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venerdì 21 gennaio 2022

I am all girls


Titolo: I am all girls
Regia: Donovan Marsh
Anno: 2021
Paese: Sudafrica
Giudizio: 3/5

La storia è incentrata sulle detective Ntombizonke e Jodie Snyman, costrette a "lottare contro i loro oscuri segreti" mentre danno la caccia a un'organizzazione che gestisce un giro di prostituzione minorile. Un giro che coinvolgeva anche importanti figure politiche.

I am all girls è un film spiazzante. Da un lato ha un sacco di cose da dire, da denunciare e tocca tematiche che seppur già affrontate sono sempre attuali e interessanti nella loro drammaticità.
La vendita di bambini presi da villaggi poveri da usare come toy boy o toy girl da parte di borghesi di ogni forma e luogo. Lo straziante mercato che c'è dietro e tutte le dinamiche che col denaro sembrano chiudere un occhio e tollerare questo abominio. La difficoltà a seguire con le indagini affari così delicati dove spesso dietro ci sono persone di potere difesi dalle istituzioni.
E poi c'è questa brutale vendetta da parte di una delle orfane vittime di questa "tratta" che ha deciso di giustiziare i responsabili marchiando sul petto dei colpevoli le iniziali delle vittime.
Molto sbilanciato nella sua messa in scena, nell'individuare le direzioni da prendere e sapendole incanalare nella maniera più esatta. Poliziesco, thriller, dramma, denuncia sociale, revenge, storie personali e sentimentali. E' un peccato vedere intenti così ambiziosi e attuali alla deriva di una messa in scena che alla fine si riassume con un revenge movie anche abbastanza inverosimile per alcuni aspetti. Eppure ha il merito di rimanere impresso nella memoria.

venerdì 9 luglio 2021

Gaia


Titolo: Gaia
Regia: Jaco Bouwer
Anno: 2021
Paese: Sudafrica
Giudizio: 3/5

Durante una missione di sorveglianza in una foresta selvaggia, Gabi e Winston incontrano due sopravvissuti - Stefan e Barend che seguono uno stile di vita primordiale, vivendo da eremiti in una capanna. I due praticano una strana religione, che sembra essere in stretta simbiosi con la natura. Durante la notte Gabi e Winston scoprono la presenza, nella foresta, di strani esseri mutanti a causa di una patologia che pare derivare dai funghi.
 
Gaia è un horror eco-vengeance dove la natura fa da protagonista creando delle creature fungiformi.
Gaia è un film costipato di errori a cui però ho voluto bene dal momento che prova a misurarsi con una trama complessa e diramato in tutte le sue venature di elementi folkloristici, religiosi, contemporanei. Un survivor movie nel pieno di una foresta selvaggia dove un'entità viene nutrita e resa totemica dai suoi sopravvissuti che la temono e al tempo stesso la venerano.
Gaia come la natura, Gabi come l'intrusa nel mondo naturale, la quale pagherà la sua intrusività e curiosità, verrà risparmiata e curata con una formula salvifica e magica e infine dovrà compiere un sacrificio per salvare l'innocente. Gaia è un film per cui bisognerebbe scrivere moltissimo, ci sono tante parti davvero belle come il rapporto tra Stefan e suo padre Barend, che ha scelto la natura e la foresta primordiale, additando come male assoluto l'epoca consumista in cui vivono gli umani.
Le parti nella foresta, la caccia, il procacciarsi il sostentamento, le cure, la parte nella baracca, sono tutte girate molto bene dove anche gli attori riescono ad avere una buona complicità.
Bouwer forse spinge troppo, il suo voler inserire così tanti elementi, la lotta con i mostri, il loro cibarsi e consumare i corpi per trasformarli in qualcosa di unico e mostruoso, la battaglia o meglio lo switch di Barend e il tessere una trama contro di lui da parte di Gabi e Stefan e poi quella parentesi così plateale dove vengono chimati in ballo Abramo e Isacco per quel sacrificio al cospetto dell'albero della vita che assolve e assimila.
Un film con tante scene davvero interessanti, uno sviluppo prevedibile ma con tanti elementi di spicco che riescono a richiamare o tessere una strana e macabra simbologia e un finale tutt'altro che scontato.

mercoledì 2 giugno 2021

Fried Barry


Titolo: Fried Barry
Regia: Ryan Kruger
Anno: 2020
Paese: Sudafrica
Giudizio: 4/5

Barry è un bastardo tossicodipendente e violento che - dopo l'ennesimo blackout - viene rapito dagli alieni. Barry viene messo in secondo piano mentre un visitatore alieno assume il controllo del suo corpo e lo porta a fare un giro attraverso Cape Town.
 
Sappiamo poco del Sudafrica e di questo molto è legato a ciò che ci hanno mostrato i Die Antwoord. Trip lisergici, lsd, metanfetamine, droghe di tutti i tipi, prostitute che danno alla luce bambini durante il coito, alieni che portano via le persone, pedofilia, criminali e manicomi.
Ryan Kruger ha mischiato tutti questi ingredienti assieme e gli ha fatti bere a Gary Green dicendogli "adesso fai il cazzo che ti pare, ma fallo bene.."
Fried Barry è uno di quei film di genere difficili da catalogare perchè di fatto sono assurdi, eccessivi, senza senso, esagerati, sboccati, disturbanti, delle chicche di follia e non sense.
Un protagonista eroinomane che ha una moglie che si prende cura di lui e dopo l'ennesimo litigio esce di casa e comincia un lunga notte di bagordi dove viene rapito dagli alieni, i quali ‘impiantano’ nello sventurato un’entità extraterrestre attraverso un processo non lontano da quello descritto da Cartman nel primo spumeggiate episodio di South Park (una sonda anale, in quel caso, qui nel prepuzio), facendo in modo che come dicevo prima possa impiantare il seme in una donna che immediatamente da alla luce un bambino.
Barry oltre ad essere un disadattato sembra non cogliere ciò che gli sta attorno, come un autistico in trip, che cammina come un derelitto venendo attratto da tutto ciò di non conforme alle regole possa succedere. Una calamita degli incontri sbagliati dove finisce per essere internato in un ospedale psichiatrico tentando la fuga con altri due pazzi oppure salva la vita di un gruppo di ragazzini tenuti imprigionati da un orco pedofilo. Tutto succede in maniera pazzesca e confusa senza avere una struttura narrativa equilibrata, ma d'altronde film del genere sono così o si amano o si odiano.

domenica 28 maggio 2017

From a house on a Willow Street

Titolo: From a house on a Willow Street
Regia: Alastair Orr
Anno: 2016
Paese: Sudafrica
Giudizio: 2/5

Hazel e il suo tirapiedi elaborano un piano all'apparenza infallibile per arricchirsi nel corso di una notte. Tutto ciò che devono fare è sequestrare la figlia di un milionario e aspettare comodi il riscatto. Non hanno però previsto che la ragazza è posseduta da un demone letale.

"Il più vecchio e completo testo della Bibbia si chiama Codex Vaticanus. Si trova a Roma nella biblioteca del Vaticano. Si dice che questo manoscritto è stato redatto da Dio stesso, non da eruditi o profeti o appartenenti ad altre religioni". Questa possiamo definirla l'ultima chicca tirata fuori per cercare di trovare sprazzi di originalità in un genere che da anni ormai è abbastanza in crisi.
From a house on a Willow Street è un bello specchio per le allodole. Una interessante locandina, un mood che prevede demoni e un home invasion in salsa splatter e infine qualche citazione a caso sistemando qualche accessorio ai classici mostri di turno (le lingue che sembrano tentacoli di un polipo è abbastanza scontato anche se ci piace sempre da vedere come riferimento all'orrore cosmico che noi tutti conosciamo).
Una storia prevedibile, diretta a livello tecnico in ottimo stato con una buona fotografia quasi tutta giocata in interni, un cast che ce la mette tutta e un ritmo che almeno riesce a tenere alto il livello di intrattenimento. Un livello che però si abbassa di livello lentamente, rifugiandosi in territori ormai abusati a dovere, che non sviluppa e caratterizza al meglio i personaggi, spostandosi da Hazel a Katherine senza aver mai chiaro a chi spetta il timone e in più senza avere quell'originalità che pur non trattando un tema nuovo spesso riesce ad essere l'ancora di salvataggio per horror d'esordio come questi.
Un film che tutto sommato divertirà parecchio alcuni affezzionati che come me non hanno magari visto quasi tutti i film di genere. Gli effetti in CGI si superano in alcuni momenti diventando addirittura esagerati come le note musicali pedanti e troppo invasive.
Certo il taglio gore lascia ben sperare così come il cinema di genere e una pellicola che arriva da un paese che non è tanto avvezzo all'horror.