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martedì 2 luglio 2019

47 metri


Titolo: 47 metri
Regia: Johannes Roberts
Anno: 2017
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Due giovani sorelle - Lisa e Kate - sono in vacanza in una località marina in Messico. La situazione sarebbe ideale per svagarsi alla grande, ma Lisa è turbata per essere stata lasciata dal suo fidanzato. Così Kate, la più disinvolta delle due, cerca di farla divertire portandola fuori di notte a spassarsela. Due giovani messicani propongono alle ragazze di provare lo sballo di un'immersione in una gabbia in un luogo infestato da squali: totalmente sicuro, totalmente avvincente. Lisa, preoccupata, è titubante, ma dato che è stata lasciata dal fidanzato proprio perché ritenuta noiosa, decide, spinta dalla sorella, di tentare la botta di vita. Quando vede la vecchia gabbia arrugginita del "capitano" Taylor, Lisa è di nuovo colta da dubbi, ma Kate è risoluta: l'avventura va vissuta. In mare aperto vengono gettate le esche per attirare gli squali che subito arrivano. Poi le ragazze si calano in mare dentro la gabbia per potersi godere la vista degli squali al sicuro della loro protezione. Ma per un problema tecnico la gabbia precipita a 47 metri di profondità e le ragazze si trovano nei guai con poca aria e troppi squali.

Che lo shark movie sia un sotto genere ormai abusato è un dato di fatto.
Prove di sopravvivenza, cloni di squali, esperimenti genetici, sotto prodotti amatoriali o virati sul trash e poi i blockbuster.
47 metri del mestierante Roberts, una filmografia abbastanza sfortunata, riesce nonostante una regia molto tecnica a portare a casa il suo film di genere migliore.
Qui lo sport estremo gioca un bel connubio con il survival movie e un'atmosfera davvero claustrofobica dove il gioco forza delle due sorelle produrrà tutta la materia drammatica dovuta e necessaria per dare pathos e atmosfera al film.
47 metri come Open Water cerca la soluzione più faticosa ed estrema, senza mettere troppa carne al fuoco, con un ritmo abbastanza soporifero per un finale e un ritmo tutto sommato centellinato come le risorse e le aspettative di vita delle ragazze che riescono a non far cadere mai troppo o sbilanciare il binomio del ritmo claustrofobico. Un film che negli intenti riesce sicuramente a far meglio di PARADISE BEACH trovando nello schema corale un maggior ritmo e giocando sulle differenze e le diversità delle due sorelle entrambe destinate a doversi scontrare con l'orrore vero dove lo squalo per assurdo passa pure in secondo piano.
Ottimo il finale che non concede soluzioni facili e il tipico happy ending facile da trovare negli horror destinati al cinema che qui se così fosse stato ne avrebbe distrutto tutti gli intenti.
47 metri è composto soprattutto di tensione, regalando molto tempo con uno sguardo profondo ai difficili rapporti e agli aspetti umani, la solitudine e la disperazione che prevaricano giocando un bel braccio di ferro tra le due complesse psicologie delle protagoniste e poi tanta, tanta suspance che dimostra ancora una volta come l'abisso e l'ambientazione marina rimangono sempre sinonimo di una minaccia incombente più forte di noi
Pochissime le pecche, se vogliamo proprio trovarne qualcuna diciamo la tipica vittima sacrificale e la corda ormai consumata dalla salsedine. Potevano trovare degli espedienti un pò più originali.