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lunedì 10 settembre 2018

Ava


Titolo: Ava
Regia: Léa Mysius
Anno: 2017
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Ava, tredici anni. Durante l’estate, in vacanza al mare, scopre che sta perdendo la vista sempre più rapidamente. La madre ha deciso che questa dovrà essere l’estate più bella della vita di sua figlia, ma Ava affronta il problema, la vita e l’estate a modo suo. Un giorno, Ava ruba un grosso cane nero a un ragazzo gitano…

Vincitore del Grand Prix della Giuria e del premio SACD alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2017, Ava segna l'esordio di Mysius dietro la macchina da presa portando di fatto l'ingresso nella settima arte di un artista molto eclettica, colorata e con una sua personalissima idea di cinema.
Un'opera densa e complessa ricca di sfaccettature e significati, metafore e interpretazioni, disegnando un ritratto realista dell'adolescenza e tutti i suoi numerosi problemi volando verso visioni oniriche (come il segno di lei abbastanza inquietante) senza mai distaccarsi troppo dalla realtà.
Con una protagonista semplicemnete fantastica, una venere d'argilla, la regista ci mostra il suo mondo quello intrappolato da una malattia che sembra rubarle quello sguardo sul mondo e sul futuro che lei ancora tredicenne vuole scoprire in questo viaggio d'iniziazione e soprattutto emancipazione dagli adulti (rapporto spesso di competizione con la madre, le forze dell'ordine da attaccare e i nudisti ricchi da derubare in spiaggia)
E allora è proprio dalla paura di una disgrazia imminente che Ava trova la forza per mettersi in viaggio con un insolito compagno che vive di espedienti e il suo cane nero che svolge un ruolo da mediatore famigliare tra i due giovani protagonisti.
Tra furti sulla spiaggia, matrimoni clandestini, scontri con la madre ancora in cerca di gigolò che la possano sorpendere, Ana è tutto, un'idea di cinema che va oltre la semplice narrazione e capace di saper narrare tante tappe con moltissime scene e monmenti originali ricchi di quella freschezza di chi ha dalla sua una miriade di idee da sviluppare. E poi i suoni, le musiche straordinarie capaci di farti mettere in pausa la pellicola e metterti a ballare intorno alla stanza "Sabali"di Amaduo & Mariam, una canzone capace rimane in testa e poi la scoperta della sessualità in modo molto dolce e innocente come spesso nei film di formazione i francesi sanno descrivere molto bene.