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giovedì 26 giugno 2014

Theatre Bizzarre

Titolo: Theatre Bizzarre
Regia: AA,VV
Paese: Canada/Usa/Francia
Anno: 2011
Giudizio: 2/5

The Theatre Bizarre è un modernissimo CREEPSHOW narrato attraverso gli stili diversi di sette giovani registi dalle origini e dalle esperienze differenti.
Il filo tematico che lega i sei episodi in cui è suddiviso il film, è il teatro del "grand guignol" francese, cui si ispira tutta l'opera. Il Teatro parigino, situato nel Nono Arrondissement, dalla sua apertura, nel 1867, fino alla sua chiusura, nel 1963, si specializzò in spettacoli decisamente macabri e violenti.

Di solito i film horror a episodi non me li faccio mai scappare soprattutto quando ci sono alcuni elementi come il teatro, Ugo Kier, e una buona atmosfera a farmi pensare che siamo sulla strada giusta. Purtroppo in questo caso, anche se con alcune intuizioni, non è così.
Il primo episodio The Mother of Toads è di una banalità sconcertante, mischia elementi legati a Lovecraft raccontando di una donna-rospo che ha dei coiti con un tipo abbastanza sfigato.
Il sogno Freudiano di un marito infedele si confonde tra fantasia e realtà.
Un amante paranoico fronteggia la furia di una partner che è stata spinta troppo oltre i limiti.
Gli orrori del mondo reale sono reinterpretati dalla mente di un bambino.
Una donna troppo desiderosa delle memorie della altre persone viene curata in un modo decisamente particolare.
Un'ossessione perversa ma dolce si trasforma in un'amara realtà per una coppia ormai troppo dentro certe situazioni...
Insomma pur avendo alcuni buoni nomi come Gregory (PLAGUE TOWN) e Buck (SISTERS), non sembra esserci mai quella completa immersione in un'atmosfera malsana che forse viene fuori solo con le scenette all'interno del teatro in cui forse proprio centellinando la suspance, si riesce ad avere l'effetto previsto e non esagerato come capita in quasi tutti gli episodi.
Un film che slacciandosi fuori da una produzione commerciale stereotipata, poteva davvero dare molto di più e argomentare meglio alcuni squarci di storia prendendosi alcune libertà che di solito i registi ottengono con episodi come questi.
Bisogna accontentarsi ma il prezzo da pagare è alto e ancora una volta bisogna pensare a serie come MOH oppure FEAR IT SELF o PELICULAS PARA NO DORMIR per comprendere come alcuni registi talentuosi vogliano narrare le loro storie.
Purtroppo di idee carine o nuove o almeno fatte bene, in questi sei episodi ce ne sono pochine, anzi sembra proprio che questo film con la sua aria retrò, voglia nascondere la sua epoca di provenienza o cercare quanto meno di riscattarla senza averne i fasti.