Titolo: Mr Pinkle-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2016
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 4/5
Nella piccola e antiquata comunità di
Old Town, la famiglia Goodman e il loro innocente figlio di sei anni
Tommy hanno un border collie satanico di nome Mr. Pickles. I due
trascorrono le loro giornate divertendosi in giro mentre all'insaputa
di Tommy, della famiglia o di chiunque altro tolleri Mr. Pickles,
eccetto il nonno di Tommy che cerca di farlo scoprire, il cane
sgattaiola segretamente via per uccidere e mutilare le sue
innumerevoli vittime. Il cane spesso ricompone e resuscita le sue
vittime che poi risiedono nella sua tana sotterranea e eseguono i
suoi ordini. Attraverso la sua furia malvagia e omicida contro coloro
che minacciano Tommy, Mr. Pickles sembrerebbe portare ordine a Old
Town, che altrimenti sarebbe piena di crimini di fronte ad uno
sceriffo incapace.
Mr. Pinkle mi è stata presentata come
una delle opere d'animazione più violente degli ultimi anni e manco
a farlo apposta posso dire che si avvicina molto a quell'idea di
violenza senza senso e raccapricciante come se SOUTH PARK avesse
deviato in chiave satanista sotto molti aspetti.
Ora uno degli aspetti è la durata
degli episodi di undici minuti che scorrono molto velocemente e
aprono e chiudono siparietti con personaggi agghiaccianti che cercano
di mostrare ogni nefandezza possibile e dove la stessa natura del
protagonista Mr. Pickles è un servo di Satana ma al contempo un
salvatore dai veri pericoli della società come a sottolineare la
dicotomia onnipresente tra bene e male. L'asino uccello, il doc
Walton che innesta delle protesi al seno al piccolo Tommy, il
Bigfoot, l'Uomo Formaggio, Bello Kid, pedofili, criminali nani,
cannibali, membri di società segreta, trash, fetish, fisting,
bondage, sadomaso, la tana di Mr. Pinkle in cui avviene ogni tipo di
orgia di sangue e mostruosità. Il tutto con uno stile che sembra
quasi ironico quando invece è totalmente grottesco e libero da ogni
tipo di critica e censura con un umorismo nero e cupo. Si ha proprio
l'impressione di aver voluto creare qualcosa di anarchico dando un
calcio in culo ad ogni tipo di perbenismo ma molto poco critico come
invece succedeva per la saga di Trey Parker e Matt Stone. Qui sembra
solo essere un divertissement accentuando gli aspetti violenti,
grezzi, che prendono in giro tutto e tutti senza distinzione alcuna.
Si fa beffe dei problemi e dei disagi, accentua problematiche che
diventano punti di forza dei singoli personaggi ed è demenziale come
pochi.