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venerdì 26 aprile 2024

Morto Nao Fala


Titolo: Morto Nao Fala
Regia: Dennison Ramalho
Anno: 2018
Paese: Brasile
Giudizio: 4/5

Stênio lavora in obitorio e parla con i cadaveri. Uno di questi gli rivela segreti che innescano una spirale di violenza: per vendicarsi di un tradimento, Stênio incrocia i passi di una gang criminale.
 
Finalmente dopo averlo cercato insistentemente per ormai sei anni, quando pensavo ormai di doverci rinunciare, sono riuscito a mettere le mani su questo film che ancora una volta è la dimostrazione di come il cinema brasiliano sia più vivo che mai, con una forza narrativa e carica dirompente di voler comunicare temi di ogni genere, riuscendo a creare una sua filmografia di genere di grandissimo impatto narrativo e di messa in scena.
Ghost story, grottesco, gore, thriller, dramma sociale e personale dimostrano ancora una volta quanto il soprannaturale e le tematiche folkloristiche siano nel dna di questo paese e delle sue forme per raccontarsi e mostrare uno spaccato di degrado umano e di alcune favelas sempre più abbandonate a loro stesse e alla lotta tra clan. I cadaveri rianimati dalle parole di Stenio riescono sempre grazie all'uso tra mascheroni e digitale a brutalizzare e rendere dei veri e propri mostri alcune anime che chiedono solo perdono quando invece si troveranno a cercarsi giustizia da sè.
La discesa all'inferno finale e la scelta di Stenio per salvare i pochi cari che gli rimangono è qualcosa di davvero toccante sapendo bene che non potrà mai esistere un happy ending.

martedì 12 dicembre 2023

Await further instruction


Titolo: Await further instruction
Regia: Johnny Kevorkian
Anno: 2018
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

La famiglia Milgram è intenta a celebrare il Natale quando si accorge di una misteriosa sostanza nera che ha circondato la loro casa. Qualcosa di terribile sta per accadere, ma cosa? Un disastro ambientale, un attacco terroristico, una guerra nucleare? In mezzo a discussioni sempre più infervorate viene accesa la tv, alla disperata ricerca di informazioni. Ma sullo schermo c'è solo una scritta che lampeggia sinistramente: "Restate in casa in attesa di ulteriori informazioni". Mentre i messaggi televisivi diventano sempre più minacciosi, paranoia e tensione si accumulano.
 
Gli inglesi stanno sempre in prima linea con i francesi in Europa quando si parla di horror. In questo caso tanta fantascienza, un home invasion, paura di attentati terroristici, famiglia disfunzionale, la ragazza indiana in una famiglia conservatrice e tanti altri aspetti. Kevorkian con un budget misurato blinda subito la famiglia dentro casa con una trovata funzionale quanto assurda e da lì in poi lascia che sia il terzo occhio della televisione a dare le regole che via via diventeranno sempre più atroci e sofferenti e dove la polemica non risparmia nulla persino il vaccino.
Seppur vero che il finale diventa tanto esagerato quanto una strizzatina d'occhio a tanti b-movie e alcuni dialoghi sembrano portati al paradosso del non-sense, il film riesce a reggere e mantenere una sua coerenza nell'assurdo a cui va a impattare e il nonno che chiama il figlio "umidiccio" senza smetterla mai di umiliarlo o quando dovranno lavarsi con la candeggina creano un siparietto che andrà piano piano ad esplodere

First Man-Il primo uomo


Titolo: First Man-Il primo uomo
Regia: Damien Chazelle
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Neil Armstrong, ingegnere aereonautico e aviatore americano, conduce una vita bucolica e ritirata con la famiglia a cui ha 'promesso' la luna. La morte prematura della sua bambina lo spinge a partecipare al programma Gemini, il secondo programma di volo umano intrapreso dagli Stati Uniti il cui scopo era sviluppare le tecniche necessarie ad affrontare viaggi spaziali avanzati e successivamente impiegati nella missione Apollo. Selezionato e assoldato come comandante della missione Gemini 8, Neil è il primo civile a volare nello spazio ma sulla Terra le ripercussioni sono fatali. Tra incidenti tecnici e lutti in decollo e in atterraggio, tra la guerra in Vietnam e le tensioni sociali del '68, tra due figli da crescere e una moglie da ritrovare, Armstrong bucherà il silenzio del cosmo prendendosi la Luna.
 
Più che raccontare l'allunaggio il film è la biografia di un uomo e le sue fragilità e intimità.
Un film che parla di come prendersi le proprie responsabilità, di dover rispondere ai propri figli e dirgli la verità guardandogli negli occhi. E' un film di fatica e sacrificio di un uomo che scommette sui propri mezzi e cerca di andare oltre i suoi limiti. Una storia di umanità e di grande delicatezza descritta da quel Chazelle che con WHIPLASH aveva descritto un altro micro mondo fatto di emozioni e sentimenti nel campo della musica. Armstrong è una personalità taciturna, introversa ed estremamente riservata, che nutre grandi ambizioni nel suo lavoro, non mancando però di impegnarsi ad essere il miglior marito e padre possibile. La sua vita famigliare, sfortunatamente, viene colpita dalla prematura morte della figlia, afflitta da un male incurabile. È questa una ferita che rimane particolarmente profonda nell’animo di Neil, che nel tentativo di difendersi smette di parlare della bambina con chiunque e allora diventa disposto a tutto per cercare di colmare questo vuoto e la sfida che gli si presenta è senza ombra di dubbio la migliore che si possa avere.

domenica 26 novembre 2023

Dachra


Titolo: Dachra
Regia: Abdelhamid Bouchnak
Anno: 2018
Paese: Tunisia
Giudizio: 4/5

Yassmine, studentessa di giornalismo, cerca insieme agli amici Walid e Bilel di venire a capo di un misterioso crimine accaduto più di 25 anni prima, quando una donna fu ritrovata mutilata e quasi morta in mezzo al nulla. Le loro ricerche li porteranno nel cuore della foresta, fino ad un piccolo villaggio isolato di nome Dachra. Sentendosi intrappolati, proveranno a sfuggire all'orrore.
 
Oltre ad essere il primo horror tunisino, Dachra è davvero una bella sorpresa. Folk horror per certi aspetti, la vicenda nasce da un preambolo decisamente interessante per poi ampliare il suo specchio di vedute e mostrare una vicenda che si apre creando risvolti inquietanti e riuscendo a diramare nel suo arco narrativo diverse questioni legate alle credenze popolari, alle leggende, alla stregoneria e al ruolo della donna in alcune realtà rurali. E' un film disturbante quanto visivamente molto ben tratteggiato e pieno di contenuti e scene per alcuni aspetti inaspettate e di inusitata violenza.
Un gioiello nel cinema di genere che si allarga mostrando come ai tempi della Primavera Araba c'era chi come Bouchnak pronto a indagare e testimoniare come all'interno di un bosco impervio vivano delle vere e proprie comunità in villaggi misteriosi legate a tradizioni antiche, facendo sopravvivere creature all'interno di stanze gelide, dandogli in pasto bambini e cibandosi solo di carne.

domenica 19 novembre 2023

Vizio della speranza


Titolo: Vizio della speranza
Regia: Edoardo de Angelis
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Maria ha un cane e una vita dannata. Ripescata in mare come un rifiuto, è cresciuta marcata da un abuso sessuale che le ha scalfito il volto e privato il ventre della capacità di generare. Figlia di una madre alienata e braccio destro di una pappona tossicomane, Maria traghetta povere anime sul Volturno, prostitute nigeriane che affittano l'utero per sopravvivere e ingrassare la loro miserabile padrona. Un giorno la fuga di Fatima, che vuole tenere per sé il suo bambino, e la scoperta di una gravidanza inattesa, scuotono Maria dal profondo. Incinta e in fuga, dopo aver ritrovato e liberato Fatima, Maria prende coscienza di un bivio e sceglie il mare, la vita.
 
Di certo l'acume che contraddistingue De Angelis è quello di scegliere storie drammatiche e vicende poco conosciute come capitava per Indivisibili e come ha da poco svolto con Comandante.
Storie che raccontano degli ultimi, di quelle situazioni che sembrano passare inosservate ma che dietro nascondono traumi senza parole, persone sporche e cattive e destini che sembrano incrociati così come il legarsi alle persone più crudeli e tetre di questa vicenda.
Traffico di esseri umani. Di uteri per precisare. Un tema attuale forse troppo romanzato e reso in alcuni aspetti davvero poco credibile ma denuncia una pratica e un'altra di quelle situazioni crepuscolari italiane di cui c'è poco di cui andare fieri. Una desamina che sancisce una presa di posizione, un western metropolitano e moderno, una lotta contro se stessi e contro gli stessi abusatori che nonostante Maria sia cresciuta continuano a sfruttarla a dovere per i loro traffici.

mercoledì 18 ottobre 2023

Nun


Titolo: Nun
Regia: Corin Hardy
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Abbazia di St. Carta, Romania, 1952. Una giovane suora, dopo essere stata a contatto con qualcosa di misterioso e terribile, si impicca chiedendo perdono al Signore. Città del Vaticano: l'esperto padre Burke è incaricato da alti prelati di investigare su quanto accaduto in Romania perché le cose non sono chiare e si sospetta che ci sia sotto qualcosa di sinistro. Dato che si tratta di un convento di clausura, il suo accesso avrà dei limiti e l'indagine sarà complessa. Perciò ad accompagnarlo c'è sorella Irene, una giovane novizia che, in un convento inglese, deve ancora prendere i voti. Irene è perplessa, non capisce perché è stata scelta, ma Burke la convince che se il Vaticano l'ha scelta è stato a ragion veduta.
 
James Wan ha aperto un vaso di Pandora con ben tre saghe accomunate. Perchè Nun è il terzo spin-off della saga principale di Conjuring-L'evocazione(2013), che dopo i primi due film di ANNABELLE lanciandosi nelle origini del demone Valak, antagonista di Conjuring 2-Caso Enfield(2016) e di cui poco dopo l’uscita al cinema, si vociferava di un possibile spin-off sulla figura di questo demone.
The Nun fa parte di quel filone di horror commerciali destinati a non fare paura ma richiamare più teenager possibili nelle sale. Anche perchè basti pensare che tutti gli horror davvero d'effetto non stanno più uscendo al cinema.
Però a differenza dei lunghi filoni con varie sotto trame di appartenenza, qui la storia è abbastanza curiosa, ci porta in un convento, in un posto isolato, mette assieme tre personaggi molto diversi, soprattutto il pastore. La tensione in questo film non manca di certo, i jump scare fanno il loro ma senza esagerare come ci si poteva aspettare e gran parte dell'atmosfera è proprio interna al monastero dove cominciano a capitare eventi soprannaturali e le suore che vi dimorano sembrano più tetre dello stesso Valak.
Un mistero da risolvere, alla fine The Nun si foraggia di creare una propria mitologia demoniaca forte intersecandola in parte con gli altri capitoli delle saghe puntando sugli esorcismi, la magia e molto altro ancora.

Baki-Season 1


Titolo: Baki-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2018
Paese: Giappone
Stagione: 1
Episodi: 13
Giudizio: 3/5

I più pericolosi criminali del pianeta, imbattuti guerrieri dalla forza sovrumana, decidono di scoprire il significato della sconfitta e raggiungono il Giappone per affrontare l’uomo più forte del mondo. Altri non è che Baki, un ragazzino di appena quattordici anni, cresciuto e allevato dal padre alla lotta.

Baki è senza dubbio per chi come me non fosse a conoscenza del manga, una serie di puro intrattenimento e divertissement dove conosciamo una galleria di personaggi impressionanti, dei veri e propri freak muscolosi, ognuno facente parte di una diversa arte marziale e dei veri e propri assassini, molti dei quali caratterizzati anche abbastanza bene dove spesso e volentieri a non essere il protagonista è proprio lo stesso Baki in mini trame dove i suoi nemici si affrontano spesso tra di loro. E’una di quelle serie che come per Record of Ragnarok-Season 1 non disdegna momenti e scene molto forti, una violenza senza eguali (qui spinta maggiormente) con un ritmo decisamente incalzante senza troppe dilungaggini legati come spesso accade nelle serie e negli anime giapponesi o gli Oav quando i personaggi si perdono in noiose riflessioni.
Baki è un’anime in cui tutti si menano di brutto, dove l’obbiettivo finale è la supremazia.
Ignoranza eroica e ordinaria potremmo dire in pieno stile nipponico.
Se non fosse che spesso nelle botte da orbi, nelle articolazioni che si spappolano, nei corpi che sembrano esplodere, negli arti mozzati e tutto il resto quello che sembra mancare è proprio il dolore come se non esistesse.

Baki-Season 2


Titolo: Baki-Season 2
Regia: AA, VV
Anno: 2018
Paese: Giappone
Stagione: 2
Episodi: 13
Giudizio: 3/5

Il cacciatore di taglie Biscuit Oliver, anche lui un detenuto, viene mandato a Tokyo per recuperare gli evasi ed evitare che provochino ancora più caos.

La seconda stagione è sicuramente meno appagante e appassionante rispetto alla prima mentre invece vedremo finalmente nella terza quello che più ci aggrada di queste serie ovvero il torneo. Purtroppo la mole e la caratterizzazione di Oliver non è sempre all’altezza, Baki sembra più alla scoperta del sesso conoscendo poi quei piaceri che lo distolgono solo parzialmente dalla sete di sangue nei confronti dei suoi nemici. Sicuramente Doyle è un personaggio che viene sviluppato bene, uno dei migliori nella sua crudeltà addirittura dopo aver perso tutto e aver avuto salva la vita da un suo nemico. Riesce a dare fuoco al dojo uccidendo e provocando diverse ustioni ai suoi nemici i quali per assurdo finiscono addirittura per perdonarlo. Come spesso capita gli anziani non sono da prendere alla leggera soprattutto il capo del dojo di judo Sonoda che come Shibukawa nella stagione successiva ricoprirà un ruolo importante.



venerdì 11 agosto 2023

Funeralopolis-A Suburban Portrait


Titolo: Funeralopolis-A Suburban Portrait
Regia: Alessandro Redaelli
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Vash e Felce (il secondo trentenne, l'altro più giovane) fanno musica insieme, consumano droghe (eroina compresa) e condividono tutto. Sono cresciuti a Bresso e si sono incontrati grazie al rap e all'esoterismo. La telecamera li segue ovunque senza remore né censure.

Alessandro Redaelli in un'intervista ha dichiarato: "Volevo fare un lungometraggio, e mi dicevo: sono povero e non ho nessuno che mi possa appoggiare, cosa faccio? Un documentario d'osservazione era l'unica opzione". Non sempre questo punto di partenza conduce a risultati apprezzabili. Anzi, spesso accade il contrario. E invece grazie alla liberatoria del gruppo di ragazzi che ha deciso di farsi filmare accettando di portare Redaelli ovunque con loro forse senza sapere a cosa potessero andare incontro è un elemento non così atipico nel cinema ma sempre interessante per gli sbocchi e le testimonianze che può esprimere. E' un film duro, uno spaccato sulle droghe intenso che non censura nulla e mostra tutto da chi si buca nelle vene del collo rimanendo fermo con un ago a guardare la telecamera a abusi di droga di tutti i tipi. Vash e Felce sono due bonci non così poveri ma accomunati da una spregiudicatezza e un desiderio di sperimentare e non lesinare proprio nulla. Alcuni passaggi riescono ad essere veramente catartici come il festino a casa dell'amico dove conosciamo alcuni elementi davvero impressionanti. Il finale nel bosco di Felce, il rapporto coi rave e con i familiari per Vash e poi un b/n che riesce a rendere ancora più impressionanti e d'effetto le scene e le inquadrature. Dialoghi improvvisati, scene tante buone alla prima (altrimenti ci sarebbero stati decine di buchi in più da farsi) e una filosofia nichilista e auto distruttiva che continua a far riflettere

martedì 18 aprile 2023

Involution


Titolo: Involution
Regia: Pavel Khvaleev
Anno: 2018
Paese: Russia
Giudizio: 2/5

In un futuro vicino, Hamming è un giovane psichiatra a distanza, che segue i propri pazienti con disinteresse per affidarsi piuttosto al potere dei farmaci che somministra. L’umore cupo del ragazzo è segnato dal vuoto lasciato da Liv, la sua amata, che lo abbandona per tornare da sua madre. Ma un paziente di Hamming è stufo di essere trattato con approssimazione, così interrompe la cura farmacologica e si convince di trovare lo psichiatra per ucciderlo. Intanto una piaga colpisce l’intera razza umana, che sembra ormai destinata all’involuzione biologica della specie.
 
L'involuzione è in corso e la massa cerebrale dell’uomo si restringe sempre di più, eliminandone la parte razionale. Gli istinti primordiali si fanno sempre più forti e l’aggressività aumenta. Ma la vera involuzione sembra forse solo quella di Khvaleev ed è un peccato perchè in parte non ho nemmeno disprezzato come quasi tutti questo scifi che in mano russa cerca come sempre di rendersi più complesso, pretenzioso e stratificato del solito. Il che di per sè non guasterebbe nemmeno se non fosse per una messa in scena incerta e alcuni dialoghi soporiferi. Personaggi stereotipati e quando non si sà come rendere interessante una dinamica la si riempie di significati superflui e gratuiti come nel caso della madre di Liv e del suo giovane compagno con cui compiono ogni sorta di gioco erotico per sfuggire alla routine in una villa high tech borghese. Una coppia di nemici alla rincorsa di Hamming semplicemente ridicoli dove non ci capisce come mai sappiano sempre dove trovare il loro obbiettivo per non parlare delle scene oniriche che seguono il viaggio in una realtà parallela ma sfuggevole di Hamming.

sabato 28 gennaio 2023

A Bluebird in my heart


Titolo: A Bluebird in my heart
Regia: Jérémie Guez
Anno: 2018
Paese: Belgio
Giudizio: 3/5

Danny è un carcerato che ottiene di scontare gli arresti domiciliari, con tanto di cavigliera elettronica, in un motel. Convince la proprietaria Laurence che sono necessari alcuni lavori, per lo più idraulici, e si offre di farli in cambio dell'alloggio gratuito. Inoltre si trova presto un altro lavoro, presso un ristorante cinese, gestito però da una donna vagamente mediorientale, Nadia, che lo prende come lavapiatti in una cucina dove la lavastoviglie è guasta.
 
Il polar di Guez è un film che vorrebbe essere una critica sociale sul reinserimento di un detenuto e allo stesso tempo promuoverlo come anti eroe in difesa dei più deboli. In parte un revenge movie, il film pur sfruttando i classici clichè riesce se non altro a non essere mai scontato, le scene in cui Danny aggiusta la lavastoviglie o lavora come lavapiatti sono tra le migliori assieme ad alcuni dialoghi con Clara come ad esempio quando la raccoglie dopo lo stupro a dispetto di quando invece Danny arrivi a usare la forza o la violenza. Refn e Besson i più citati per un film in fondo onesto che racconta la sua storia mettendo già in evidenza come la redenzione del protagonista sia una scommessa disperata.

lunedì 2 gennaio 2023

Luz


Titolo: Luz
Regia: Tilman Singer
Anno: 2018
Paese: Germania
Giudizio: 4/5
Un incubo a occhi aperti governato da un'entità sovrannaturale. Un viaggio a ritroso costellato da personaggi dall'identità fluida e imprevedibile in continuo divenire, volto a farci scoprire chi sia e cosa abbia fatto la tassista Luz prima di essere esaminata da uno psicologo alla presenza della polizia nel corso di una notte di tragedia.
 
Luz è un film sperimentale d'autore. Qualcosa di particolarmente originale non esente da difetti e problemucci ma che riesce ad imporsi attraverso una messa in scena memorabile con 16mm, quasi un'unica location, la centrale di polizia come l'interno del bar e l'interno della macchina, una fotografia molto sgranata e dei colori accesi che offrono quel tocco di vintage coadiuvato da una recitazione teatrale e l’elettronica carpenteriana di Simon Waskow.
Tilman Singer al suo esordio semplicemente fa ciò che gli pare disattendendo ogni minima domanda e aspettativa del pubblico, giocando di suggestioni, intersecando piani temporali e disattendendo ogni ricostruzione cronologica. Un limbo magico dove ognuno sembra impossessato da qualcosa nella ricerca attraverso una terapia regressiva di una ricostruzione impossibile tentando con manovre e scelte più che mai discutibili qualcosa che non sembra alla portata di nessuno di loro. L'autore sembra sviluppare una domanda a cui non concede tutte le risposte inserendole in un quadro e in un contesto ancora più complesso e minimale come frutto di commistione tra sostanze psicotrope, inconscio e dinamica del contagio

martedì 20 dicembre 2022

Mandao of the dead


Titolo: Mandao of the dead
Regia: Scott Dunn
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Jay Mandao e suo nipote adulto Jackson usano la proiezione astrale per invertire la morte di un fantasma ad Halloween.
 
Mandao of the dead è un film che definirlo low budget è già un parolone. Un film che si vede che gode dell'affiatamento di un manipolo di amici, di quando si mette la casa come location, di come quei pochi effetti speciali vengano dosati con una cura maniacale e dove si cerca di dare spessore alla trama con la proiezione astrale senza perdere un'ironia di base e il sense of humor di non prendersi troppo sul serio.
Dunn gira e interpreta e sembra sin dall'inizio quel cazzone tipico dell'americano medio che non ha un lavoro, che è stato lasciato dalla ragazza a cui tenta pateticamente di riavvicinarsi, ad un amico che lo fa dormire in una tenda dentro il suo salotto e a tutta una sequela di scene che servono solo a prendere minuti per poi arrivare al succo del film. Mandao cerca the meaning of life nell'importanza di una scatola di cereali, di come una ragazza bevendo sangue umano e sacrificando ingenui compagni possa ambire a diventare vampiro, del percepirsi dal di fuori durante un viaggio astrale e su come sia pericoloso giocare con quest'ultimo elemento soprattutto quando come nel finale si rischia di generare una rottura che dovrà provare ad essere rimarginata per non rischiare di imbattersi in effetti perversi e conseguenze inattese.

sabato 18 giugno 2022

Leprechaun 8


Titolo: Leprechaun 8
Regia: Steven Konstanski
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Le ragazze della sorellanza Alpha Upsilon decidono di diventare rispettose dell'ambiente e usano un vecchio pozzo per l'approvvigionamento dell'acqua. Così facendo risvegliano involontariamente un mostro dalle dimensioni ridotte, il letale Leprechaun. Desiderio di questi è di mettere le mani su una pentola d'oro sepolta vicino alla sede delle ragazze ed è disposto a tutto per riuscirci.
 
Nel corso degli anni penso di essermene persi diversi o forse quasi tutti i capitoli di questa saga. Leprechaun nel fauno dei mostri non è proprio uno dei primi della fila. Tra i nanerottoli come lui figurano meglio Chucky, Gremlins, Critters e altri mostri piccoli e deliziosi. Eppure il nano irlandese che cerca oro per dare longevità ai suoi poteri ha un suo fascino che di per sè in questo scialbo b movie straight to video trova almeno qualche scena a dir poco decente ma non esilarante.
Perchè il Leprechaun nasce dalle viscere del corpo umano, grazie all'oro e agli omicidi accresce i suoi poteri e tutto ciò che vuole fare e divertirsi uccidendo. Trova non a caso la solita combriccola di studenti che promuovono l'impatto zero cercando rimedi per mettere su una factory senza inquinare e danneggiare il terreno. Praticamente sono tutti carne da macello e anche provandoci l'empatia proprio non arriva per nessuno di loro nemmeno per la protagonista che guarda a caso è la figlia di colei che ha combattuto il nano malvagio per tutta la vita fino a diventare matta.
E' proprio vero che il male non muore mai e così dopo 25 anni ci ritroviamo a riprendere saghe infinite con l'intento di dare forza e spinta ai classici mostri. Il risultato però è tutt'altro che riuscito.


giovedì 12 maggio 2022

Cobra Kay-Season 1


Titolo: Cobra Kay-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2018
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 3/5

Sono passati più di trent’anni dall’incontro in cui Daniel-san ha sconfitto Johnny Lawrence con il calcio della gru. La vita gli ha sorriso, ora è un uomo d’affari e di successo, borioso e orgoglioso, ricordato come una leggenda del karate locale.
Johnny, invece, è un uomo fallito, triste e taciturno e il suo aspetto trasandato è in contrasto con quel personaggio curato e agiato che abbiamo visto nel film. Per smettere di essere l’ombra di quello che era, Lawrence fa risorgere ciò che una volta lo rendeva un campione: il Cobra Kai. Riapre così la sua vecchia scuola non solo per dare un senso alla sua esistenza ma per aiutare i ragazzi vittime della prepotenza dei bulli.

La prima stagione di Cobra Kay oltre ad essere un prodotto nostalgico riesce a configurarsi come una serie al passo coi tempi mostrando una galleria di giovani promesse del karate impartendo per ognuno una scommessa personale giocando su tanti stereotipi ma soprattutto i problemi reali legati all'adolescenza come la consapevolezza del tempo in cui viviamo, il bullismo, i social, le app per marcare il territorio, il cyberbullismo, gli abusi scolastici, l'identità culturale, il ruolo dei nerd e come vengono visti dai propri coetanei. In tutto questo la vera sfida è naturalmente la loro quella di
Daniel e Johnny, uno che c'è l'ha fatta e l'altro no, ancora memori di quel combattimento che valse le future promesse e la voglia di riscattarsi.
È la storia di due uomini che affrontano i demoni del passato e le frustrazioni della vita attraverso l’unica cosa che conoscono a fondo: il Karate. E facendolo si mettono in gioco crescendo i figli altrui, mettendo da parte a volte i veri valori delle arti marziali, concedendosi troppo e diventando leader con grossi effetti collaterali per i ragazzi che molto più giovani di loro seguiranno la loro strada entrando in dinamiche che concederanno poco e vivranno spesso di conflitti, torti e vendette.

venerdì 4 febbraio 2022

Blood Paradise


Titolo: Blood Paradise
Regia: Patrick von Barkenberg
Anno: 2018
Paese: Svezia
Giudizio: 4/5

In difficoltà dopo il flop del suo ultimo romanzo, la scrittrice di best-seller di genere crime Robin Richards viene inviata dal suo editore nella campagna svedese per ritrovare l’ispirazione. Lì, da sola, incontra un assortimento di personaggi peculiari, tra cui il suo autista e il suo fan più ossessivo, la moglie incredibilmente gelosa e l’uomo progressivamente più sconvolto che possiede la fattoria di cui è ospite. Totalmente fuori posto nel suo nuovo ambiente – ad esempio, è sempre vestita per la vita glamour della grande città – Robin scopre quanto pericolosi possano essere questi strani tizi.
 
Blood Paradise fin dalla scena iniziale propone un certo tipo di cinema indipendente coraggioso e pieno di idee con una protagonista esageratamente attraente e tutti i topoi di genere che lo rimandano ad un thriller, una dramedy con tinte grottesche, attimi di non sense, personaggi assurdi che sembrano usciti da un Polanski allucinato con il suo CHE?.
Blood Paradise è fresco e vitale come i luoghi che assapora, le campagne immerse nella natura in una Svezia quanto mai insolita con paesaggi magnifici popolati da bifolchi e perversi di ogni natura.
Un film che rincorre una certa idea di cinema di genere, dove i cambi repentini sono una scelta che Barkenberg segue pedestremente come il cambio di vita tra la grande città e la campagna, il lusso e la vita quotidiana contadina. Tutto questo porta la razionalità di Robin a esplodere mano a mano che i personaggi attorno a lei sembrino volerla possedere a tutti i costi.
Ironico, con scene e sequenze indimenticabili, con alcuni grossi passi falsi nel terzo atto dove viene aggiunto tanto, troppo, soprattutto con delle scene "torture" che a conti fatti non hanno molto senso e non danno polso aggiungendo poco e male alla storia.
Un film misteriosamente sconosciuto che spero venga, come molti suoi simili, distribuito il prima possibile.

domenica 23 gennaio 2022

Thunder Road


Titolo: Thunder Road
Regia: Jim Cummings
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Jim Arnaud è un poliziotto texano alla deriva. Dopo la morte della madre, e un'orazione funebre che moltiplica le gaffe e inciampa sulle parole di Bruce Springsteen, prova a condurre una vita personale e professionale esemplare. Ma la vita non gli risparmia niente. Il suo divorzio va per le lunghe, il dialogo con la figlia, che vede troppo poco, langue, la sua relazione coi superiori è complicata. Per quanto si sforzi non riesce a canalizzare le emozioni: perde i colpi, fa sempre la cosa sbagliata, finisce (letteralmente) in mutande.
 
Prima di arrivare alla summa del suo cinema con Beta test Jim Cummings ci regala questa interessante dramedy con un antieroe in cerca di redenzione come protagonista. Un'opera sulla genitorialità, sulla fragilità umana, sottolineando l'importanza di affrontare la quotidianità in tutte le sue sfaccettature. Un film esemplare nel suo mettersi a nudo anzi in mutande in tutti i sensi.
E poi da dov'è uscito Cummings? regista, protagonista, sceneggiatore, compositore e montatore. Un megalomane in senso buono. Praticamente fa tutto lui e recita in maniera impressionante per quanto riesca ad essere empatico e rubare la scena ad ogni altro attore. Come per il film successivo si mette tutta l'opera sulle spalle regalando momenti di grande cinema con tutti i suoi risvolti disperati e dimostrando di saper mettere in luce tutti i paradossi americani, rivoltando il politicamente corretto e facendo un'analisi umana e della società come non si vedeva da anni. Un'opera coraggiosa e magnifica senza nessun filtro ma anzi sprofondando sempre di più nella miseria umana ribaltando i crismi del cinema indie.


mercoledì 15 dicembre 2021

Monstrum (2018)


Titolo: Monstrum (2018)
Regia: Huh jong-ho
Anno: 2018
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 2/5

Uno strano oggetto misterioso appare improvvisamente a Joseon. A causa di questo strano oggetto, si diffonde un'epidemia che minaccia la vita delle persone. Yoon Gyeom, Sung Han, la figlia di Yoon Gyeom Myung e Heo uniscono le forze per annientare l'epidemia.

“Questo film è basato su eventi storici registrati negli Annali della Dinastia Joseon”
Monstrum è un super blockbuster coreano storico. Un 'opera che intreccia intrighi di corte, tradimenti, epidemia, tantissimi combattimenti, peste e un mostro gigantesco. E'rarissimo che un film coreano sia un flop per il sottoscritto, in questo caso tutto il lavoro delle maestranze, i costumi, la messa in scena e tanto altro sono come sempre ai massimi livelli, eppure ciò che rimane davvero troppo scontata è una storia vista ormai in tutte le formule e varianti con l'immissione di un mostro che alla fine è un leoncino timido e indifeso fatto diventare un mostro per colpa del solito tiranno che ama collezionare animali rari e selvaggi torturandoli. Monstrum forse vuole essere un titolo metaforico sulla mostruosità e le efferatezze degli uomini che superano più che mai quelle dei "mostri" se così vogliamo intenderle.
Eppure anche la storia principale con questo padre e sua figlia e lo zio che devono prestare servizio al cospetto di un re malvagio dove finiranno all'interno di scorrerie e complotti di corte non riesce mai a diventare intrigante, lasciando sempre da parte quella componente narrativa in grado di rendere la storia misteriosa e avvincente con in aggiunta qualche buon colpo di scena.

mercoledì 20 ottobre 2021

Happy new year Colin Burstead


Titolo: Happy new year Colin Burstead
Regia: Ben Weathley
Anno: 2018
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5

Colin Burstead noleggia un maniero d'epoca, di proprietà di un nobile ormai squattrinato, per riunire lì tutta la famiglia e festeggiare l'anno nuovo. Ma la sorella Gini invita David, fratello di Colin messo al bando per le sue malefatte, e le cose si complicano irreparabilmente.
 
Weathley è stato fin dal suo esordio uno dei miei registi contemporanei preferiti con la missione di spiazzarmi completamente con ogni scelta e genere o sotto-genere. E qui con un film che aspettavo da tempo ma che per ragioni balorde mi ha fatto aspettare del tempo per trovare i sottotitoli, arriva finalmente questa perla tutta narrata all'interno di un maniero rappresentando in chiave grottesca la formula di rinchiudere i suoi personaggi in uno spazio limitato per lasciare agire solo i dialoghi, le parole e i sentimenti, nel bene e soprattutto nel male.
Una famiglia allargata, una festa di Capodanno per motivi che come sempre il regista non intende giustificare o lo fa solo in parte (una delle particolarità dei suoi film) numerosi personaggi è un ribaltamento tra quello che dicono e come si comportano lasciando spesso spiazzati nelle scelte, nei tempi e nei modi, nei dialoghi, nelle azioni, e nel sapere infine che invitare alcune persone può diventare una miccia che sicuramente farà esplodere tutti i non detti.
Weathley è famoso per passare da progetti ambiziosi a film tascabili girati con una piccola troupe e con telecamera a mano come lascerà intendere nel bellissimo e commovente ballo finale dove la troupe e Weathley stesso compariranno a fianco degli attori.
E così con un ritmo sempre più serrato, una galleria intensa di personaggi dove alcuni si vedranno solo in alcune scene per poi scomparire o altre invece appariranno solo nel finale, lo spirito puramente british dell'autore non si smentisce nemmeno questa volta con un film sulla famiglia, sui valori che riprende in parte quella tematica iniziata con DOWN TERRACE e che riprende qui in un dramma da camera con cinismo e un umorismo nero tra i vari confronti verbali tra i personaggi.
Un finale poi dove tutto viene ribaltato con l'uscita di scena di Colin e David che invece da pecora nera viene quasi portato in trionfo. Una sola domanda, ma il bambino?


lunedì 9 agosto 2021

Pool (2018)


Titolo: Pool (2018)
Regia: Ping Lumpraploeng
Anno: 2018
Paese: Thailandia
Giudizio: 2/5

Day, un art director insicuro e sottopagato, ha appena finito di girare una pubblicità in una piscina olimpionica deserta. Incaricato della pulizia e dello svuotamento della vasca profonda sei metri, prima di cominciare vuole godersi il silenzio e la tranquillità del posto. Senza pensarci molto su, si addormenta su un materassino. Poco dopo, si risveglia con una spiacevole sorpresa: qualcuno ha già svuotato la vasca e lui non può uscire. Per di più, è senza le sue siringhe di insulina. Come se non bastasse, un alligatore è nelle vicinanze.
 
The Pool è un film ambizioso per un paese che in quegli anni si è fatto avanti con diverse pellicole prevalentemente legate all'horror, al soprannaturale e al poliziesco. Un b movie di qualità, un film di fatto girato in un'unica location, la piscina appunto, dove ad un certo punto cominciano delle fasi di gestazione legate alla produzione e alla sceneggiatura che devastano quanto di buono il film lasciava presagire dopo il primo atto. Troppa carne al fuoco, un alligatore che diventa secondario in più punti. Una lotta contro le proprie ambizioni, un cane messo in scena così male che nella scena in cui muore si vede il costume indossato dallo stuntman. Una serie di trovate sempre più esasperate che sfociano in una scena di totale non sense quando il protagonista e la sua compagna, rimasti intrappolati nella piscina vuota, decidono di mangiare le uova dell'alligatore facendolo incazzare ancora di più (perchè in fondo l'alligatore non era cattivo ma voleva salvare i suoi cuccioli). Dopo una svolta narrativa di questo tipo non si può che fare il tifo per la bestia e sperare che la coppia muoia male nonostante lei sia incinta