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martedì 9 giugno 2015

Chappie

Titolo: Chappie
Regia: Neil Blomkamp
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Ogni bambino viene al mondo pieno di promesse, e cosi è per Chappie che è straordinariamente dotato, unico nel suo genere, un prodigio. Come ogni altro bambino Chappie dovrà farsi strada nel mondo con il cuore e con l'anima, tra influenze buone e cattive, per trovare la sua strada e diventare un uomo. Ma c’è una cosa che rende Chappie diverso da ogni altro bambino: Chappie è un robot. Il primo robot capace di pensare e provare emozioni. Ed è proprio per questo che in molti vorrebbero fosse l'ultimo della sua specie...

Blomkamp mi aveva colto alla sprovvista con l'intenso DISTRICT 9 per poi passare al minore, seppur a tratti interessante ELYSIUM, e infine il terzo incomodo, HUMANDROID che sembra la parabola commerciale e insieme una mega-pubblicità nonchè una marchetta per i Die Antwood (bravi come artisti, pessimi come attori) che non smettono di ricordare ogni due per tre a chi non lo sapesse le magliette dello stesso gruppo con simbolo ufficiale, indossate dagli stessi Yolandi e Ninja. Senza stare ad elencare tutte le targhe e le multinazionali che hanno sponsorizzato il film, si può dire che è tanto il potenziale in termini di idee e contenuti, ma purtroppo la rotta di collisione e le scene prevedibili, fanno da contrasto agli intenti che muovevano il regista nella sua opera prima, facendo un calderone e un miscuglio che prende in prestito troppi elementi e costellato da alcuni dialoghi davvero insopportabili (come quando il duo degli artisti insegna a Chappie come diventare un gangster).
Un film che soffre troppi compromessi e dalla sua, se non in alcune scene, non sembra mai prendersi molto sul serio, riciclando numerosi temi sull'intelligenza artificiale senza riuscire a gestirli nel modo migliore.
Qualcuno ha scritto una farse interessante sul suo blog - se c’è una sola cosa che ti fa girare di più i coglioni di un film di fantascienza deludente, è un film di fantascienza deludente girato da un regista bravo. -

Blomkamp torna nella sua Johannesburg, trasportando in un lungometraggio un altro dei suoi primi corti TETRA VAAL, ma purtroppo ricorrendo troppo ad una struttura da soap opera in cui la mammina Yolandi forse si affeziona un pò troppo al robot.