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giovedì 7 marzo 2013

Non è un paese per vecchi


Titolo: Non è un paese per vecchi
Regia: Joel Cohen,Ethan Coen
Anno: 2007
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Llewelyn Moss trova, in una zona desertica, un camioncino circondato da cadaveri. Il carico è di eroina e in una valigetta ci sono due milioni di dollari. Che fare? Llewelyn è una persona onesta ma quel denaro lo tenta troppo. Decide di tenerselo dando il via a una reazione a catena che neppure il disilluso sceriffo Bell può riuscire ad arginare. Moss deve fuggire, in particolare, le 'attenzioni' di un sanguinario e misterioso inseguitore.

E’davvero difficile non farsi travolgere dalla bellissima storia dei Coen tratta dall’omonimo romanzo di Cormac McCarthy. La loro filmografia è solida, incastonata da film spesso struggenti e con delle storie spesso grottesche e mai banali oltre che attuali.
No country for old men è una pietra miliare. Perfetto dall’inizio alla fine e con un finale perturbante. Una storia tutt’altro che banale condita da strepitose performance e un finale che porta ai massimi livelli le redini degli obbiettivi dei personaggi.
Sicuramente la coppiata magica si è ispirata a quel bellissimo e significativo cinema di Siegel e Peckinpah.
La contrapposizione poi tra ordine e caos è solo alla base dei temi che il film si propone di trattare, tra libero arbitrio e implacabilità del fato a cui anche l'agire umano sembra essere sottomesso e Llewelyn, interpretato da un ottimo Brolin, riesce perfettamente a dare quel senso di totale realisticità.
"Non è un paese per vecchi" fotografa la situazione alla stato attuale su una società corrotta e corruttrice,l'individuo sociale che per i soldi è pronto a rivoluzionare le azioni abitudinarie della propria vita, pronto ad uccidere selvaggiamente e stravolgere qualsiasi cosa di buono e caro, persino il suo rapporto con la moglie in cambio di un evento che vorrebbe apparire fortuito ma così non sarà.
Inoltre nella fotografia della società moderna incombe la personalità (il cowboy) di chi è alla fine del suo ciclo; i sogni nel finale sono un'allegoria effettiva di ciò che è finito e di ciò che sta per iniziare.
Basta ascoltare il monologo finale dello sceriffo Ed Tom Bell per capire come tutto alla fine paga il prezzo delle sue scelte.
Ci sono alcune scene e momenti magistrali come la scena della valigetta al Motel oppure il modus operandi e la grazia dell’assassino Chigurh, un Bardem ispiratissimo e in perfetto stato di grazia. Difficile non innamorarsi di un film così maturo e così umano. Infatti il pregio più grosso del film è di mostrare appunto un’umanità che vorrebbe svanire ma che scavando emerge e paga il prezzo con la realtà sociale che sta attorno. E’una scelta che alcuni nel film pagheranno mentre l’esperienza e l’anzianità aiuterà a smorzare e a dare quel senso di esperienza che ancora una volta lo sceriffo non mancherà di esternare.