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lunedì 20 luglio 2020

In viaggio con papà


Titolo: In viaggio con papà
Regia: Alberto Sordi
Anno: 1982
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Padre e figlio, il primo playboy sfegatato, il secondo timido inguaribile, partono per un viaggio durante il quale si conosceranno reciprocamente e si educheranno a vicenda. Proprio il figlio, con tutta innocenza, porterà via al papà la sua giovane amante.

Insiste te co 'sto veleno! Questi so' 40 secondi di vita in meno.
Non me ne frega niente, è una scelta che ha fatto papà: sono 40 secondi de meno di vita ma forse scopi.
Aridaje co 'sto sesso! T'è entrato dentro ar cervello a te er sesso...
E manco esce.
Sordi-Verdone-Leone. La commedia diretta da Sordi se vista attraverso le lenti di un vero rapporto padre-figlio può risultare a tratti davvero imbarazzante. Trascinarsi dietro le avventure erotiche di un padre playboy per un figlio timido e impacciato è un trauma che rischia di creare effetti collaterali e conseguenze nefaste per il rapporto famigliare. Il film anzichè prendere quella piega più grottesca e drammatica, sceglie la risata e il perbenismo attraverso una galleria di gag continue, alcune davvero ironiche e ispirate che vedono Sordi assoluto protagonista, con un Verdone che quasi mai riesce a dargli corda rimanendo sempre diversi gradini al di sotto.
L'antitesi padre-figlio con il primo Armando pragmatico, di successo, materialista, borghese, infingardo ed erotomane, un eterno Don Giovanni con un matrimonio alle spalle e il secondo Cristiano mezzo ritardato, idealista, ingenuo, mistico e sognatore. Il film a tratti diverte, a volte come la comunità che Cristiano deve ritrovare dopo che lo hanno abbandonato con il guru in cima alla montagna rimanda a quel periodo che ha segnato molto Verdone nelle sue commedie.
I veri momenti reali e drammatici non sono molti ma ne basta uno in particolare a mostrare la reale facciata di come stanno le cose. Quel momento in cui Cristiano in macchina domanda ad Armando che fine abbiano fatto i valori di una volta, e suo padre sorridendo con viva comprensione, parla di una vita che è cambiata, che si è sfasciata. Cambiano le persone, gli affetti rimangono, ma con tanto di egoismo. Ci si arrangia, e alla fine quel papà distratto proverà a raccontarti una storia, quella della nonna in paese, e proverà a spiegarti la sua sul consumismo. Ma finisce che tu ti addormenti in macchina accanto a lui, quando poco prima gli gridavi il tuo ideale di comunicazione.