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mercoledì 19 novembre 2014

Dylan Dog-Vittima degli eventi

Titolo: Dylan Dog-Vittima degli eventi
Regia: Claudio di Biagio
Anno: 2014
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Roma. Notte Adele passeggia col fratello fuori da Castel Sant'Angelo; i due incontrano una donna sfigurata in vestiti d'epoca, che si avvicina a lei e si strappa letteralmente la testa dal corpo. Titoli di testa. Dopo essere finita in ospedale, Adele per capirci qualcosa si rivolge a Dylan Dog e al suo sarcastico assistente Groucho. L'ombroso "indagatore dell'incubo" si appassiona al caso, e con l'aiuto del proprio «quinto senso e mezzo», di una medium, un collezionista e del "vecchio" ispettore Bloch risolve l'enigma.

Diciamo che il primo elemento che incuriosisce di fronte a questo fan-movie, da prendere molto seriamente, è la maniacale cura del dettaglio.
Sembra che finalmente Di Biagio, regista con un film all'attivo e una serie FREAKS!, si sia preso l'onere di restituire il capolavoro di Bonelli al suo fedele pubblico e i suoi fedeli fan, dopo che gli americani con Dead of night avevano fatto il peggio con quel tanto che avevano a disposizione. Praticamente si può dire che con quel budget avrebbero girato l'intera serie di questo fan-movie che invece, è stato prodotto con parecchie difficoltà, due campagne di crowdfunding, e una benedizione da parte di Bonelli, il quale appare pure in un cameo, e la casa editrice di Dylan Dog, che ha chiuso un occhio sulla faccenda del diritto d’autore.
I 30 mila euro raccolti in tutto da Di Biagio e Vecchi sono bruscolini rispetto al costo effettivo del film che hanno girato. Lo stesso regista, in un’intervista a Wired, spiega come, in sostanza, le persone hanno lavorato gratis: «è stato fantastico ma non è un modello sostenibile, non aver potuto pagare le persone è gravissimo ma l’abbiamo fatto perché era l’unica maniera per poter fare emergere noi e tutti quelli che hanno lavorato con noi».
In Italia, dicono, non c’è un sistema, né dal basso né dall’alto, per sostenere questo tipo di produzioni. Assieme alla visionarietà, gli effetti in c.g che fanno la loro figura e per l'attenta fotografia in grado di restituire quella particolare atmosfera, l'opera di Di Biagio è comunque in primis un lavoro di scrittura, una sceneggiatura ben congeniata che dissemina citazioni, richiama alla memoria dettagli preziosi del fumetto, facendo intendere come basta solo accendere la miccia dall'alto e tutto decollerà e si collegherà quasi in modo sistematico, ridando vitalità e clamore a qualcosa che non si pensava potesse avere una messa in scena così potente.