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lunedì 23 giugno 2014

Energized

Titolo: Energized
Regia: Hubert Canaval
Anno: 2014
Paese: Austria
Festival: Cinemambiente
Giudizio: 4/5

Pur essendo eccessivamente didascalico, il documentario del regista austriaco già all'attivo con altri lavori interessanti, si interroga sullo stato della produzione di energia sul nostro pianeta, ma soprattutto sul suo incerto futuro e le tecniche di estrazione petrolifera in punti pericolosi che alterano gli equilibri geo-terrestri.
Un documentario breve ma coinciso che sfata il mito delle rinnovabili e ci porta a scoprire nuove possibilità per l'autosufficienza energetica, come si evince dallo schema corale con cui è impostato il documentario e i suoi protagonisti sparsi in diverse aree del mondo.
Tutto sembra riassunto in una breve log-line che con l'ironia drammatica è emblematico nella sua emergenza“Per quanto ancora volete continuare a trivellare la terra volgendo le spalle al sole?”
Il nostro bisogno di energia aumenta costantemente, e le vie alternative a petrolio, nucleare e centrali elettriche non sembrano interessare le grosse multinazionali, potenti e sempre più in grado di cambiare accordi e fare causa direttamente ai paesi che non permettono loro un facile arricchimento.
Dal capitolo dedicato all'inquinamento delle falde acquifere in Canada, al piano dell'Europa che sta pensando di spendere fior fior di quattrini per costruire un gigantesco network di centrali elettriche, piuttosto che investire sul fotovoltaico fino ai disastri nucleari che l'uomo non ha ancora imparato ad evitare, a prescindere da quel che sostengono le grandi industrie che vanno a braccetto con i politici.
Possiamo far fronte, dunque, al nostro fabbisogno energetico senza minare la sopravvivenza stessa del Pianeta e la nostra? La risposta che ci arriva violenta, come uno schiaffo morale in pieno volto, è sì. Punto.
Sono solo scelte politiche.
Scelte che non verranno prese e investimenti che non verranno fatti fino a quando si sceglierà di tutelare maggiormente l'interesse economico delle grandi industrie mondiali.
Ma i risultati Canaval mostra che ci sono basta solo crederci come dall’ospedale austriaco che diventa autosufficiente utilizzando energia solare, all’ingegnere africano che torna in patria per portare nel suo paese un nuovo modo di distribuire l’energia elettrica, fino a quei “ribelli” in tutto il mondo che con le loro proteste cercano di sensibilizzare i loro vicini sui vantaggi dell’energia alternativa o di fare chiarezza sull’attività dei grandi produttori.

L'unica critica già avanzata da qualcuno oltre il punto che sia troppo didascalico e quindi troppi numeri e cifre da tenere a mente in troppo poco tempo, la pellicola però proprio in conseguenza del punto precedente, manca di una base di dati statistici oggettivi che aiuterebbe lo spettatore a capire meglio l’entità dei problemi di cui si fa portavoce, perdendo così in efficacia documentale ed esponendosi più facilmente a critiche da coloro che non hanno ancora preso una posizione definita riguardo le energie rinnovabili.