Visualizzazione post con etichetta Non avere paura del buio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Non avere paura del buio. Mostra tutti i post

lunedì 24 dicembre 2012

Non avere paura del buio


Titolo: Non avere paura del buio
Regia: Troy Nixey
Anno: 2011
Paese: Usa/Australia
Giudizio: 2/5

Un sinuoso movimento di macchina ci accompagna al di là del cancello di un maniero vittoriano: dopo aver compiuto un tremendo omicidio, un uomo viene inghiottito da una fornace. Un secolo dopo, la piccola Sally è in volo per raggiungere il padre Alex e la sua giovane fidanzata Kim, che hanno da poco concluso proprio il restauro di quella vecchia casa dove abiteranno temporaneamente in prospettiva di una futura vendita. Poco incline ad accettare la compagna del genitore, la bambina scopre uno scantinato in cui, senza volerlo, libera una terribile forza pronta a trascinarla nell'oscurità.

Il dato più curioso di questo film è leggere come produttore e sceneggiatore il nome di Guillermo Del Toro.
Dal momento che il regista messicano dove mette mani trasforma in oro ero davvero interessato a vedere in parte il suo stile riportato nel film di Nixey. Remake di un film uscito per la televisione, dalle prime immagini ci sono alcuni elementi che si rifanno alle tematiche del noto regista come il mondo dell’infanzia e una sorta di convergenza con i mondi paralleli, vere e proprie fughe per i bambini dove potersi rifugiare scappando dal mondo noioso e scialbo degli adulti. Tematica affronta sempre più spesso nel cinema come dimostra il bellissimo film di Jonze passato in sordina IL PAESE DELLE CREATURE SELVAGGE.
Il film in questione parte bene, attento a tutti quegli elementi tecnici intrisi nel genere e che vanno pedestremente portati a un rigore stilistico di un certo riguardo.
Anche il cast è interessante, Pearce è sempre un ottimo attore anche quando passa da pellicole di puro svago a film che richiedono un attore nel vero senso della parola.
Purtroppo avere la Holmes affianco in un thriller del genere non è cosa da poco e infatti Joey si vede che non riesce a trasmettere mai nulla di reale ma sempre quell’aria sofferta e smarrita di chi ha scelto il mestiere sbagliato nella vita.
Il problema per cui il film non decolla mai è la “paura”(sembra un gioco di parole ma non è così) di scommettere e far vedere di più il contesto mostruoso della “favola”. Sembra quasi a un certo punto di assistere a un’indagine sul fenomeno in chiave cervellotica piuttosto che aprire un discorso verso l'ignoto e l'evocazione del vero mistero. E’un peccato perché gli elementi c’erano tutti.