Titolo: Milano in the cage-The Movie
Regia: Fabio Bastianello
Anno: 2017
Paese: Italia
Giudizio: 1/5
Alberto Lato è stato pugile, esperto
di arti marziali, guardia del corpo, buttafuori. A 36 anni ha una ex
moglie, un figlio che può vedere solo in presenza di un assistente
sociale e una vita nel sottobosco milanese che potrebbe condurlo
verso l'illegalità senza possibilità di ritorno. L'unica speranza
di riscatto può venirgli dalla MMA.
A volte andando a cercare in tutte le
svariate tipologie di produzione soprattutto in Italia si incappa di
fronte a tentativi di fare qualcosa che per certi versi possa
ricordare il cinema o meglio un'idea di intrattenimento.
Milano in the Cage pur sfruttando tutta
la tamarrria che poteva sfruttare non ci è riuscito portandomi in
alcuni momenti davvero a chiedermi cosa stessi facendo e perchè.
Il perchè è semplice. Amando così
tanto il cinema ogni tanto sento il bisogno di alternare stati di
pura estasi ad altri di sadomasochismo noioso fine a se stesso che
ancora non riesco a spiegarmi.
Ora parliamo del film. Speravo in cuor
mio di vedere qualcosa di trash che assomigliasse almeno lontanamente
a the Warrior
trattando le MMA. Non solo non è stato così ma qui i combattimenti
a parte apparire ridicoli sono centellinati.
Inaspettatamente perchè non credo
fosse questo l'intento di Bastianello, il film riesce in una sola
sfida ovvero quella di mostrare lo squallore che può esserci a
Milano nei quartieri mica tanto bene o nell'humus che si crea invece
proprio nei quartieri bene o nelle palestre e sui ring.
Per tutto il resto del film non
facciamo che seguire questo Alberto Lato, un gigante tutto tatuato,
che sembra uscito da un set di un film porno per quanto la
recitazione non sia nemmeno amatoriale ma peggio. Il doppiaggio è
impressionante ma può alle volte far ridere così come viene
mostrata la sub cultura dei tossici e degli spacciatori.
Per il resto non c'è molto da dire.
I combattimenti anche quando ci sono
sembrano delle versioni per bambini del wrestling, i servizi sociali
vengono sempre dipinti come stronzi quando non è così, i rapporti
sentimentali o meglio la storia tra Aldo e la ex moglie è qualcosa
di vergognoso cioè si sono sforzati a fare peggio di quanto la
realtà già non abbia fatto.
Il regista sembra aver girato un altro
film prima di questo di nome SECONDO TEMPO sul microcosmo del mondo
degli ultrà. Cercherò di andarlo a reperire per vedere se almeno lì
non c'è proprio il vuoto e il non sense che sono i punti forti di
questo suo secondo film.
In più sarebbe interessante capire
questa gente dove trovi i soldi o quali produzioni vogliano
incoraggiare prodotti simili.
Chi lo sa se mi capiterà mai più di
recensire nuovamente questo Bastianello e se il suo cinema, di
matrice in parte anche reazionaria, avrà un seguito.
Alla fine comunque questo film mi ha
per certi versi commosso. Vedere dove può spingersi il voler fare un
film pur sapendo quali saranno i limiti e i difetti mi portano a
provare una piccolissima stima nei confronti del regista.
In fondo poi il film non riuscendoci
voleva dire una cosa anche piuttosto importante.
Distinguere tra la violenza controllata
di chi esercita un'arte marziale da quella di cui si riempiono le
cronache quotidiane, messa in atto da persone che perdono la testa e
uccidono per un sorpasso. Nella scena del tamponamento questo è
palese anche se girata malissimo.
In bocca al lupo!