Visualizzazione post con etichetta Maryland. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Maryland. Mostra tutti i post

lunedì 3 ottobre 2016

Maryland

Titolo: Maryland
Regia: Alice Winocour
Anno: 2015
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Vincent, un soldato francese delle forze speciali appena rientrato dall'Afghanistan, è affetto da stress post traumatico e per il momento non è autorizzato a ritornare in azione. Viene così assunto come guardia per garantire la sicurezza nella lussuosa villa del milionario libanese Imad Whalid, in Costa Azzurra, dove è stata organizzata una serata di gala. Poiché deve partire improvvisamente per Ginevra, Whalid gli chiede di sorvegliare per 48 ore la moglie Jessie e il figlio. Immerso nella vita privata della famiglia, Vincent sembra cadere vittima della paranoia, prima di scoprire che il pericolo da egli paventato sia più reale che mai.

Maryland è un film con tanti limiti, una storia che si può riassumere in una riga, dialoghi striminziti eppure nonostante tutto riesce ad essere estremamente affascinante.
E' un thriller fondato sull'angoscia, costruito con una storia che storia non è, che punta su una suggestione sonora di forte impatto seguendo il suo protagonista tra immobilità e staticità prima di alcune interessanti esplosioni di violenza. I personaggi sono fisici, parlano poco, si muovono e costruiscono i loro punti di forza con sguardi e gesti. La loro caratterizzazione spesso non va oltre un semplice accenno eppure bucano lo schermo. Schoenaerts di nuovo veste i panni di un personaggio che gli sta a puntino, il fisic du role giusto, confezionando un’ottima performance, tesa e rabbiosa, una via di mezzo tra BULLHEAD e UN SAPORE DI RUGGINE E OSSA.
C'è qualcosa in questa non-storia che lascia il sapore di incompiuto e di un esercizio di stile volutamente lasciato a metà. Eppure allo stesso tempo non riesci a smettere di seguire Vincent da un corridoio all'altro, di sentire questi suoni, questa paranoia che si consolida e che percepiamo dagli sguardi di Jesse e del suo stupore nella paura di non sapere con chi ha a che fare. Soprattutto lo stress post traumatico riesce ad essere inquadrato molto bene dandogli spazio, sofferenza, paura e quella sorta di pazzia che lascia sempre lo spettatore in balia di cosa potrebbe fare Vincent da un momento all'altro.