Visualizzazione post con etichetta Der Nachtmahr. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Der Nachtmahr. Mostra tutti i post

sabato 8 agosto 2020

Der Nachtmahr


Titolo: Der Nachtmahr
Regia: Akiz
Anno: 2015
Paese: Germania
Giudizio: 3/5

In piena estate, Tina e le sue amiche prendono parte a una festa di giovani a Berlino. Dopo i bagordi della serata, Tina è ossessionata da una misteriosa creatura che la tormenta e l'unica persona con cui ne parla è il suo psicologo, che le consiglia di affrontare le sue paure. Quando sente che i genitori hanno intenzione di ricoverarla in un ospedale psichiatrico, Tina si rende conto che la creatura altri non è che l'incarnazione dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti. Decidendo di nascondere la creatura nella sua stanza, Tina sembra cambiare e avere il coraggio per la prima volta nella sua vita di essere veramente se stessa. I problemi aumenteranno però quando anche i genitori e i suoi amici avvisteranno la creatura.

Der Nachtmahr rientra in quel filone di horror atipici, prodotti autoriali di autori con un background particolare e a cui piace giocare molto con la psiche dello spettatore. Sicuramente un prodotto molto interessante e per alcuni versi originali, attraversando due piste da ballo, una quella del fenomeno dello sballo giovanile dei rave party, della Berlino bene e l'altra sulla scoperta dell'identità e della sessualità della protagonista. Dall'altro poi ancora il viaggio onirico a contatto con la nemesi, una creatura deforme e malsana, un feto che la insegue dappertutto e che sembra poter essere visto soltanto da Tina (fino ad un certo punto...)
Per certi versi questa scoperta, questo viaggio mistico, questa realtà che alterna mistificazione legata alle sostanze e visioni reali dell'incubo, alternando ritmi techno a visioni surreali, mi ha ricordato un film svizzero uscito due anni dopo davvero interessante Blue my mind.
Una pellicola decisamente minimale, conturbante, ambigua, non sempre perfetta nel dipanarsi della storia compiendo qualche ingenuità di chi cerca di puntare molto alto, ma prendendo più la strada del dramma contemporaneo, di famiglie troppo prese dal lavoro che non hanno tempo per i figli e dove appena sorge un problema si contatta subito la psichiatria.
Tina rappresenta ancora una volta nel cinema quella incomunicabilità tipica della adolescenza, quella voglia di scoprire, osare, sballarsi ma allo stesso tempo chiedendo solo di essere vista e accettata nella sua voglia di evadere e scappare per sentirsi uguale alle sue amiche condividendo tutto. In questa scelta riuscita, accurata e sensibile, il film riesce mischiando i piani e le piste, ad avere una buona tensione, unendo dramma e un tocco di fantasy e horror, alternando con un buon montaggio e fotografia e puntando sui piani temporali.