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domenica 26 novembre 2023

Mercenari 4


Titolo: Mercenari 4
Regia: Scott Vaughn
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Un complesso militare eretto da Gheddafi in Libia viene assalito da un commando guidato dallo spietato Rahmat, intento a rubare ordigni nucleari e i loro codici. L'agente CIA Marsh decide di impiegare il team di Barney Ross per fermarli, ma l'operazione non va a buon fine. Il comando passa a Gina, la compagna di Christmas e a sua volta una letale mercenaria. Sarà lei a montare una nuova operazione per fermare Rahmat, che nel mentre ha preso possesso di una nave e si sta dirigendo - con gli ordigni nucleari innescati - verso le coste della Russia.
 
Forse la peggior interpretazione di Andy Garcia per non parlare di Megan Fox, bella quanto plastica e insopportabile e altri super dotati sconosciuti che appaiono scontati e indecisi sul da farsi per non parlare di alcune vecchie glorie che sembrano fenomeni da circo in fila per prendere il metadone al Serd. Se i capitoli precedenti erano tristi questo è davvero penoso. Basti pensare al ruolo di Tony Jaa sulla barchetta che sembra aspettare l'arrivo di Christmas per accendere quello spirito vendicativo e trasformarsi da pacifista in una macchina da guerra. Sly sappiamo benissimo che nell'incidente scatenante non muore, Uwais a fare il cattivo non è credibile e poi su tutto un montaggio osceno e imbarazzante, cambi di location senza una continuità narrativa, dialoghi improvvisati con battute che non riescono mai a far sorridere e un'azione che si trascina senza avere nessun guizzo.

sabato 30 settembre 2023

Covenant


Titolo: Covevant
Regia: Guy Ritchie
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Nel 2018 il sergente John Kinley sta supervisionando con i suoi uomini un posto di blocco sulle strade dell'Afghanistan. Nel corso dell'operazione un camion bomba esplode uccidendo uno dei soldati e l'interprete assegnato alla squadra. Kinley si affiderà quindi ai servizi di Ahmed, un nuovo interprete dalla storia personale ricca di ombre e con un forte spirito indipendente, tanto che sarà a volte lui a prendere in mano la situazione, risultando per altro assai utile alla squadra. Quando un'operazione finisce in tragedia, toccherà ad Ahmed cercare di salvare Kinley nel bel mezzo dei territori talebani. Ma se anche ci riuscisse, l'esercito degli Stati Uniti saprà davvero ricompensarlo per i suoi eroici sforzi?
 
Covenant aveva tutti gli elementi per farsi disprezzare elogiando i paladini americani e di fatto regalando agli yankee un film reazionario e scontato. Invece grazie ad un soggetto che racconta una storia poco nota, con tutti i clichè e gli assurdi possibili in termini di sforzi umani e di politiche sbagliate riesce a non essere così intriso di patriottismo e di valori spicci creando quell'humus culturale tra due persone completamente agli antipodi che di fatto devono imparare a fidarsi l'uno dell'altro. Il finale poi con l'inserimento di Anthony Starr a salvare la baracca con quelle battute che sembrano un bluff "Se sapevo che eri tu, lo avrei fatto gratis". Covenant sperimenta un Ritchie ormai in totale declino in un genere in cui non si era mai cimentato dando campo libero a Gyllenhall e al suo estro e infilando il paradossale mito del buon soldato nella guerra in Afganistan

lunedì 10 luglio 2023

Tyler Rake 2


Titolo: Tyler Rake 2
Regia: Sam Hargrave
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Sopravvissuto a stento all'apocalisse metropolitana scatenata a Dacca, ma gravemente ferito, Tyler Rake viene sistemato in un remota residenza in montagna dove riprendersi e forse godersi il riposo dalle sue imprese da mercenario. Presto però arriva un individuo misterioso a offrirgli un incarico che non può rifiutare: è infatti la ex moglie di Tyler, Mia, a chiedere il suo aiuto per salvare la sorella Ketevan e i suoi figli. Questi sono imprigionati insieme al fratello di un pericoloso criminale georgiano, così ossessionato dall'idea di controllare la moglie che preferisce averla con sé in galera insieme ai figli piuttosto che in libertà. Per affrontare l'impresa, Tyler tornerà ad avvalersi dell'aiuto di Nik e di suo fratello Yaz.
 
Davvero non capisco. Cosa ci si poteva aspettare da un sequel di una tamarrata con Chris Hemsworth che quando può fa la corte al cinema yankee e reazionario stelle e strisce.
Tyler Rake 2 è una fottuta figata ignorante. Due ore di purissima azione con combattimenti studiati ad hoc, location scelte apposta per essere prese di mira e devastate tra sparatorie e bombardamenti, elicotteri abbattuti e altre scazzottate sul treno come non se ne vedevano da tempo.
Pura estetica visiva di primo impatto senza dire e comunicare nulla se non che i georgiani sanno essere cazzuti come molti paesi dell'est e se ammazzi il fratello di un boss sei costretto a vedertela contro un esercito e questo anche se ti trovi nella base più sicura di Bruxelles diventa un'inezia.
E' un'esperienza di puro e solo intrattenimento per gli amanti dell'action che cercano qualcosa girato da un buon mestierante a cui non manca proprio nulla anche nella più totale superficialità dei suoi personaggi dove in fondo nessuno viene caratterizzato se non per l'obbiettivo che il film si prefigge.

giovedì 2 marzo 2023

Plane


Titolo: Plane
Regia: Jean-François Richet
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Brodie Torrance salva i suoi passeggeri, partiti su un aereo semi-vuoto il giorno di Capodanno, da un pericolosissimo disastro aereo causato dai guasti provocati da un fulmine, effettuando un drammatico atterraggio su un’isola nel Pacifico devastata dalla guerra, per poi scoprire che sopravvivere allo sbarco era solo l’inizio di un’avventura molto più spaventosa. Quando la maggior parte dei passeggeri viene presa in ostaggio da malintenzionati ribelli, l’unica persona su cui Torrance può contare è Louis Gaspare, un sospetto assassino trasportato sull’aereo per conto dell’FBI. Torrance ha bisogno dell’aiuto di Gaspare per salvare i passeggeri, e in questo frangente scopre che in lui c’è di più di quanto sembri.

Butler è di nuovo chiamato a salvare la patria nella fatti specie dei poveri turisti americani (di cui quasi tutti stranieri e quei pochi a parte la coppia di ragazze, sono antipaticissimi) dove lui sembra averli a cuore lo stesso perchè "sono il mio equipaggio" e l'America allarga sempre le braccia per accogliere il figliol prodigo smarrito.
L'aereo finisce in un'isola dimenticata da dio sperduta nel pacifico dove però ci sono dei malintenzionati ribelli che vivono di stenti pieni di armi nel nulla e aspettando che gli yankees gli facciano cadere qualcosa dal cielo per poter barattare. Il cattivo da trasportare che poi si rivela buono e aiuta oltremodo il protagonista e l'equipaggio rapito tagliando gole da bravo legionario qual'era (FANTASMI DA MARTE copia/incolla) e così via in un twist di azione, brevi squarci di LOST inviati mercenari della compagnia aerea a massacrare i ribelli e poi un Butler che si dispera, che si prende un buon minutaggio per vederlo piangere dentro l'aereo dispiaciuto per i morti, che chiama la figlia, che lotta e versa un'altra lacrimuccia quando è costretto ad uccidere ma quando invece sembra provar gusto nel finale con la ruota dell'aereo a falciare il leader dei ribelli col lanciarazzi in mano. Menzione d'onore al cattivo di GHOST invecchiato bene, Tony Goldwin aka Scardsale l'unico a fare il tifo per il redivivo Butler.

venerdì 9 luglio 2021

Run hide fight


Titolo: Run hide fight
Regia: Kyle Rankin
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Zoe Hull ha 17 anni ed è in guerra con il mondo. La madre è morta dopo una lunga malattia e il padre, veterano dell'esercito, insegna a sua figlia a cacciare, ma la invita anche ad affrontare quella rabbia interiore che condizione ogni suo gesto. Quando però nel liceo che la ragazza frequenta entrano quattro studenti armati e intenzionati a fare una strage il training da combattente di Zoe e la sua rabbia esistenziale torneranno utili, non solo a lei ma anche ai suoi compagni e ai suoi insegnanti.
 
Bisogna ammettere che soprattutto i festival quando incontrano opere che raccontano di tragedie contemporanee come possono essere le stragi nelle scuole americane o di altri paesi annettono a prescindere come se fosse un passo del vangelo da rispettare.
C'è da dire che il terzo film di Kyle Rankin dopo il b movie divertentissimo Infestation, si prende maledettamente sul serio, troppo direi. Una ragazza anche qui a riprova che ormai abbiamo da più di un decennio sdoganato le donne come protagoniste (e ancora una volta direi per fortuna) e con un male interiore dovuto alla morte della madre, da sola, stanerà i cattivoni complessati che tengono in scacco la scuola e gli studenti.
Un film banale nella logica, nello svolgimento, negli intenti camuffati ma che in parte sono reazionari come a dire che con questa gente non bisogna parlare ma stanarli e in questo caso e ancora più imbarazzante se a farlo è proprio una ragazzina che sembra quasi prenderci gusto.
Gli intenti poi dei "teen-terrorist" sono quelli di essere promossi dai social, millenial allo sbando che trovano nella diretta dei cellulari a cui obbligano gli studenti a filmare, la riprova di come tutto stia andando allo sbando e allora avere gli occhi dei media solo su di loro crea l'apripista per renderli leggendari e popolari. Senza contare poi sotto storie come quella del padre di Zoe, ex militare, che appena saputo che la figlia è in pericolo, prende il fucile e come un cecchino fuori dalla scuola, uccide alcuni gregari del leader carismatico dei "teen-terrorist" senza che la polizia locale se ne accorgano (se non nel finale).
Un film sicuramente con un ritmo sostenuto, senza sbalzi per quanto concerne un montaggio in alcune parti frenetico e dove Zoe, da sola, salva intere classi, crea corridoi per salvare professori ( i quali anch'essi si immolano per la causa) e via dicendo.
Run hide fight è un film che dice davvero poco in termini di critica sociale su un argomento delicato e complesso, rendendolo un b-movie d'azione dove una ragazzina disturbata agisce come un felino attaccando e uccidendo tutti.

domenica 15 dicembre 2019

Attacco al potere 3


Titolo: Attacco al potere 3
Regia: Ric Roman Waugh
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Mike Banning inizia a sentire il peso degli anni e gli acciacchi delle molte concussioni subite nella sua carriera di salvatore di Presidenti degli Stati Uniti. Ma questo è un lavoro che non conosce soste e così, proprio mentre gli sta venendo offerto un più tranquillo incarico d'alta responsabilità, ecco che uno stormo di droni esplosivi scende in picchiata sul Presidente in vacanza di pesca al lago. Il capo di Stato finisce in coma e Banning si ritrova incastrato come capro espiatorio per la congiura. In fuga sia dai cospiratori che vogliono metterlo a tacere, sia dall'FBI che lo ritiene colpevole, non ha che una persona a cui chiedere aiuto: suo padre, survivalista armato pesantemente che fa l'eremita paranoico tra i boschi e disprezza la tecnologia informatica.

Di nuovo come per il secondo capitolo si parte con un attacco di droni, poi per qualche motivo idiota si scambia il protagonista per il colpevole, lui scappa, chiede aiuto al padre Nolte che vive come un eremita ed è il più grande esperto spia in grado di piazzare anche una mina nel culo di una mosca e infine la vendetta dove il cattivo è ovviamente la prima scelta che possa venirvi in mente.
Con una trama così didascalica e idiota, naturalmente avendo visto anche i due precedenti capitoli, non potevo esimermi dall'evitare pure questo squallido terzo sequel di una saga che non solo non aveva senso di esistere se non per dare vita a quel senso reazionario americano che fabbisogna di prodotti conservatori come questo. Ma la cosa più stupida come dicevo del film è quella di trovare proprio in uno dei migliori amici di Banning il villain di turno, senza nemmeno provare chessò a creare quel minimo colpo di scena.
Angel Has Fallen è riassumibile in poche righe con una guardia del corpo ormai imbolsita come Butler che spara le sue ultime cartucce in film beceri e grossolani come questo quando ancora viene scelto per qualche film decente come Keepers o quando non esaspera il suo personaggio come Nella tana dei lupi.
Ric Roman Waugh è specializzato in brutture esemplari come Shot Caller-La fratellanza, SNITCH, Felon (il meno imbarazzante), entrando nella galleria dei peggiori registi americani sulla piazza.


venerdì 15 novembre 2019

Red Zone-22 miglia di fuoco


Titolo: Red Zone-22 miglia di fuoco
Regia: Peter Berg
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Jimmy Silva è un agente dell'intelligence statunitense con un problema di controllo della rabbia. Quando lui e il suo team sono a caccia di una partita di cesio radioattivo nel sud-est asiatico, si consegna a loro Li Noor, disposto a consegnare il cesio in cambio di asilo politico.

Red Zone è l'ennesimo brutto film, una spy story di un brutto mestierante al soldo delle lobby americane e con intenti reazionari ormai chiari e palesi.
Prende un pò dappertutto, l'ultimo film di Berg, dall'inseguimento e i combattimenti di Raid Redemption nel palazzo iniettando a profusione violenza e adrenalina, dalla sparatoria che ci prova senza ovviamente riuscirci a citare tra le righe HEAT-LA SFIDA, nel cercare di essere modaiolo e furbetto inserendo un Walbergh palesemente annoiato come protagonista, un paio di fanciulle caratterizzate così male e così poco capaci da essere dimenticate praticamente subito e Iko Uwais che come Tony Jaa ormai viene impiegato non male ma peggio come co-protagonista con dei ruoli discutibilissimi.
Red Zone cerca sempre di non rimanere mai fermo nemmeno per un istante, perchè in quei momenti il film a dei cali e crolla dietro una sceneggiatura imbarazzante con il capo dell'Intelligence che controlla tutto dall'alto interpretato dal solito Malkovich che ormai come tanti attori accetta ruoli beceri perlopiù con un parrucchino inguardabile.
Il colpo di scena finale urla vendetta contro gli sceneggiatori, alcuni villain del film non si capisce perchè non vengono uccisi subito quando devono, alcune scene d'azione sono così inverosimili da mischiare il mondo delle arti marziali con cinema spiccio d'azione americano.
Berg come dicevo è un semi-reazionario che ha scelto Walbergh come attore feticcio almeno negli ultimi suoi quattro film con risultati abbastanza stagnanti e non sempre così beceri e politicamente a favore della bandiera stelle e striscie. Senza contare che nel rapporto di coppia regista-attore sembra esserci la volontà di affiancare l'agente Silva al fianco di celebri "colleghi" come Ethan Hunt e Jason Bourne.
HancockBattleshipLone SurvivorDeep WaterPatriots Day sono alcune delle sue chicche, film penosi che come il secondo citato, meritano davvero la fine e la resa nel settore dando la possibilità a gente più capace di mettersi all'opera. E pensare che il suo esordio ancora adesso rimane il suo film migliore COSE MOLTO CATTIVE. Berg mi duole davvero dirlo ma se lo è meritato col tempo entrando di fatto nell'olimpo tra i peggiori mestieranti americani, con idee e una morale pessima e decisamente dannosa per il pubblico yankee che vedrà in questi suoi film dei traguardi di un paese di cui vanno solo orgogliosi senza comprendere quale sia la verità e la responsabilità morale di dover sempre muovere guerra contro tutto e tutti. Spie russe, terroristi praticamente in ogni dove quasi tutti orientali, l'idea di dover sacrificare i propri compagni per un ideale, giustiziare civili e innocenti senza il minimo esame di coscienza usando i droni, tutto sembra essere giustificato come se non esistesse una reale alternativa.



domenica 27 ottobre 2019

Rambo-Last Blood


Titolo: Rambo-Last Blood
Regia: Adrian Grunberg
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

John Rambo si è ritirato in Arizona, presso la tenuta di famiglia dove vive con la domestica e amica Maria e con la nipote Gabrielle, entrambe di origini messicane. L'uomo è più integrato che mai, tanto che aiuta anche la forestale nel corso di una alluvione, ma è sempre tormentato dai fantasmi della guerra, infatti vive in un ampio labirinto di tunnel che ha scavato sotto il terreno del ranch. Gabrielle sta per andare al college, ma un'amica trasferitasi in Messico le ha detto di aver trovato suo padre e la ragazza vorrebbe conoscerlo. John e Maria non sono d'accordo, ma Gabrielle non si lascerà convincere e finirà in grave pericolo, obbligando lo zio a imbracciare ancora una volta le armi.

Prima erano i vietcong ora i cartelli del narcotraffico, che fino a prova contraria fanno molta più paura. Da sempre comunque facevo il tifo per i Vietcong.
D'altronde per un film che è un revenge-movie che punta tutto sullo splatter bisognava trovare qualcosa di più squallido e quindi trafficanti della prostituzione erano il top visto che i pedofili erano difficili da inserire vista la trama della storia. In questo modo John ha trovato il nemico perfetto su cui sfogare tutta la sua frustrazione, visto che i poveri Vietcong evidentemente non avevano fatto niente di male, ma forse questo John lo ha capito con gli anni e ha capito anche che ha ucciso centinaia di persone innocenti.
Rambo-Last Blood è un fenomeno che torna quasi a dover chiudere capitoli di saghe discutibili in cui sembra che il finale debba essere il più triste e malinconico possibile (oltre che il più violento).
Così è successo anche per Logan ad esempio da cui secondo me viene ripresa tanta di quella atmosfera urbana da western moderno che ultimamente è tornata in auge.
La trama di Last Blood è così sintetica che è inutile soffermarsi. Così come è inutile stare a capire un nucleo molto strano tra Rambo-vecchia messicana alias donna delle pulizie e la nipote. Un triangolo tra l'altro sospeso in una casa nel mezzo del nulla a pochi km dal confine messicano (sembra fatto apposta come a provocare la nipote ad andarci).
Ma il bisogno di avere risposte sulle proprie origini è così forte da sfidare il rischio.
Altro non c'è molto da dire. Il film è violentissimo. Il Messico, almeno quell'anfratto che vediamo controllato dai narcotrafficanti, è un vero incubo in terra dove bisogna avere paura pure dei lampioni per strada e di notte non mettono il naso fuori nemmeno i vampiri dal tasso di negatività e bisogno di uccidere che si annusa nell'aria.
John prima le prende con tanto di sfregio sulla guancia. Questo causa la vendetta dei cattivi che così drogheranno e uccideranno la nipote dopo avergli fatto di tutto, per cui John ritorna ancora a farsi vendetta e infine il fratello del narcotrafficante ucciso tornerà per vendicarsi ma la casa di John sarà come la casa dei 1000 corpi o come la macchina assassina più letale dell'America e John ha fatto una promessa: deve strappargli il cuore. Una premessa: se John non fosse andato, la nipote probabilmente sarebbe ancora viva.
Qualche difettuccio di forma e altro c'è. Ad esempio le macchine nel finale che vanno a trovare John se uno calcola i posti a sedere si renderà conto che i numeri non tornano e i nemici sono almeno il doppio (ma d'altronde essendo tutte vittime sacrificali servivano sulla carta i numeri per far vedere tutte le trappole e i tracobbetti di John).
Alla fine John si siede sulla sdraio fuori a contemplare il panorama. Tutti quelli prima di lui e con lui sono morti tranne Maria, la donna delle pulizie messicana, che a questo punto, morti tutti, decide di andarsene.
Menzione a parte sui tunnel nel film, bisognerebbe aprire una caccia al tesoro per vedere cosa c'è nascosto lì sotto.
Last Blood è un action di serie b, che punta tutto sulla mattanza finale, sugli stratagemmi, sulla forza fisica e presenza del fisic du role Stallone e infine continua un percorso anche vagamente reazionario su come gli americani vedono il resto del mondo o si sentono i padroni o soprattutto debbano sistemare alcune faccende come strappare il cuore dal corpo.



mercoledì 5 giugno 2019

Shooter


Titolo: Shooter
Regia: Antoine Fuqua
Anno: 2007
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Bob Lee Swagger, marine pluridecorato e cecchino infallibile, vive in esilio dopo una missione militare andata male. La sua ricerca di pace e serenità viene bruscamente interrotta quando si trova ad essere ingiustamente accusato di aver complottato contro la Presidenza degli Stati Uniti d'America. Ferito gravemente e braccato, Swagger dovrà cercare di sopravvivere e capire chi ha cercato di incastrarlo...

Shooter è un film stupido e reazionario degno per tutti gli amanti del genere action incline a servire i valori della patria americana, restituire proiettili ai propri nemici e raccontare la più grossa bugia di tutte ovvero che le guerre yankee sono servite a portare la democrazia nel mondo.
Ora Shooter è tamarro e per questo viene ingaggiato uno dei number one del momento, ovvero Mark Wahlberg, attore che piace tanto in patria e tutto sommato al di là delle sue tesi politiche a saputo dare enfasi e caratterizzare bene alcuni personaggi (Four Brothers, Departed)
Il tema dell'eroe solitario, onesto e sfruttato dai potenti di turno, che cerca e ottiene vendetta, è stato abusato numerose volte in passato e lo sarà sempre di più nel presente.
Il bisogno di un film dove tutto è risaputo, l'eroe alla fine si salverà e i potenti moriranno ma senza essere mai davvero debellati, è uno dei motti del cinema action anni '80 e che ancora oggi è drammatico vedere così preponderante nel cinema americano.
Gli stilemi sono sempre gli stessi dove a cambiare in questo caso è il timone alla regia di un regista sempre più intrappolato tra il cercare di fare qualcosa di suo e invece l'assolvimento da puro manovale di cinema per le major che gli impongono la loro personale filosofia.
Un film brutto, anche per certi versi noioso, dove l'unica nota positiva sono le belle location innevate e il solito aspetto tecnico di Fuqua che dimostra un talento sprecato.

lunedì 3 giugno 2019

Uomo tranquillo


Titolo: Uomo tranquillo
Regia: Hans Petter Moland
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Nels Coxman è un uomo tranquillo, abituato a guidare uno spazzaneve "dritto per dritto" attraverso i tunnel ghiacchiati del Colorado. Ma la sua vita orientata in una direzione viene bruscamente deragliata dalla morte del figlio Kyle, liquidata dalle autorità come un'overdose di eroina e invece causata da una gang di spacciatori di droga. Da quel momento Nels procederà con rinnovata determinazione monodirezionale verso la sua vendetta.

Mi sono chiesto perchè pur odiandoli, film del genere non manco mai di vederli.
Perchè sono proiettili veloci, vaganti che forse nuocciono solo al cervello, essendo film reazionari, scorrendo in sordina, lasciando solo nebbia, regalando solo alle volte alcune menzionabili scene d'azione.
Fanno parte poi di una sotto categoria dell'action sviluppato in maniera massiccia negli ultimi vent'anni che in questo caso ha come protagonista Liam Neeson, personaggio tosto tutto d'un pezzo che ricorda forse i vecchi grandi attori americani.
Il risultato non merita molti approfondimenti essendo materia girata e confezionata per piacere e soprattutto per il pubblico mainstream e il cinema.
Di diverso forse c'è la location immersa nelle nevi con gli spargitori di sale, un villain alto locato, giovane rampollo di una ricca famiglia criminale e dunque destinato ad essere odiato in primis per la vita da lusso che può permettersi. Infine ho sorriso quando ho visto un caratterista come Michael Eklund qui invece sottoposto a dover digerire il ruolo di infima macchietta facendo il braccio destro del villain.
La parte migliore di un film altalenante come questo rimane l'aspetto tecnico parlando appunto di un buon regista che alterna film interessanti e indipendenti come A somewhat gentle man film anticonvenzionale e divertente, a polizieschi atipici e con un taglio nordico come A Conspiracy of Faith-Il messaggio nella bottiglia
Moland non è stupido ma ha fatto un'operazione che prima di lui è successa a molti altri candidati anche con nomi decisamente prestigiosi, Haneke ad esempio, facendo un remake di un altro film da lui diretto tre anni fa proprio in Norvegia IN ORDINE DI SPARIZIONE con il suo attore feticcio Stellan Skarsgard e riscritto per l’occasione e dato in mano ad una produzione che ha sminuito tutti i cardini del film di genere per renderlo il film che è.


domenica 28 aprile 2019

Preda perfetta


Titolo: Preda perfetta
Regia: Scott Frank
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Matt Scudder è un ex-poliziotto con alle spalle anche un passato da alcolista. Vite entrambe archiviate, la New York che vive adesso la vede sotto gli occhi di un detective irregolare (non ha la licenza), sempre attratto dal sottobosco, in questa sua lotta costante al crimine seppur al limite della legalità. Un giorno Scudder incappa nell’efferato omicidio di una ragazza, ritrovata a pezzi in un laghetto: da quel momento parte la sua caccia al killer. Anzi, ai killer.

Il detective Matt Scudder che vanta al suo attivo diversi romanzi di genere, è l'ennesimo di una nutrita serie di detective abbastanza gregari nel comparto hollywoodiano senza guizzi di scrittura o una psicologia alla base che lo renda diverso o banalmente originale.
I punti saldi di questa scrittura sono evidenti e forzati oltre a nascondere intenti reazionari poco condivisibili. Come tanti altri cugini, diventa presto un melodramma imbracciando armi e bandiera americana risultando quasi sempre sopra le righe diventando quel thriller scialbo che commette svariati passi falsi in termini di credibilità della storia e di coesione narrativa.
Diventa metaforicamente come un videogioco in 2d dove anche a occhi chiusi dopo averci giocato tanto e averne visti troppi simili, sai bene dove saltare e dove fermarti prima di un burrone.


sabato 20 aprile 2019

Triple Frontier


Titolo: Triple Frontier
Regia: J.C.Chandor
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Santiago è un militare americano con addestramento d'élite che lavora per una compagnia privata in Colombia, dove pianifica un assalto a un ricco narcotrafficante. Per realizzarlo collabora con la bella Yovanna, che svolge alcune consegne per il narcos ed è entrata nella sua villa. Inoltre, con la promessa di evitare vittime civili e di consegnare parte del bottino alla CIA, Santiago torna negli Stati Uniti per reclutare i suoi ex commilitoni, che non se la passano benissimo. William insegna alle reclute, suo fratello Ben combatte nel giro delle MMA, il pilota Francisco è nei guai con la legge e il loro leader, Tom, è divorziato e preoccupato di non poter garantire un futuro sicuro ai propri figli. Santiago avrà gioco facile nel convincerli a partecipare all'avventura.

Triple Frontier è il tipico film che ti piazza una smorfia sul viso prima di vederlo.
Partendo dagli attori: Oscar Isaac ormai è come il prezzemolo nei film (ovunque) funzionale ma nulla più, Affleck ormai è il fantasma di se stesso alcolizzato e gonfio come se lo avessero preso a cazzotti, Hunnam rimarrà sempre Jax nei cuori degli amanti della serie cult ( e finora l'unico ruolo davvero che gli è rimasto impresso), infine Hedlund che sta provando come biondino a ritagliarsi qualche ruolo importante e infine la regia di J.C.Chandor, che diciamolo pure, confeziona il suo film migliore dopo aver dato prova di saper fare del buon cinema con il survivor di All is lost
(Redford contro le forze della natura).
Qui cambia scenario, lo schema è corale, c'è tantissima azione, i cartelli, il mondo della droga, la corruzione, alcune location riprese con una fotografia splendida in grado di risaltarne i colori (parlo del confine tra Paraguay, Argentina e Brasile).
E poi quando ti aspetti l'aspetto perturbante reazionario dietro l'angolo, il film invece fa un rovescio della medaglia dimostrando come i veterani di guerra sono servi usati dal governo per i loro scopi e poi lasciati a invecchiare o morire dentro ospedali o a darsi alla droga o all'alcool.
In questo caso in mezzo ad una giungla senza aiuti e smarriti negli ideali come negli intenti e dove la bandiera a stelle e strisce non serve più, dovranno cavarsela da soli spesso scontrandosi e dovendo purtroppo sapere che mettersi contro un cartello significa morte certa.
Triple Frontier inoltre, altro elemento a favore del film, è stato scritto dallo sceneggiatore, nonchè il giornalista Mark Boal (ZERO DARK THIRTY, HURT LOCKER, DETROIT, NELLA VALLE DI ELAH) praticamente colui che ha reso possibili gli ultimi importanti film della Bigelow, la quale avrebbe dovuto dirigerlo lei inizialmente il film.




Equalizer 2-Senza perdono



Titolo: Equalizer 2-Senza perdono
Regia: Antoine Fuqua
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Robert McCall, in passato agente segreto, vive ora in un quartiere popolare a Boston, Massachusetts, e si guadagna da vivere facendo l'autista. La sua amica Susan viene incaricata delle indagini su un apparente omicidio-suicidio avvenuto a Bruxelles in coppia con Dave York, un tempo collega di McCall. L'investigatrice viene però attirata in un tranello e a quel punto Robert entra in azione.

Equalizer è sempre stato un progetto stupido fin dal primo capitolo.
Difficile aspettarsi un miglioramento nel sequel voluto da Washington per pagare le ville in giro per il mondo e da Fuqua per stare a galla in una filmografia mai così sbilanciata dove praticamente sta facendo solo il manovale per le grosse produzioni, eseguendo senza arbitrio il volere dei produttori finendo per scomparire come regista e autore.
Il risultato è in parte telefonato, come i personaggi tagliati con l'accetta, Robert McCall è sempre più marmoreo e ridicolo (su tutti il potere del teletrasporto con cui questi protagonisti action sono ovunque, sempre) la sua bontà d'animo che lo porta a prendersi cura di un ragazzo di colore che rischia di finire in giri sporchi (e di nuovo McCall che pulisce i muri dalle scritte omofobe supera il ridicolo) e infine alcuni accenni da film reazionario che non si possono più vedere.
Questo cinema e queste produzioni hanno un seguito importante che non credevo (mettiamo pure nel calderone tutti i suoi cugini dalla saga e i parenti di Taken 3 a Attacco al potere Attacco al Potere 2 Run all Night Gunman) che negli ultimi anni stanno avendo un notevole successo. 
Contribuisce a tale fenomeno lo spegnimento in sincrono di tutti i neuroni dal momento che sono film scritti male che prendono in prestito da un po tutto e alla fine non lasciano nulla se non un accozzaglia di luoghi comuni che sembrano essere i preferiti degli amanti dell'action moderno. In questo caso il messaggio del film è che i veri terroristi siamo noi, con le falle del sistema corrotte come gli uomini del governo, agenti speciali e vecchi commilitoni di McCall e ovviamente toccherà a lui stanarli tutti.

lunedì 11 marzo 2019

Reprisal


Titolo: Reprisal
Regia: Brian A.Miller
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Jacob chiede aiuto al vicino di casa, ex poliziotto, James di aiutarlo a rintracciare l'uomo che ha rapinato la sua banca e ha ucciso il suo collega. Il criminale però sembra essere sempre un passo avanti a loro, fino ad arrivare a rapire la moglie ed il figlio del banchiere.

Un altro film di serie b dove le due "star" sono Willis e Grillo. In realtà c'è anche il terzo qui il villain di turno, il bello e dannato Scaech che aveva esordito coi film dell'outsider Gregg Araki per poi finire anche lui in produzioni sfortunate e ruoli identici e detestabili.
Sia lui che Willis ormai campano come possono accettando qualsiasi ruolo in qualsiasi film per qualsiasi produzione. Basta essere pagati.
Grillo poteva chiamarsi fuori da questa porcheria, dal momento che è un attore che si sta costruendo una sua filmografia e si sta soprattutto specializzando nei film di azione e arti marziali.
Questo poliziesco è così brutto da lasciarmi senza parole, cercando di diventare un buddy movie che fallisce miseramente dal momento che avendo una sceneggiatura da denuncia, anzichè provare a tirar fuori un pò di ironia il film fallisce miseramente prendendosi molto sul serio.
Brian A.Miller è uno dei quei mestieranti vagamente di ispirazione ariana e reazionaria che fa film stupidi e molto ingenui dove il tasso di testosterone dovrebbe essere sostituito da sceneggiatori che non vadano a braccetto con la sua ideologia.

mercoledì 5 dicembre 2018

Giustiziere della notte(2018)


Titolo: Giustiziere della notte(2018)
Regia: Eli Roth
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Paul Kersey è un chirurgo che vive una vita tranquilla e coscienziosa, tenendo a bada la propria aggressività. Quando la sua famiglia viene colpita brutalmente, tutta la sua rabbia esplode e, dopo aver preso per sé la pistola di un giovane membro di una gang, inizia a fare giustizia a modo suo per le strade di Chicago. La sua prima impresa viene filmata da un testimone e il video diventa virale, facendo di lui una specie di celebrità, anche se Paul vuole solo ritrovare la pace raggiungendo i criminali che hanno distrutto la sua famiglia.

Prima di tutto devo fare una confessione: odio il cinema reazionario americano.
La scena più assurda del film avviene quando Bruce è in sala chirurgica e sta cercando di salvare la vita ad uno spacciatore che vorrebbe vedere morto.
Mentre esegue le analisi con il resto del reparto appiccicato al culo, ecco che come per magia dalla giacca della vittima, cade un ferro enorme che il nostro Bruce, senza che nessuno se ne accorga, si infila in saccoccia senza dire nulla.
Questa breve scena rappresenta il non sense generale dell'intero film.
E'un film di assurdi e scene che non tornano quello di Roth che ormai sembra aver toccato il fondo, o ci sta arrivando molto velocemente. Senza aver mai dato chissà quale merito alla settima arte, l'amico di Tarantino, aveva esordito e si era dato da fare nell'horror cercando almeno di non essere un mestierante come tanti.
Sarebbe curioso sapere il perchè di questo film. Perchè è stato fatto e soprattutto da chi è stato voluto. Seguaci di Trump? O forse la lobby delle armi. Penso la seconda.
Anche perchè "non" ci troviamo di fronte ad un remake dell'originale come invece lo stesso regista e la critica ammette. In quel caso si prendeva di punta il vigilantismo (la vendetta privata) cercando di dividere l'americano dal grilletto facile da quello democratico che invece preferisce il processo.
Al di là delle divagazioni politiche il film è girato di fretta e male.
Willis non azzecca un'espressione e mette su la stessa espressione che sta collezzionando diciamo negli ultimi imbarazzanti film. D'Onofrio lo difendo perchè sembra prendere in giro addirittura il suo ruolo per quanto è celebroleso e sembra ghignare sotto la maschera.
L'unico elemento su cui il film poteva lavorare per cercare di non sembrare così tragi comico (alcune morti sono così imbarazzanti e comiche che spero siano una scelta voluta) era quello di puntare tutto sul travaglio interiore del protagonista e muovere il film in base ad esso.


giovedì 30 agosto 2018

Skycraper


Titolo: Skycraper
Regia: Rawson Marshall Thurber
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 1/5

Will Sawyer, veterano di guerra e agente dell'FBI, perde una gamba in un'operazione per liberare gli ostaggi. Dieci anni dopo ha una moglie e due figli che contano su di lui e vivono con lui ai piani alti di un grattacielo avveniristico costruito nel cielo di Hong Kong da un miliardario cinese megalomane. Nominato responsabile della sicurezza della struttura, il grattacielo più alto e più sicuro del mondo prende improvvisamente fuoco. Dell'incendio viene accusato a torto Will. Ma lui non ci sta. Considerato fuggitivo dalla polizia cinese, non gli resta che trovare i veri colpevoli, riabilitare la propria reputazione e salvare la sua famiglia intrappolata all'interno e al di sopra del livello del fuoco.

Ormai Dwayne Johnson è diventato l'eroe di una schiera infinita di bambini e perchè no delle loro mamme. A parte essere uno dei tre attori che ha guadagnato più soldi a Hollywood negli ultimi anni si sta aggiudicando quasi tutti i blockbuster per famiglie e grazie alla sua stretta alleanza con la Disney di fatto il suo potere si è allargato ancora di più.
E fin qui non ci sarebbero da fare critiche. Meglio lui che Fraser o Sandler o idioti alla stessa stregua. Johnson almeno ci prova a recitare con risultati non sempre allettanti ma visto il target e la drammaticità stucchevole e commerciale dei suoi film poteva addirittura fare di peggio.
Il problema in questo caso è il film in questione.
Pessimo rispetto a Rampage-Furia animale o commercialate simili. Qui oltretutto a parte l'idea banale sono gli intenti e le spiegazioni successive che rendono il film eccessivamente infimo per come tratta non solo gli orientali ma soprattutto per come utilizza i mezzi diventando presto un'esplosione unica e incontrollata dopo la successiva deflagrazione nata dall'idiozia dei suoi personaggi.
Un film reazionario fino al midollo. Johnson è un veterano ed ex-membro dell’FBI, che ha perso una gamba nel corso di un’operazione di recupero finita male, ma che qui "grattando il cielo" e passando per alcuni assurdi riferimenti biblici per trasferirsi ad Hong Kong, dove un importante e visionario magnate ha costruito il grattacielo più alto ed avanzato del mondo, chiamandolo Skycraper; a Sawyer, impiegatosi nel ramo della sicurezza, spetta ingraziarsi il ricco genio per poter ottenere, dopo mesi d’impegno, l’affidamento dei lavori.
Assurdo come tutti i disaster movie o action siano così tanto esagerati da perdere tutto quel fascino che una volta se ben dosato rappresentava un bell'intrattenimento come INFERNO DI CRISTALLO. Qui non c'è niente di tutto questo perchè i destini sono prevedibili e segnati, il soldato deve veder sacrificati tutti i membri della famiglia perchè avvenga il miracolo e la redenzione (dove però l'happy ending di default fa sì che non muoia mai nessuno)
Un viaggio dell'eroe mai così stupido e prevedibile. Il pubblico dovrebbe essere saturo.






domenica 25 marzo 2018

Ore 15:17-Attacco al treno


Titolo: Ore 15:17-Attacco al treno
Regia: Clint Eastwood
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 1/5

Spencer Stone, Alek Skarlatos e Anthony Sadler s'incontrano la prima volta dal preside, sulla panchina dell'anticamera, in attesa di un rimprovero. Saranno ancora insieme molti anni dopo, a Parigi, davanti al Presidente della Repubblica, per ricevere la legione d'onore. In mezzo c'è un'amicizia lunga una vita, la scelta di arruolarsi (per due su tre di loro), un viaggio estivo in Europa e un treno, il Thalis delle 15:17 da Amsterdam a Parigi, che cambierà le loro vite e quelle di molte altre persone.

Ore 15:17-Attacco al treno credo che sia il peggior film di Eastwood.
Dannatamente inutile e reazionario, anche se non sembrerebbe, non ci tiene a nascondere la sua sprezzante critica verso una manipolazione di contenuti e intenti davvero triste e inneggiando di nuovo i marines e l'educazione fascista militare come un valore a cui attenersi che non può che portare a gesta epiche ed esiti memorabili...
Il film è girato da uno sconosociuto, non c'è nulla del Clint che conosco, o meglio c'è ne troppo di quello che non voglio e non vogliamo conoscere e cioè quello che lo vede inneggiare a Trump e a scelte politiche inquietanti (possiamo dire che tutta una parte della sua politica e del suo credo è concentrata proprio in questa pellicola).
Tutto sembra patinato e scritto male dal momento che il film non ha nessun segreto, nessun colpo di scena. Anzi addirittura sapendo già come andrà a finire, il film nel montaggio inserisce, dal momento che è noiosissimo, pure alcune scene d'azione per farti capire cosa succederà e la piega che prenderanno i fatti che ovviamente già conosciamo.
Questo film insegna che credere nello stato paga, che la legione d'onore viene data come lode a coloro che difendono con il sangue e con la forza il proprio paese.
Eastwood purtroppo è così ma a noi piace ricordarlo per un altro tipo di cinema, quello scomodo che gioca sporco come il bellissimo MYSTIC RIVER.

mercoledì 15 novembre 2017

American Assassin

Titolo: American Assassin
Regia: Michael Cuesta
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

"American Assassin" segue le vicende di Mitch Rapp, geniale studente universitario e talentuoso atleta che, in seguito alla morte della sua fidanzata, avvenuta durante un atto terroristico, decide di cambiare vita. Invece di elaborare il lutto e condividere il dolore con la famiglia, Mitch matura la voglia di vendicarsi e per questo accetta di partecipare a un prestigioso programma di addestramento della CIA.

Quando l'America cerca di trovare l'ennesimo eroe che però diventa anti-eroe abbracciando l'ideologia reazionaria americana e bellica, nutrendo sentimenti e dubbi ci troviamo di fronte all'ennesimo pasticcio che dimostra come da parte della scrittura e della regia non ci sia la benchè minima voglia o interesse di mostrare qualcosa che in fondo non instilli la stessa indecorosa politica bellica americana.
Mitch, il protagonista, è il tipico giovane belloccio (ultimamente queste sagome che arrivano dalla musica e dagli spettacoli della Disney non si possono più vedere tipo di Harry Stiles, Brenton Thwaites, Logan Lerman, Scott Eastwood, etc) a cui hanno ucciso la ragazza e che quindi vuole/deve farsi giustizia.
Ma in che modo? Un pò come SPY GAME ma il film con Ford era assai meglio pur avendo ideologie che non condivido, il nostro Mitch inizia da solo una guerra contro il presunto "Stato Islamico" lavorando da solo, seguendo tutte le piste possibili, imparando l'arabo ed entrando nei siti più segreti e pericolosi dell'Isis.
Sembra davvero troppo da digerire soprattutto quando dimostra un atteggiamento pure strafottente da giovane ribelle incarognito che sembra sempre, e alla fine purtroppo lo dimostra, di essere il number one, come tutte le "favole" americane insegnano
Da metà film conta solo più l'azione e qualche dialogo sull'onore e sul "lasciami qui e salvati..." "no, io qui da solo non la lascio...ho già perso qualcuno" e allora il film diventa una simil barzelletta, un'autoparodia di se stessa dove Keaton, perfetto per il ruolo, sembra crederci quanto l'Avvoltoio in SPIDERMAN-HOMECOMING e Kitsch trova di nuovo un ruolo minore sempre da "arruolato"mezzo spostato mentale come spesso e purtroppo gli capita.
Il film ho scoperto poi è stato voluto i costi, oltre che dalle produzioni che in questo particolare momento geopolitico pericoloso, spingono molto su queste pellicole, e il noto regista, sceneggiatore e produttore Edward Zwick ha scritto lo script per questo thriller, basato sul romanzo di Vince Flynn, che descrive appunto la vita dell'agente della CIA Mitch Rapp.

Cuesta di buono può contare finora solo alcuni episodi di DEXTER e KILL THE MESSENGER sicuramente meno reazionario e propagandistico.

giovedì 23 febbraio 2017

Patriots Day

Titolo: Patriots Day
Regia: Peter Berg
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il 15 aprile 2013 due esplosioni a poche centinaia di metri di distanza macchiano di sangue la maratona di Boston. Le indagini per scoprire chi è alla base dell'attacco terroristico vedono in prima linea il commissario di polizia Ed Davis, costretto a muoversi tra la più grande caccia all'uomo che la città abbia mai conosciuto.

Peter Berg, sempre lui. Le tragedie sono materiale sconfinato funzionale alla settima arte soprattutto agli yankee a stelle e striscie di cui questo film rientra perfettamente nel filone.
Che vuoi dire ad un film che già dal titolo e dalla trama saprai benissimo cosa ti metterà sul piatto? Beh che pur non essendo un fan dell'America e trovandolo uno dei peggiori paesi del mondo, ho trovato in questa pellicola il classico cinema reazionario che punta sui buoni sentimenti, l'altruismo e la fratellanza degli americani che come per la tragedia di Boston chiudono una città per iniziare una caccia all'uomo esemplare.
Un film che mostra tutti i passaggi, la maratona, la sua galleria di personaggi, il cast infatti al suo interno vanta numerose star hollywoodiane e tutto rientra perfettamente senza nodi complessi o intricate matasse da sbrogliare. Una storia semplice in cui alla fine il nostro eroe potrà tornare ad abbracciare la moglie. Mark Wahlberg non è bravo come attore ma ha la giusta faccia da culo.
Per il resto guardare una storia che parla della giornata dei patrioti, il Patriots Day, senza avere nessuna stima e nessun amore per la patria, certo mi porta ad avere i miei limiti e non potermi commuovere come il resto della nazione che qui vedrà l'immagine chiudersi con la foto di una delle tre vittime, un bambino di undici anni e le interviste dei superstiti e di chi nonostante l'incidente e aver perso le gambe nel vero senso della parola ha continuato a correre senza perdere la passione e superando la paura.
Un film che mostra una grossa fetta di american idiot ma anche tanta gente a posto.

I terroristi dalla loro sono mostrati meno peggio che in altri film e la scena dell'interrogatorio con la donna di colore che ha il compito di far parlare i terroristi e soprattutto le mogli lascia di ghiaccio per i modi e le tecniche.

lunedì 18 luglio 2016

Attacco al potere 2

Titolo: Attacco al Potere 2
Regia: Babak Najafi
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

In seguito ad un attacco dei droni dell'esercito Usa, il trafficante di armi Aamir Barkawi perde la figlia durante la celebrazione delle sue nozze. Anni dopo, in seguito alla scomparsa del Primo Ministro britannico, le autorità mondiali, tra cui il Presidente degli Stati Uniti, vengono invitate a partecipare al funerale di Stato. Il pericolo di un attacco terroristico è elevatissimo, ma nessuno si aspetta qualcosa di simile a ciò che avverrà.

Attacco al potere 2 è un brutto film con dei buoni effetti speciali. Aumenta la mole di action e di sparatorie del primo capitolo e cerca di spiegare con un incidente scatenante in fondo banalissimo, il reale pericolo dei droni e delle responsabilità e conseguenze che ne derivano.
Il nostro eroe, il"soldato reazionario", l'amico del presidente Mike Banning dopo aver perso la moglie nel primo capitolo si caricherà sulle spalle una nuova prova di forza per salvare il presidente e l'America. E'difficile trovare altri parole o stimoli per cercare di dire qualcosa su un prodotto che fin da subito scopre tutte le carte e non presenta colpi di scena.

C'è solo per chi riesce, da trovare una verosimiglianza in tutte queste morti ed esecuzioni da ambo le parti che sembrano giustificate sul nascere...Najafi l'unica cosa buona che fa è mostrare come i popoli "nemici" attaccano sempre dopo una provocazione americana.