Titolo: Guerrà degli Antò
Regia: Riccardo Milani
Anno: 1999
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Montesilvano, provincia di Pescara,
ottobre 1990. Quattro giovani punk cercano di lottare contro il tran
tran della vita di provincia. Per distinguersi, dato che si chiamano
tutti Antò, si sono dati dei soprannomi. Antò detto Lo Purk vuole
fuggire, decide di andare a studiare a Bologna, passa un po' di tempo
nel capoluogo emiliano, cerca di seguire le lezioni ma non riesce a
sentirsi coinvolto. Allora sceglie di recarsi ad Amsterdam, città di
vera trasgressione. Antò Lo Zorru riceve la cartolina militare che
lo destina in Iraq, dove è in corso la Guerra del Golfo. Vuole
disertare, si fa fare a Bologna un passaporto falso, parte e
raggiunge ad Amsterdam l'amico. Qui, in una stanzetta, Lo Zorru dice
a Lo Purk di aver conosciuto una ragazza di cui si è innamorato, ma
Lo Purk lo informa che si tratta di una ragazza chiacchierata per i
molti rapporti che intrattiene. Lo Zorru si arrabbia, i due litigano,
si incendia una tenda, la camera va a fuoco, la polizia rispedisce i
due in Italia. Qui viene fuori lo scherzo: la cartolina-precetto era
fasulla, una sorta di vendetta delle figlie di Treves, noto
palazzinaro locale. Ancora una volta i quattro Antò si ritrovano sul
lungomare, al bar Zagabria, a fare progetti di fuga per il futuro
Un po come per OVOSODO, si raccontano
storie di disagio e inquietudine giovanile. Certo non siamo dalle
parti dell''Ultimo Capodanno o PAZ, commedie che oltre ad
intrattenere, riescono a far ridere di brutto ed essere anche in
parte grottesche.
Nonostante il panorama abbastanza nuovo
per la commedia italiana, i punk e i loro paesini d'origine, il
problema grosso è sempre legato alle sceneggiature dei film di
Milani, esageratamente sbilanciate dal punto di vista emotivo con il
compito di cercare sempre la lacrimuccia facile, l'empatia a volte
forzata con i personaggi, il fatto che debba sempre tutto risolversi
nel migliore dei modi. Milani ha girato tanto rimanendo sempre nella
commedia bonacciona Come un gatto in tangenziale, Benvenuto presidente o il dramma il Posto dell’anima.
I protagonisti del film cercano di
mettercela tutta, recitano se stessi in fondo, come tanti ragazzi di
giù che appassivano nelle loro città deserte, cercando di rendersi
degli outsider o dei diversi anche solo nei vestiti rispetto agli
altri. In questo caso il clima disilluso, il fatto che i quattro
ragazzi siano pure dei mezzi disadattati e sfigati aiuta, c'è li
rende più reali e sinceri come il monologo di Lo Purk sul bisogno di
scappare scoprendo però che andando via da un posto, non si scappa
da se stessi o la scena di quando irrompono nel programma di Chi l'ha
visto.
Per chi volesse un'altro sguardo sui
punk deve recuperare il film migliore in circolazione fino ad ora Bomb city