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giovedì 9 maggio 2024

Rebel Moon-Parte 2 la Sfregiatrice


Titolo: Rebel Moon-Parte 2 la Sfregiatrice
Regia: Zack Snyder
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Dopo aver sconfitto l'Ammiraglio Noble su Gondival e aver visto perire il leader dei ribelli Darrian Bloodaxe, Kora e il suo gruppo di combattenti tornano su Veldt, il pianeta abitato da semplici agricoltori minacciato dalla sete di risorse dell'Imperium. Ben presto, però, scoprono che Noble è ancora vivo, riportato su questo piano di esistenza dalla tecnologia del Mondo Madre, e che da lì a cinque giorni arriverà con la sua dreadnought a reclamare il raccolto di grano e la vita dei fuggitivi. Mentre si preparano le difese su Veldt, Kora cerca di scendere a patti con il suo passato, scisso tra la fedeltà al sanguinario Belisarius, il reggente dell'Imperium, e il rimorso per l'uccisione della principessa Issa, l'unica capace di riportare la pace nella galassia, gesto per cui ha ricevuto in dote il soprannome di "Sfregiatrice".
 
Se nella prima parte si passava da pianeta in pianeta cercando di assoldare nuovi alleati contro l'Ammiraglio e l'Imperium, qui ci si ferma su un pianeta dove fondamentalmente dei contadini seminano il grano e allora si cerca di raccoglierlo il prima possibile per usarlo come scudo prima dello scontro finale contro l'esercito nemico e invasore.
Praticamente assistiamo a un'infinità battuta di dialoghi alcuni particolarmente inutili nel sottolineare qualcosa che già conosciamo e cercare di rendere ancora più drammatico un esito dove già si saprà che Kora e soci vinceranno anche se con qualche piccolo sacrificio.
Prolisso e noioso contando che due ore potevano tranquillamente essere sintetizzate in ottanta minuti. I personaggi secondari scompaiono ancor prima di comparire e infatti dei contadinotti non se ne ricorda nessuno. Il terzo atto è tutto una sparatoria tra contadini che usano attrezzi vecchia scuola e dinamite in passaggi sotterranei contro la potenza di fuoco dell'Imperium.
Un massacro che vero massacro non è. Da notare come ci saranno almeno venti minuti di film in cui vediamo tagliare il grano sempre con i soliti rallenty che contraddistinguono il ritmo e il montaggio del regista senza sapere lo scopo di questa ambigua scelta.