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lunedì 27 luglio 2020

D-Tox


Titolo: D-Tox
Regia: Jim Gillespie
Anno: 2001
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Malloy è un agente dell'FBI di Chicago, alle prese con l'ennesimo serial killer che per una volta non uccide prostitute ma poliziotti. Fa una sola eccezione, la donna di Malloy, che viene straziata in maniera orrenda. Il killer viene poi trovato impiccato a sua volta. L'agente tenta il suicidio. Salvato, viene "ricoverato" in una clinica per poliziotti psichicamente compromessi, un edificio agghiacciante che sembra un sottomarino, immerso nelle nevi del Wyoming. I "pazienti", tutti stranissimi e insospetttabili, cominciano a morire.

D-Tox è un film purtroppo molto brutto quando al suo interno aveva un paio di idee che potevano essere decisamente sfruttate meglio come il killer dei poliziotti e la base dove vanno a disintossicarsi e tutti quei profili di agenti così diversi tra loro.
Pur avendo un antagonista che uccide senza indugi anche la compagna del protagonista nel primo atto, D-Tox rivela presto l'identità dell'assassino, finisce per diventare abbastanza prevedibile e tortuoso nel climax finale e nell'ultimo atto, decisamente il peggiore del film seppur quello con più azione diventa addirittura lento e sconclusionato.
La galleria di attori vede qualche faccia decisamente smarrita che non sembra credere nel progetto o meglio in ruoli così incredibilmente stereotipati come Robert Patric o Tom Berenger e per non parlare di Stallone che sembra svogliato e con la testa e gli intenti da tutt'altra parte.
L'ambientazione e la fotografia, tra il bianco delle bufere di neve e il grigio metallico dell'edificio, sono forse la parte migliore assieme alla location e di una suspense che riesce a coinvolgere solo all'inizio per affievolirsi assieme all'intelligenza e all'abilità narrativa.