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giovedì 27 giugno 2013

Viva la libertà

Titolo: Viva la Libertà
Regia: Roberto Andò
Anno: 2013
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Il film racconta del segretario del principale partito d'opposizione, Enrico Oliveri. E' in crisi e i sondaggi per l'imminente competizione elettorale lo danno perdente. Una notte, dopo l'ennesima contestazione, Oliveri si dilegua, senza lasciare tracce. Negli ambienti istituzionali e del partito fioccano le illazioni, mentre l'eminenza grigia del segretario, Andrea Bottini, e la moglie Anna si arrovellano sul perché della fuga e sulla possibile identità di un eventuale complice. E' Anna a evocare il fratello gemello del segretario, Giovanni Ernani, un filosofo geniale.

Grazie all'escamotage dello scambio di persona, Andò ci narra il suo romanzo premio Campiello, “Il trono vuoto” in cui fondamentalmnete ritrae la vita politica e sentimentale del segretario.
Un film che non a caso arriva in un momento quanto mai singolare ed importante per la politica del nostro paese a cavallo proprio delle elezioni elettorali.
Andò regista teatrale non prende posizioni e non critica nessuno in particolare del nostro incredibile vivaio politico. Crea un personaggio di rimando a quello che forse tutti vorremmo. Qualcuno in grado di togliere la maschera e incontrare lo sguardo dei cittadini che poi sono anche elettori.
Interessante proprio nella caratterizzazione del "doppio"molto Pirandelliano, il politico che non riesce a rispondere alle richieste della gente e l'altro si permette di dire le cose nella loro intima verità, senza ipocrisie, diplomazie e 'versioni ufficiali' da rispettare.
La verità è sempre rivoluzionaria' - ricordava in proposito Gramsci e il film interpreta a suo modo il concetto
Ecco l'obbiettivo di Andò potrebbe essere anche quello di risvegliare le coscienze da un sonno totale che sconvolge il paese. Farlo creandolo a puntino sul migliore attore italiano in circolazione è quello per cui uno decide seduta stante di andare al cinema.
Servillo conferma il suo talento e le sue mille personalità, senza mai andare fuori tono e cogliendo perfettamente intenti, drammi e sofferenze di personaggi unici e molto realistici.
Un buon risultato italiano che arriva ancora una volta dalla Sicilia. Andò come Cipri e Maresco confermano la fertilità di un certo tipo ci cinema mai assogettato alle regole del mercato.