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lunedì 15 gennaio 2024

Blue Eye Samurai-Season 1


Titolo: Blue Eye Samurai-Season 1
Regia: AA, VV
Anno: 2023
Paese: Giappone
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 4/5

Ambientata nel Giappone del periodo Edo, la serie segue Mizu (doppiata da Maya Erskine nella versione originale), una maestra di spada di etnia mista che vive una vita sotto mentite spoglie mentre trama la vendetta.
 
Una volta una persona ignorante definì l'animazione come semplici cartoni animati.
Ora è mio preciso dovere soprendermi continuando a farmi affascinare dalla settima arte.
Questa serie è un mezzo capolavoro. Qualcosa che si innalza rispetto alle solite serie, qualcosa che parla di un'epoca feudale giapponese che già conosciamo ma con altri mezzi, linguaggi e forme visive. C'è una bellissima protagonista con una storia di dolore e emancipazione. C'è il fulcro della storia che ruota attorno ad uno dei canoni più semplici che è il revenge movie. C'è un villain antagonista davvero feroce e crudele che prende a pugni in faccia una ragazza e gira il Giappone in cerca di geishe da scoparsi con il suo assistente. C'è un patto di fiducia con una sorta di garzone senza mani che aiuterà la protagonista.
C'è tutto, brutalità, sangue, sentimenti, emozioni, caratterizzazione dei personaggi mai scontata ( la breve storia d'amore di Mizu è straziante). Uno dei motivi per cui la serie è piaciuta così tanto è ancora una volta il fatto che sia crudele, violento e a tutti gli effetti incessantemente cattivo, senza risparmiarsi e lesinare su nulla ma mostrando la cupidigia e la testardaggine di una società che sembra avere soltanto l'obbligo e il voler prevaricare sempre sull'altro. Quasi non esiste la redenzione ma soltanto un voler predominare sfruttando tutto ciò che si può cancellando il passato e insistendo sull'appagamento dei bisogni primari.

domenica 19 novembre 2023

Comandante


Titolo: Comandante
Regia: Edoardo de Angelis
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

La storia di Salvatore Todaro, comandante di sommergibili della Regia Marina che durante la Seconda Guerra Mondiale contravvenne agli ordini del suo comando per portare in salvo i 26 uomini che avevano provato ad affondarlo.

Comandante è un film drammatico e corposo che racconta un episodio storico cercando di umanizzarlo il più possibile senza scadere nel melanconico o diventando patetico come molti drammi italiani sanno essere. E' un film che parla di guerra senza quasi mai mostrarla.
E' un film che parla di umanità e coraggio senza farla diventare troppo stucchevole e un sotto testo politico nonostante plasmi di patriottismo tutto ciò che tocca. E' un film dove un gruppo di fascisti tutto fanno e sembrano esprimere, con un carattere nazionale realmente eroico senza mai abusare dei propri strumenti o legandosi e comportandosi come l'ideologia vorrebbe.
E' un film di dolore, sudore e sopravvivenza al fine di mostrare come la guerra sia la condizione più brutta per l'essere umano. E' un film che sa prendersi anche delle pause e far sorridere come alcuni racconti di Reclercq, la storia delle patatine fritte come piatto principale belga, la canzone e le piroette culinarie di Gigino e anche alcune scene intense e sofferte come quella degli schiaffi o degli arti mozzati a causa dei bombardamenti
E' un film che parla di regole cambiandole perchè se bisogna seguire un protocollo è pur vero che in un contesto particolare, un comandante può decidere singolarmente da solo prendendosi la responsabilità del suo operato di come agire. Due ore che volano quasi tutte all'interno di un sottomarino che sembrano, trovando un episodio di guerra passata, porre l'accento sul valore del soccorso come fondante dell'identità italiana


sabato 13 maggio 2023

Tre moschettieri-D'Artagnan


Titolo: Tre moschettieri-D'Artagnan
Regia: Martin Bourboulon
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Il giovane D'Artagnan ambisce a diventare un moschettiere del re Luigi e si reca a Parigi per mettersi al servizio del capitano de Tréville. In viaggio incappa nel rapimento di una ragazza e rischia la vita per cercare di salvarla. Arrivato nella capitale, si rende conto di come sia facile litigare con i moschettieri ma soprattutto di quanto intrighi e corruzioni corrodano la nobiltà di Francia. Mentre i moschettieri sono fedeli al re, il cardinale Richelieu è disposto a tutto pur di screditarli e acquisire sempre più potere.
 
C'era bisogno di un ennesima trasposizione del romanzo di Dumas? Sì. Il perchè è semplice. Senza inutili sensazionalismi, 3D e intrusioni storiche peraltro fasulle. Diciamo che quasi tutte le ultime trasposizioni non sono state un granchè. Tre moschettieri 3d di Anderson troppo tamarro e da dimenticare, MUSKETTER non aveva polso e sembrava puntare quasi al riscatto e l'enfasi del regista, su quello russo THREE MUSKETEERS preferirei tacere e su quello nostrano di Veronesi assistiamo a una sorta di parodia trash davvero insulsa Moschettieri del re-La penultima missione. Probabilmente ci volevano proprio i francesi e questo riadattamento pur non aggiungendo nulla non mischia nemmeno troppo la trama facendolo risultare un buon thriller d'azione con combattimenti mai eccessivi ma funzionali. L'atmosfera rimane il pezzo migliore soprattutto nell'arrivo di d'Artagnan e nel cercare di svelare alcuni complotti che porteranno ad un sequel che spero arrivi il prima possibile.

martedì 18 aprile 2023

Pataffio


Titolo: Pataffio
Regia: Francesco Lagi
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

La carovana del Marconte Berlocchio, fresco di nozze con la donna Bernarda attraverso la cui famiglia ha avuto il suo titolo, si presenta al nuovo feudo di cui sarà signore, trovandolo però in rovina. Né autorità né rappresentanti regi ad attenderlo: solo una banda di paesani affamati che usano il castello per pascolare gli animali e tirano a campare come possono. Assieme al fido consigliere Belcapo, al frate cappuccio e a un manipolo di soldati ben poco convinti, Berlocchio cercherà di trasformarsi nel nobile che non è mai stato. 

Un'altra bella sorpresa del nostro cinema. Un'operazione coraggiosa e singolare per il cinema italiano contemporaneo il passato remoto e citando tra le righe il capolavoro di Monicelli Bertoldo Bertoldino e Cacasenno.
Malerba viene preso da Lagi che trasforma questa novella comica e poi drammatica dandogli ambizioni e moventi facendola diventare una metafora che poco si scosta dalla post modernità mostrando gli interessi e le ambizioni di un manipolo di disperati. Una corale sgangherata che cerca di compiere una grande impresa fallendo miseramente. A partire da un feudo lontano che si fa fatica a trovare sbagliando strada. All'idea di cercare dei nemici dove non ci sono. Un gruppo di poveri cristi mossi dagli instinti più bassi come la fame dove addirittura di rischia di morire quando ci si abbuffa. Il rapporto con la servitù, con i soldati, con i villani del posto che non hanno intenzione di farsi governare. Il Pataffio è una delle opere più interessanti viste nel nostro degli ultimi anni. Ambizioso e colto, recitato da dio dove alcuni attori si mettono davvero in gioco e con una scelta di linguaggio e una messa in scena perfetta dai costumi alla bellissima colonna sonora.

venerdì 3 marzo 2023

RRR


Titolo: RRR
Regia: S.S. Rajamouli
Anno: 2023
Paese: India
Giudizio: 5/5

Due leggendari rivoluzionari intraprendono un viaggio lontano da casa prima di iniziare a combattere per il loro paese negli anni '20.
 
Devo dire che pur essendo appassionato di cinema indiano e quindi bollywoodiano per la maggior parte, RRR è davvero qualcosa di faraonico e mastodontico nel suo prendersi esageratamente sul serio come dramma storico ma anche azzerando ogni etichetta e diventando di tutto e di più.
Comicità, musical, dramma, azione, politico e sociale, un film sulla disuguaglianza e la discriminazione, sull'amore l'amicizia, sul sacrificio e la crudeltà, sul viaggio dell'eroe, il revenge movie e molto altro ancora. La lotta per l'indipendenza contro l'oppressore britannico qui raggiunge i fasti per la messa in scena, per toni da romanzo, con intrecci da melodramma che pervadono la pellicola come se fosse una sorta di epopea dove anche la religione assume significati importanti come la scena finale dove i nostri due protagonisti incarnano le vesti di divinità indiane raggiungendo l'apoteosi del kitsch. Perchè in questo film tutto è doverosamente e incredibilmente kitsch però funziona perchè straborda ma allo stesso tempo frena e tiene le redini per spostare la narrazione su altri fronti e lasciando così una pluralità di sotto trame da narrare.
Tutti i sentimenti, in questo film, sono portati all’eccesso. L’amore è sconfinato, l’odio è totale, assoluto; l’amicizia virile assurge ai massimi livelli, l’amore per la patria è senza limiti, il sacrificio, anche, la decisione, la volontà, la perseveranza…non conoscono ostacoli. Non siamo più abituati a vedere in un film questi straordinari eccessi…ma questo film è una cosa sorprendente. I balli poi sono meravigliosi come quello di Nacho Nacho per mostrare agli inglesi come gli indiani abbiano balli locali ancora più eccentrici e complessi dei loro e sfidandoli apertamente ad una gara di ballo che è una delle più belle e insolite della storia del cinema.

domenica 27 novembre 2022

Peaky Blinders- Season 1


Titolo: Peaky Blinders- Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2013
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 1
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

irmingham, 1919. La prima guerra mondiale è terminata da poco e i suoi effetti sono ancora visibili sia per la popolazione che per la struttura economica che la sorregge.
In questo contesto sociale si sviluppano le vicende della famiglia Shelby e del loro leader Thomas quale capo della gang denominata Peaky Blinders. Tale nome deriva dalla particolare forma a punta dei loro berretti, arricchita nel caso specifico, dalla particolarità di nasconderci all’interno una lametta atta ad essere usata come arma.
 
Menziona speciale. Finalmente riesco ad aver modo di fruire queste sei importanti stagioni di una delle serie più importanti a rigor di logica per quanto concerne l'ambientazione, i fatti storici, i personaggi iconici, la ricostruzione e la fedeltà scenografica e narrativa e infine i colpi di scena.
La scalata di una gang criminale mossa come tante altre da un'espansionismo che diventerà immenso per quelli che potevano vantare come obbiettivi soprattutto se a tener testa a questo gruppo di gangster troviamo un Thomas Shelby particolarmente ispirato. Un personaggio iconico in grado di dare sfaccettature e importanza ad ogni sceltà che si troverà a fare. Un personaggio per niente muscolare quanto ipnotico per come tramite la perseveranza e l'ingegno riesca sempre ad essere infallibile nelle sue scelte. Poliziotti corrotti, armi scomparse. Il commissario Chester Campbell addetto a risolvere il caso splendidamente caratterizzato. Un altro personaggio che da prima sarà nascosto nella nebbia ma che poi parteciperà attivamente è quello del monumentale Winston Churchill. La prima stagione a parte mostrare una galleria di personaggi e aprire porte su porte si delinea in fondo su un'unica grande domanda quella appunto delle armi scomparse e fatte nascondere proprio dallo stesso Tom.
Valori e morale, il fatto di credere nella forza muscolare come Arthur e John e rendersi invece conto che porta solo a muovere altra violenza, al personaggio mastodontico della zia Polly che assieme a Tom soprattutto nella prima stagione e assieme a Campbell rappresentano quel triangolo attorno a cui tutto ruota e dove Grace riesce a incastrarsi a perfezione in un gioco tra le parti squisito.

Peaky Blinders- Season 2


Titolo: Peaky Blinders- Season 2
Regia: AA,VV
Anno: 2014
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 2
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

Sono passati due anni. Scopriamo che il buon Freddy è morto e la prima puntata si apre proprio con il suo funerale mentre vediamo Ada in lacrime tenere in braccio il loro bambino.
Proprio Freddy è stato quel personaggio nella prima stagione a battersi contro i Peaky, a cercare di rendere giustizia a quella democrazia ancora in pasta soprattutto tra i lavoratori nelle fabbriche e nei cantieri. Al suo contorto rapporto di odio e rispetto verso Thomas, all'amore per la sorella di quest'ultimo e ha cercare di spezzare parte dei legami della famiglia Shelby.

Questa seconda stagione parte proprio dai lutti, da quello di Freddy a quello della scelta di non poter avere un'amore con Grace da parte di Tom decidendo l'espansionismo e gli affari a discapito delle scelte del cuore.
Cominciano a delinearsi alleanze importanti con individui spregiudicati come Alfie Solomons, capo della comunità ebraica, il villain di turno e antagonista Darby Sabini, mafioso italiano in una dura e aspra lotta proprio con il criminale zingaro irlandese. La famiglia pur perdendo colpi cresce con l'arrivo inaspettato del figlio creduto perso di Molly, Finn Cole, che diventerà presto una mente matematica perfetta e un allibratore che grazie all'osservazione e sotto la supervisione di Thomas rischia di diventarne l'erede per quanto poi la narrazione e l'evolversi della storia puntino su molto altro. C'è la questione sulle scommesse dei cavalli, gli allibratori, l'uccisione inaspettata di Campbell soprattutto per l'identità del suo carnefice. Nella seconda stagione viene ribadito come la scrittura di Stephen Knight riesca nel difficile compito, pur mettendo nel piatto diverse situazioni diverse, (ebrei, italiani, irlandesi, polizia, governo) di mantenere una struttura chiara, solida e coesa con tutte le pedine messe nel posto giusto e al momento giusto. E questo intersecando molto spesso momenti e circostanze completamente distanti tra di loro. Insomma un piccolo capolavoro storico/narrativo.

Peaky Blinders- Season 3


Titolo: Peaky Blinders- Season 3
Regia: AA,VV
Anno: 2016
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 3
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

La terza stagione inizia con il matrimonio tra Tommy e Grace. Alla sua cerimonia, Thomas incontra dei russi che chiedono protezione alla famiglia Shelby in cambio di preziosi gioielli. Lizzie, la segretaria, pare abbia una storia con un italiano appartenente alla famiglia dei Chiangretta e i Peaky Blinders feriscono brutalmente il figlio del boss. Questo scatena la rivolta degli italiani che termina con l’omicidio di Grace. Tommy va completamente fuori di testa, si rinchiude in una tenuta in campagna, isolandosi anche dai propri affetti. L’antagonista di questa terza stagione, sembra essere un prete, tale John Hughes, un rappresentante della Lega Economica, che vuole opporsi all’affare tra la famiglia Shelby e i russi. Tommy con l’aiuto di Solomons raggiunge un accordo con questi ultimi; e scoperto l’arcano del prete, cerca di ucciderlo ma viene anticipato e ricattato. Ripreso il controllo della sua vita, fa scavare un tunnel dai suoi scagnozzi per accedere al sotterraneo dei russi, per rubare i gioielli.

Un matrimonio, un figlio, degli antagonisti che appartengono ad una casta quasi intoccabile.
Ancora una volta Thomas rischia quasi di finire al creatore dopo essere stato massacrato di botte, ha uno scontro face to face con Alfie, và in paranoia, sospetta di tutti e infine gli viene pure rapito suo figlio e uccisa la moglie per colpa tra le altre cose di un medaglione maledetto.
Sicuramente è la stagione più cupa, dove le mosse vengono fatte a tavolino ai danni degli altri, dove ci sono continui tradimenti e ribaltamenti, dove per la prima volta vediamo il protagonista davvero in difficoltà, stremato, debole e vulnerabile. La mossa di tirare fuori pure i russi oltre tutta la dinamite già presente nelle precedenti stagioni (italiani, irlandesi zingari, ebrei, inglesi) non è molto chiara come intenti e come narrazione in sè. Seppur il cast riesce come sempre ad essere più che adeguato personaggi come Leon Petrovna rimangono appena abbozzati, il doppio gioco della principesa Tatiana non è chiarissimo così come il prete padre John Hughes e il fatto che sia il reponsabile di vari traumi infantili ai danni di Michael.
Una delle stagioni scritte forse peggio ma che ha dalla sua alcune punte di inusitata violenza, uno scontro verbale da storia del cinema e tanti altri passaggi interessanti alcuni dei quali con rimandi esoterici.

Peaky Blinders-Season 4


Titolo: Peaky Blinders-Season 4
Regia: AA,VV
Anno: 2017
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 4
Episodi: 6
Giudizio: 3/5

Don’t fuck with Peaky Blinders, o forse si. Si riparte proprio da quel gesto di Tommy, aprendo con un’intensa sequenza la stagione, che ci mostra i membri della famiglia Shelby con un cappio al collo, pronti per l’impiccagione, che puntualmente non avviene. Quella che ci sembrava la fine del mondo, infatti, è soltanto un altro dei piani di Tommy per riuscire a manipolare le alte sfere britanniche, dimostrando ancora una volta la sua aspirazione alla grandezza. Questo atteggiamento lo porta però all’isolamento più totale, con il solo piccolo Charlie, immerso completamente nel lavoro, senza un minimo di sosta. Il torto subito dagli altri membri della famiglia, ha delle conseguenze rilevanti, quasi tutti hanno chiuso i rapporti con Tommy, ad eccezione di sua sorella Ada e Michael che continuano a lavorare per l’azienda. Ma una nuova minaccia, riunirà ben presto la famiglia. La situazione di apparente calma, viene spezzata da una mano nera, simbolo della mafia italoamericana, recapitata a ciascun componente della famiglia. Entra così in gioco Luca Changretta, figlio del boss che in precedenza avevamo visto giustiziato da Arthur, e ora pronto ad ottenere la sua vendetta. Il primo a farne le spese è John Shelby, ucciso davanti la moglie e Michael che viene ferito. La morte del fratello, riunisce la famiglia Shelby, intenda a superare anche questa minaccia. Vediamo Polly fare un accordo con Changretta, che in realtà si rivelerà essere un’altra trappola organizzata da Tommy. Ma la svolta in quella che può essere considerata come una vera e propria guerra tra famiglie, è un colpo di genio di Tommy. Durante un incontro di pugilato, organizzato proprio da quest’ultimo, tra un suo pugile e un avversario proposto da Solomons (corrotto dagli italiani), nei bagni, vieni quasi ucciso Arthur. Tommy fa credere a tutti che il fratello sia davvero morto e quando Changretta, cattura i Peaky Blinders ecco che ritorna Arthur che spara un colpo in testa al boss italiano

La quarta stagione è tutta un revenge movie su come gli italiani vogliano attaccare direttamente la famiglia Shelby e su come dall'isolamento iniziale, Thomas decida di fare il passo lungo e passare direttamente alla politica. Sicuramente rispetto alla terza qui la scrittura sembra ancora più frettolosa con alcune scene decisamente girate troppo alla veloce facenndo in parte sgigurare lo stesso Changretta che sembra scimmiottare un gangster siciliano con lo stecchino e una parlata a volte quasi ridicola. Dalla divisione iniziale si cerca poi di restare uniti contro una minaccia troppo grande e un colpo di scena che decreta l'uscita di uno dei co protagonisti della serie.
Personaggi come Jessie Eden, Aberama Gold, la stessa Polly che sembra sull'orlo del baratro, il ruolo centrale femminile in particolare per Esme, Lizzie e Ada a cercare di contrastare quel machismo a fronte di una vera e propria ribellione femminile
La quarta stagione di Peaky Blinders a tutti gli effetti è forse la stagione in parte più storico/politica, perchè la politica in particolare negli incontri tra Churchill e Shelby ricoprirà un ruolo chiave soprattutto verso l'ultima stagione. Qui si svolge nel periodo storico delle rivolte operaie, quando il socialismo e il comunismo provavano a mettere in atto la rivoluzione contro il capitalismo e lo sfruttamento degli operai nelle fabbriche. Per questo anche i sindacalisti come poteva sembrare di facciata Freddie Thorne nella prima stagione rappresentano un pericolo in quanto agitatori delle folle.
Tommy cerca di trovare un accordo con lei per evitare che scoppino rivolte nella sua realtà, ma soprattutto per venire incontro agli operai sposando così la causa socialista, stringe un rapporto intimo con Jessie, con il fine di aiutarsi a vicenda, ma in realtà l’unico obiettivo di Tommy è quello di avanzare all’interno del partito comunista per avvantaggiare la sua posizione di potere e vendere al Segretario del Re alcuni nomi dei membri del partito comunista che vogliono una rivoluzione. Lo scambio riguarda un unico favore: avere il permesso di candidarsi al Parlamento di Birmingham South nel partito laburista. Nel finale di stagione vediamo Tommy vincere le elezioni divenendo così deputato.

Peaky Blinders- Season 5


Titolo: Peaky Blinders- Season 5
Regia: AA,VV
Anno: 2019
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 5
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

La quinta stagione si apre con un salto temporale di due anni, con le conseguenze del Crollo di Wall Street che manda in fumo i progetti dei Shelby che puntavano a gestire il proprio impero economico in modo legale, anche a causa di un quasi imperdonabile errore di Michael che ha fatto perdere molti soldi alla compagnia, scatenando l’ira di Tommy e perdendo completamente la sua fiducia. Thomas, dopo esser stato eletto tra le fila del partito laburista, deve affrontare i suoi doveri di politico, contrapposti ai problemi familiari ed i traumi del suo passato che lo tormentano. La vita insieme alla moglie Lizzie e ai suoi figli Charles e Ruby è tutto tranne che tranquilla e l’equilibrio è messo giorno dopo giorno in pericolo dagli eventi che circondano Tommy. Nel frattempo Linda cerca di convincere Arthur ad assumere un ruolo più rilevante negli affari, mentre Ada affronta la gravidanza e Polly sembra aver cambiato il proprio stile di vita. Da Detroit ritorna poi Michael con sua moglie Gina Gray, in attesa di un baby Shelby. I problemi per Thomas sono infiniti: giornalisti, merce proibita in arrivo via nave, il fascista Oswald Mosley, il clan dei Billy Boys che scatena l’ira di Aberama Gold. La quinta stagione è un crescendo di emozioni e intrighi che portano a un season finale ricco di sorprese e che lascia il telespettatore con la voglia di scoprire immediatamente quale sia il futuro degli Shelby.

Una stagione diversa dalle altre soprattutto per quanto concerne il ritmo e le lotte di strada che tendono, visti i tempi, sempre più ad affievolirsi. Tuttavia una delle scene più cruenti dell'intera saga rimane proprio la vendetta del clan dei Billy Boys a danno del figlio di aberama e del suo futuro da pugile. Qui la politica ormai entrati di petto nel partito laburista, prende piede visti anche i fatti storici come il crollo di Wall Street e tanti nuovi campanelli d'allarme in particolare i giovani fascismi in questo caso veicolati da Oswald Mosley, personaggio davvero interessante e complesso che per fortuna riesce ad essere caratterizzato a dovere. Di nuovo dopo i Changretta viene di nuovo tenuta d'occhio la politica italiana, il fascismo come dicevo, per cercare di risolvere i problemi di un paese dal basso e dal populismo. La quinta stagione con tratti anche abbastanza onirici dove tra laudano e crisi mistiche di Thomas, spesso ci troviamo catapultati in spazi desolati. Dove questa più che mai è collegata con la sesta come se fosse un'unica stagione di dodici puntate.




Peaky Blinders- Season 6


Titolo: Peaky Blinders - Season 6
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 6
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

I tormenti di Thomas Shelby proseguono nella sesta stagione di Peaky Blinders che riprende dal punto in cui era terminata la quinta stagione. Il fallito attentato a Mosley pesa sulle spalle di Tommy ma nonostante tutto è costretto ad allestire il funerale di Polly, uccisa come ritorsione dall’IRA. A quel punto la serie fa un salto avanti nel tempo di 4 anni arrivando al 1933 con l’ascesa del nazismo e del fascismo che si faranno sentire sui Peaky Blinders. Dopo la fine del proibizionismo, gli Shelby inseguono il successo con il traffico di oppio ma stringendo anche un’alleanza con i loro peggior nemici.
 
La resa dei conti finale che cme sempre vede un lucido e vigile Tommy alle prese con i tormenti interiori in quel campo fitto di nebbia dove voleva uccidersi se non fosse che Arthur, conoscendo bene il fratello, aveva tolto i bozzoli dalla pistola. Può un nemico ad un tratto sembrare così forte e difficile da contrastare? Ponete questa domanda a Tommy che di antagonisti ne ha visti di tutti i tipi, nazionalità e forme, riuscendo sempre con l'astuzia a trovare un modo per farli crollare.
Diverso quando si ha a chje fare con una fanatismo politico e ideologico che si sta allargando a macchia d'olio e che sembra contaminare tutto ciò che Tommy possiede e su cui ha investito.
Infatti e purtroppo l’ultimo, spregiudicato, tentativo di eliminare Oswlad Mosley gli si è drammaticamente ritorto contro. La famiglia Shelby subisce perdite devastanti e lui rimane solo, ancora una volta a brancolare nel buio. Servono quattro anni prima che si rimetta in sesto e riprenda gli affari, più lucido e spietato che mai. Tommy Shelby pensa sempre più in grande e anche se siamo ormai nel 1933, la concezione del mondo dei Peaky Blinders rimane sempre la stessa, churchill dalla sua in quelle lunge conversazioni in ufficio a dover scegliere se bere rum o whiskey, sembra suggerirgli delle profezie su dove andrà l'Europa e su quale strada prendere, dmostrando così come politica e criminalità alle volte possano viaggiare assieme se traghettati da un fine comune. La sesta stagione porta ormai all'inevitabile crollo di una delle famiglie più interessanti del cinema, dove ormai si è perso l'orientamento in un vuoto così grande che sembra impossibile da colmare, senza più avere Polly a tenere salda la famiglia nei momenti più complessi dove le dinamiche sembravano suggerire un caos interno e a prenderne in parte le redini vedremo Ada, un personaggio che viene caratterizzato molto bene in quel crescendo che da fragile e impulsiva la portano a diventare l'erede della zia.

venerdì 4 febbraio 2022

Last Duel


Titolo: Last Duel
Regia: Ridley Scott
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Francia. XIV secolo. Dopo essere tornato dalla guerra, il cavaliere Jean de Carrouges scopre che sua moglie Margueriteè stata violentata dallo scudiero e amico Jacques Le Gris. Marguerite decide coraggiosamente di portare a processo Jacques e denunciare quanto accaduto, ma non viene creduta in quanto donna. Il marito, per difendere l’onore della moglie, decide di ricorrere al codice cavalleresco e sfidare a duello Jacques, affidando alla volontà divina la sorte della contesa.
 
Come per RASHOMON a cui tutti debbono qualcosa, l'ultimo Scott, ultimamente iperattivo tra direzione e produzione, sembra voler riprendere parte di quel genere cappa e spada che aveva messo in scena in maniera eccezionale con i DUELLANTI. In questo periodo storico viene mostrato il lato oscuro della cavalleria come quello dell'oscurantismo medievale.
Last Duel è prima di tutto un film sporco e corrotto, dove tutto è il contrario di quello che si vuole dire, i personaggi danno il loro peggio e i valori sono tutti mascherati e smascherati dalla paura e dal pretesto, evitando retoriche facili per non cadere nel ridicolo rischiando per alcuni personaggi di diventare la barzelletta di corte.
L'elemento interessante rimane proprio la caratterizzazione per cui si fa fatica a empatizzare perchè ognuno ha suo modo è duplice nel cercare riscatto e giustizia ma allo stesso tempo conservare il proprio egoismo e mantenere i propri interessi. Un altro film che dopo King(2019) di Michod ripresenta una veridicità storica ricostruita da un'atmosfera plumbea in un mondo violento e crudo, dove i personaggi si muovono tra fango, sporcizia, condizioni di vita precarie e tanto sangue.
Non esiste un'unica verità e proprio nel finale dopo il terzo punto di vista, quello della donna, sarà difficile scoprire da che parte sta la realtà e se il senso di giustizia e vendetta abbia realmente avuto uno scopo.



mercoledì 15 dicembre 2021

Monstrum (2018)


Titolo: Monstrum (2018)
Regia: Huh jong-ho
Anno: 2018
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 2/5

Uno strano oggetto misterioso appare improvvisamente a Joseon. A causa di questo strano oggetto, si diffonde un'epidemia che minaccia la vita delle persone. Yoon Gyeom, Sung Han, la figlia di Yoon Gyeom Myung e Heo uniscono le forze per annientare l'epidemia.

“Questo film è basato su eventi storici registrati negli Annali della Dinastia Joseon”
Monstrum è un super blockbuster coreano storico. Un 'opera che intreccia intrighi di corte, tradimenti, epidemia, tantissimi combattimenti, peste e un mostro gigantesco. E'rarissimo che un film coreano sia un flop per il sottoscritto, in questo caso tutto il lavoro delle maestranze, i costumi, la messa in scena e tanto altro sono come sempre ai massimi livelli, eppure ciò che rimane davvero troppo scontata è una storia vista ormai in tutte le formule e varianti con l'immissione di un mostro che alla fine è un leoncino timido e indifeso fatto diventare un mostro per colpa del solito tiranno che ama collezionare animali rari e selvaggi torturandoli. Monstrum forse vuole essere un titolo metaforico sulla mostruosità e le efferatezze degli uomini che superano più che mai quelle dei "mostri" se così vogliamo intenderle.
Eppure anche la storia principale con questo padre e sua figlia e lo zio che devono prestare servizio al cospetto di un re malvagio dove finiranno all'interno di scorrerie e complotti di corte non riesce mai a diventare intrigante, lasciando sempre da parte quella componente narrativa in grado di rendere la storia misteriosa e avvincente con in aggiunta qualche buon colpo di scena.

domenica 11 ottobre 2020

Civiltà perduta


Titolo: Civiltà perduta
Regia: James Gray
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Il militare Percy Fawcett nella Gran Bretagna dell'inizio del secolo scorso ha davanti a sé scarse possibilità di avanzare di grado. Accetta quindi la proposta della Royal Society di recarsi in Amazzonia, ai confini tra Brasile e Bolivia, per mappare un territorio sino a quel momento privo di definizioni cartografiche. Fawcett lascia la moglie per una missione che dovrebbe durare due anni. Rimane però così affascinato dalla foresta amazzonica da decidere di tornarvi alla ricerca di una città nascosta di cui è convinto di aver trovato significative tracce.

Un viaggio alla scoperta dei propri limiti, della propria ambizione. Lost city of Z è il viaggio di un uomo che cerca di aprire i confini mentali di un paese, di un pensiero, cercando così di abbracciare civiltà sperdute permettendo di creare ponti per unire culture diverse.
Gray da sempre ha saputo confrontarsi con pellicole complesse e ambiziose, facendo in modo che il suo indiscusso talento e la cura dei particolari permettesse allo spettatore di godersi un viaggio di tutto rispetto nella settima arte. Insieme Ad Astra rimangono i film sicuramente più determinanti per comprendere se l'autore sia o meno in grado di destreggiarsi con un viaggio antropologico o assaggiare la sci-fi. Prove entrambe superate.
Hunnam e Pattinson sono solo alcuni tra coloro che possiamo definire determinanti nel cammino di conoscenza affrontando insidie e difficoltà, mettendo in gioco la propria vita, sacrificando la famiglia per un obbiettivo che in questo caso continuerà a tormentare il protagonista e il suo bisogno di scoprire quell'antica civiltà fino ad un finale davvero coinvolgente, in cui Gray non avrebbe saputo o potuto fare di meglio lasciando un finale aperto e portando al suo sogno di gloria Percy Fawcett

sabato 8 agosto 2020

Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno


Titolo: Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
Regia: Mario Monicelli
Anno: 1984
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Buffoni svagati e balordi, ma provvisti di un'astuzia contadinesca e di un buonsenso ruspante che permette loro di cavarsela nelle situazioni strampalate in cui si vanno a cacciare, si passano il "sapere" da una generazione all'altra. Grazie a tali doti, Bertoldo riesce a reggere il difficile confronto con il re Alboino, che lo farà barone, e a dare il benservito al mistificatore Fra' Cipolla.

Dalla novella di Giulio Cesare Croce e dai racconti villaneschi, ambientato nell'anno mille, questa commedia grottesca e bislacca certo vale più di una visione per i perfetti tempi in cui vengono collocate le scenette frivole e mediamente divertenti che tentano con l'utilizzo del linguaggio e del cast di destreggiarsi al meglio. La commedia cialtronesca pone personaggi villici, sornioni, astuti come in questo caso il contadino che di solito appare sempre come un ignorante e nel caso di Bertoldo uno spiantato villano dalla favella svelta coadiuvato nel bene e nel male dalla sua famiglia con la moglie Marcolfa e il figlio Bertoldino.
Tra ulteriori goffaggini e imprese scriteriate e sballate, nella galleria di scenette incontriamo re con mogli che millantano l'indipendenza della donna con tanto di cintura di castità e una vera e propria rivoluzione. Lo stesso re Alboino si trova con una corte di sgraziati con i soliti intrecci dove deve dare la figlia sposa al debole e anziano gobbuto Esarca di Ravenna e in questo la parte delle gobbe in cui ancora una volta viene chiesto consiglio dalla giovinetta a Bertoldo con il risultato di farsi dipingere anch'essa piena di gobbe.
Dall'altra parte il peso del clero con un prete sgraziato come Fra Cipolla un gaglioffo e un mistificatore, l'intreccio che parte dall'oca, continua con le ali dell'angelo Gabriele, l'anello da nascondere e infine l'incontro di un'altra bifolca che sposerà Bertoldino e assicurerà con Cacasenno la continuità della stirpe, il nome appunto nasce da sè dopo la benedizione di Frà Cipolla e dopo che il nascituro gli caga addosso.
Che dire di questa commedia cialtronesca molto ispirata, in cui a farla anche da padrone a parte il trucco, i costumi, la scenografia, sono i dialoghi praticamente perfetti, tra dialetto misto veneto/romano improntati su una tradizione letteraria che spazia dall'Aretino al Boccaccio, fatta di volgarità, sagacia popolare e sfrontatezza.



sabato 1 agosto 2020

Flesh and Blood


Titolo: Flesh and Blood
Regia: Paul Verhoeven
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Nel 1501 il nobile Arnolfini conquista la fortezza con l'aiuto dei mercenari e del giovane Stephan, esperto nell'arte della guerra e promesso sposo della principessa Agnese. Quando Arnolfini si rifiuta di pagare, i mercenari esplodono con violenza e rapiscono Agnese. Toccherà a Stephen salvarla e sconfiggere i pericolosi mercenari comandati dal terribile Martin.

E ci troviamo al cospetto di uno dei registi più controcorrenti e rivoluzionari della sua generazione, l'olandese Verhoeven che ha saputo regalarci tanti bei film violenti e appassionanti passando da un genere all'altro con una facilità disarmante. La caratteristica del regista è quella di non abbassare mai il livello di sangue, gore e splatter in alcuni casi e rendendo spesso alcune azioni dei suoi personaggi di una violenza senza eguali. Flesh and blood è un dramma epico cavalleresco in costume girato in Spagna, ambientato nell'Europa orientale dell'anno 1501 che parla di balordi, re corrotti, prendendo strade interessanti e rendendo tutti i personaggi a loro modo coinvolgenti anche se tutti a loro modo rimangono detestabili dove ognuno pensa solo a se stesso liberando i suoi istinti e approfittando degli altri. E'una raccolta di barbarie prima al soldo del re, poi in una fuga per non soccombere a chi li ha traditi e infine l'occupazione di un castello e vivere di stenti tra violenza, ipersessualità, volgarità spinta e stupri (vediamo se gli angeli sanguinano..dice Martin prima di violentare Agnese)
Il bello dell'atmosfera è che non è niente affatto scontata, ognuno agisce seguendo la propria indole e i propri istinti e in parte seguendo "spiritualmente" i gesti della statua di San Martino che sembra sbucare dal fango e diventare il loro totem di riferimento prima della bestemmia finale.
Martin è l'anti eroe che tutti sognano, in parte con qualche valore rimasto lì a cercare di capire quale direzione prendere in particolare con l'arrivo di Agnese. E'un film che dimentica e trasfigura l'amor cortese mettendo in campo gesta anti eroiche e delirio allo stato puro.
Nell'ultimo atto avendo seminato tanto e raccogliendo di conseguenza il film fa un salto in avanti senza solo proporre il teatrino dell'esagerazione della corte di Martin ma in un disordine morale ormai giunto alla resa dei conti infila quel particolare sulla peste davvero intenso come a punire l'ignoranza e la superstizione con il giusto trionfo della scienza e della furbizia come in questo caso l'intelligenza del figlio del re, Stephan, forse l'unico vero buono e idealista del film.




lunedì 20 luglio 2020

Picari


Titolo: Picari
Regia: Mario Monicelli
Anno: 1987
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Due vagabondi, Guzman e Lazzarillo, cercano di arrangiarsi nella Spagna del Cinquecento. Si improvvisano servitori, si fingono ciechi, fanno gli attori e cercano di prostituire una bella ragazza. Ma è tutto inutile: dovranno continuare a essere pìcari, ovvero vagabondi che devono badare soprattutto a sopravvivere.

Per me il tempo della tragicommedia storica era uno dei fasti del nostro cinema affidato per lo più alle mani di Monicelli che con Brancaleone, il Marchese e Bertoldo aveva regalato pietre miliari.
Medioevo, età moderna, tutto legato ad alcuni denominatori come la burla, l’episodicità della novella popolare, la libertà esistenziale di chi si fa beffe o truffa il prossimo, e la ribalda cialtroneria dei protagonisti. Anti eroi, romanzo picaresco, Lazzarillo (il cui romanzo era semplicemente divino) e Guzman alternano quella vena anarcoide tipica dell'autore con avventure segnate dalla sfiga, raggiri, grossolanità, battute scurrili, situazioni blasfeme, fame, sesso e denaro e quando si può senso dell'onore e onestà.
Il film non riuscendo ad essere un capolavoro come altre commedie rimane un affresco, una galleria di situazioni alcune decisamente esilaranti e grottesche, altre stemperate o leggermente fuori parte girovagando nelle contrade spagnole alla ricerca di qualunque cosa da mettere sotto i denti dai mendicanti, ai pirati, nobili spilorci e crudeli (Gassman), mentori viandanti ciechi (Manfredi) in uno dei momenti migliori e davvero irriverente e per finire duelli e fanciulle avventurose.



martedì 14 luglio 2020

Brancaleone alle crociate


Titolo: Brancaleone alle crociate
Regia: Mario Monicelli
Anno: 1970
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

In viaggio per la conquista del Santo Sepolcro, Brancaleone perde tutti i suoi uomini e invoca la Morte, salvo poi chiederle una proroga. Salva la vita a un neonato, figlio di un re normanno, e, con una nuova cenciosa armata, si rimette in viaggio. Tra una comica avventura e l'altra scoprirà che un finto lebbroso è, invece, una bella principessa: si batterà per averla e, naturalmente, perderà.

Un degno seguito che sancisce un altro incredibile cult per un sotto genere quello della parodia picaresca che in Italia ha raggiunto i massimi fasti. Qualcuno per risate e azione lo preferisce all'opera precedente trovando all'interno di questo sequel una miscela di avventura e buffoneria, satira e farsa in un Medioevo che non regalava niente e in cui ognuno agiva per i propri interessi.
Un film che osa certamente di più nell'incursione nei generi inserendo note quasi fantasy e metafisiche e rimanendo di fatto più lugubre del predecessore.
Le scene di lite tra il nano e la strega a colpi di fatture e bastonate, la lebbrosa, l'arrivo di Thorz, Re Boemondo, un manipolo di antieroi mai così funzionale e allo stesso tempo diverso e complesso sono solo alcuni degli elementi in più inseriti in questa galleria di scene suggestive e grottesche.
Un film che non smette mai di regalare scene drammatiche e divertentissime, che non lesina sulla violenza, come nel massacro iniziale e regala anche momenti deliranti come l'arrivo della Morte.


Armata Brancaleone


Titolo: Armata Brancaleone
Regia: Mario Monicelli
Anno: 1966
Paese: Italia
Giudizio: 5/5

In sella ad un ronzino giallastro, Brancaleone da Norcia, cavaliere fanfarone e dai pochi meriti, guida un'improbabile compagnia di miserabili alla conquista del feudo di Aurocastro nelle Puglie

Monicelli è uno dei più grandi esponenti del cinema italiano da sempre. Un maestro in grado di scherzare con commedie semplici quanto complesse negli intenti, drammi molto forti, film sulle diseguaglianze sociali, film di guerra, di genere e di costume.
Brancaleone è un'icona, il nostro Don Chiscotte meno matto e in grado di pugnare come si deve principi e bifolchi. Un soldato di ventura in fondo semplice e buono con un senso dell'onore incredibile che bilanciava i soprusi e i tradimenti in un'Italia medievale famelica e stracciona.
Dalla scena iniziale dell'assedio dei barbari dove uno si mangia a morsi dei pulcini vivi, comprendiamo come l'autore abbia cercato il più possibile pur con scene ironiche e dialoghi ispirati, di mantenere quello stato di degrado a cui la maggior parte delle persone al tempo era in grado di arrivare, come ad esempio per uno dei suoi uomini una situazione paradossale come quello di stare assieme ad un'orsa vivendo nella sua tana.
Monicelli inquadrando perfettamente quel Medioevo irresistibile e turbolento crea un'avventura di salda presa comica in cui l'invenzione farsesca si mescola alla citazione colta (si va da come dicevo da Cervantes a Kurosawa al Pulci fino a Italo Calvino) e soprattutto è forse il primo a saper unire uno stile antieroico e godereccio, surreale e onirico, senza tralasciare lo sfondo violento, facendo attecchire una delirante e radiosa rivisitazione in chiave comica di uno dei momenti più bui della storia dell’umanità.
Tra monaci santi, purificazio e tutto il resto, Brancaleone e il suo manipolo di poracci rimarrà sempre uno dei più grandi successi del cinema italiano del dopoguerra, un'idea divertentissima realizzata con grandissima ironia da un terzetto di sceneggiatori che ci hanno regalato diversi capolavori. (Mario Monicelli, anche regista, Agenore Incrocci, in arte Age, e Furio Scarpelli)




domenica 15 dicembre 2019

Daeho aka The Tiger: An Old Hunter's Tale


Titolo: Daeho aka The Tiger: An Old Hunter's Tale
Regia: Park Hoon-Jung
Anno: 2015
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 3/5

Corea, 1925, alle pendici del monte Jirisan. Durante l'occupazione giapponese della penisola coreana, l'ufficiale dell'esercito nipponico Maenojo, collezionista di trofei di caccia impagliati, intende sconfiggere a tutti i costi dae-ho, ossia la tigre, altrimenti detta il Re della Montagna, e spezzare così un simbolo dell'indipendenza del popolo coreano. Dopo i fallimenti dei cacciatori assoldati per il compito, Maenojo mobilita anche l'artiglieria dell'esercito e bombarda la foresta dove la tigre è solita cacciare. Ma forse solo Man-duk, solitario cacciatore che conosce il luogo in cui l'animale si rintana, è in grado di catturarla.

A volte si intraprendono strade che possono portare a risultati inaspettati come è il caso di Park Hoon-Jung uno sceneggiatore che ha saputo distinguersi con film del calibro di Saw the Devil per poi mettersi in prima linea dietro la macchina da presa dimostrando di essere un ottimo mestierante ma allo stesso tempo lasciando dietro di se una storia quantomeno prevedibile sotto quasi tutti i punti di vista.
La lotta metaforica di un uomo, un anti-eroe come Man-duk contro Daeho, la tigre, il Re della montagna, acquisisce diversi significati diventando una sorta di divinità, anche lui un sopravvissuto come il protagonista, ad un destino avverso senza più legami affettivi e ormai privo di stimoli e dunque un obbiettivo per cui continuare a vivere, prigioniero di una missione da compiere di cui solo in parte è consapevole.
Un film che mostra i lati feroci e disumani della caccia, abbraccia l'amore e il senso dell'onore che intercorre tra gli umani come soprattutto in Daeho, promuove un approccio uomo-bestia, un legame mentale tra i due protagonisti che condividono più di una legatura segreta, promuovendo e facendo luce su diversi aspetti della cultura coreana, su tutti il sacrificio, e allo stesso tempo crea i villain di turno che altri non sono che l'esercito militare giapponese nel compito di stanare a tutti i costi Daeho.
Dal punto di vista tecnico questa grande produzione sudcoreana conferma come ormai
sia nel comparto computer grafica e post-produzione (anche se a volte eccessiva) sia in quello della fotografia e della cura dei dettagli, siano ormai ai fasti.