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martedì 9 dicembre 2014

Mange des morts

Titolo: Mange des morts
Regia: Jean-Charles Hue
Anno: 2014
Paese: Francia
Festival: TFF 32°
Giudizio: 4/5

Francia: in una comunità nomade jenisch, Frédéric Dorkel, il più vecchio di tre fratelli, torna al campo dopo quindici anni di carcere. Riabbraccia la madre e i due fratelli più piccoli.Il suo ritorno frantuma gli equilibri. Il tempo dei furti è chiuso e dopo la morte del padre dei Dorkel la vita comunitaria sembra essere tranquilla.In più il fervore cristiano cerca di dare un senso all'esistenza.
Ma Fred è un duro, è un ladro e non può sottostare al quieto vivere. Quindi organizza con i due fratelli e un cugino un colpo. Non tanto l'ultimo colpo, come si confà nella tradizione di film di genere, ma il primo colpo per ricominciare l'avventura.

All'atto della nascita, all'uomo è concesso un solo diritto: la scelta di come morire. Ma se questa scelta è oppressa dal disgusto di come si è vissuto, allora la sua esistenza non sarà stata che un'atroce burla.
(Le deuxième souffle)
Tra i pregi che vanno attribuiti a Hue, c'è sicuramente quello di portarci nel cuore della comunità jenish, i cosiddetti zingari bianchi di origine germanica, e di analizzare molteplici fattori etici e morali di come si compone questa realtà sociale.
Una prima parte concentrata proprio nella comunità in cui l'ingresso di Dorkel sancisce una netta separazione tra i vecchi valori, la vecchia scuola, e invece una seconda parte più dinamica in cui il gruppo di ragazzi è alle prese in uno scontro contro la civiltà che gli vede come spacciatori quando loro invece si definiscono ladri.
Lo stile tecnico, la telecamera a spalla, i dialoghi feroci che sembra che debbano sempre esplodere in un bagno di sangue e la personalità assolutamente fuori dalla norma del fratello maggiore sono solo alcuni dei punti forti che il regista francese esamina e a cui da vita.
E'davvero talentuoso e impressionante questa pellicola che prende una deriva insolita ed esplosiva, una sorta di viaggio dell'eroe che solo per alcuni porta alla redenzione, mentre per altri porta ad un'atroce burla o semplicemente a seguire i passi dei propri avi.
Il dialogo con cui Frederic sancisce una rottura con la comunità è così importante da far emergere in poche manciate di secondi tutta la rabbia, l'isolamento, i contrasti con il cristianesimo, il battesimo come forma di redenzione e rottura con un passato caotico da delinquente, e la vera anima di alcuni personaggi che non possono scendere a compromessi con il proprio passato.