Titolo: A Sun
Regia: Chung Mong-hong
Anno: 2019
Paese: Taiwan
Giudizio: 4/5
Una famiglia di quattro persone viene
distrutta quando il figlio più giovane viene mandato in un centro di
detenzione minorile. Il figlio maggiore, che è sempre stato
considerato la speranza della famiglia, prende una decisione che
devasta i genitori.
Il quinto film di Mong-hong fa centro
appieno rivelandosi un dramma famigliare, un noir che parte
depistando lo spettatore con un paio di scene di amara vendetta
davvero crudeli per poi rallentare e moderare i toni diventando un
film che dalla strada, passa al carcere minorile, fino al cammino di
redenzione, il revenge-movie e molto altro ancora.
In due ore e mezza il film si dipana su
sentieri molto diversi ma tutti perfettamente collegati, rivelando
parte degli intenti dei protagonisti e raccontando senza mezze misure
una vicenda molto cruda e umana, un viaggio realistico di come si
cerchi con tutte le difficoltà del caso di risorgere dalle ceneri
senza aver fatto i conti con i debiti del passato e tutti i suoi
aguzzini pronti a vendicarsi.
Le colpe che ricadono in primis sui
genitori, la responsabilità di ritrovarsi ad aver messo alla luce un
bambino senza saperlo, Mong-hong non abbassa mai i toni, anzi il
dramma si dipana sempre in crescendo, fino ad impazzire verso il
finale e dovendo trovare un climax potente per chiudere una faccenda
che rischiava di far esplodere tutto. In più è incredibile notare
come tutti i personaggi vengano caratterizzati e sondati fino alla
radice, tra paure, invidia fraterna, scelte difficili, ricordi (la
scena del figlio morto che appare al padre è commovente, oppure la
rivelazione del marito nel finale a sua moglie) rendendo il film
un'opera fortemente riflessiva ed emotivamente sconvolgente senza mai
perdere i binari ma dimostrando una naturalezza impressionante.