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mercoledì 1 gennaio 2025

Vincent deve morire


Titolo: Vincent deve morire
Regia: Stephan Castang
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Vincent, grafico pubblicitario e uomo mite, è aggredito in ufficio da uno stagista. Quello che assomiglia a un regolamento di conti assume presto contorni perturbanti, perché il giorno successivo un altro collega lo pugnala con una biro. È l'alba di un incubo e di aggressioni insensate che proseguono sulla via di casa. Attaccato senza motivo da chiunque incroci il suo cammino e il suo sguardo, Vincent lascia la città e si isola progressivamente in campagna. Un esilio costellato di incontri inaspettati: un clochard affetto dallo stesso inspiegabile disturbo, che lo invita a unirsi a un'oscura comunità online, la solare cameriera di un fast-food, contrappunto luminoso all'orrore e alla depressione dell'eroe, una bambina, un vicino, un cane...Tutti vogliono uccidere Vincent.
 
Vincent dimostra quanto il cinema francese sia sempre in ottima forma. Un film distopico che preannuncia una pandemia, uno stato di emergenza generale dovuto a qualcosa di inspiegabile che sembra riportare a teorie complottiste dove fino all'esplosione tutto l'odio e la brutalità sembra concentrarsi solo su una vittima sacrificale e un caprio espiatorio. Vincent proprio lui.
Castang riesce a trovare alcune scene simboliche per mostrare il disagio che si allarga nella vita dell'individuo. Un processo kafkiano per alcuni aspetti. Adulti, donne folli, persino bambini.
Persino la donna che si crede di poter amare può cercare di ucciderti. Un film intenso, violento ma anche ironico e pieno di tantissime metafore e allegorie sulla nostra società

Beast (2023)


Titolo: Beast (2023)
Regia: Bertrand Morello
Anno: 2024
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Nel futuro, la tecnologia e l'intelligenza artificiale hanno creato un mondo sicuro ed efficiente ma scarno di emozioni. Come tutti, Gabrielle ha la possibilità di "purificare" il suo DNA dai traumi delle vite passate, ma l'incontro con Louis creerà un legame tra tre periodi temporali - 1910, 2014, 2044 - in cui diverse versioni dei due personaggi si trovano a confrontare un grande amore secondo i codici di ciascuna epoca.

Beast è un film scifi molto complesso e stratificato. Presente, passato, un esperimento per poter vivere e farsi guidare in altre realtà mischiando emozioni e sentimenti e cercando una grande storia d'amore. 150' in cui l'intreccio tra i due protagonisti comincia ad abbassare il pedale rivelando intrecci, drammi, fragilità e una storia meno banale del previsto anche se con continui rimandi e stacchi di montaggio intrecciando lo spazio tempo in tre differenti epoche ma spesso rimanendo così incollato sui personaggi da farne perdere i topoi geografici. Morello dopo NOCTURAMA e altri film, conferma di essere un regista e autore atipico affascinato dalle stranezze dell'animo umano e da un'idea evocativo-paranoica di una catastrofe sempre dietro l'angolo, la "bestia" ineluttabile e sfocata che un secolo dopo lo scritto di James si adatta perfettamente ai timori della nostra epoca.

Mangeur d'Ames


Titolo: Mangeur d'Ames
Regia: Alexandre Bustillo, Julien Maury
Anno: 2024
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

In una comunità montana riprende piede il vecchio mito di una bestia mostruosa quando scompaiono dei ragazzi e si viene a sapere di una serie di morti orribili e brutali.
 
Finalmente ritornano anche loro in cattedra. Al loro settimo film alcuni dei paladini del new horror francese tornano a fare i conti con un polar atipico. A L'INTERIEUR, LIVID, AUX YEUX DES VIVANTS, LEATHERFACE, KANDISHA, CASA IN FONDO AL LAGO, hanno saputo dire la loro anche se soprattutto l'ultimo mi è sembrato di un livello non paragonabile ai precedenti e se non avessi letto chi erano gli autori non ci avrei creduto. Detto questo hanno provato a sperimentare uscendo da un terreno che sapevano seminare e raccogliere molto bene e cercando una strada più diversificata e complessa in termini di sceneggiatura che guarda a caso non è loro. E' così abbiamo un polar folkloristico dove i nostri creano e dipanano diverse metafore su chi è davvero la preda e il torturatore prendendo solo in prestito l'idea dei due forestieri e delle forme ancestrali credute nel villaggio per metterci di fronte l'effetto del passaggio di questo martirio sui ragazzi e di come vengano lasciati vuoti e con una violenza incredibile da far esplodere. I crismi e la politica d'autore dei due registi tra fotografia e tasso di gore è riconducibile, alcune location come la scuola abbandonata nel finale sembra davvero dare l'idea di una discesa all'inferno devastante per tutti coloro che ci entrano ma per quanto concerne gli intenti di sceneggiatura, purtroppo a dare un colpo in negativo risulta proprio il climax finale

mercoledì 11 dicembre 2024

Mads


Titolo: Mads
Regia: David Moreau
Anno: 2024
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Dopo aver provato una nuova droga, Romain si mette in macchina per andare a una festa. Lungo la strada, una donna ferita e in stato confusionale sale sulla sua macchina, per poi perdere totalmente il controllo, ferendosi con estrema violenza fino a uccidersi. Comincia per Romain un incubo a occhi aperti, con 
visioni che sembrano indistinguibili dalla realtà: che droga ha preso? Cosa sta realmente succedendo?

Mads è uno dei film più scioccanti ed esagerati degli ultimi anni. Una scheggia malata e impazzita che parla di come una droga "cucinata da non si sa chi" possa devatsare le vite di alcuni giovani e portare ad un rapido raid da parte di un'elite militare che spara prima di chiedere. Mads si divincola tutto in un unico e impressionante piano sequenza, un film che sembra debba sempre cambiare registro dopo pochi minuti diventando ansiogeno e devastante nel suo impatto, nel come ci riporta a quell'horror francese di Laugier e soci, un film che strizza l'occhio a così tante cose ma sapendolo fare bene, devastando le vite dei cittadini di una piccola città, parlando di una sorte di eroina scura che vediamo solo all'inizio in grado di modificare azioni, percezioni e forza..un miscuglio di generi che abbraccia l'horror, il body horror, il gore, lo splatter, il torture, gli esperimenti sugli esseri umani come cavie, condito poi con interpretazioni disperate e stupende
In questa stagione ancora un horror da annoverare tra i migliori in assoluto. Un cinema che sembra esaurire la pazienza dello spettatore, composto di grida che non vogliono mai cessare e di sangue e lamenti come una seduta di tortura barkeriana


venerdì 13 settembre 2024

Furies-Season 1


Titolo: Furies-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2024
Paese: Francia
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 2/5

Lyna ha vent'anni, studia all'università, ha un fidanzato poliziotto e una vita apparentemente normale. In realtà è figlia del commercialista della mafia di Parigi e da sempre fa di tutto per stare lontana dalla vita criminale dei genitori. Fino al giorno in cui, mentre festeggia il compleanno, suo padre viene ucciso davanti ai suoi occhi: da quel momento per Lyna comincia una discesa agli inferi che la porterà a scoprire il segreto della sua identità e risalire così alla «Furia», la donna che veglia sulle famiglie mafiose della città e impedisce le guerre tra clan. Lyna rintraccia la Furia, la carismatica e potentissima Selma, e si mette al suo servizio non sapendo bene (o forse sì...) a cosa va incontro.
 
Furies è una gradevole serie di intrattenimento che spero non abbia un seguito. Perchè pur avendo un buon ritmo che và scemando soprattutto negli ultimi pessimi episodi, è un prodotto che alza troppo la posta in ballo inserendo troppo e finendo per essere stucchevole e derivativo. Pur con delle buone intuizioni, il cast, la messa in scena, le location e le maestranze in generale pecca proprio nel voler esagerare in tutti i modi. E' un continuum di alzata di livello partendo dal basso e finendo per far diventare Lyna e la Furia due personaggi complementari che però ormai non sembrano più aver nulla da dire perchè sono state strizzate troppo velocemente con drastici colpi di scena che a volte lasciano l'amaro in bocca. Il vero antagonista, ovvero il padre di Lyna interpretato dal redivivo Mathieu Kassovits è scritto con una velocità tale da renderlo una sagoma e l'ennesimo personaggio scontato e già visto fuori dalle righe. Mi viene da fare un arduo paragone con un'altra mini serie simile sotto certi aspetti per la spensieratezza con cui è stata condotta l'operazione ma con risultato molto più convincente ovvero CONTINENTAL

venerdì 6 settembre 2024

Animalia


Titolo: Animalia
Regia: Sofia Alaoui
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Una misteriosa invasione aliena spinge una sposa incinta sulle strade del Marocco e a rimettersi in discussione profondamente
 
E poi arrivano quei film strani..una produzione internazionale che ci ha creduto portando alla luce un film molto interessante per intenti e dinamiche quanto complesso e macchinoso in certi frangenti.
Sicuramente il coraggio non manca nel primo lungometraggio della francese Alaoui. L'inizio con questa povera contadina che per casta viene vista non poi così bene dalla madre dello sposo e una gravidanza che le da la possibilità di rimanere in una lussuosa villa da sola mentre fuori cominciano a manifestarsi eventi bizzarri sono tutti elementi che sembano porre delle basi interessanti. Diseguaglianze sociali, casta, emancipazione, regole da seguire.
Secondo me l'errore più grande del film contando che è confezionato molto bene per quanto concerne maestranze, budget, cast e color correction, è stato quello di aver puntato sugli alieni quando invece il film soprattutto all'inizio lasciava il dubbio su una minaccia che si stesse propagando in primis dagli animali per poi spostarsi sugli umani.
Interessante il discorso per cui questa presunta minaccia la percepiamo ma di fatto non sembra palesarsi mai, non ci sono buoni o cattivi, le dicotomie sono quasi azzerate però poi il film come i suoi personaggi và in confusione perdendosi in mezzo ai deserti, le tonanti cascate d’acqua che procedono dal basso all’alto e infine la componente religiosa con il dio corano e un finale suggestivo ma che sembra non voler finire o non voler spiegare del tutto cosa abbiamo realmente visto e percepito

Acide


Titolo: Acide
Regia: Just Philippot
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Michal è finito in libertà vigilata dopo aver aggredito il suo datore di lavoro durante una sommossa operaia. Fidanzato con una collega gravemente malata, è padre della quindicenne Selma, avuta dall'ex moglie Élise, con la quale ha un rapporto spesso conflittuale. Il fragile equilibrio della famiglia dell'uomo è messo ulteriormente in crisi dall'arrivo di una perturbazione di pioggia acida che colpisce l'Europa. Costretti a condividere un drammatico viaggio verso la salvezza, Michal, Élise e Selma dovranno trovare il modo per convivere e mettersi in salvo.
 
Il cinema è da sempre sinonimo di scenari apocalittici. Alcuni si sono verificati, altri per fortuna ancora no. Acide per assurdo imbastisce una storia davvero tremenda, dove l'eco-revenge, il disaster-movie, il catastrofico e in questo caso una pioggia assassina, hanno tutti gli elementi per fare quanto di meglio potessimo aspettarci. Ed in parte è così. Philippot ha quel carattere intimista, quella poetica d'autore che nel suo far cinema cerca di denunciare le logiche imperverse di un'azienda con quel prologo in cui vediamo le sorti di Michael. Una famiglia disastrata ma non disfunzionale che nel suo avere dei piccoli pregi finisce per prendersi troppo spazio diventando un film sul sociale dove il continuo cercarsi tra Michael e Selma diventa a tratti avvilente togliendo mordente al vero leitmotiv iniziale.
Il reparto tecnico così come parte della storia è avvincente, la scena della morte di Elise è molto impattante e realistica nel non cercare facili sensazionalismi. Ma tutta questa rabbia della figlia, della perdita e l'indole passivo aggressiva di Michael finisce spesso per cercare spazi e scene che sfiorano quasi il ridicolo come quella in cui scappando dall'appartamento della mamma con il figlio destinati a morte certa, scappano con l'auto per finire impantanati e rincorrersi fino all'esito più tragico. Ma che poi che senso ha guidare per ore quando per terra la strada è completamente acida..

venerdì 9 agosto 2024

Under Paris


Titolo: Under Paris
Regia: Xavier Gens
Anno: 2024
Paese: Francia
Giudizio: 2/5

La brillante scienziata Sophia scopre che un grosso squalo nuota nelle profondità del fiume.

Xavier Gens è un regista da cui mi aspetto sempre qualcosa in più. Negli ultimi anni purtroppo ha deluso a causa di scelte sbagliate, flop e forse ha perso quel mordente che facevano di lui uno dei top registi horror francesi post contemporanei.
Alla prova con uno shark movie nonostante il finale resti il momento più alto del film, sembra quasi da un lato una campagna mediatica sulla Senna prima delle Olimpiadi, dall'altro un attacco ecologista, eco-revenge con le bombe sul fondale che devasteranno tutto. Nassim Si Ahmed che deve essere messo in luce e infine gli squali, i veri protagonisti che in realtà sembrano soltanto il risultato di tutta una serie di problemi. Un film confuso dove il ritmo fatica ad ingranare e ogni tanto alcune scene come quella nei sotterranei sembrano create soltanto per regalare un po di azione di cui il film scarseggia incredibilmente.

mercoledì 3 luglio 2024

Vourdalak


Titolo: Vourdalak
Regia: Adrien Beau
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Il malcapitato Marchese d’Urfè, dignitario della Corte del Re di Francia, in una notte cupa e tempestosa finisce ospite di una strana famiglia. In questa sua condizione dovrà giocoforza assistere ai riti e agli accadimenti che animano l’abitazione dei suoi ospiti. Scoprirà i Vourdalak, morti viventi assetati di sangue e condannati a masticare sempre.   

Vourdalak è un'opera davvero particolare, una sorta di fiaba drammatica in bilico tra realtà e fantasia girata in 16 mm. Con una fotografia sontuosa, l'esordio di Beau dopo due cortometraggi horror si avvale di una minimalismo narrativo e d'impianto riuscendo a fuggire dai soliti stereotipi dei film sui vampiri trattandola in maniera piuttosto originale.
Parte del successo va data alla sceneggiatura e agli spunti narrativi presi da La famiglia del Vurdalak. Tolstoj fu colui infatti che abbozzò la figura del Vampiro reso poi canonico da Bram Stoker nel suo Dracula del 1897 che lo immaginò come un aristocratico rinchiuso nel suo castello in Transilvania. A Beau però colpì particolarmente l’approccio di Tolstoj alla materia: «Come dimostra questo romanzo, il vampiro originale era un contadino di classe inferiore. In letteratura vampiri e zombi sono la stessa cosa. È il cinema che ha dato loro un rango sociale diverso: gli zombi sono popolani, i vampiri aristocratici. In The Vourdalak capovolgiamo la situazione. Seguiamo un aristocratico che si ritrova tra contadini che guarda caso sono vampiri».
Il film riesce con un'attenta fotografia a far sembrare sempre i suoi paesaggi come confusi con una sorta di nebbia e un'immersione totale nella natura in grado di affascinare e confondere.

lunedì 13 maggio 2024

Vermines


Titolo: Vermines
Regia: Sebastien Vanicek
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

A seguito di un’invasione di ragni velenosi, gli abitanti di una palazzina di periferia dovranno imparare a lottare per la propria sopravvivenza.
 
I film ambientati in una palazzina senza riuscire mai ad uscire hanno quella componente claustrofobica che riesce già a dare importanti spunti di partenza. Mi ha ricordato per certi aspetti il recente LOCKDOWN TOWER molto simile per certi aspetti anche se quello era un pugno allo stomaco molto più estremo rispetto al film di Vanicek. Lì la lotta era per la sopravvivenza dove la crudeltà aumentava sempre di più mentre qui la lotta è contro una specie di ragni davvero letale che crescono ad una velocità impressionante nutrendosi in parte dei corpi umani e proliferando a dismisura. I monster movie sui ragni, come primitivi terrori dell'essere umano, non sono poi così tanti e quelli belli si contano davvero sulla punta delle dita. Vermines è uno di questi dove i momenti più da brivido sono secondo me nella prima parte quando i ragni sono piccoli e si nascondono ovunque creando quell'atmosfera ancora più funzionale. La parte poi politica e sociale legata alle diseguaglianze che vedono protagonisti i residenti di questa banlieu parigina e i loro scontri soprattutto nel finale con la polizia fanno capire quanto a volte da un incomprensione possa sfociare tutto l'odio possibile verso la divisa e la sua maniera fascista di trattare alcune scomode situazioni.

Vibroboy


Titolo: Vibroboy
Regia: Jan Kounen
Anno: 1994
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Francesca ruba una statua azteca nelle profondità del Messico. Tornata in Francia, lascia temporaneamente l'ingombrante oggetto alla sua amica Brigitte. Ma è sposata con un bruto patentato, Léon, che rompe la statua, provocando in lui la reincarnazione di Vibroboy, un supereroe nevrotico accoppiato con un maniaco sessuale tecno-primitivo.

Il regista di DOBERMAN gira questo mediometraggio abbastanza folle e peculiare giocando con le statue azteche e i suoi significati trovandovi all'interno niente poco di meno che un fallo gigante.
Lo stile è il solito ambizioso e molto curato soprattutto per quanto concerne la fotografia rugginosa e la scenografia in questa sorta di degradata baraccopoli tutta composta di macchine distrutte come diventerà questa sorta di Vibroboy, una creatura mostruosa composta da pezzi di metallo che lancerà questo oggetto in aria facendolo auto gestirsi e finendo per punire le sue vittime. Tre personaggi, uno stile frenetico e video clipparo dove Francesca, il trans, sembra l'oggetto predestinato, la vittima sacrificale, su cui si riversa la vendetta e la rabbia di Vibroboy per la statua rubata da lei stessa in Messico.

giovedì 9 maggio 2024

Regne Animal


Titolo: Regne Animal
Regia: Thomas Cailley
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

François ha appena portato suo figlio Émile a una visita medica. Poi è bloccato nel traffico quando un furgone con a bordo delle misteriose creature, deraglia. Lì c'era anche la moglie di François che, come molti altri individui, ha cominciato a trasformarsi in animale. L'uomo e il ragazzo si mettono così alla sua ricerca e sono aiutati da una poliziotta. Nel frattempo anche in Émile appaiono i primi segni della mutazione.
 
Dopo FIGHTERS-ADDESTRAMENTO DI VITA Cailley torna con un'altra opera che farà certamente discutere visto il suo essere un concentrato di generi dove comunque l'aspetto della denuncia sociale ancora una volta è predominante. Perchè qui non ci sono gli immigrati ma vengono sostituiti con i mutanti. Persone qualsiasi che cominciano a trasformarsi in bestie sviluppando una certa difficoltà a poter convivere con gli umani vista la loro natura animale.
Dal punto di vista estetico il film è meraviglioso, quasi tutte le creature sono curate con degli effetti anamorfici molto interessanti e curati nel dettaglio. E' ancora una volta un mondo che sta cambiando quello che racconta Cailley e della difficile prova di sopravvivenza soprattutto per i giovani che risultano essere meno fragili del previsto ma più ostinati e vogliosi di un cambiamento e disposti finalmente ad una ribellione.
Un film sulle pari opportunità, sul legame che si crea tra padre e figlio quando quest'ultimo comprende che la sua natura si sta trasformando e allora comincia ad andare alla ricerca dei suoi simili. Proprio Emile si troverà a dover fare la scelta più difficile decidendo da quale parte stare dopo essere rimasto forse per troppo tempo in una terra di mezzo che non lo aiuta. La paura del diverso contro la scoperta di un nuovo universo.

venerdì 26 aprile 2024

Vesper


Titolo: Vesper
Regia: Kristina Buozyte, Bruno Samper
Anno: 2022
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Dopo il crollo dell'ecosistema terrestre, Vesper, una ragazza di 13 anni che lotta per sopravvivere con il padre paralizzato, incontra una donna con un segreto che la costringerà a usare il suo ingegno, i suoi punti di forza e le sue capacità di bio-hacking per lottare per la possibilità di avere un futuro.
 
Fantasy distopico, uno scifi post apocalittico che sembra strizzare l'occhio al signore delle mosche, a Oliver Twist, Prometeo e ad alcune fiabe e scelte orrorifiche come i vermiformi e queste piante carnivore che si cibano della carne umana. Ci sono trafficanti di organi umani che giocano ad essere Dio creando bambini in provetta assoldandoli in un mini esercito. C'è la classe d'elite delle Cittadelle che vivono da tutt'altra parte lasciando Vesper e gli altri e condannandoli alla misera sopravvivenza come emarginati. Ci sono robot umanoidi e intelligenza artificiale
Pur non godendo di un budget faraonico e con scelte molto indie, il lavoro della coppia di registi è minimale nella ricerca e nella cura di ogni minimo dettaglio. Visivamente è stupendo rasentando la perfezione come nella scelta della fotografia, nel non cercare mai nessun accomodamento per lo spettatore ma raccontando una storia nera e drammatica dove il climax finale fa presupporre a ciò che potrebbe succedere ma senza darci la conferma.
Vesper è un adulta a tutti gli effetti che donerà le armi del riscatto all’umanità schiacciata dai nuovi Dei, i padroni del capitalismo, spargendo linfa vitale da una struttura innalzata dai Pellegrini con materiale di scarto simile alla torre di Babele questa volta però costruita non per dividere bensì per unire gli uomini in una palingenesi globale.

venerdì 8 marzo 2024

Yannick


Titolo: Yannick
Regia: Quentin Dupieux
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Per le vie di Parigi, in un teatro senza troppe pretese, va in scena una commedia dal titolo "Il cornuto". Sul palcoscenico ci sono lui, lei e l'altro, tra battute e ammiccamenti. Sembra una serata come le altre, ma dal nulla uno spettatore si alza in piedi per protestare: lo spettacolo non è all'altezza delle sue aspettative. Gli attori sono spiazzati e provano a cacciarlo, ma l'uomo, armato di pistola, prende tutti in ostaggio e decide di scrivere una scena in prima persona da far interpretare alla troupe.
 
Quentin Dupieux aka Mr Oizo il dj ha una carriera davvero prolifica. Come il prezzemolo ovunque lo metti sta. Può parlare di poliziotti corrotti, di assassini con pellicce di daino, di ruote di scorta che nel loro percorso si trascinando dietro ogni cosa, interrogatori anomali in un commissariato, lifting facciale come nuova moda, mosche giganti, di power ranger francesi trainati da una sorta di Splinter amante delle belle donne e molto altro ancora. In tutto questo appaiono lampanti due elementi nella sua politica d'autore, il non-sense generale e l'eccesso del grottesco. Tutto ciò si concretizza anche in questa sua ultima opera ma senza sensazionalismi o accendendo fenomeni pirotecnici o soprannaturali. In Yannick c'è una critica semplicemente a ciò che non piace. In questo caso il teatro come ambiente e luogo dove l'arte viene seminata come in REALITE' dove però qui l'innesco è diverso e sembra nascere da un disagio interiore che si decide presto di condividere con la parte interessata. Seppur con qualche dialogo in più e alcune scene dove il ritmo fatica a ingranare, la commedia drammatica e allo stesso tempo ironica di Dupieux porta a fare vari ragionamenti mettendo in discussione tanto di ciò che si vede e il silenzio a cui spesso dobbiamo sottostare per una questione morale e artistica che preclude la critica e il dissenso.

martedì 12 dicembre 2023

Lockdown Tower


Titolo: Lockdown Tower
Regia: Guillaume Nicloux
Anno: 2022
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Gli abitanti di un palazzone si svegliano una mattina e scoprono che un velo nero avvolge tutte le finestre e le porte dell'edificio, un velo nero che divora qualsiasi cosa e chiunque tenti di attraversarlo. Incastrate, le famiglie si organizzano ma il tempo passa e nulla cambia. Ciò riaccende gli istinti più primitivi lasciando che a guidare ogni mossa sia una sola parola d'ordine: sopravvivenza.

La Tour è un pesante pugno allo stomaco. Simile come effetto da quello sferrato da DIVIDE, sempre francese e di Gens nel 2011. Qui l'ambiente weird e fantascientifico è semplice quando funzionale per scardinare l'ordine sociale di una palazzina e giocare con quell'elemento che ci piace tanto ovvero far vedere fino a dove può spingersi l'essere umano per prevalicare il prossimo e sopravvivere. Quando si regredisce al più laido stato di natura, quando l'ossessiva lotta razziale arriva al culmine allora si arriva a barattare ogni cosa creando ordini religiosi, sotto gruppi, ognuno disposto a vendere ciò che ha o a diventare semplicemente lo schiavo di qualcun altro.
C'è tanta barbarie, scene di violenza inusitata anche se non solo quelle a fare più male ma ad esempio la scena con cui si conclude il film oppure vedere come anche il corpo umano arriva a lacerarsi e a ricoprirsi di malattie veneree e tutto quanto il resto.
Un film diabolico ma estremamente affascinante per gli amanti del cinema horror estremo e di genere

Farang


Titolo: Farang
Regia: Xavier Gens
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Sam è un detenuto esemplare. A pochi mesi dalla scarcerazione, si prepara diligentemente al suo reinserimento. Durante un congedo, però, il suo passato lo raggiunge e un incidente gli lascia una sola scelta: scappare. Cinque anni dopo ha ricostruito la sua vita in Thailandia, dove ha creato la famiglia che aveva sempre sognato. Ma Narong, il padrino locale, lo costringe a ricadere nella delinquenza. Quando Sam decide di interrompere tutto, Narong attacca la sua famiglia. Sam attraverserà la Thailandia per vendicarsi del suo carnefice.
 
Xavier Gens è un regista che apprezzo davvero molto. FRONTIERS, CRUCIFIXION, DIVIDE, COLD SKIN, donandoci alcune chicche horror di inusitata violenza e spessore sociale.
Farang è un revenge movie che mette in mezzo criminalità, redenzione, arti marziali, corruzione, il tutto con uno stile e una classe che diventa subito immersivo ma che purtroppo rimane limitato nella sua stesura di come raccontare i fatti e renderli appassionanti. La solita spirale di eventi negativi che sembra rimanere attaccata alla schiena del nostro protagonista e nonostante la fuga, un passato ombroso che aspetta solo il momento giusto per chiudere la propria vendetta. Nonostante tutte le premesse che non sembrano così ispirate, il film si lascia vedere molto bene, Sam ha il fisic du role giusto e Olivier Gourmet a fare lo spietato Narong è perfetto.

domenica 19 novembre 2023

Rodeo


Titolo: Rodeo
Regia: Lola Quivoron
Anno: 2022
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Julia va di corsa e ci va con le moto che ruba a sprovveduti venditori. La sua passione divorante è il cross su asfalto, il suo sogno fare acrobazie sollevando il mondo e la ruota anteriore. Aliena alla sua famiglia, ne trova un'altra in un milieu clandestino, saturo di testosterone, adrenalina e benzina.
A colpi di 'funambulismo', Julia ha la meglio sul cameratismo dei compagni e guadagna la loro fiducia. Ma per qualcuno, il più vigliacco e subdolo tra loro, la libertà totale di Julia rappresenta una minaccia da 'battere'.
 
Julia è veramente una tipa cazzuta. Sempre a testa alta, senza mai nascondersi, anche quando rischia di prendersi sane mazzate. Ruba, svincola dagli impegni familiari costringendo il fratello ad aiutarla sapendo bene che a costo di prendersi qualche insulto lui ci sarà sempre e poi questo muoversi continuamente senza mai fermarsi come se lo scorrere delle lancette la ponesse di fronte ad un obbiettivo che deve per forza raggiungere nel più breve tempo possibile. Articolazione di un corto del 2015 (Au loin, Baltimore) il film scopre un microcosmo poco battuto dal cinema, acrobati straordinari e l'essere sempre sul filo del rasoio per quanto concerne raduni e gare clandestine dovendo scappare dalla polizia e rimettendoci arti e le stesse moto. Julia sa bene che entrare nel mondo maschile senza esserne preda o vittima sacrificale non è facile ma merito della sua ostinazione e di essere brava a farla franca dimostra i suoi numeri e correndo fino ad un finale che si eleva lasciando il pubblico in silenzio con un climax avvincente.

mercoledì 18 ottobre 2023

Rosa di ferro


Titolo: Rosa di ferro
Regia: Jean Rollin
Anno: 1973
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Durante una passeggiata, una giovane coppia finisce per fare all'amore in un cimitero restando intrappolata, di notte, nel lugubre luogo.

"Morendo, mentre dormiva, avvertì l'esperienza viva in un sogno. Il suo sogno era un'onda, che si arrampicava sulla spiaggia. L'onda che si ritraeva. I tuoi occhi, nei suoi occhi. Le tue labbra, nelle sue labbra. È a te che dedico la fine della vita. A te che piangerai fino a dar voglia di piangere anche a me."
Ci si conosce ad un evento, ci si innamora subito e poi si decide di provare qualcosa di diverso, forse per stupire la partner, o forse semplicemente per ritagliarsi un momento intimo idilliaco all'interno di una cripta. Due protagonisti, quasi solo una location (il cimitero) se non contiamo quel rincorrersi vicino al treno e per finire poche comparse. E' un horror ma di quelli poetici, intellettuali, melodrammatici dove in fondo i nostri due scappano, litigano, si picchiano e fanno l'amore in un contesto in cui la realtà gli sta sfuggendo di mano in una storia drammatica di amore estremo.
Gli eventi appaiono in maniera bizzarra, questo perdere la bussola non sapendo orientarsi nel cimitero da l'incipit alla trasformazione della ragazza "Non temere, i morti sono nostri amici e qui troveremo il nostro cammino. Solo e soltanto qui." Da quel momento la sua totale perdita di controllo che finirà in maniera inaspettata. Francoise Pascal è di una bellezza tale da incantare lo spettatore senza contare le scene di nudo e in quell'intro e finale sulla spiaggia così evocativo e intenso.

November- Cinque giorno dopo il Bataclan


Titolo: November- Cinque giorno dopo il Bataclan
Regia: Cedric Jimenez
Anno: 2022
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

13 novembre 2015. Una data che tutti nel mondo (non solo in Francia) ricordano per gli attentati che ebbero il loro epicentro nella strage del Bataclan. Il film ricostruisce l'intervento dei servizi segreti nei primi cinque giorni di indagini finalizzate alla ricerca degli attentatori.
 
Senza dubbio una vicenda che tutti ricordano e che speravamo di veder espressa in un film.
November seppur condotto molto bene sembra una sorta di reportage, dove purtroppo manca il pathos e l'anima del film. Tutti corrono come schegge impazzite, non ci si focalizza mai veramente su niente e anche parte del cast è così attento e preciso da sembrare allo stesso tempo spaesato.
Quasi non vengono ammesse le colpe di un paese sovrano con tante e doverose responsabilità di quello che ha fatto in passato e che sperava non ritornasse indietro con una furia esplosiva.
Jimenez è un regista molto strano. Parte dall'horror, poi passa alle arti marziali e infine finisce sui polizieschi action come Bac Nord. Sicuramente dotato di talento qui sembra al servizio di una confezione fatta e finita dove non conta il singolo quanto la scatola già premeditatamente sigillata per dare il proprio punto di vista sull'intera faccenda.
L'unica a mio avviso accurata ricostruzione che mostra quanto i collaboratori non contino niente è quello dell'informatrice Lyna Khoudri, una giovane donna musulmana che rivela alcuni elementi a proposito degli attentatori che coloro che indagano faticano ad accettare come veritieri. Proprio lei in un qualche modo finirà con il portare a deflagrarsi la sua migliore amica invischiata con alcuni autori dell'attentato


lunedì 10 luglio 2023

Litan


Titolo: Litan
Regia: Jean-Pierre Mocky
Anno: 1982
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Una giovane coppia sta attraversando la città di Litan. Presto misteriose morti si accumulano attorno a loro.
 
Litan è un folk horror sicuramente anomalo e molto particolare. Completamente distante dai capolavori che in quegli anni o poco prima erano stati realizzati, crea un suo mondo e una sua simbologia a tratti convincente quando non esonda creando troppo e spiegando ancor meno.
C'è il villaggio con le sue contraddizioni che sembra così astratto a partire dai sui personaggi e dai ruoli che ricoprono. Quasi tutti mascherati, musicisti, artisti di strada, vittime sacrificali che vengono mandati al creatore in funzione di scelte mai palesate o precisate. Ci sono ladri e assalitori che prendono di mira Nora, investigatori che finiscono male anche quando finalmente scoprono l'innocenza di Jock, bambini con strani poteri che vengono studiati da scienziati, una grotta con delle pozze dove all'interno gravitano delle strane creature in grado di far sparire le vittime.
E' un film weird per certi aspetti, molto bizzarro, dove anche i dialoghi non sono molti e a volte non sembrano aiutare. L'idea è quella di muoversi continuamente senza fermarsi mai, di stravolgerlo di musiche e di comparse, di portare all'assurdo il motivo per cui si possa finire a Litan e cosa essa sia in fondo soprattutto quando sembra di impazzire perchè tutto è così folle e senza senso da portare la stessa coppia a interrogarsi sulla propria sanità mentale