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mercoledì 11 ottobre 2017

Leatherface


Titolo: Leatherface
Regia: Alexandre Bustillo, Julien Maury
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Texas, 1955: la famiglia Sawyer, dedita a omicidi e atti di cannibalismo, uccide la figlia del poliziotto Hal Hartman. Non avendo prove contro la matriarca Verna e i suoi complici, Hartman si vendica facendo internare il più giovane della famiglia, Jedediah detto Jed, da poco iniziato alle tradizioni ancestrali. Dieci anni dopo, quattro giovani mentalmente instabili - tre ragazzi e una ragazza - evadono dopo aver preso in ostaggio un'infermiera, e Hartman li insegue. Ma chi dei tre ragazzi, i cui nomi sono stati cambiati per proteggerli dalle famiglie violente a cui furono sottratti, è quello destinato a divenire il temibile Leatherface?

La coppia di registi francesi ultimamente sembrava aver perso qualche cartuccia per strada. Sinceramente ho amato anche i loro ultimi film in particolare Aux Yeux des Vivants seppur aveva quel qualcosa in meno nella trama e nella consistenza. Tuttavia rimangono tra gli outsider dell'horror post contemporaneo senza eccezioni.
Leatherface ne è una prova tangibile. Non amo i prequel e i sequel soprattutto negli ultimi anni quando sembrano baluardi disperati per una totale assenza di idee quando invece circolano abbondantemente in giro e basta saperle trovare, le idee.
In questo caso pur avendo un budget smisurato per i loro canoni, una produzione dietro tra cui figura anche Hooper e un cast internazionale dove spicca Lili Taylor. Per quanto concerne invece la messa in scena e i leitmotiv dell'azione questa volta la coppia di registi strizza l'occhio apertamente al buon Zombie riuscendo in tutta l'opera a passare da uno scenario all'altro senza mai abbassare il ritmo e l'atmosfera. Una missione difficile in cui la sceneggiatura è attenta e monta una buona impalcatura soprattutto per quanto concerne la mistery di chi sarà il serial killer (a metà film diventa comunque abbastanza chiaro).
Viaggio di formazione, tradizioni ancestrali, rednek a profusione, manicomio ed evasione, sceriffi e direttori istituzionali ancora più crudeli degli stessi bifolchi e più di una scelta non convenzionale fanno del prequel di NON APRITE QUELLA PORTA un tassello interessante e significativo pur facendo parte e aderendo alle regole di una saga.
Tra l'altro Leatherface è arrivato nelle sale poco dopo la morte dello stesso Hooper autore del primo cult e finora uno dei massimi esempi del cinema horror americano.
Una saga sfortunata che tra sequel e capitoli in 3d sembrava aver trovato la propria rovina ma che ora almeno è stata data in mano a gente seria che ama il cinema di genere e crea tanto materiale da raccontare e da sviluppare che diventa il mordente principale del film. Tra l'altro si tratta dell'ottavo film della saga.