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mercoledì 1 luglio 2020

Erik il vichingo


Titolo: Erik il vichingo
Regia: Terry Jones
Anno: 1989
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Il vichingo Erik organizza una spedizione verso il Valhalla, l'Olimpo degli dei finnici, per chiedere alle divinità di porre fine all'età di Ragnarok, dissipare l'oscurità e consentire al suo popolo di vedere nuovamente la luce del sole.

Indubbiamente i Monty Pyton hanno saputo fare di meglio nella loro limitata ma importante filmografia. Erik nasceva dal bisogno di confrontarsi con un universo completamente diverso, una mitologia e una simbologia che non appartenendo agli inglesi ha sempre saputo creare un certo interesse, parlando di Ragnarok, Inrama, Vichinghi, mostri, combattimenti, divinità e tutto il resto.
Jones ha perlomeno saputo scimmiottare bene parte della materia nordica inserendo sicuramente alcuni elementi e spunti interessanti (le divinità bambine) oracoli che sembrano creature mostruose, una comunità hippie che sembrano i diretti discendenti di Atlantide. Il tutto cercando di unire seriosità almeno nelle scene di combattimento (la morte di Thorfinn) riflessione (la morte iniziale di Helga e il dramma morale del protagonista) e ironia e parodia, gestendo come poteva ma non senza lesinare, effetti che sconfinano nel trash per quanto concerne la variopinta galleria di effetti speciali.
Un filmetto simpatico, leggero, che riesce nonostante i suoi enormi limiti a sforzarsi quantomeno di raccontare una storia sulla cultura norrena con rimandi mitologicamente validi, una recitazione spesso esagitata ma con alcune caratterizzazioni interessanti e un ritmo incessante.