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lunedì 24 dicembre 2012

Joshua


Titolo: Joshua
Regia: George Ratliff
Anno: 2007
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

In uno sbalorditivo appartamento dell'Upper East Side a Manhattan, i genitori apparentemente perfetti Brad e Abby Cairn festeggiano la nascita della loro seconda figlia, Lily. La bambina è circondata dall'amore, dai giocattoli, da un affezionatissimo zio e da una premurosa nonna. E poi c'è il fratello Joshua di nove anni. Joshua non è un bambino comune e ora appare sempre più scontento della piega che ha preso la vita, con i genitori visibilmente pazzi di Lily, mentre lui è in un angolo a suonare quietamente il pianoforte. Lily piange incessantemente e i lavori di ristrutturazione al piano superiore spingono Abby verso quello che potrebbe essere un brutto caso di psicosi post-partum. Stressati fin quasi al limite e non riuscendo più a dormire, Brad e Abby si trovano invischiati in una spirale crescente di terrore domestico.

Joshua non è un film semplice. Sin dagli intenti della sceneggiatura emerge una storia complessa che sfiora diverse tematiche senza inserirsi mai di fatto in nessuna di esse, ma preferendo una strada a metà tra un thriller e un dramma famigliare in piena regola. Il difetto del secondo film di Ratliff è proprio un lento e lungo esame psicologico dei modus operandi dei protagonisti, più Brad da un lato, e un approfondimento sulle scelte che non riesce a essere sempre lineare con ciò che succede. Il punto a favore che però non basta è la performance di Sam Rockwell. Se da un lato ci si domanda e ci si avvicina alle scelte dei Cairn, dall’altra Ratfliff poteva dare un quadro diverso a Joshua, senza per forza portarlo a torcere la testa o a fare delle vere e proprie stragi, ma almeno a inserire qualche espressione in più a parte il carattere freddo e malefico. Scegliendo di portare all’estremo senza evitare pedestremente esagerazioni non funzionali, Ratfill ha compiuto una scelta difficile e una lunga catarsi nel cuore del dramma senza però accorgersi che in alcune parti lo scorrimento è davvero lento un po’ come le noti dolenti e incessanti del piccolo bambino.