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mercoledì 25 maggio 2011

Limitless


Titolo: Limitless
Regia: Neil Burger
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Eddie Morra, uno scrittore trasandato e squattrinato, sta cercando di scrivere, senza successo, il suo libro. La sua ragazza, Lindy, lo molla non sopportando più il suo modo di vivere. Un giorno incontra un amico di vecchia data, che gli propone di assumere un nuovo farmaco rivoluzionario, che non è ancora sul mercato, l’NZT.
Questa pillola amplia le capacità intellettive, riuscendo a utilizzare il 100% dell’intelletto umano.
Eddie spinto dall’amico e dalla curiosità la prende e in pochi minuti le sue percezioni, oltre alle sue capacità mnemoniche, si espandono e aumentano a dismisura. Gli effetti collaterali, però, non si fanno attendere, come pure un losco individuo che inizia a seguirlo ovunque.

Nonostante la paura in crescendo sulle multinazionali farmaceutiche e il loro potere in termini di farmaci sempre più all’avanguardia, soprattutto quando non viene fatta una campagna informativa come si deve(Ritalin for example), bisogna dire che questo NZT lascia spiazzati tutti i benpensanti e gli ipotetici rischi ed effetto collaterali correlati.
Come esperienza sarebbe almeno da provare…l’idea di poter allargare le nostre sinapsi e qualcosa di rivoluzionario oltre che nemmeno tanto fantascientifico. E’ così uno è capace di imparare una lingua come il cinese in meno di una settimana. Direi che non è male.

Ora però rimaniamo nel film, rimaniamo sull’impronta che Burger da alla pellicola riuscendo a trovare un canale perfetto in Bradley Cooper(eccezzioanle tamarro doc che abbiamo già visto nel deludentissimo A-TEAM e nel divertentissimo UNA NOTTE DA LEONI e l’horror THE MIDNIGHT MEAT TRAIN) e un po meno in De Niro che appare sempre più debosciato.
Ora ci sono due analisi: gli effetti del farmaco su cui Burger si specializza trovando territorio fertile e clichè a gogo dal momento che è infinito il panorama di scelte da utilizzare e su cui sbizzarrirsi una storia che proprio per la tematica legata al soggetto di indubbio spessore rischia di fare un buco almeno nel finale per cercare di rimanere nella linea di confine tra la denuncia a queste ipotetiche multinazionali e invece qualcosa di meno complesso e più scontato come è il caso di Limitless tra l’altro tratto dal libro The Dark Fields di Alan Glynn.  Dall’altro il motivo sempre più di ordinaria attualità secondo cui siamo costretti ad avere poco tempo e cerchiamo di memorizzare troppe informazioni.
Ora come Burger e l’eccellente sceneggiatrice che ha comprato i diritti e scritto il soggetto mostrano il farmaco può essere un risultato ma come tutte le cose di radice chimica ha per forza degli effetti collaterali e anche se qui la pericolosità non viene affrontata a mio parere nel modo migliore, ma anzi molto hollywoodiano, la pericolosità a lungo termine e un fatto certo.