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mercoledì 18 ottobre 2023

Gran Turismo


Titolo: Gran Turismo
Regia: Neil Blomkamp
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Jann Mardenborough è un gamer specializzato nel simulatore di corse automobilistiche Gran Turismo. È figlio di un ex giocatore di calcio che ha militato nella squadra di Cardiff, la città del Galles dove vive insieme al fratello. Quest'ultimo cerca di seguire le orme paterne mentre Jann è considerato una sorta di delusione dal padre. Avrà però l'occasione di rifarsi quando la Nissan lancerà un concorso tra i giocatori di Gran Turismo, per reclutare nuovi piloti da far correre in vere corse automobilistiche. Il rischioso progetto di marketing è un'idea di Danny Moore, che non trova un tecnico disposto ad affiancarlo finché non si rassegna a rivolgersi all'ex campione Jack Salter. Sarà lui ad allenare Jann e gli altri gamer, sottoponendoli prima a una rigida selezione e poi aiutandoli a dare il meglio di sé in pista.
 
Sinceramente rimango basito quando scopro che qualcuno nutre delle aspettative da un film del genere. Blomkamp è un regista che adoro e qui come tanti suoi colleghi ha fatto una marchetta.
Di recente lo ha fatto uno dei miei registi preferiti Wheatley con Meg 2-L'abisso riuscendo a fare ancora peggio con un film da cui mi aspettavo perlomeno qualcosa. Qui no. E secondo me il film nella sua totale ingenuità funziona e anche bene. Il viaggio dell'eroe e la storia di formazione e redenzione seppur semplici e ai minimi termini, convincono abbastanza grazie ad alcuni volti che riescono ad emergere e non sembrare plastici e parlo del protagonista. Orlando Bloom è inguardabile ma d'altronde è sempre stato un attore che non ha mai avuto talento. Cosa che non si può dire per il sempre convincente David Harbour. E poi non dimentichiamoci che Jann ammazza un cristiano nel film anche se dovuto ad un incidente.

domenica 3 settembre 2023

Resident Evil-Death Island


Titolo: Resident Evil-Death Island
Regia: Eiichirō Hasumi
Anno: 2023
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Jill Valentine è alle prese con un'epidemia di zombie e un nuovo virus T, mentre Leon Kennedy è sulle tracce di uno scienziato della Darpa rapito e Claire Redfield indaga su un mostruoso pesce che sta uccidendo le balene nella baia.
 
Era difficile fare peggio dopo gli ultimi tremendi risultati parlando soltanto dei lavori d'animazione della saga. VENDETTA, DAMNATION dove forse l'unico a salvarsi era DEGENERATION.
Ora questo è il sequel dell'ultimo, mette insieme tutti i personaggi e li spedisce in un'isola alla Alcatraz dove un vecchio collega ormai impazzito vuole spedire il virus (che ormai si diffonde nell'aria o grazie alle punture di insetti e nanotecnologie) e sterminare il mondo facendosi pagare dai paesi cifre milionarie per avere l'antidoto. Abbiamo pochi mostri, la solita trasformazione finale del nemico che si inietta qualcosa che lo rende abnorme e molta caratterizzazione dei personaggi lasciata ai posteri in un'insieme generale accettabile ma con un ritmo che fatica in più parti ad ingranare.

martedì 6 giugno 2023

Last of Us-Season 1


Titolo: Last of Us-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2023
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 9
Giudizio: 3/5

Joel è un reduce dell'operazione "Tempesta nel deserto", ed è il padre di Sarah e il fratello di Tommy. Lavora troppo, ma è molto legato ai propri affetti. Quando un misterioso morbo trasforma le persone infette in feroci aggressori, Joel fa il possibile per portare la famiglia in salvo, ma finisce per perdere la figlia. Anni dopo, in una zona di quarantena nei pressi di Boston, opera in traffici illegali insieme a una donna, Tess, conosciuta nei giorni più bui, quando aveva da poco perso Sarah e il morbo aveva gettato il mondo nel caos. Dai ribelli al regime militare che domina le zone di quarantena, riceve il compito di portare una ragazza, Ellie, a un punto d'incontro a Ovest, nel bel mezzo di quel che resta di Boston, dove gli infetti sono sempre in agguato.

Ci sono due modi per aprociarsi all'Apocalisse. Cercando di fermarla o sopravvivendo. Last of Us le mette insieme tutte e due. Tratto da un videogioco di successo, la mini serie tratta ancora una volta il post apocalittico, un virus ( se non altro l'idea forse più originale) e la paternità.
Grazie ad un cast degno, l'opera in sè per tutti coloro che hanno letto di tutto e di più su questo tipo di atmosfera e hanno visto ormai quasi tutto, non ha grandi motivi per gridare al miracolo.
Gli infetti si vedono con il contagocce lasciando molto più spazio all'incredulità delle location immerse nella natura e della paura dietro l'angolo. L'umanità come sempre e come Barker insegna è peggiore di qualsiasi mostro e la speranza sembra ormai un fanalino di coda preferendo ammazzare il proprio figlio per poi togliersi la vita come accade in un episodio. C'è un episodio il terzo dove si racconta un amore omosessuale concentrando la loro storia di vent'anni. Credo che in quel caso la serie raggiunga l'apice grazie ad una scrittura che riesce a rendere quella materia preziosa e rara per come vengono disegnati i personaggi e sviluppate le loro azioni.

Super Mario Bros (1993)


Titolo: Super Mario Bros (1993)
Regia: Rocky Morton, Annabel Jankel
Anno: 1993
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

I due idraulici dei videogame trovano ora un loro spazio al cinema in una New York che è affiancata da un mondo parallelo in cui domina un cattivaccio. Saranno i due fratelli a risolvere i problemi. Film ipercitazionista che parla ai ragazzini con un linguaggio che ben conoscono
 
Dopo il successo di Tartarughe Ninja alla riscossa si provvede di rito a provare a sdoganare uno dei videogiochi più importanti di sempre. Devo ammettere che le premesse in parte c'erano pure contando che il mondo su cui tiranneggia Koopa aveva dalla sua quella tipica tendenza new age anni '90 che cercava di mischiare elementi sci-fi, fantasy, cyberpunk e distopici, mostrando una società allo sbando, frenetica ed egoista dove ognuno pensa solo ai propri interessi. Purtroppo il volersi esporre troppo con trasformazioni e quanto di peggio non riusciva a sostenere la c.g ha creato dei brutti sbalzi temporali anche nelle condutture tra le dimensioni contrapposte. Il mix di ironia e azione con due star abbastanza affermate riesce solo in parte a limitare un insuccesso clamoroso, un b movie che a vederlo ora sembra anche abbastanza trash e dove Dennis Hopper allora lanciatissimo esonda in un personaggio davvero troppo stereotipato.


sabato 13 maggio 2023

Super Mario Bros (2023)


Titolo: Super Mario Bros (2023)
Regia: Aaron Horvath, Michael Jelenic
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Mario e Luigi sono due fratelli idraulici italoamericani. Si sono da poco messi in proprio lasciando un'altra impresa e hanno lanciato il loro business con uno spot Tv davvero cringe, ma che piace molto alla mamma. Quando Brooklyn si allaga per un guasto i due si avventurano nella rete fognaria e... vengono risucchiati da un tubo fino a un regno magico. Nel tragitto sono divisi e mentre Luigi finisce in un tenebroso luogo dominato da tartarughe guerriere e scheletri, Mario arriva invece in un regno magico popolato di adorabili funghetti, con una principessa umana dal misterioso passato. Il regno però è in pericolo: il terribile Bowser vuole a tutti i costi sposare la principessa e se lei rifiuterà metterà il suo regno a ferro e fuoco
 
Senza infamia e senza lode. Con un budget faraonico per essere un film d'animazione, il famoso personaggio dei videogiochi prende vita in un adventure molto spinto in termini di ritmo frenando ogni ambizioso e facendo il suo compitino accontentando in questo caso particolarmente i fan dai 5 ai 10 anni. Tanti colori, luoghi magnifici, inseguimenti su piste d'arcobaleno e combattimenti all'ultimo "sangue" per cercare di avere aiuto da un esercito contro il male maggiore.
Bowser sicuramente è il personaggio che emerge di più assieme alla principessa dove invece i nostri due protagonisti per assurdo vengono a mancare in termini di personalità.
Si ride ma mai sul serio, ci si accoda ad una cozzaglia di stereotipi tipici del viaggio dell'eroe senza prendersi nessun rischio e portando tutto alla goliardia più sfrenata.

domenica 9 ottobre 2022

Tekken-Bloodline- First season


Titolo: Tekken-Bloodline- First season
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Giappone
Stagione: 1
Episodi: 6
Giudizio: 3/5

Jin Kazama ha imparato le arti di autodifesa della famiglia, le arti marziali tradizionali in stile Kazama, da sua madre in tenera età. Anche così, era impotente quando un mostruoso male è apparso all’improvviso, distruggendo tutto ciò che gli era caro, cambiando la sua vita per sempre. Arrabbiato con se stesso per non essere stato in grado di fermarlo, Jin giurò vendetta e cercò il potere assoluto per esigerlo. La sua ricerca porterà alla battaglia finale su un palcoscenico globale: il torneo King of Iron Fist.
 
Se non altro e divertente e non sfigura con i tentativi dei film precedenti. La nuova mini serie Netflix forse è la cosa migliore se parliamo di Tekken, non esplora tanto i personaggi e le tante storie del videogioco ma si concentra sugli sforzi di Jin, sull'incidente scatenante che si prefigura fuori dalla porta di casa, del rapporto con un nonno autoritario e violento, alla rinascita e la crescita personale, alla redenzione, al tema della vendetta, e infine al torneo (anche se praticamente non viene palesato) e tanti altri elementi che rendono la visione di questi sei episodi veloce e dinamica come prodotti d'intrattenimento d'azione come dovrebbe essere. Funziona anche se ovviamente la trama è la più scontata possibile, alcuni personaggi vengono solo accennati e tutto è concentrato sul viaggio dell'eroe del protagonista.

martedì 23 agosto 2022

Uncharted


Titolo: Uncharted
Regia: Ruben Fleischer
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Nathan Drake e il suo compagno di avventure Sully si lanciano in una pericolosa ricerca per trovare il più grande tesoro perduto, mentre seguono anche gli indizi che potrebbero portare al fratello di Nathan, scomparso da tempo.

Che i videogiochi diventino stimoli per il cinema è un dato di fatto conclamato ormai dagli anni'80.
I dati però dicono quanto spesso i risultati risultino crudeli con poche eccezioni come MORTAL KOMBAT, WILLY'S WONDERLAND, STREET FIGHTER-ANIMATED MOVIE, SILENT HILL. Ora Ruben Fleischer dopo l'esordio carino con ZOMBIELAND è diventato un altro burattino delle major, Tom Holland non si può davvero vedere recitare così come Walhberg che sembra così scazzato e stizzito da non azzeccare un'espressione. Il film dalla sua vorrebbe essere una sorta di Indiana Jones con tesori nascosti (nel 2022?) e saltare da un paese all'altro con isole caraibiche, paesaggi meravigliosi se non fosse che la cg ricopre il 99% del film senza la possibilità di godere realmente di ciò che si vede ma assistendo miseramente ad un climax finale dove alcuni galeoni introvabili vengono agganciati da aerei e fatti svolazzare tra cielo e mare in maniera forzata e imbarazzante. Perchè Uncharted nella sua lunga durata è proprio imbarazzante. Non azzecca lo humor e le battute in bocca a Holland con la sua mimica rovinano tutto. Ha combattimenti raffazzonati e troppo eleganti e computerizzati per appassionare. Scene lunghissime di inseguimenti quasi sempre inutili e la componente misteriosa e d'avventura viene trascurata e mai messa veramente in evidenza.

venerdì 4 febbraio 2022

Resident Evil(2021)


Titolo: Resident Evil(2021)
Regia: Johannes Roberts
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Un gruppo di sopravvissuti cerca di scoprire la verità dietro la malvagia Umbrella Corporation. Nel frattempo, combattono zombie assetati di sangue nelle terre desolate di Raccoon City.
 
Roberts è meglio se ritorna a dirigere shark-movie. Qui in qualità di mestierante viene messo alla regia di un reboot che già aveva deluso con una brutta e lunghissima saga dove l'unica cosa bella era ovviamente la Jovovich. Qui si fa davvero fatica a salvare qualcosa nonostante un'atmosfera specie nella parte iniziale e all'inizio del secondo atto che mi aveva ricordato Silent Hill.
Purtroppo però pur essendo un b-movie con un budget discreto, il film rovina ogni cosa buona a partire dagli zombie davvero in una pessima c.g e scene d'azione assolutamente non sense, come la bambina che spacca il collo in un combattimento corpo a corpo senza armi ad una delle creature più forti della saga. I personaggi vengono inseriti tutti come per cercare più empatia possibile ma finendo con la voglia e il bisogno di odiarli tutti. Tipica mossa di marketing per cercare di portare più acqua al proprio mulino sperando così di poter dare vita a un'altra saga piena di sequel di cui sinceramente nessuno sente il bisogno. Molto meglio i lungometraggi d'animazione in 3D, Resident Evil -VendettaResident Evil-DamnationResident Evil-Degeneration (quest'ultimo il migliore dei tre) se volete qualcosa di decente.

domenica 17 ottobre 2021

Snake Eyes-G.I Joe le origini


Titolo: Snake Eyes-G.I Joe le origini
Regia: Robert Schwentke
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un bambino sfugge alla squadra di assassini che ha ucciso suo padre. Vent'anni dopo lo ritroviamo con il nome Snake Eyes in gabbie per combattimenti senza regole, dove sconfigge ogni avversario. Qui lo avvicina Kenta, un boss della yakuza, con un'offerta che non può rifiutare: scoprire la verità sugli assassini del padre. Lavorando per lui, Snake Eyes si avvicina a Thomas della famiglia Arashikage, a cui salva la vita. Ottiene così la possibilità di entrare nel clan... a patto che superi tre prove, l'ultima delle quali mortale. Nel mentre alza la testa anche l'organizzazione terroristica Cobra, in particolare la sua bella e letale Baronessa.
 
Premetto che la saga dei G.I. Joe mi ha sempre fatto pensare ad un progetto fallimentare a priori con esiti nefasti e un cast sprecatissimo per una saga che di fatto non ha mai avuto una trama decente. Per questo mi sono apprestato a vedere questo spin off senza di fatto aspettarmi nulla ma pensando di mettere a riposo il cervello dopo pellicole de facto molto più intense.
E così è stato. Eppure piacevolmente dal momento che il film di Schwentke (un mestierante con una filmografia abbastanza squallida) come sempre gode di un buon budget e almeno riesce a imbastire una storia di vendetta, clan, combattimenti interessanti, personaggi purtroppo stereotipati a tutti gli effetti, ma almeno in grado di avere una struttura e una continuità di trama con qualche piccolo colpo di scena e senza perdersi per strada come è capitato in tutte le altre pellicole. Dopo un pretesto assurdo che rischiava di far finire tutto a rotoli, almeno tra tradimenti, complotti e quant'altro, per essere un film commerciale, un blockbuster pieno di effetti speciali e ninja che saltano da una parte all'altra mi ha evitato sbadigli e di finire a scorrere la home page di Facebook.


Free Guy


Titolo: Free Guy
Regia: Shawn Levy
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Guy è un cassiere di banca che vive felicemente a Free City, dove il mondo si divide fra due gruppi di individui: quelli con gli occhiali cui tutto è consentito, che si dedicano a rapinare, colpire, uccidere e incendiare, e quelli "che stanno a terra e le prendono". Guy appartiene alla seconda categoria, ma non sembra pesargli affatto. Ogni mattina si sveglia con un gran sorriso, saluta il suo pesce rosso e si avvia verso una giornata sempre uguale, convinto che sarà fantastica. Ma il suo mondo non è reale: è un videogioco inventato da un magnate tecnologico che ne ha rubato il codice a due giovani programmatori. E una dei due game creator entrerà a Free City attraverso il suo avatar per recuperare quel codice nascosto.
 
Free Guy nonostante abbia una repulsione a prescindere per Ryan Reynolds poteva davvero essere una magnifica sorpresa. Un film con un'idea tutt'altro che banale trattando sci fi, videogiochi ormai sempre più attuali e importanti come sistema simbolico organizzatore di senso per i giovani e non solo, di ritiro sociale, realtà vs sogno e molto altro ancora. Un film che se solo avesse trascurato parti esageratamente melense per buttarla più sul politicamente scorretto poteva diventare un istant cult, forse. Ma così ovviamente non è stato e la faccia da scemo di Reynolds non ha aiutato, la sua come molte altre, come quella del poliziotto di colore con cui lavora e molti altri personaggi detestabili senza contare un Taika Waititi senza mezze misure a rendere ancora più patetico il classico antagonista stereotipato. Manca davvero quel coraggio che in fondo uno come Levy con la sua parabola di cinema sempre altalenante in fondo poteva regalare. Perchè tanti elementi sono davvero interessanti, la società virtuale dove quasi tutti vivono all'interno del videogioco Free City, il personaggio nel videogioco che innamorandosi diventa un bug di sistema da stanare, l'impatto pubblico quando il bug non esercita le sue normali funzioni, l'impatto sui game creator e la loro responsabilità e molti altri aspetti davvero interessanti e convincenti, ma soprattutto nel secondo per non dire nel terribile e inqualificabile terzo atto, il film diventa una love story con salvataggio del mondo e molti altri clichè davvero scontati e imbarazzanti. Poteva essere il cugino di READY PLAYER ONE quando purtroppo ha mancato di brutto l'obbiettivo.


martedì 11 maggio 2021

Mortal Kombat (2021)


Titolo: Mortal Kombat (2021)
Regia: Simon McQuoid
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Cole Young, campione di MMA, è perseguitato dai Cryomancer e da Sub Zero, il miglior guerriero dell'impero. La ragione si nasconde nella sua eredità, che Young ignora, e su quel marchio del drago che l'uomo ha sin dalla nascita. L’Imperatore dell’Outworld, Shang Tsung, lo vuole morto ed è per questo che Cole, preoccupato che possa accadere qualcosa di terribile alla sua famiglia, decide di mettersi in viaggio alla ricerca di Jax e Sonya nata anche lei con il marchio.
Cole si reca nel tempio dedicato a Lord Raiden, un antico Dio che protegge Earthrealm, sotto cui si rifugiano tutti coloro che hanno sulla pelle il marchio del drago. Qui l'uomo fa la conoscenza di Liu Kang, Kung Lao, Kano, guerrieri esperti che si allenano nel tempio e con cui Cole inizia a esercitarsi per combattere contro l'Outworld così da salvare la sua famiglia.
 
Ammetto che ho preferito il film del 1995. Mortal Kombat è un film che tutti i fan attendevano.
Si parlava come di qualcosa di violentissimo che avrebbe ridato enfasi alla saga e magari creato una serie di sequel (che nonostante tutto sembrerebbe proprio così). Se dal punto di vista tecnico e qualitativo il film non sbaglia nulla, la storia è troppo fuori luogo creando alleanze impossibili (Kano) e con Sub Zero che sembra quasi una sorta di co protagonista. Il duello e la rivalità con Scorpion è un elemento che ho apprezzato contando che nel film di Anderson i due andavano a braccetto ed era inconcepibile vista la rivalità tra i due clan. Prevale l'elemento del marchio che sceglie i predestinati e crea di conseguenza a seconda della propria crescita personale il potere designato.
Alcuni villain sono poco più che comparse, i protagonisti sono un gruppo variegato su cui spicca Cole, protagonista indegno senza una giusta caratterizzazione e con una recitazione dell'attore davvero pessima. Se da un lato il background dei personaggi qui è più strutturato e coinvolgente (ma non per tutti) lo stesso non si può dire per il ritmo che da metà in avanti diventa lento e noioso, nota impossibile per un film di questo tipo e che il film di Anderson nonostante le sue ingenuità almeno possedeva un ritmo incessante.

Mortal Kombat (1995)


Titolo: Mortal Kombat (1995)
Regia: Paul W. S. Anderson
Anno: 1995
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Sonya, Lui Kang e Johnny Cage sono tre esperti di arti marziali che lottano contro avversari demoniaci per salvare il destino del mondo.
 
In assoluto uno dei migliori film tratti dai video giochi. Mortal Kombat diretto da Anderson (uno dei suoi film migliori come messa in scena) è una tamarrata pazzesca volutamente trash e così piena di imperfezioni e testosterone da renderlo fantastico per gli amanti del video ludico.
Una continuum di combattimenti con scenografie interessanti quanto penose nel tentativo di prendersi sul serio. Un gruppo di personaggi armati di stereotipi e una storia di una banalità pazzesca. Eppure per chi come me giocava al videogioco e in quegli anni riuscì a vedere il film al cinema, è rimasto un affetto in parte immotivato rispetto a questa pellicola che comunque rispetto al sequel e a tanti film tratti dai videogiochi può vantare una sua dignità.

giovedì 15 aprile 2021

Monster Hunter


Titolo: Monster Hunter
Regia: Paul W. S. Anderson
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Artemis è a capo di un'unità militare delle Nazioni Unite: la sua battaglia quotidiana è contro i mostri che hanno invaso la terra. Un giorno incontra un uomo col quale dovrà chiudere un portale per impedire ai mostri di attaccare la Terra.
 
Ci addentriamo nel merdasy un genere ormai in voga negli ultimi anni, complice di portare sullo schermo trasposizioni di cocktail di minchiate
Un film purtroppo che cade in disgrazia già in partenza per un regista che si è perso in prodotti mainstream, facendo di fatto il sicario di Hollywood per film tamarri ed esagerati.
Un peccato perchè l'Anderson di PUNTO DI NON RITORNO, SHOPPING e MORTAL KOMBAT ci aveva fatto assaggiare delle prelibatezze di genere decisamente suggestive.
Monster Hunter che ho scoperto dopo essere un games della Capcon di successo, lascia davvero spaesati. Pochi mostri, tanto deserto, tanta Jovovich e Jaa, il gatto con gli stivali, grotte di indubbio gusto e Tremors che cercano di assomigliare a Kaijū. A volte dalla merda nascono i fiori, in questo caso dal deserto l'unica cosa che esce buona è la parrucca di Ron Perlman e qualche incursione delle creature per il resto è un film che deraglia in ogni dove, non ne azzecca una, la recitazione è penosa, lo svolgimento insensato e inadeguato, il ritmo disordinato e i mostri in c.g fatti peggio di quello che avrei mai pensato si vedono con il contagocce.


mercoledì 24 marzo 2021

Willy's Wonderland


Titolo: Willy's Wonderland
Regia: Kevin Lewis
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Janitor, uno sbandato vagabondo che lavora come custode in un parco divertimenti. Questo impiego apparentemente banale si trasformerà per l'uomo in un vero e proprio incubo, quando i pupazzi meccanici del lunapark non solo sembrano prendere vita, ma sono intenzionati a pendere il possesso del luogo.

I demoniaci animali robotici trasformeranno l'esistenza di Janitor in una lotta alla sopravvivenza, nella quale resterà vita soltanto uno di loro. Chi avrà la meglio, l'uomo o i pupazzi?
Nicolas Cage continua ad essere totalizzante nella sua filmografia e nella sua capacità di prestare volto e azione alle peggiori produzioni straight to video oppure a film indimenticabili arrivando come attore nella sua filmografia a quota 106.
In questo caso Janitor è quasi identico al volto di John Milton in DRIVE ANGRY, un uomo tutto di un pezzo, con un passato oscuro che si ricarica bevendo una non meglio precisata bevanda e picchiando duro come solo i duri come lui sanno fare. Tipico esempio di personaggio tagliato con l'accetta senza paura di nulla e portando avanti un obbiettivo non meglio precisato e soprattutto agendo indisturbato e in silenzio senza proferire mai una parola per tutta la storia.
Avevo svariati dubbi prima della visione di questo film. Un parco a tema con animatronics, un rito satanico e le solite idiozie per far funzionare la trama e poi Janitor che uno ad uno gli massacra tutti senza incontrare apparentemente difficoltà.
Fin qui non lascia molto da dire, eppure Willy's dalla sua ha qualcosa di morboso nell'atmosfera riuscendo a fare con quel poco che ha meglio di tanti rottami simili. Azione, horror slasher, scene incredibilmente idiote, flash back discutibilissimi e il solito gruppo di giovani odiosi utili solo per essere carne da macello per i pupazzi indemoniati.
Willy's Wonderland nel suo essere indie e banale con una storia più che scontata, agisce dove deve, dando intrattenimento e divertimento, senza appassire mai ma risultando una variante nel cinema di genere golosa per gli amanti di ogni sciocchezzuola sputata fuori dalle fauci hollywoodiane.


sabato 1 agosto 2020

Fatal Fury 1 - La leggenda del lupo famelico


Titolo: Fatal Fury 1 - La leggenda del lupo famelico
Regia: Hiroshi Fukutomi
Anno: 1992
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Il padre di Terry Bogard è stato assassinato da un uomo di nome Geese Howard allo scopo di recuperare un antico manuale sulle arti marziali. Crescendo, Terry è spinto dall'odio a voler vendicare la morte del padre ma deve vincere i propri sentimenti per completare la propria formazione e diventare un valoroso guerriero.

Sembra una brutta copia di STREET FIGHTERS dove i due fratelli assomigliano per diversi aspetti a Ryu/Terry, il preferito dal maestro, quello più spirituale e moderato e Ken/Andy decisamente più impulsivo e rancoroso. Due strade diverse dove faranno le loro esperienze mettendo in luce la loro indole per diventare sempre più forti e infine la sacra mossa finale insegnata ad uno di loro dal loro maestro. In tutto ciò con una trama davvero scontata e ridotta all'osso dove tutto è tranquillamente telefonato, entra in scena anche Joe Hisashi e sicuramente il momento migliore del lungo d'animazione è il torneo di arti marziali a differenza del combattimento finale con l'acerrimo nemico Geese e il personaggio di Lily che seppur abbozzato non gode di happy ending morendo male nel finale.

Art of Fighting-L'occhio di Sirio


Titolo: Art of Fighting-L'occhio di Sirio
Regia: Hiroshi Fukutomi
Anno: 1993
Paese: Giappone
Giudizio: 2/5

Ryo e Robert sono due amici per la pelle con la passione per le arti marziali. E mai avrebbero immaginato che la loro amicizia e la loro passione sarebbero tornate così utili. Tutto inizia sempre dal molto piccolo: un gatto siamese da riportare alla ricca proprietaria, un acrobatico inseguimento sui cornicioni per riacciuffare l'ostinato felino che porta fino ad un appartamento pieno di primitivi armati fino ai denti... E così Ryo e Robert vengono coinvolti in una storia maledettamente complicata al centro della quale si trova il favoloso Occhio di Sirio!

Ennesimo segmento della saga di ART OF FIGHTING. Questo come altri è una specie di costola appassita che cavalcava il successo degli anime a quei tempi, mettendo in scena due protagonisti mai così diversi esteticamente da quelli dei videogiochi per una storia molto semplice e un mediometraggio di 40'.
Anche l'animazione è meno curata, il budget è minore, il ritmo nonostante tutto si sforza di riuscire ad essere incalzante con il risultato che i combattimenti sono flosci tolto forse la sfida finale con il braccio destro del boss, una bionda che sa il fatto suo. Non si salva molto, i dialoghi sembrano improvvisati, l'equivoco iniziale come incidente scatenante è debole e non ha molto senso e poi il solito rapimento della sorella di Ryo nonchè futura ragazza di Robert per ottenere un diamante nascosto in un freezer è semplicemente ridicola.


martedì 14 luglio 2020

Street Fighters-Animated movie


Titolo: Street Fighters-Animated movie
Regia: Gisaburo Sugii
Anno: 1994
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

La trama, dunque, vede Ryu e Ken Master, due ragazzi cresciuti insieme e allenati dallo stesso maestro nelle arti marziali, essere presi di mira da M. Bison, l'antagonista del film, nonché capo di un'organizzazione criminale che punta a creare super soldati tramite il lavaggio del cervello.

A più di 25 anni dalla sua uscita il film di animazione videoludico tratto dalla famosa saga di videogiochi, rimane un precursore assoluto, un film con uno stile d'animazione e un ritmo più che notevole.
Una schiera infinita di personaggi, umorismo a zero, combattimenti oltre i livelli a cui eravamo solitamente abituati e poi una fotografia, uno stile e un'atmosfera davvero cupa che riesce a dare ancora più spessore e potenza per una grande prova registica e una storia che riesce a non essere poi così banale. Il film di Sugii a distanza di anni mantiene tutta la classe e la potenza di un film che come pochi è riuscito a diventare una sorta di cult nella vastissima filmografia d'animazione, intessendo poche sotto trame ma funzionali, creando intrecci narrativi e combattimenti dove di fatto ognuno cerca di scoprire se esiste qualcuno più forte di lui.
M.Bison poi riesce a differenza di altre trasposizioni ad essere crudele al punto giusto, un vero leader dittatoriale che pur di trovare il combattente più forte al mondo manda in secondo piano i suoi affari.


Fatal Fury 2: La sfida di Wolfgang Krauser


Titolo: Fatal Fury 2: La sfida di Wolfgang Krauser
Regia: Kazuhiro Furuhashi
Anno: 1993
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Terry sta combattendo all'estero quando un ragazzo di nome Tony, che desidera diventare suo allievo, lo segue nonostante i desideri contrari di sua madre e di Terry stesso. Sconfitto dal nemico più potente che abbia mai incontrato, Terry cade in depressione e si rifugia nella bottiglia. Ad aiutarlo sarà il giovane Tony, che gli ridarà la fiducia in se stesso e facendogli realizzare di essere l'unico in grado di battere il nemico.

I fatti riprendono grossomodo da dove li avevamo lasciati dove Terry come sempre è il protagonista assoluto lasciando Andy in secondo piano e Joe in un ruolo da figurante.
Quello che passa in primo piano è un uso più articolato degli effetti speciali, le location, i combattimenti (anche se in minor numero rispetto al precedente) e i costumi soprattutto per quanto concerne i villain di turno.
La storia è meno coinvolgente rispetto a quella dell'armatura di Marte scimmiottando tra Alessandro il Grande e Babilonia in una saga videoludica che almeno ci provava. Qui il pretesto non è cosa è stato risvegliato ma un massiccio lottatore tedesco Wolfgang Krauser, di nobile stirpe e assetato di battaglie che si annoia cercando il lottatore più forte del mondo.
Compaiono diversi personaggi con la bella ninja Mai Shiranui, la durata è maggiore e ci si può permettere di spaziare maggiormente nelle tematiche e nelle psicologie dei personaggi anche se a lungo andare nonostante il ritmo incalzante ci sono troppe scene ironiche e dialoghi che non riescono a renderlo così appassionante come il film precedente.

mercoledì 1 luglio 2020

Fatal Fury – The motion picture


Titolo: Fatal Fury – The motion picture
Regia: Masami Obari
Anno: 1994
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

L'ambizioso Laocom Gaudemaus, insieme ai suoi tre seguaci Penny, Hauer e Jamin, mira a recuperare l'armatura di Marte, capace di dotare d'immani poteri colui che la indossa. Sulia, sorella di Laocom e preoccupata per le mire oscure intraprese dal fratello, si rivolge a Terry Bogard, che in passato aveva sconfitto avversari come Geese Howard e il suo fratellastro Wolfgang Krauser, per porre fine alle ambizioni di dominio del fratello. Terry non si lascia pregare e grazie all'aiuto di suo fratello Andy e degli amici Joe e Mai, si recano nei luoghi in cui sono dispersi i pezzi dell'armatura prima che se ne impadronisca il gruppo di Laocom.

Fatal Fury è sempre stato un picchiaduro di serie b, rispetto a saghe ben più epiche e affascinanti.
Gli anni 90' per l'animazione giapponese, quella che prende spunto dai videogiochi, sono stati i più intensi e memorabili parlando ovviamente di film di genere e mettendo questo film insieme a
STREET FIGHTERS come i due prodotti d'intrattenimento tratti dai videogiochi migliori, in un decennio dove c'erano degli artisti inarrivabili e pazzeschi come tutto il cinema di Yoshiaki Kawajiri, Mamoru Oshii, Katsuhiro Ōtomo, Satoshi Kon e Miyazaki.
La saga di Fatal Fury, di cui sono stati prodotti tre film dalla sua ha un'anima avventuriera davvero strategica giocando con l’archeologia, le leggende, gli artefatti o le pergamene dotati di mistici poteri, e la storia dell’armatura sacra, nonostante paghi un pesante pegno ai CAVALIERI DELLO ZODIACO, è davvero molto affascinante. Vedere i personaggi spostarsi da un capo all’altro del mondo per recuperarne i pezzi permette agli spettatori di visitare diverse location di grande appeal e splendidamente ritratte, spesso e volentieri anche dotate di un fascino esotico che ben si confà all’avventura archeologica.
In forma semplificata e senza prendersi mai sul serio, il film non si fa mancare nulla, c’è avventura, mistero, umorismo, qualche corpo nudo, ci sono i combattimenti a base di arti marziali e c’è il sentimento, che non manca mai nelle produzioni dedicate a Fatal Fury e qui viene ben esemplificato dalle love stories tra Andy e Mai tra Terry e Sulia mentre lo stesso non si può dire nei villain
che sono dei personaggi unicamente “stilosi” a livello estetico.
Curiosa la leggenda alla base del film. 2300 anni fa, un uomo di nome Godamas minacciò lo sconfinato impero di Alessandro il Grande grazie ai poteri dell’Armatura di Marte. In uno scontro che spazzò via Babilonia, Godamas venne sconfitto e l’armatura venne smembrata in sei parti che furono disperse in luoghi remoti.

lunedì 20 aprile 2020

Mortal Kombat-Scorpion Revenge


Titolo: Mortal Kombat-Scorpion Revenge
Regia: Ethan Spaulding
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Lord Raiden raduna una squadra di guerrieri d'élite, un'improbabile compagine di eroi con il compito di salvare l'umanità.

Scorpion Revenge perchè è Scorpion l'assoluto protagonista della storia è di una cattiveria cosmica andando ad aprire mondi, infarcendoli di creature diaboliche che vogliono solo spargimenti di sangue e torturare all'infinito corpi dilaniati di poveri malcapitati.
Con un intro che serve a far capire chi è Scorpion, a che livello di splatter e slasher il film possa arrivare, un livello di violenza grand guignol in cui tutti speravamo, a quale sarà la condanna del protagonista, a quale patto andrà a stipulare per vivere in altri gironi infernali.
E poi c'è il torneo con i personaggi soliti, il nostro trio capitanato da Raiden e capeggiato da Liu Kang, tanti personaggi, alcuni volutamente trascurati in maniera così fulminea che potevano non essere accreditati.
La trama è la stessa dei due famosi film di serie b, il sequel trash come non mai.
L'unica aggiunta è la vendetta di Scorpion, il prologo dove vediamo scardinata nel giro di pochi minuti tutta la vita di Hanzo Hasashi ex capo del clan ninja degli Shirai Ryu.
Quan Chi e il Netherrealm (una sorta di inferno dantesco), trame di potere, complotti, una galleria di mostri e di demoni che non sembra esaurirsi mai, Cage che si prende sonori calci nelle palle da Sonya e il duello finale tra Quan Chi e Scorpion oltre che le sonore mazzate di Goro e l'incursione veloce ma glaciale di Sub Zero.