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venerdì 18 marzo 2011

Informant

Titolo: Informant
Regia: Steven Soderbergh
Anno: 2009
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Che cosa stava pensando Mark Whitacre? Astro nascente della Archer Daniels Midland (ADM), multinazionale dell’industria agroalimentare, Whitacre diventa improvvisamente informatore ai danni della società per la quale lavora. Anche mentre collabora con l’FBI, passando informazioni in merito a una frode sul controllo dei prezzi, Whitacre si immagina di venir acclamato come un eroe e premiato con una promozione. Ma prima che ciò possa accadere, l’FBI ha bisogno di prove. Whitacre accetta quindi con entusiasmo di indossare un microfono e infilare in borsa un registratore, figurandosi già nei panni di una sorta di agente segreto. Sfortunatamente per l’FBI, il loro testimone principale non è così intraprendente da sapersi introdurre nelle casse della società.

Come affrontare una società che per forza di cose non si fida più di te? Come fare a guadagnarsi il rispetto di chi prendi continuamente in giro? Come fare per nascondere 9 anzi che dico 11 milioni sfruttando tutti i mezzi di informazione possibile (e la battuta è iconoclastica per capire le sorti del film e della speranza di un uomo medio-americano che in fondo non pensa di aver fatto male a nessuno) Soderbergh partendo da un fatto realmente accaduto, seguito da un libro e scritto da un giornalista Kurt Eichenwald gira una commedia nera, quasi mai si ride o meglio è importante riflettere su cosa si ride, senza eccessi ma che punta il dito contro la criminalità economica, le multinazionali e le loro violazioni coperte da membri altolocati.
Partendo dal fatto che i dialoghi sono tutto in questo film, bisogna dire che con tutti gli sforzi The Informant è sicuramente ben riuscito sotto il piano della sceneggiatura, ogni tassello combacia, fatto realmente accaduto a cui si allaccia il libro e infine la sceneggiatura e poi la nota sarcastica e lievemente grottesca del regista. Eppure qualcosa annoia, così come il buon Dammon che è una maschera inerte di un destino di cui non sembra rendersi conto e così si può infine dire che Soderbergh che sa il fatto suo tralasciata qualche svista nella sua ricca filmografia poteva se non altro divertire un po di più o regalare qualcosa che nel film si avverte che manca ma non si sa riconoscere del tutto.