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domenica 27 ottobre 2019

Guerrà degli Antò


Titolo: Guerrà degli Antò
Regia: Riccardo Milani
Anno: 1999
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Montesilvano, provincia di Pescara, ottobre 1990. Quattro giovani punk cercano di lottare contro il tran tran della vita di provincia. Per distinguersi, dato che si chiamano tutti Antò, si sono dati dei soprannomi. Antò detto Lo Purk vuole fuggire, decide di andare a studiare a Bologna, passa un po' di tempo nel capoluogo emiliano, cerca di seguire le lezioni ma non riesce a sentirsi coinvolto. Allora sceglie di recarsi ad Amsterdam, città di vera trasgressione. Antò Lo Zorru riceve la cartolina militare che lo destina in Iraq, dove è in corso la Guerra del Golfo. Vuole disertare, si fa fare a Bologna un passaporto falso, parte e raggiunge ad Amsterdam l'amico. Qui, in una stanzetta, Lo Zorru dice a Lo Purk di aver conosciuto una ragazza di cui si è innamorato, ma Lo Purk lo informa che si tratta di una ragazza chiacchierata per i molti rapporti che intrattiene. Lo Zorru si arrabbia, i due litigano, si incendia una tenda, la camera va a fuoco, la polizia rispedisce i due in Italia. Qui viene fuori lo scherzo: la cartolina-precetto era fasulla, una sorta di vendetta delle figlie di Treves, noto palazzinaro locale. Ancora una volta i quattro Antò si ritrovano sul lungomare, al bar Zagabria, a fare progetti di fuga per il futuro

Un po come per OVOSODO, si raccontano storie di disagio e inquietudine giovanile. Certo non siamo dalle parti dell''Ultimo Capodanno o PAZ, commedie che oltre ad intrattenere, riescono a far ridere di brutto ed essere anche in parte grottesche.
Nonostante il panorama abbastanza nuovo per la commedia italiana, i punk e i loro paesini d'origine, il problema grosso è sempre legato alle sceneggiature dei film di Milani, esageratamente sbilanciate dal punto di vista emotivo con il compito di cercare sempre la lacrimuccia facile, l'empatia a volte forzata con i personaggi, il fatto che debba sempre tutto risolversi nel migliore dei modi. Milani ha girato tanto rimanendo sempre nella commedia bonacciona  Come un gatto in tangenzialeBenvenuto presidente o il dramma il Posto dell’anima.
I protagonisti del film cercano di mettercela tutta, recitano se stessi in fondo, come tanti ragazzi di giù che appassivano nelle loro città deserte, cercando di rendersi degli outsider o dei diversi anche solo nei vestiti rispetto agli altri. In questo caso il clima disilluso, il fatto che i quattro ragazzi siano pure dei mezzi disadattati e sfigati aiuta, c'è li rende più reali e sinceri come il monologo di Lo Purk sul bisogno di scappare scoprendo però che andando via da un posto, non si scappa da se stessi o la scena di quando irrompono nel programma di Chi l'ha visto.
Per chi volesse un'altro sguardo sui punk deve recuperare il film migliore in circolazione fino ad ora Bomb city