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martedì 22 marzo 2011

Gomorra

Titolo: Gomorra
Regia: Matteo Garrone
Anno: 2008
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Gomorra è un film di pura suspence. Un film che cerca di condurti per un paio d’ore in una realtà neanche troppo distante che ci circonda e che presto vorrà anche parte delle nostre terre e del nostro sangue.
Garrone sceglie la carta più giusta, quella della strage. Inscenandola in diversi passaggi.
Se il sogno di Totò vivendo a Scampia è quello di diventare un boss ed aiutare i suoi compari a nascondere droga e armi, rinunciando così ad una possibile redenzione, lo stesso discorso vale anche per l’episodio dello smaltimento dei rifiuti tossici, forse il meno violento ad impatto fisico ma di una devastante violenza ecologica e soprattutto verbale con la quale Franco riesce a gestire un traffico di sversamento di rifiuti a costo praticamente nullo in cui Roberto se alla fine preferisce uscire fuori da quel racket verrà definito da Franco come uno come gli altri come se da quel paesino non si scampasse e fossero tutti condannati.
L’episodio di Pasquale è tale e quale al libro con poche differenze (se non sbaglio il vestito era per Angelina Jolie nel libro e non la Johansson) comunque a parte questo particolare trascurabile, Pasquale rappresenta che anche se hai delle doti e particolarmente redditizie non cambia la tua vita quando dipendi in parte da un’organizzazione che ti comanda, le tue scelte in quel caso contano meno della carta da culo e questo lo sai e devi accettarlo come un tumore insanabile.
L’episodio di Don Ciro per chi non ha letto il libro, potrà all’inizio essere velato da un’ombra di mistero sul ruolo che il contabile ha ovvero quello di portare la “settimana” alle mogli o ai mariti di mafiosi vivi o morti.
L’ultimo episodio è forse il più frenetico e quello più cinematografico della rapida ascesa di Marco e Ciro due giovani ragazzi che pensano di essere Tony Montana oppure Sandokan Schiavone o i vari nomignoli che tanto vanno di moda e che vengono per la maggior parte presa in prestito dalla cinematografia. Naturalmente per loro capire che pesce grosso mangia pesce piccolo deve essere una dura lezione che può essere capita solo a colpi di pistola.
Un film inquietante in cui non si salva nessuno dal proprio destino.
Un film che spero spaventi proprio per la sua insaziabile verità e denuncia senza dover stare a convenzioni ma libero di osservare la distruzione di Napoli da ville con piscina che sorgono su palazzi decrepiti.
Tutti sono condannati perché prendono parte ad un sistema che gli ingabbia e che non intende perdere parte dei propri possedimenti.
Un sistema quello che il libro di Gomorra riesce meglio a descrivere ma che Garrone ci mostra con spaventosa e agghiacciante realtà.
Nel finale un film interessante, una buona trasposizione di un libro catartico e enfatizzato al punto giusto con delle cromature e dei personaggi difficili da dimenticare perché come il film riesce ad essere claustrofobico nelle scene riesce ancora di più nel descrivere personaggi “reali”