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giovedì 30 agosto 2018

A quiet place


Titolo: A quiet place
Regia: John Krasinski
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Gli Abbott e i loro tre figli camminano scalzi dentro un supermercato abbandonato e lungo la via del ritorno a casa, lontano dalla città. Sono rimasti in pochi nella loro zona e devono stare attenti a non fare alcun rumore, o le terribili creature che hanno invaso il nostro pianeta li individueranno in un attimo e per loro sarà la fine. Per 472 giorni, gli Abbott sopravvivono, sfruttando il linguaggio dei segni che conoscono bene, perché la figlia maggiore è sordomuta. Ma un altro figlio è in arrivo e non fare rumore diventa sempre più difficile.
John Krasinski torna a raccontare una storia di famiglia, scegliendo però un genere completamente diverso.

A quiet place è un horror post apocalittico di quelli belli forti.
Un'atmosfera incredibile che riesce a dare e mantenere per quasi tutta la pellicola una tensione sempre in crescendo contando che il film dalla sua ha dei brevissimi dialoghi. Un film che nella sofferenza dei protagonisti e negli sforzi per sopravvivere pone le sue basi, il suo stadio binario prima che il nucleo familiare trovi un luogo in cui nascondersi.
Dal secondo atto diventa un home invasion senza lesinare però il peso drammatico anzi accentuandolo come la scena con la nascita del bambino davvero carica di pathos.
Le creature poi sono potenti e incazzate e il climax finale regge bene riuscendo a regalare qualche piccolo colpo di scena.
Un film mai scomposto ma che affina piano piano i suoi intenti per regalare alcune piacevoli sorprese assieme all'incidente scatenante duro e secco e forse un po telefonato.
Ottima la prova del giovane regista che si afferma come un grande conoscitore del sonoro e di come sfruttarlo e impiegarlo al meglio contando che tutto il film è bilanciato su questa sorta di sfida di riuscire a tenere alta l'attenzione per tutta la durata senza quasi dialoghi.
Interessante poi la metafora di fondo. La nostra società è così tanto caotica e rumorosa che deve arrivare qualcosa di esterno a porre rimedio a questo inferno senza fine.