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domenica 23 novembre 2025

Dog of God


Titolo: Dog of God
Regia: Lauris e Raitis Abele
Anno: 2025
Paese: Lettonia
Giudizio: 4/5

Il XVII secolo. Un villaggio livone svedese. Tra piogge torrenziali e cieli oscuri, i contadini si ubriacano insieme agli aristocratici che si abbandonano ai piaceri carnali. Nel frattempo, la casta religiosa – con una devozione ipocrita – li esorta a temperare i loro peccati. Quando una reliquia antica scompare, una donna viene accusata di stregoneria, spingendo un lupo mannaro autoproclamato – noto anche come Cane di Dio – a intervenire con un dono davvero singolare: “Le Palle del Diavolo”. La comunità viene subito sconvolta, la follia inizia a calare mentre l’edonismo prende il sopravvento, e il villaggio precipita in un miscuglio di sesso e violenza, dove il desiderio è lasciato libero e la moralità rapidamente dimenticata.
 
Dog of God in concorso al ToHorror è una deliziosa sorpresa lettone d'animazione con il rotoscopio.
Un film complesso politicamente scorretto ambientato nel medioevo. Parla di stregoneria, esseri soprannaturali come il Cane di Dio, streghe, rituali, orge, tutto in una comunità barbaramente composta di bifolchi dove l'ipocrisia appartiene a quasi tutti i membri eccetto poche eccezzioni
Neze la cameriera affascinante che dalle pozioni viene additata come capro espiatorio e vittima sacrificale dal villaggio per quanto sta accadendo; Buckholz il prete e la sua sessualità repressa e il sadico rapporto con il piccolo chirichetto irrequieto e zoppo di Klibis; per finire il barone Klodt che pensa solo a soddisfare i piaceri carnali della moglie
Dog of God si apre con scenari devastanti del cane di Dio in catene che strappa le palle a una creatura per poi farci piombare in questo villaggio dove tutto sembra purulento e senz'anima.
Un contesto storico fantastico che riesce a celebrare il potere duraturo del folklore locale, della rinascita ma anche della lotta contro l'oppressione e la resistenza. Nel finale abbiamo un altro omaggio a Suskind per un cartoon adulto che suggestiona ed attrae ripercorrendo periodi bui della storia, quando l'ignoranza è la carestia finivano per condizionare idee e convinzioni umane, inducendo le genti ad affidarsi a leggende ed eresie rese più credibili dalla superstizione diffusa e dilagante.

Flush


Titolo: Flush
Regia: Grégory Morin
Anno: 2025
Paese: Francia
Giudizio: 5/5

I problemi di Luc (dipendenza dalla coca, la frattura con l’ex moglie Val, la lontananza dalla figlia piccola) toccano il fondo la sera in cui rimane incastrato con la testa nel cesso alla turca di un locale di quart’ordine. Dovrà studiare strategie per liberarsi senza sgozzarsi, e pure fare i conti con il bordello che si scatena alle sue spalle, tra spacciatori furiosi, boss malavitosi con la fissa per i topi, litigi con Val, che guarda caso fa la barista nel locale…

Quando lessi la trama di questo film in concorso al ToHorror con tanto di regista in sala mi chiesi cosa potevano essersi inventati per far durare un film settanta minuti con un tipo con la testa incastrato in una turca. E aggiungo di un cesso di una discoteca con buchi nelle pareti, cazzi che vogliono essere massaggiati, sciaquoni con assorbenti e quant'altro possa finirti in bocca e poi un topo dell'antidroga che viene preso dannatamente sul serio, il piccolo ma stronzissimo Rabla (con una dipendenza da cocaina come il suo padrone)
Flush è un film imperdibile, una commedia tragicomica che spero abbia una distribuzione in futuro. Era da tempo che non ridevo così di gusto e tutto il film è sembrata una gag allungata ma allo stesso tempo mantiene un tono molto pulp (termine che detesto ma in questo caso sorge spontanea la sottolineatura) visto che nonostante le risate riesce ad essere anche molto violento

sabato 22 novembre 2025

Touched by eternity


Titolo: Touched by eternity
Regia: Marcis Lacis
Anno: 2024
Paese: Lettonia
Giudizio: 3/5

Fatso, autoproclamato esperto di cripto valute, è un brontolone di mezza età che spreca le sue giornate con videogiochi e cospirazioni online. Ossessionato dal concetto di vita eterna fin dall'infanzia, Fatso sperimenta varie teorie ciarlatane nella speranza di diventare immortale, nonostante conduca una vita miserabile e solitaria. Un giorno, alla porta della sua roulotte sperduta nel bosco, appaiono Egons e Carlos portando la lieta novella: Fatso è stato prescelto per diventare vampiro, quindi immortale.
 
Al ToHorror ci si chiede se i film sui vampiri sono ancora in grado di dire qualcosa? Chiedetelo ai lettoni.
Il film di Lacis è un film minimale, esistenzialista come sanno essere i signori della notte e ci porta a rave all'interno di fattorie sperdute nelle campagne remote e a insoliti dialoghi all'interno di una roulotte. Praticamente per tutto il tempo ci si chiede se Fatso vuole o non vuole accettare l'idea di poter diventare un vampiro. Vista l'opportunità golosa, il clan sembra non voler e poter accettare un rifiuto. Touched by eternity è un film strano e anomalo, assolutamente inclassificabile che seppur gode di un inizio promettente sembra prendere una piega derivativa rimanendo un esercizio di stile ma senza mai convincere

Jimmy Jaguar


Titolo: Jimmy Jaguar
Regia: Benedek Fliegauf
Anno: 2025
Paese: Ungheria
Giudizio: 2/5

Il film si apre con le riprese dell'interrogatorio di un giovane meccanico, Robert Kiss, noto come Seed. È stato arrestato insieme a un eccentrico poeta locale, Marci Balfi. I due uomini, che non si erano mai incontrati prima, sono stati arrestati dopo aver aggredito un individuo solitario, averlo legato, caricato su una barca e abbandonato alla deriva sul fiume Tibisco. Un'indagine successiva ha rivelato che la loro vittima era un criminale di guerra serbo ricercato, nascosto nei boschi ungheresi. Interrogato, Seed offre una spiegazione improbabile: sia lui che Balfi erano posseduti da un demone di nome Jimmy Jaguar, noto semplicemente come Jagu, che li ha costretti ad agire.
 
Purtroppo non tutto può e deve per forza piacere e convincere al ToHorror. Lo è stato questo strano ibrido ungherese tra i film in concorso strutturato come un mockumentary su presunte credenze marginali in un demone folcloristico si diffonda attraverso una serie di incontri non collegati tra loro, confondendo il confine tra psicosi collettiva e mito costruito. A volte troppe spiegazioni insegnano che non basta cercare di tessere stupore quando poi a livello di ritmo e di immagini non si riesca a voler dire praticamente nulla. Spiace dirlo ma il film è stato di una noia mortale, il più noioso del festival, anzi forse l'unico tra quelli visionati. Fliegauf evita i convenzionali riferimenti di genere anche se a volte sembra che non sappia dove andare a parare inserendo nuove formule che sottraggono enfasi al racconto. Inizialmente concepito come una serie, il film comprende una serie di incontri con individui che affermano di essere stati posseduti dall'inafferrabile demone. Combinando registrazioni investigative, found footage e interviste con testimoni, il film assembla una narrazione frammentaria che ripercorre una serie di presunte possessioni che hanno portato alla formazione di una setta, il cui capo è Balfi, simile a Charles Manson.

Sinners


Titolo: Sinners
Regia: Ryan Coogler
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Smoke e Stack sono due fratelli che pur di lasciare il Mississippi hanno affrontato le trincee europee della Grande Guerra e hanno cercato di farsi strada nella malavita di Chicago. Tornati nella regione natia con un discreto bottino e con abbondanti alcolici, comprano da un uomo - sospettato di far parte del klan - un edificio che vogliono trasformare in un locale di musica e gioco per la popolazione nera della zona. Si affidano al cugino Sammie, un prodigio con la chitarra, inoltre reclutano il musicista Delta Slim e trovano l'aiuto anche di alcuni immigrati cinesi. La festa notturna innesca una gioia contagiosa, ma presto si avvicinano tre bianchi che chiedono di poter entrare in modo molto insistente. Sarà presto chiaro che i tre non sono quello che sembrano...
 
Sinners è stata una piacevole sorpresa. Un film che parla di tante cose e anche di vampiri. Leggende, folklore, usanze, processi culturali, proibizionismo, legami affettivi, la comunità nera e poi la criminalità in mano a due fratelli che si sono fatti da soli e che vogliono diventare i padroni della loro crescita e del loro cambiamento per loro e per la società di cui fanno parte.
I vampiri arrivano e lo fanno bene e in maniera mai casuale ma sinceramente originale e d'effetto. Capitanati da un ritrovato Jack O'Connell che da una sua caratterizzazione del vampiro molto in sintonia con la musica, con il blues, con alcuni racconti di Joe R.Lansdale e molto altro ancora.
Un personaggio ambiguo e con una storia che meriterebbe di essere approfondita. Ma un film di neri con i vampiri quanto mancava? E soprattutto con un risultato così importante e ambizioso anche per un regista che non mi è mai piaciuto a parte il suo esordio FRUITVALE STATION ma che ha sempre girato progetti non suoi dove si cimentava solo come mestierante prendendo ordini quando invece diventa significativo che nelle sue due opere maggiori dimostra coraggio e una sua politica d'autore. Chi sono allora i peccatori e che effetto può fare la musica e soprattutto cosa e chi può evocare? Proprio i dannati musicisti black dell’America anni Trenta secondo antiche credenze, direttamente filiate dalle ancestrali discendenze africane, possono infrangere tramite le infuocate tonalità del blues gli steccati fra vita e morte, fra aldilà e aldiquà, fra passato e presente. La forza esoterica della musica, del resto, non attiene soltanto all’ambito africano.

Dracula-Amore perduto


Titolo: Dracula-Amore perduto
Regia: Luc Besson
Anno: 2025
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Transilvania, XV secolo. Il principe Vladimir, dopo la perdita improvvisa della moglie, rinnega Dio, ereditando così una maledizione eterna: diventare un vampiro. Condannato a vagare nei secoli, sfida il destino e la morte stessa, guidato da un'unica speranza: ritrovare l'amore perduto.
 
Ogni autore ha un proprio desiderio da esaudire. Quest'anno Besson non è stato l'unico a sbizzarrirsi con un'idea che teneva nel cassetto. E' così ha reinterpretato Dracula in chiave romantica strizzando l'occhio a Suskind e Hugo senza dimenticare il peso specifico dell'opera di Coppola.
Ne esce un film autoriale molto intenso per quanto riguarda i sentimenti e il pathos del protagonista, meno per quanto concerne la storia e il fatto ormai noto che non è un vero e proprio horror.
Un film a tratti melanconico, dove si racconta una maledizione che costringe il conte ad aspettare 400 anni prima di rincontrare Elisabeth/Mina. Ci sono i gargoyles come piccoli aiutanti del conte nel castello, Parigi viene fotografata al suo meglio e gli attori dal canto loro riescono a dare enfasi e caratterizzare dei personaggi ormai arci noti. Su tutti Caleb Landry Jones, bello e dannato e Matilda de Angelis a interpretare una bellissima e suggestiva Maria. Tra scenografie e costumi d'effetto, balletti molto ben coreografati, qualche strizzatina al Dracula succhia sangue avviene soprattutto nella fantastica scena del monastero mentre nel finale Besson cambia le carte in tavola facendoci fare il tifo per il vampiro

Ugly Stepsister


Titolo: Ugly Stepsister
Regia: Emilie Blichfeldt
Anno: Norvegia
Paese: 2025
Giudizio: 4/5

La vedova Rebekka giunge, con le figlie Elvira e Alma, al palazzo del nobile Otto, altrettanto vedovo, per convolare a giuste nozze. Dopo il matrimonio, però, Otto muore improvvisamente, pianto dalla figlia Agnes. A dipartita avvenuta, emerge che Otto era in difficoltà economiche almeno quanto Rebekka (che lo pensava invece benestante) e quindi urge trovare una soluzione. L'idea della donna è quella di dare in sposa Elvira al fascinoso principe Julian, che cerca moglie. Elvira ne è infatuata e legge avidamente le poesie scritte dal giovane principe sperando di diventare la sua consorte.
Per riuscire nello scopo, però, è necessario "abbellire" Elvira attraverso gli interventi del dottor Esthétique e le cure della scuola di galateo di madame Sophie. Nel frattempo, la possibile rivale Agnes, naturalmente bella, viene ridotta al rango di Cenerentola perché non comprometta il piano della sorellastra. Cruciale è il ballo in programma a palazzo, durante il quale il principe sceglierà la sua sposa tra le molte pretendenti.

The Ugly Stepsister è una fiaba di quelle che sarebbero piaciute ai fratelli Grimm. Madre cattiva, la quale cerca di conquistare chiunque abbia dei soldi che siano conti ormai arrivati al capolinea o giovani rampolli pretendenti delle figlie. Cenerentola c'è ma non è la protagonista e questo di per sè è l'elemento più originale della narrazione. A dirla tutta sono tutti così stronzi e ingenui che non c'è neppure un vero e proprio antagonista. Ognuno lotta per il proprio tornaconto. Inutile dire che quella che più pagherà le conseguenze sarà la povera Elvira. Il body horror, il rapporto con il proprio corpo, con quello che siamo disposti a fare a noi stessi per raggiungere un ideale che in realtà si allontana quanto più ci si illude di avvicinarsi a esso, per il semplice fatto che non è reale, non esiste, è un trucco, un escamotage per tenerci al guinzaglio. Infine il verme cosa si è disposti ad ingerire per perdere peso e cosa si sta trasformando dentro e fuori di noi.

Frankenstein (2025)


Titolo: Frankenstein (2025)
Regia: Guillermo Del Toro
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Metà del XIX secolo: una spedizione di marinai bloccati nel Polo Nord s'imbatte in un uomo ferito e in una mostruosa creatura che uccide chiunque lo avvicini. L'uomo, che una volta in salvo racconta la sua storia, è Victor Frankestein, scienziato ossessionato dalla possibilità di vincere sulla morte e responsabile, con il sostegno di un industriale, del fratello e della fidanzata di quest'ultimo, della creazione di un essere umano assemblato con pezzi di cadaveri. Deluso però dalla sua creatura rozza e violenta, Victor ha però cercato di eliminarla scatenando la sua ira. Se però il suo racconto non fosse il solo possibile? Se anche il mostro raccontasse la sua versione, facendo così capire il suo desiderio di comprensione?
 
La creatura di Mary Shelley è sempre stata secondaria nelle trasposizioni girate nel corso della cinematografia. Il protagonista è sempre lui il dottor Frankenstein. Ora un'autore che stimo si cimenta anche lui quest'anno come l'altro autore francese con due creature incredibilmente famose e lo fa girando il suo sogno che era stato per Jackson quello di King Kong.
Frankenstein è sontuoso, elegante, mostra una creatura umana che scopre la vita e si nutre di sentimenti e di emozioni. Un'opera affascinante che riprende tanti dictat del libro, si muove su due archi narrativi differenti come per il capolavoro di Kurosawa dando due diversi punti di vista, crea una magione quella di Frankenstein per la quale ci sono volute più di otto settimane solo per crearla e infine distruggerla in una scena magnifica. Il film di Del Toro è un film che abbraccia i sensi, ho avuto freddo nelle parti del polo e mi sono scaldato nelle scene affianco al fuoco. Un film con un cast molto funzionale dove svettano Jacob Elordi il quale riesce a infondere umanità, dignità e speranza alla creatura nonostante la sua bellezza e una Mia Goth che ovunque la metti funziona.
Un'epopea che ha saputo davvero emozionarmi, senza lesinare le scene violente o le carneficine ma smuovendo stati d'animo a seconda dei cambiamenti e della narrazione che pensate un pò è proprio quello che il cinema dovrebbe saper fare


One battle after another


Titolo: One battle after another
Regia: Paul Thomas Anderson
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Bob Ferguson, rivoluzionario in pensione, ha esploso tutti i suoi colpi nella giovinezza, sognando un mondo migliore al confine tra Messico e USA. Appeso al chiodo l'artiglieria e il nome di battaglia, Ghetto Pat, fa il padre a tempo pieno di Willa, adolescente esperta di arti marziali. Tra una canna e un rimorso prova a proteggerla dal suo passato che puntualmente bussa alla porta e chiede il conto. Dall'ombra riemerge un vecchio nemico, il colonnello Lockjaw, che più di ogni altra cosa vuole integrare un movimento suprematista devoto a San Nicola. Ma Bob e Willa sono un ostacolo alla sua ambizione. Lockjaw rapisce Willa e Bob riprende il fucile.
 
Quasi tutti quelli che sento dicono che Paul Thomas Anderson è il miglior regista in circolazione. Posso dire che è un regista che non ha mai sbagliato un film questo sì ma dal canto mio non è il mio regista preferito. I suoi film sono tutti straordinari ma nessuno mi è mai davvero entrato dentro.
Questione del tutto personale. Questa sua ultima opera ci è andata come per molte altre davvero vicino ma alla fine qualcosa è uscito dalla strada prendendo una deviazione che non è arrivata alla meta. Un'opera oserei dire colossale e ambiziosa, che sposta luoghi, ragionamenti, politica perchè è un finto film politico, anarchico, sperimentale, ambizioso ma anche auto ironico e infine una mazzata ai poteri forti se così possiamo chiamarli raffigurati come un piccolo manipolo di uomini bianchi ormai sul viale del tramonto che non sanno più bene nemmeno cosa dirsi.
Questa battaglia dopo l'altra è un film assurdo che narra le gesta di personaggi assurdi che fanno cose per dare un senso a qualcosa che proprio per loro un senso non l'ha mai avuto. L'ideale politico qui viene mistificato e beffeggiato con la scena della chiamata e del nome in codice che è la chiave di volta del film come a dire che ancora c'è gente che insegue un costrutto di idee o un sistema simbolico organizzatore di senso quando non esiste più o forse non è mai esistito.
A questo punto l'unico sano di mente sembra essere Benicio Del Toro e la sua filosofia del sensei Sergio.

Mobland-Season 1


Titolo: Mobland-Season 1
Regia: Guy Ritchie
Anno: 2025
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 4/5

Londra. Due famiglie criminali si spartiscono la città come imperi feudali: gli Harrigan, dediti al traffico di armi e radicati in un'estetica aristocratica della violenza, e gli Stevenson, padroni del mercato degli oppiacei sintetici. La tregua che tiene insieme questi mondi collassa in una notte soltanto, quando Eddie Harrigan, nipote viziato del boss, accoltella un ragazzo durante una serata di eccessi. Si tratta del figlio del rivale Richie Stevenson, e la sua scomparsa rischia di far esplodere una guerra mai davvero conclusa. Figura centrale sarà Harry Da Souza, fixer della famiglia Harrigan: un uomo esterno per sangue ma interno per funzione, incaricato di gestire testimoni, trattative, rappresaglie e vendette incrociate, mentre attorno a lui tutto si disfa - la sua famiglia, la sua etica, il fragile equilibrio che tiene in piedi l'impero
 
Ques'anno Tom Hardy uno degli outsider indiscussi del cinema cazzuto ha saputo regalarci questa mini serie davvero interessante e divertente e il capolavoro HAVOC.
Tenacia, carisma, muscoli, faccia da duro, spavaldo e in grado di gestire tutte le situazioni nonchè crearle e intesserle in un quadro d'insieme che vede gang, famiglie criminali, revenge e bisogno di fare mattanza e molto altro ancora. In dieci episodi succede tutto e di tutto. Vediamo la crudeltà pura della criminalità (il corpo del figlio di Richie) la conduzione della famiglia in modo violento e viscerale di Conrad Harrigan, un'immenso Pierce Brosnan, assieme alla sua musa la figura più diabolica della famiglia che trama da dietro le quinte una strepitosa Helen Mirren che assieme a Conrad raggiungono l'apice per quanto concerne due personaggi indimenticabili, deliziosi che danno dimostrazione di cosa sia veramente il talento attoriale. Mobland in fondo parla di sottobosco criminale con tutti gli annessi e connessi, con le sue regole e la sua ritualità in fondo torna a ragionare sulle distanze e le sovrapposizioni tra la famiglia naturale e quella criminale e quanto certi equilibri possano o debbano essere spostati distruggendo in un attimo i suoi componenti.

Shrouds


Titolo: Shrouds
Regia: David Cronemberg
Anno: 2024
Paese: Canada
Giudizio: 4/5

Rimasto vedovo di Becca da quattro anni, Karsh ha faticosamente trovato il modo di elaborare il lutto, benché in maniera peculiare. Grazie ai suoi ingenti mezzi finanziari ha fondato una società, GraveTech, che fabbrica sudari speciali, che permettono di riprendere con videocamere i defunti e di farli osservare post mortem ai congiunti attraverso un dispositivo elettronico. Soprattutto Karsh può così osservare Becca in ogni momento, anche da morta. Così facendo, scopre un'anomalia nelle ossa di Becca, come se queste stessero mutando sottoterra. Nel frattempo il cimitero GraveTech dove è sepolta Becca subisce un atto di vandalismo e di hacking informatico, apparentemente riconducibile a un gruppo di ecoterroristi islandesi. Maury, cognato di Karsh, e Terry, sua ex moglie e sorella di Becca, identica a lei tranne per carattere e acconciatura, pensano che siano coinvolti servizi segreti russi e cinesi, interessati alle potenzialità strategiche offerte dai sistemi GraveTech.
 
A 82 anni David Cronemberg ha ancora voglia di sperimentarsi e osservare i cambiamenti globali e tecnologici. Continua la sua voglia di ricerca e di cimentarsi con aspetti e sfere diverse della scifi come in questo caso la sua esplorazione dei confini tra tecnologia, corpo e mente, offrendo una riflessione profonda sul dolore e sulla memoria. Shrouds mi ha colpito molto per la forma e meno per la sostanza. Un film che definire minimale nella messa in scena non vale l'idea di cosa voglia davvero significare a partire, ed è forse la metafora perfetta del film, la dimora in cui vive Karsh un luogo essenziale e privo di accessori dove sembra esserci la più totale aderenza con un concetto voluto di privazione e di eccezzionali trovate visive ed estetiche come la vasca da bagno in cui rimane immerso per stimolare la propria psiche. Shrouds è un film che funziona molto quando riflette, meno quando mostra o quando il ritmo comincia a prevalere nell'indagine.
Le ossessioni storiche di Cronenberg ritornano puntualmente: voyeurismo; mutazione del corpo, qui oltre la vita; sessualità libera(ta) nella sua morbosità; necessità di esperire fino in fondo qualcosa di estremo e metafisico che la società ignora, condanna o non comprende. Il protagonista, un Vincent Cassel trasformato anche a livello fenotipico in alter ego del regista, elabora il lutto a suo modo, ma durante il processo - visto dai più come malato e sacrilego - avvicinandosi a zone percettive che gli erano sin qui ignote.


Primitive War


Titolo: Primitive War
Regia: Luke Sparke
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Nel 1968 durante la guerra in Vietnam, viene inviata la Squadra Avvoltoi, unità d’élite di ricognizione in missione per indagare sulla misteriosa scomparsa di un intero plotone di Berretti Verdi. Nella giungla fitta e silenziosa, una valle isolata ha inghiottito uomini senza lasciare nessuna traccia.
Ciò che trovano non ha nulla a che fare con la guerra che conoscono. Mentre la nebbia si infittisce e la tensione cresce, qualcosa si muove tra gli alberi, qualcosa di antico e con un istinto predatorio. I soldati non sono soli. Il loro è un viaggio nell’ignoto, dove il terrore si confonde con la giungla e la sopravvivenza non è garantita...
 
Questo Primitive War è stato millantato sul web come se fosse una specie di instant cult o piccolo capolavoro di genere. In realtà è un b movie anche abbastanza trash che fa il verso a tante cose, non riesce mai a dare l'idea se si stia prendendo sul serio oppure no e alla fine mischia esperimenti da laboratorio con tutta una teoria complottista in chiave guerra fredda yankee vs bolscevichi.
E' pure molto lungo, troppo per questo genere di film e si vede dal momento che in più parti annoia a morte quando non assistiamo a sparatorie fracassone e dei dinosauri che non saprei come definire vista la scarsa qualità della cg alcuni mi hanno ricordato il T-Rex di Toy Story.

Relay-Informazioni pericolose


Titolo: Relay-Informazioni pericolose
Regia: David Mackenzie
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un intermediario che promette guadagni lucrativi mettendo in contatto aziende corrotte e individui poco specchiati, infrange le sue stesse regole quando un nuovo cliente cerca la sua protezione per sopravvivere.
 
Mackenzie era sparito dai radar dopo aver mostrato talento con due film molto interessanti come STARRED UP e HELL OR HIGH WATER. Poi ha fatto un altro paio di film che mi sono perso e infine torna con questa spy story dove un intermediario che guadagna sugli accordi tra aziende corrotte e ricattatori, infrange le sue stesse regole quando una nuova cliente chiede la sua protezione per sopravvivere. Il film ha un ritmo incalzante, si avvale di un cast notevole e tra sotterfugi, colpi di scena e dialoghi convincenti richiede molta attenzione per non perdere dettagli e per comprendere appieno il sistema sul quale si basa la trama; sebbene non sia semplicissimo da seguire, lo script dimostra una certa creatività e si rivela col passare del minutaggio un riuscito mix tra spionistico e thriller dove soprattutto nel terzo atto e nel climax finale avviene una svolta poco scontata.

Lost Bus


Titolo: Lost Bus
Regia: Paul Greengrass
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una corsa ad alta tensione attraverso uno degli incendi boschivi più letali nella storia degli Stati Uniti. Uno sbandato autista di scuola bus e un'insegnante devota lottano per salvare 22 bambini intrappolati in un inferno di fiamme.
 
Era da qualche annetto che non compariva in scena un disaster-movie come si deve.
Credo che alcuni registi sognino la notte di poter fare un film con Matthew McConaughey che guida piangendo. Da quando successe con Nolan praticamente diventò un meme e scoprimmo le doti di Matthew come piangina. Detto ciò rimane il grande attore che è, sia quando piange che quando si vede schiantata la vita a lavoro dalla sua capa, in famiglia, nelle relazioni sociali.
Allora l'unica cosa che gli rimane è salvare la vita di un gruppo di bambini in un inferno di fuoco e fiamme dove ad un certo punto compaiono degli sciacalli che vorrebbero impossessarsi del mezzo. Greengrass è un veterano avendo avuto a che fare un pò con tutto prediligendo l'azione e lo spionaggio e i drammoni tratti da storie vere come questa. Per fortuna nel rapporto tra Kevin e Mary c'è così tanta paura da parte di entrambi che il film non deraglia mai in una storia love story, alla fine Kevin non viene nemmeno innalzato come l'eroe che di fatto ha compiuto un miracolo e si rifugia andandosene via e aspettando in sordina l'abbraccio del figlio

Honey don't


Titolo: Honey don't
Regia: Ethan Coen
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

L'incidente mortale (e affatto accidentale) di una coppia di Bakersfield (California), attira l'attenzione della detective Honey O'Donahue, che finisce per indagare su una setta devota a padre Dean, pastore carismatico e criminale, col vizio del sesso e della manipolazione. Nella vita di Honey, intanto, irrompono un vecchio padre, a cui non perdona un'infanzia di abusi, e una poliziotta, con cui comincia una torrida relazione. Tra ufficio, casa e chiesa, Honey avrà la meglio sui cattivi di turno senza alzare un dito, o quasi.
 
E'difficile dopo questo film non fare un paragone con il recente DRIVE-AWAY DOLLS.
Sono veramente molto simili come sembianze, costumi, volgarità, protagoniste, libertà sessuale e tante scene di sesso, scene action, licenze poetiche e quant'altro. Potrebbero sembrare due capitoli di un trittico per una commedia queer a tratti pulp che cerca di ridisegnare i contorni americani e le sue parti più in ombra. Una protagonista come per il film precedente iper-sessualizzata e di nuovo quel dovere di impegnarsi nei confronti di un possibile pubblico femminile e femminista che potrebbe altrimenti giudicarlo duramente. Il risultato è divertente quanto sterile per un'indagine che finisce nel peggiore dei modi quando il limite difficile da superare è stato proprio confrontarsi con una sceneggiatura decente.
Tra ninfomania e ostentazione, faticose autoreferenze e prestazioni cartoonesche, che fanno sbagliare anche la prima della classe, Ethan Coen non riesce a produrre un'immagine accurata delle donne. Solo lesbiche di grande appetito che risolvono misteri, ripudiano gli uomini, si lanciano in acrobazie sessuali e hanno sempre la battuta pronta come in una sitcom di fine anni Novanta

Eenie Manie


Titolo: Eenie Manie
Regia: Shawn Simmons
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il film segue una ragazza che da adolescente era un'autista esperta nella fuga che viene trascinata di nuovo nel suo losco passato quando un suo vecchio datore di lavoro le offre la possibilità di salvare la vita del suo ex fidanzato cronicamente inaffidabile.
 
Ci sono ancora film che vogliono provare ad essere pulp? Eenie Manie è una via mezzo tra tante cose senza mai di fatto sceglierne una precisa. Strizza l'occhio a BABY DRIVER ma senza averne i toni, la regia e il cast che in questo caso vede due giovani bellocci già resi famosi in altre opere.
Un heist movie fiacco che di fatto punta tutto sull'action e in parte il revenge movie citando gli anni '80 ma senza riuscire nell'impresa di assomigliare a nessuno dei grandi titoli di quegli anni.
Questo sentimento evocativo e nostalgico si sta sempre di più espandendo in opere derivative come queste che non sembrano scegliere o prediligere una narrazione propria ma prendendo in prestito da altre opere. Il film segna il debutto alla regia di Shawn Simmons, anche sceneggiatore e un'esperienza collaudata in serie tv, a cui mancano le intuizioni visive ma riesce comunque a cavarsela alle voci adrenalina e velocità, senza rinunciare a prevedibili schizzi di sangue

Mission Impossible-Final Reckoning


Titolo: Mission Impossible-Final Reckoning
Regia: Christopher McQuarrie
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

La fine del mondo è vicina ma Ethan Hunt non è lontano e riparte da dove aveva lasciato. Recuperata una preziosa chiave crociata, deve raggiungere adesso il Sevastopol, un sottomarino nucleare russo, distrutto dall'Intelligenza Artificiale, che giace sotto la calotta polare. La chiave gli permetterà di recuperare il 'codice sorgente' dell'IA e di disinnescarla. Ormai autonoma e 'cosciente', l'Entità accede a qualsiasi sistema operativo, manipola fatti, dati e persone ed è determinata a sterminare la razza umana. Mentre Hunt cerca una soluzione, l'IA prende progressivamente il controllo delle armi di distruzione di massa. Il tempo stringe, non resta che correre. Ancora e ancora.

Ci sono saghe che sembrano destinate a durare all'infinito. O almeno fino alla dipartita del loro (eroe)protagonista ma se funziona come franchise può continuare in eterno anche con un altro protagonista perchè a parte qualche eccezione il pubblico dimentica facilmente se gli dai quello che vuole in questo caso intrattenimento e azione.
Però lungi da me amare questa saga o l'ego smisurato del suo protagonista, c'è un finale che ho trovato, vorrei quasi azzardare il termine, profetico per quanto concerne il peso specifico della AI è quello che potenzialmente potrebbe cambiare o destrutturare nel mondo in cui viviamo.
Nulla che non sia mai stato detto perchè sono in molti a dividersi tra apocalittici e moderati ma quello che dice il finale e come lo dice è l'unico encomio al film. Per il resto abbiamo delle scene d'azione potenti e roboanti e per quanto concerne ritmo, mdp, inseguimenti e tutto il resto il film è senz'altro eccezionale.

domenica 26 ottobre 2025

Together


Titolo: Together
Regia: Michael Shanks
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Millie e Tim sono una coppia un po' traballante: lui è un musicista rock sempre alla ricerca di un successo che non arriva, lei è un'insegnante brillante e con un maggior senso pratico. I due decidono avventurosamente di fare un passo importante trasferendosi in una casa in campagna e lasciando quindi la vita della metropoli per un luogo più appartato. Lei si impiega come insegnante nella vicina cittadina, mentre lui porta avanti la sua musica. Durante una passeggiata in un bosco vicino, però, i due cadono in una buca che conduce a una caverna, proprio mentre infuria un temporale. Fanno buon viso a cattivo gioco e passano la notte nella caverna, risvegliandosi al mattino con le gambe incollate insieme da quella che pensano sia una muffa. Riescono a staccarsi e a ritornare su e quindi a casa, ma qualcosa è successo. Qualcosa che prosegue e determina cambiamenti progressivi nei loro corpi e nell'attrazione, sempre più "fisica", che provano l'uno per l'altra.
 
Con un budget limitato Shanks alla sua opera prima continua un esordio che sta vedendo come lui diverse leve nell'horror venir fuori con coraggio, talento, idee e ambizione. Questa opera manco a farlo apposta è la ciliegina sulla torta, superando come temi, complessità, consapevolezza e molto altro ancora le rivali (se così possiamo chiamarle) è tirando fuori dal cilindro un mix di Cronemberg, Yuzna, Carpenter, Guadagnino parlando di dramma sociale, horror psicologico, body horror e in tutto questo una storia d'amore tra le più struggenti e veritiere viste nel cinema negli ultimi anni.
Un film che si interroga sulle conseguenze dell'amore creando le sequenze di maggior suggestione e impatto visivo legate all’attrazione che trova il climax nel fondersi a vicenda come culmine massimo del raggiungimento dell'androginia. Il culto, la vhs, il bosco, la caverna, il pozzo, la trasformazione, la mutazione, la decomposizione, tutto diventa il quadro perfetto di questa destrutturazione del tema dell'anima gemella. Un film con diverse scene scioccanti e potenti, originali, dal montaggio, al sound designer, agli effetti e a come riesce a combinare tutti gli elementi senza mai sminuirne valore o forza ma anzi rendendo il racconto una lenta discesa all'inferno della carne indotte dalla mutazione dello spirito.

Everyone will burn


Titolo: Everyone will burn
Regia: David Hebrero
Anno: 2021
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

In un piccolo villaggio di Leon, Maria José si prepara a porre fine alla sua vita dopo non essere riuscita a superare la morte del figlio. Tutto però cambia quando riceve la visita di Lucia, una bambina che potrebbe essere collegata a una leggenda locale sull'apocalisse. Con l'enigmatica Maria al suo fianco, Maria José affronterà la città che l'ha emarginata e il marito che l'ha abbandonata, sentendosi nuovamente madre.
 
A me piace quando gli spagnoli esagerano dimostrando di riuscire nell'impresa.
Un cinema che passa spesso inosservato forse perchè da noi mal distribuito ma negli ultimi anni ha saputo regalare delle chicche degne di nota come la splendida opera malinconica d'animazione di Pablo Berger o quel capolavoro che è la MESITA DEL COMEDOR uno dei migliori film di tutto il 2022. Qui abbiamo un pianeta decimato da incendi, nani con super poteri, masse di gente decelebrata, la Santanchè e molto altro ancora. Macarena Gomez ancora una volta dimostra di essere uno dei più grandi talenti della sua generazione dando carattere e personalità ad una donna fragile con una grossa perdita che vuole semplicemente farla pagare a tutti affinchè magari "tutti possano bruciare". Abbiamo soprannaturale, superstizione, possessione, poteri extrasensoriali, il tutto legato a questo patto tra la bimba senza nome che verrà chiamata Lucia e Maria che da "madre" dovrà cercare di livellare il potere pazzesco che si nasconde in quella che appare come un'inviata dal divino quale esso sia lascerò a voi scoprirlo

Bring her back


Titolo: Bring her back
Regia: Danny Philippou, Michael Philippou
Anno: 2025
Paese: Australia
Giudizio: 4/5

Dopo la scomparsa del padre, trovato morto sotto la doccia, Andy vorrebbe l'affidamento della sorella Piper, ipovedente, a cui è molto legato. Però gli mancano tre mesi ai diciotto anni e perciò Andy ottiene per il momento solo di non essere separato dalla sorella e di essere anche lui affidato provvisoriamente a Laura, una ex assistente sociale che ha perso la figlia dodicenne Cathy, annegata. Laura li accoglie con notevole cordialità.
Nella sua casa, grande e isolata, c'è anche Oliver, un altro ragazzino affidato a lei che non parla in seguito a un trauma. Ancora turbato dai postumi del rapporto problematico che aveva col padre, Andy cerca di mostrarsi affidabile per non compromettere le possibilità dell'affidamento della sorella, ma la vita a casa di Laura si mostra subito ricca di mistero e di inquietudine. Laura, infatti, sembra seguire un suo piano diretto a qualcosa di oscuro e tenebroso.
 
Il problema dell'horror o di alcuni film di genere in generale è quando vengono osannati a prescindere. Capita soprattutto in questo genere quando possono esserci alcune annate sfortunate. Ora senza stare a elencare tutti gli horror visti del 2025 questo è di sicuro tra i più interessanti. Perchè è un horror sul sociale, pieno di scene d'effetto, di due giovani registi australiani che ci credono, hanno talento e voglia di mettersi in gioco e hanno dimostrato di saperci fare con TALK TO ME e poi riescono a far paura senza giocare con jump scared ma incontrando le fragilità e le debolezze dello spettatore. Perchè qui c'è tanta carne al fuoco. Genitori disfunzionali, dramma familiare, magia nera, tutto in una discesa disturbante nella follia del lutto e nella sete di resurrezione, guidata da un rituale oscuro, ambiguo e brutale. Un horror soprannaturale che parla di possessioni, misteriose videocassette in lingua russa che mostrano rituali e gente che sembra tornare in vita in stati quasi mostruosi. Il film è costellato da immagini disturbanti: denti spezzati, corpi gonfi, autolesionismo estremo, bambini traumatizzati. Ma più ancora della violenza visiva, colpisce la rappresentazione dell’alienazione emotiva: Andy tenta disperatamente di proteggere Piper, ma viene discreditato, isolato, ucciso. Piper invece, nonostante la cecità, riesce a vedere la verità più degli adulti che la circondano.