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sabato 8 aprile 2017

Devil's Candy


Titolo: Devil's Candy
Regia: Sean Byrne
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Quella in cui si trasferisce Jesse con la moglie e la figlia Zooey è la casa dei sogni. Poco importa se il prezzo è stato abbassato per l’aura misteriosa che la circonda; meglio ancora, anzi, visto che Jesse, come artista, non se la passa molto bene. Strane forme iniziano però a dominare i suoi quadri, forme che evocano il mondo del satanismo. E poi c’è Ray, lo squilibrato figlio degli ex proprietari, che inizia a importunare Zooey chiedendole di aiutarlo a tornare a casa: una conferma che quella di Jesse non è la casa dei sogni, ma degli incubi.

Divertente. Questo è l'assunto con cui mi sono gustato l'ultimo horror del regista di LOVED ONES (un revenge movie violentissimo). Spostato in America il regista riesce a sfruttare un impianto molto abusato nell'horror ovvero quello della casa infestata più la possessione demoniaca e alcuni attimi di inaspettata ironia. La storia non sembra aver nulla di nuovo dal momento che il tema alla fine e poi sempre quello ma già dall'incipit, dall'incidente scatenante, si intuisce qualcosa soprattutto nella messa in scena di Byrne, un nostalgico che si ispira ad alcuni grandi maestri dell'horror senza però copiarli furbescamente ma rimanendo nella sua idea di cinema.
Ultimamente la musica metal, colonna sonora fantastica di questo film, sta facendo incetta di film con opere spesso bizzarre come Deathgasm e METALHEAD piazzandosi come una specie di mood che si affaccia quasi sempre al diabolico.
Byrne si vede che cura con precisione ogni dettaglio della messa in scena e studia attentamente le inquadrature riuscendo a regalare un'atmosfera importante che il film raramente perde.
Un horror atipico come vanno di moda negli ultimi anni prendendosi tante libertà e rischi ma cogliendo e riuscendo a misurare action, splatter e facendo un accurato uso del montaggio soprattutto in alcune scene fondamentali.
Nel film il sacrificio è sia metaforico (la famiglia rispetto alla carriera) sia letterale (i bambini sacrificati a Satana). Attingendo ai classici film sul tema (Rosemary’s Baby e Il presagio), volevo dare al film un’eleganza posata. Ma oltre che classico volevo anche essere audace, dando ai personaggi una loro ampiezza, in modo che il mondo stesso fosse straordinariamente interessante. I fratelli Coen e Tarantino sono stati riferimenti fondamentali in tal senso, perché rappresentano l’unione di maestria registica e sensibilità.
Sean Byrne - Regista