui sistemi economici. Jim, un newyorchese qualsiasi e guardia di sicurezza di un camion blindato, non ha più niente da perdere quando, in seguito alla distruzione della sua famiglia e del suo futuro, decide di prendere la situazione in mano e combattere letteralmente contro chi lo ha ridotto al tracollo consigliandogli un investimento disastroso.

E'vero che Uwe Boll è un regista completamente fuori di senno. Cambia continuamente registri cinematografici, passando dall'amatoriale, sperimentando il trash in ogni sua forma, finendo spesso per girare delle minchiatone commerciali esagerate per cui tutti lo prenderanno in giro.
Ma in fondo lui se ne frega e qualcosa di buono dal cappello è riuscito a tirarlo fuori.
E'il caso di questo suo ultimo film, ma non il solo, in cui fondamentalmente, dal momento che la parola politicamente corretto fa finta di non conoscerla e fa molto bene, crea una sua parabola anarchica in cui una guarda giurata, dopo essersela presa in quel posto da tutti i pezzi grossi della società, decide di farsi giustizia da solo, sterminando tutti senza farsi scrupoli. Standing ovation per aver scelto un cittadino qualsiasi e anche una guardia giurata, come a sottolineare come anche gli agenti e i poliziotti fanno parte della classe proletaria.
Ora senza stare a dire quanto l'esagerazione e alcuni momenti decisamente improbabili e forzature siano come mattoni che Boll usa per costruire la struttura del film, forse la critica di fatto più ovvia, è quella di inneggiare alla violenza e alla strage come se questa fosse davvero l'ultima speranza per il 99% contro l%.
Se da un lato il tema della vendetta è un archetipo endemico della società americana, dall'altro è anche vero che in una situazione disperata come quella che capita a Jim, nome ancora una volta molto comune come a identificare la spersonalizzazione all'interno del sistema, è proprio l'alienazione l'apostrofo che gli farà partire l'embolo per la sua vendetta.